A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 536 del 26-02-15 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
L’arrogante
predominio tedesco, il salvataggio della Grecia e l’abuso delle stupide regole
UE
Carlo Clericetti
- 23 FEB 2015
I furbetti del salvataggio
Tre
post fa,[1] avevo segnalato: Su 254 mld di prestiti alla Grecia, soltanto
11,7+15,3=27 mld sono andati alla gente.[2]
Ed
avevo fornito l’elenco e le cifre dei detentori del debito pubblico greco.[3]
Non
ero però riuscito a trovare il dettaglio quali-quantitativo del trasferimento
dei debiti greci dalle banche - soprattutto tedesche e francesi - ai fondi
salva-Stato e quindi agli Stati dell’Eurozona, inclusa l’Italia, che
contribuisce nella misura del 17,9%.
Ora,
questo post di Carlo Clericetti colma
quella lacuna.
Vorrei
inoltre osservare 1) che anche la Spagna del protetto Rajoy ha beneficiato di
una cinquantina di mld di aiuti dai fondi salva-Stato per salvare le sue banche
(l’Italia ha contribuito con una decina di mld; poi, con quei soldi, le stesse
banche spagnole si misero a speculare contro l’Italia o a finanziare la scalata
della Telecom italiana[4]), ma senza
dover sottostare ad un memorandum formale come fu imposto alla Grecia, al
Portogallo e all’Irlanda; in più le viene consentito per il terzo anno
consecutivo di sforare il limite del 5% del rapporto deficit/Pil. 2) Alla
Francia del mediocre Hollande, confratello della Merkel, viene consentito per
il terzo anno consecutivo di sforare il 4%. 3) Ho già accennato nel post precedente all’arroganza degli
Olandesi,[5] che non chiedono scusa
per i fatti recenti di Roma; aggiungo ora che nel 1700 l’Olanda, un piccolo
Paese, in parte sotto il livello del mare, era il Paese più ricco d’Europa,
soprattutto per la sua capacità mercantile; ed aveva anche un piccolo impero.
4) In questa situazione, all’Italia – che non ha preso 1 € di aiuto ed ha
contribuito per 60 mld - viene concessa come se fosse una grande liberalità la
fantomatica flessibilità di qualche decimale sul deficit. 5) Infine, l’ho già
scritto, io non ho votato e rifiuto una Unione Europea a predominio tedesco,
per cui mi fa quasi tenerezza che il burocrate prudente Padoan critichi la
Germania così: «La Germania è il Paese
più potente ed efficace, ma non può governare da sola. La Germania ha bisogno
dell'Europa e l'Europa ha bisogno della Germania. Si tratta di trovare una
visione comune», ha detto il ministro dell'Economia. Il modello tedesco, visti
i risultati economici, ha mostrato di essere molto efficace, ha rilevato
Padoan. Certo, dal punto di vista delle politiche «ognuno deve fare bene i
compiti a casa» come chiede la Germania, ma c'è anche una dimensione di sistema
che va tenuta in considerazione. La critica che va mossa alla Germania è quindi
«quella di dimenticarsi che c'è una dimensione sistemica e non solo nazionale».
Padoan ha anche sottolineato di avere un ottimo rapporto con il suo omologo
tedesco Wolfgang Schaeuble e ha precisato: «non è arrogante, dice solo che le
regole vanno rispettate».[6] Per
non parlare dell'ex tosto Renzi, arresosi ignominiosamente alla
"bottegaia" Merkel.
Conclusione:
io esprimo la tenue speranza che possiamo completare i compiti a casa (riforma
PA e lotta alla corruzione e all’evasione) senza chiedere aiuto agli altri,
basandoci sulle risorse interne (imposta patrimoniale sui ricchi), per
finanziare la crescita economica, gli ammortizzatori sociali anti-crisi e
l’occupazione, ma con questi politici imbelli e votati da nessuno e tanti
Italiani esterofili non ci sottrarremo mai all’arrogante predominio tedesco e
satelliti ed all’abuso delle regole UE di per sé già stupide.
[1] La frase che svela le ipocrisie
[2] Dove sono finiti i soldi della troika alla
Grecia (mld):
[3]
Ma chi sono i detentori del debito greco?
[4] Telecom http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792868.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/telecom.html
[5] La supposta superiorità e l’arroganza degli
Europei del Centro-Nord
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828197.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/la-supposta-superiorita-e-larroganza.html
[6] Padoan, sui conti moderato ottimismo.
Bruxelles: verso il superamento dell’esame Ue
con una analisi
di Guido Gentili 23 febbraio 2015
Appendice
Vale
davvero la pena di leggere l’articolo linkato opportunamente da jeantine01 il 24 febbraio 2015 alle
22:39. Notate la data di pubblicazione: il 24 maggio 2012! Ne ho fatto la
traduzione.
Euro Crisis: Bloomberg View
Bloomberg View: Germany's
Banks Must Assist in Europe's Cleanup
May 24, 2012
Nei milioni di
parole scritte sulla crisi del debito in Europa, la Germania è in genere
presentata come il saggio adulto e la Grecia come il bambino dissipatore. La
prudente Germania, la narrazione prosegue, è riluttante a salvare la Grecia
parassita, che ha preso in prestito più di quello che poteva permettersi e deve
affrontarne le conseguenze.
Vi sorprenderà
sapere che i contribuenti europei hanno fornito tanto sostegno finanziario alla
Germania quanto alla Grecia? Un esame dei flussi monetari europei e dei bilanci
delle banche centrali suggerisce così.
Quello che il
racconto morale europeo ampiamente accettato ignora è che i mutuatari
irresponsabili non possono esistere senza finanziatori irresponsabili. Le
banche tedesche erano abilitatori (complici) della Grecia. Grazie anche alla
regolamentazione lassista, le banche tedesche hanno costruito esposizioni
precarie dei paesi periferici dell'Europa negli anni prima della crisi. Nel
dicembre 2009, secondo la Banca dei regolamenti internazionali, le banche
tedesche avevano accumulato crediti per 704 miliardi di dollari in Grecia,
Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, molto più del capitale complessivo delle
banche tedesche. In altre parole, hanno prestato più di quanto potessero
permettersi.
Quando l'Unione
europea e la Banca centrale europea sono intervenute per salvare i paesi in
difficoltà, hanno reso possibile alle banche tedesche di portare i loro soldi a
casa. Essi hanno salvato le banche della Germania, nonché i contribuenti che
avrebbero dovuto sostenerle se i prestiti non
fossero stati rimborsati. A differenza di gran parte degli aiuti forniti alla
Grecia, il sostegno alle banche tedesche è avvenuto automaticamente, in
funzione della struttura dell’unione valutaria.
Ecco come
funzionava. Quando le banche tedesche hanno tirato fuori i soldi dalla Grecia, le altre banche centrali nazionali
dell'area dell'euro collettivamente hanno compensato il deflusso con prestiti
alla banca centrale greca. Questi prestiti sono apparsi sul bilancio della
Bundesbank come crediti verso il resto della zona euro. Questo meccanismo,
progettato per mantenere i conti della zona valutaria in equilibrio, ha reso
più facile per le banche tedesche uscire dalle loro posizioni.
Ora la parte
difficile: Al contrario di quanto sostenuto dalle banche private, i crediti
della Bundesbank sono solo in parte sotto la responsabilità della Germania. Se
la Grecia rinnegasse il suo debito, le perdite sarebbero condivise tra tutti i
paesi della zona euro, in base alla loro partecipazione nel capitale della BCE.
La quota della Germania sarebbe di circa il 28 per cento. In breve, nel corso
degli ultimi due anni, gran parte del rischio che grava sui bilanci delle
banche tedesche è spostata verso i contribuenti di tutta l'Unione valutaria.
E 'difficile
quantificare esattamente quanto la Germania ha beneficiato dal suo piano di
salvataggio europeo. Un indicatore sarebbe l'importo che le banche tedesche
hanno tirato fuori dagli altri paesi dall'inizio della crisi. Secondo la BRI,
esse hanno sottratto 353 miliardi dollari dal dicembre 2009 alla fine del 2011
(ultimi dati disponibili). Un'altra potrebbe essere l'aumento dei crediti della
Bundesbank dalle altre banche centrali della zona euro nello stesso periodo.
Ciò equivale a € 466 miliardi (586 miliardi di dollari) da dicembre 2009 ad
aprile 2012, anche se questo riflette anche i soldi che i depositanti non
tedeschi spostano nelle banche tedesche.
In confronto, la
Grecia ha ricevuto un totale di circa € 340 miliardi in prestiti per
ricapitalizzare le sue banche, sostituire la fuga di capitali, ristrutturare i
suoi debiti e aiutare il suo governo a fine mese. Solo circa € 15 mld sono
venuti dalla Germania. Il resto da parte della BCE, l'Unione europea e il Fondo
monetario internazionale.
Prima che le
banche tedesche tirassero indietro i loro fondi, avrebbero perso molto se la
Grecia avesse lasciato l'euro. Ora eventuali perdite sarebbero condivise con i
contribuenti di tutta la zona euro, in particolare la Francia, le cui banche
hanno ancora un sacco di prestiti alla Grecia. Forse questo è ciò che alcuni
funzionari tedeschi intendono quando si dice che la zona euro è meglio
preparata per una uscita della Grecia.
Alla fine, però,
il costo di lasciare andare la Grecia sarebbe venuto a casa in Germania. Se le
corse agli sportelli e le turbolenze dei mercati costringessero il Portogallo,
la Spagna, l'Italia, nonché gli altri Paesi fuori della zona euro, le perdite
potrebbero spazzare via gran parte del capitale delle banche tedesche, per non
parlare dei danni a lungo termine che la rottura dell'euro dovrebbe arrecare
alle esportazioni che guidano l'economia tedesca.
Per evitare un
tale risultato, con o senza la Grecia, la Germania dovrà dire di sì a tutto ciò
che ha finora rifiutato di fare, e molto altro. Ciò include permettere alla BCE
di stare dietro ai debiti sovrani. L'area dell'euro ha anche bisogno di un
meccanismo che trasferisca denaro a paesi economicamente in difficoltà come la
Grecia altrettanto automaticamente come il sistema di pagamento della regione
ha salvato la Germania - elemento che gli economisti hanno da tempo detto
essere fondamentale per rendere la regione una unione monetaria praticabile.
Come abbiamo sostenuto, un fondo comune di assicurazione dalla disoccupazione
potrebbe essere un primo passo verso un'unione fiscale simile.
La questione è
se i leader di Germania riconosceranno l'obbligo del loro paese alla unione
monetaria - e di agire nei migliori interessi a lungo termine del loro paese -
in tempo per salvare l'euro. Non siamo ottimisti, ma ci piacerebbe molto
sbagliarci.
Post e articoli
collegati:
False opinioni sull’Italia e la Germania
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2824672.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/false-opinioni-sullitalia-e-la-germania.html
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