sabato 18 aprile 2015

Mario Draghi confessa che la BCE vìola il suo statuto

Da oltre due anni, sto facendo opera di informazione sui poteri e gli obiettivi statutari della BCE, combattendo una battaglia quasi solitaria contro l’ignoranza quasi universale in materia e la DISINFORMAZIONE strumentale messa in campo dalla stessa BCE, il cui presidente, Mario Draghi, in tre anni e mezzo dacché ha ricevuto il mandato, non ha mai menzionato il secondo obiettivo statutario; con la complicità dell’Unione europea, che nel suo sito scrive di un solo obiettivo – la stabilità dei prezzi - (cfr. Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto); e dovendo correggere perfino docenti italiani di Economia, anche famosi, e un premio Nobel di Economia (cfr. Chi non conosce lo statuto della BCE (elenco in divenire) ).
Nel novembre scorso, ho inviato al Parlamento europeo una petizione contro la BCE, perché non rispetta il suo statuto (cfr. Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto).
Qualche giorno fa, ho letto questi due articoli del prof. Paolo Savona apparsi su Milano Finanza rispettivamente il 31 marzo e il 1 aprile, e ripresi da Formiche: Vi spiego perché contesto le tesi della Bce di Draghi. Dopo la pubblicazione del primo articolo, egli dà conto che riceve un messaggio inviato dall’Ufficio contatti con la stampa della BCE:
“Le risposte di Draghi ai quesiti rivoltigli sul cambio meritano una particolare attenzione. Egli ha affermato che la nuova politica monetaria espansiva si trasmette al cambio dell’euro, precisando che“Oggi quell’effetto sul tasso di cambio è stato, indubbiamente, significativo. E’ iniziato con l’aspettativa che si arrivasse al QE, poi si è molto rafforzato con l’attuazione del QE…”. Ha poi aggiunto che una stima della Banca d’Italia indica che “la riduzione dei tassi a lungo termine e il deprezzamento del cambio dovrebbero esercitare un impatto positivo sul livello del PIL italiano pari a circa 1 punto percentuale entro il 2016”. E ancora di seguito ammette che “gli ultimi due o tre anni hanno visto movimenti del tasso di cambio molto significativi, ma da parte di tutti si è capito che questi movimenti del tasso di cambio non avevano intenti o non erano la conseguenza di politiche mirate al tasso di cambio, ma era la conseguenza di politiche economiche e, più particolarmente, monetarie che miravano a obiettivi di carattere interno. Quindi, nel nostro caso, a raggiungere un certo tasso di inflazione, nel caso degli Stati Uniti a raggiungere un certo tasso di inflazione e di disoccupazione”. Draghi completa la risposta attribuendo alla differenza nei cicli economici e nelle politiche monetarie il recente comportamento del rapporto di cambio euro/dollaro e alla ritrovata fiducia nell’euro il “forte rafforzamento dell’euro” del 2012.
Credo che la spiegazione data, pur con profonde diversità interpretative delle determinanti delle parità di cambio nei diversi momenti attraversati dall’euro, fornisce la spiegazione, per me difficile da accettare, che la svalutazione è considerata benefica in termini di crescita, ma non è tra le variabili considerate nelle scelte di politica monetaria. Se a questa considerazione si somma l’affermazione che per la BCE l’obiettivo è sollecitare l’inflazione e non anche l’occupazione, come per la Fed americana, i miei turbamenti aumentano”.

Io non ho le competenze tecniche per entrare nel discorso del cambio con un Draghi e un Savona. Ciò che posso e mi preme sottolineare, invece, è che questa risposta di Draghi è una vera e propria confessione della violazione dello statuto della BCE, poiché costituisce la prova documentale dell’ammissione che la BCE non persegue, come prescrive il suo statuto - che è mutuato dal trattato dell’Unione Europea (TFUE) -, che un solo obiettivo, quello del controllo dell’inflazione, e non anche il secondo, quello della crescita economica e della piena occupazione ( "Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi", la Bce "sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea". Tra questi, una "crescita economica equilibrata"; la "piena occupazione"; "la solidarietà tra Stati membri").

Sono, da una parte, soddisfatto per aver finalmente trovato, dopo le bugie per omissione sia della BCE che dell’UE, circa gli obiettivi statutari della BCE, la prova della sua palese violazione statutaria; ma, dall’altra, sono davvero costernato sia del comportamento illecito della Banca Centrale Europea, del suo presidente e degli altri membri del Consiglio direttivo, sia del fatto che questa gravissima violazione, che tanti danni arreca al popolo europeo, continui a non suscitare scandalo ed un’adeguata azione legale, ma, come fa anche il prof. Paolo Savona, una semplice presa d’atto, come non si trattasse, oltre che di un evidente e grave sopruso, di un vero e proprio illecito.


PS: Per parte mia, aggiungerò questa prova documentale al mio Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto, petizione che è stata protocollata, ma che probabilmente farà appena in tempo ad essere trattata entro il termine della legislatura europea, poiché nel sito della Commissione Petizioni del Parlamento europeo l’elenco visibile delle petizioni arriva ancora al 2013.



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VIDEO E AUDIO COLLEGATI:

Facendo la ricerca, il link iniziale all’audizione offerto è questo: javascript:void(0);, ma linkando sul comunicato stampa e cercando le audizioni in ordine di data sono riuscito a trovare il video completo e, a destra (“nascosto”), il link dell’audizione. La cosa curiosa è che, per fortuna dopo averlo salvato, sono uscito inavvertitamente dal collegamento, ho rifatto la procedura, scorso i vari giorni, ma il video è scomparso dall’elenco relativo al giorno 26 marzo 2015.

Audizione del presidente della BCE Mario Draghi alla Camera dei Deputati

Comunicato stampa
25/03/2015
1938
Politica monetaria Bce, audizione Draghi - Giovedi’ alle 14,15 diretta webtv
Giovedì 26 marzo, alle ore 14,15, le Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione Europea, presso la Sala del Mappamondo, svolgeranno l'audizione del Presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Draghi, sulla politica monetaria della Bce, le riforme strutturali e la crescita nell'area dell'euro. L'appuntamento sarà trasmesso in diretta webtv.

Le Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione Europea, presso la Sala del Mappamondo, hanno svolto l'audizione del Presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Draghi, sulla politica monetaria della Bce, le riforme strutturali e la crescita nell’area dell’euro.

Presidenti di Commissione parlamentare presenti:
Daniele Capezzone, presidente Commissione Finanze della Camera
Francesco Boccia, presidente Commissione Bilancio della Camera
Michele Bordo, presidente Commissione Politiche dell’Unione Europea

Do un resoconto sintetico dell’audizione:

Domande:
On. Bordo (PD): 1. Piano Juncker, quale effetto? 2. Oltre riforme strutturali, quali misure stimolo domanda?
On. Boccia (PD): 1. Credito all’economia reale. 2 Se BCE potrà acq. titoli per piano Juncker.
On. Capezzone (FI): 1. Timore trasmissione all’economia reale dell’iperliquidità del QE; 2. Se crescita in Italia resta bassa e debito pubblico elevato, non teme insostenibilità debito italiano?; 3. Negli ultimi anni il processo di risanamento italiano è stato orientato alla crescita?
On. Causi (PD): 1. Timore contraddizione tra QE e requisiti prudenziali capitale banche; 2. Valutazioni differenziate degli attivi (stress test) titoli pubblici e derivati, a favore dei secondi; 3. Esigenza riduzione bancocentrismo: effetti per l’Italia; 4. In UE quanto contano squilibri macroeconomici [ad es. surplus commerciale eccessivo]; 5. Giudizio su riforma banche popolari.
On. G. Pisano (M5S): 1. In Italia, politica monetaria di tassi indifferenziati tra Nord e Sud ha svantaggiato il Sud, tale rischio si ripete in UE per la medesima politica dei tassi attuata dalla BCE.
On. Carla Ruocco (M5S): 1. Inserire in prospetti informativi proposti agli investitori delle analisi probabilistiche per ridurre le asimmetrie informative tra banca e investitore.
On. Villarosa (M5S): 1. Quanti soldi del QE arriveranno all’economia reale; 2. Riforma banche pop., è congruo limite 8 mld?; 3. Derivati, conflitto d’interesse dei proponenti.
On. Busin (Lega N.): 1. Bad bank, che sarebbe utile; 2. Effetti positivi QE per surplus commerciale, in particolare per ridurre surplus Germania.
On. Tancredi (Area popolare): 1. Maggiori poteri europei e maggiore investitura democratica.
On. Bernardo (Area pop.): 1. Bad bank; 2. Se si fossero prese misure analoghe nel 2011, che effetti avrebbe avuto sullo spread?
On. Marcon (SEL): 1. Problema bilancia comm. e surplus, v. in particolare Germania; 2. Riforme strutturali in UE sono state efficaci? Il debito pubblico è aumentato e scarso importo piano Juncker.
On. Paglia (SEL): 1. QE, esperienza USA ha avuto successo perché non è bancocentrica, perché c’è maggiore accesso ai finanziamenti diretti di borsa e per il deficit elevato; in Italia non c’è nessuna di queste 3 condizioni.
On. Sottanelli (Scelta civica): 1. QE, quali strumenti per accrescere domanda e per fare arrivare i soldi all’economia reale; 2. Effetti sullo spread.
On. Librandi (Scelta Civica): 1. Quale sarà la politica monetaria degli altri Paesi per reagire al calo del tasso di cambio?; 2. O ci sarà rapporto di cambio Euro/Dollaro pari a 1?
On. Adriana Galgano (Scelta civ.): 1. Lista istituzioni e mancanza istituzioni it. per acquisto titoli QE; 2. Default Grecia.
On. Fauttilli (Per l’Italia-Centro dem.): 1. Risorse insufficienti piano Juncker; 2. Risorse, perché non si adottano eurobond o la proposta Prodi-Quadrio Curzio degli EuroUnionBond?
On. Barbanti (Misto-Area libera): 1. Tasso reale ; 2. Disclosure reporting; 3. Acq. titoli in base valutazioni società rating USA, perché non Agenzia rating UE?

Risposte del presidente Draghi:
1. Trasmissione QE all’economia reale: quanto si trasferirà a causa bancocentrismo (in UE, l’80% è credito bancario); piccola impresa (70-80% Pil). In GB e Giappone (entrambi bancocentrici) ha avuto effetto. I canali sono molteplici. Effetto tramite tasso di cambio. Calo tassi d’interesse a lungo termine. Tasso reale vicino a zero favorirà investimenti. Deficit in USA prima espanso nel momento più difficile della crisi e poi ridotto; in UE per vincoli istituzionali c’è stato invece il consolidamento fiscale, in tempi brevi. In UE la tassazione più elevata.
2. Piano Juncker: sarà efficace a 2 condizioni: la prima è che parta presto; la seconda è che venga accompagnato dalle riforme strutturali (PA). BCE non può acq. sul mercato primario, ma può acq. bond BEI sul mercato secondario.
3. BCE può agevolare che lo stimolo del QE si trasmetta all’economia reale? Lo fa favorendo i prestiti (LTRO, ecc.).
4. Ripresa ciclica, non strutturale, quindi occorre fare oggi le riforme strutturali. Il maggior incentivo a farle è il tasso di disoccupazione.
5. Effetti nuove misure restrittive sulle banche: banca senza capitale già non presta, quindi sanarla porta a maggior credito nel medio periodo. Titoli sovrani: prima erano a rischio zero, ma dopo Grecia non sono classificati esenti da rischio.
6. Riforma banche pop.: giudizio favorevole.
7. Può BCE differenziare obiettivi tassi d’inflazione? No, opera su obiettivo di tasso medio.
8. Trasparenza banche: prerogativa ora è nazionale.
9. Derivati, conflitto d’interesse: dopo Tesoro, sono rimasto disoccupato, mi sono dedicato all'insegnamento, solo dopo vari mesi sono stato assunto dalla Goldman S.
10. Tasso di cambio: a 1h 37’ 35” fa la dichiarazione su obiettivi differenti BCE e FED.
11. Effetto nel 2011 sullo spread di un QE: a) nel 2011 le banche erano malate, ora c’è stata pulizia banche che hanno potenziato trasmissione liquidità; e b) aspettative inflazione.
12. Surplus commerciale tedesco: il QE non incide, se non indirettamente attraverso le riforme strutturali.
13. Consolidamento fiscale UE: è avvenuto attraverso aumento tasse e della spesa corrente e tagli degli investimenti pubblici, che è un tipo di consolidamento cattivo.
14. BCE, criterio lista istituzioni tramiti acq. titoli QE: si basa su elenco agenzie riconosciute nella seconda categoria di scarti di garanzia.
15. Grecia: il QE non compra titoli greci per 3 motivi: a) programma review sospeso; b) non acquista al di sotto di un certo rating; e c) non va al di sopra di una certa percentuale che potrebbe portarla in maggioranza nelle assemblee dei creditori (limite è il 33%).
16. Società di rating: nelle regole d’investimento, il rating è unico indicatore, alcuni investitori lo hanno addirittura nello statuto.

Allego anche:

Radio Radicale


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