Da
oltre due anni, sto facendo opera di informazione sui poteri e gli obiettivi
statutari della BCE, combattendo una battaglia quasi solitaria contro
l’ignoranza quasi universale in materia e la DISINFORMAZIONE strumentale messa
in campo dalla stessa BCE, il cui presidente, Mario Draghi, in tre anni e mezzo
dacché ha ricevuto il mandato, non ha mai menzionato il secondo obiettivo
statutario; con la complicità dell’Unione europea, che nel suo sito scrive di
un solo obiettivo – la stabilità dei prezzi - (cfr. Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta
il suo statuto); e dovendo correggere perfino
docenti italiani di Economia, anche famosi, e un premio Nobel di Economia (cfr. Chi non conosce lo statuto della BCE (elenco in divenire)
).
Nel novembre
scorso, ho inviato al Parlamento europeo una petizione contro la BCE, perché
non rispetta il suo statuto (cfr. Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta
il suo statuto).
Qualche giorno
fa, ho letto questi due articoli del prof. Paolo Savona apparsi su Milano Finanza rispettivamente il 31 marzo e il 1
aprile, e ripresi da
Formiche: Vi spiego perché contesto le tesi della Bce di Draghi.
Dopo la pubblicazione del primo articolo, egli dà conto che riceve un messaggio
inviato dall’Ufficio contatti con la stampa della BCE:
“Le risposte di
Draghi ai quesiti rivoltigli sul cambio meritano una particolare attenzione.
Egli ha affermato che la nuova politica monetaria espansiva si trasmette al
cambio dell’euro, precisando che“Oggi
quell’effetto sul tasso di cambio è stato, indubbiamente, significativo. E’
iniziato con l’aspettativa che si arrivasse al QE, poi si è molto rafforzato
con l’attuazione del QE…”. Ha poi aggiunto che una stima della Banca
d’Italia indica che “la riduzione dei tassi a lungo
termine e il deprezzamento del cambio dovrebbero esercitare un impatto positivo
sul livello del PIL italiano pari a circa 1 punto percentuale entro il 2016”. E
ancora di seguito ammette che “gli ultimi due o tre anni hanno visto movimenti
del tasso di cambio molto significativi, ma da parte di tutti si è capito che
questi movimenti del tasso di cambio non avevano intenti o non erano la
conseguenza di politiche mirate al tasso di cambio, ma era la conseguenza di
politiche economiche e, più particolarmente, monetarie che miravano a obiettivi
di carattere interno. Quindi, nel nostro caso, a raggiungere un certo tasso di
inflazione, nel caso degli Stati Uniti a raggiungere un certo tasso di
inflazione e di disoccupazione”. Draghi completa la risposta
attribuendo alla differenza nei cicli economici e nelle politiche monetarie il
recente comportamento del rapporto di cambio euro/dollaro e alla ritrovata
fiducia nell’euro il “forte rafforzamento dell’euro”
del 2012.
Credo che la spiegazione data, pur con
profonde diversità interpretative delle determinanti delle parità di cambio nei
diversi momenti attraversati dall’euro, fornisce la spiegazione, per me
difficile da accettare, che la svalutazione è considerata benefica in termini
di crescita, ma non è tra le variabili considerate nelle scelte di politica
monetaria. Se a questa considerazione si somma l’affermazione che per la BCE
l’obiettivo è sollecitare l’inflazione e non anche l’occupazione, come per la
Fed americana, i miei turbamenti aumentano”.
Io
non ho le competenze tecniche per entrare nel discorso del cambio con un Draghi e un Savona. Ciò che
posso e mi preme sottolineare, invece, è che questa risposta di Draghi è una
vera e propria confessione della violazione dello statuto della BCE, poiché
costituisce la prova documentale dell’ammissione che la BCE non persegue, come
prescrive il suo statuto - che è mutuato dal trattato dell’Unione Europea
(TFUE) -, che un solo obiettivo, quello del controllo dell’inflazione, e non
anche il secondo, quello della crescita economica e della piena occupazione ( "Fatto
salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi", la Bce "sostiene le
politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla
realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato
sull'Unione europea". Tra questi, una "crescita economica equilibrata"; la "piena occupazione"; "la solidarietà tra Stati
membri").
Sono,
da una parte, soddisfatto per aver finalmente trovato, dopo le bugie per
omissione sia della BCE che dell’UE, circa gli obiettivi statutari della BCE,
la prova della sua palese violazione statutaria; ma, dall’altra, sono davvero
costernato sia del comportamento illecito della Banca Centrale Europea, del suo
presidente e degli altri membri del Consiglio direttivo, sia del fatto che
questa gravissima violazione, che tanti danni arreca al popolo europeo,
continui a non suscitare scandalo ed un’adeguata azione legale, ma, come fa
anche il prof. Paolo Savona, una semplice presa d’atto, come non si trattasse,
oltre che di un evidente e grave sopruso, di un vero e proprio illecito.
PS:
Per parte mia, aggiungerò questa prova documentale al mio Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta
il suo statuto, petizione che è stata protocollata, ma che
probabilmente farà appena in tempo ad essere trattata entro il termine della
legislatura europea, poiché nel sito della Commissione Petizioni del Parlamento europeo l’elenco
visibile delle petizioni arriva ancora al 2013.
***
VIDEO E AUDIO COLLEGATI:
Facendo
la ricerca, il link iniziale all’audizione offerto è questo: javascript:void(0);, ma linkando sul
comunicato stampa e cercando le audizioni in ordine di data sono riuscito a
trovare il video completo e, a destra (“nascosto”), il link dell’audizione. La
cosa curiosa è che, per fortuna dopo averlo salvato, sono uscito
inavvertitamente dal collegamento, ho rifatto la procedura, scorso i vari
giorni, ma il video è scomparso dall’elenco relativo al giorno 26 marzo 2015.
Audizione del
presidente della BCE Mario Draghi alla Camera dei Deputati
Comunicato stampa
25/03/2015
1938
Politica monetaria Bce, audizione Draghi -
Giovedi’ alle 14,15 diretta webtv
Giovedì 26 marzo, alle ore 14,15, le
Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione Europea, presso
la Sala del Mappamondo, svolgeranno l'audizione del Presidente della Banca
Centrale Europea (Bce), Mario Draghi, sulla politica monetaria della Bce, le
riforme strutturali e la crescita nell'area dell'euro. L'appuntamento sarà
trasmesso in diretta webtv.
Giovedì
26 Marzo 2015 ore 14:15 COMMISSIONI RIUNITE
BILANCIO, FINANZE E POLITICHE UE - Politica monetaria Bce, audizione Draghi
Le Commissioni
riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione Europea, presso la Sala del
Mappamondo, hanno svolto l'audizione del Presidente della Banca Centrale
Europea (Bce), Mario Draghi, sulla politica monetaria della Bce, le riforme
strutturali e la crescita nell’area dell’euro.
Presidenti
di Commissione parlamentare presenti:
Daniele
Capezzone, presidente Commissione Finanze della Camera
Francesco Boccia, presidente Commissione Bilancio della Camera
Michele Bordo, presidente Commissione Politiche dell’Unione Europea
Michele Bordo, presidente Commissione Politiche dell’Unione Europea
Do
un resoconto sintetico dell’audizione:
Domande:
On.
Bordo (PD): 1. Piano Juncker, quale effetto? 2. Oltre riforme strutturali, quali
misure stimolo domanda?
On.
Boccia (PD): 1. Credito all’economia reale. 2 Se BCE potrà acq. titoli per
piano Juncker.
On.
Capezzone (FI): 1. Timore trasmissione all’economia reale dell’iperliquidità
del QE; 2. Se crescita in Italia resta bassa e debito pubblico elevato, non
teme insostenibilità debito italiano?; 3. Negli ultimi anni il processo di risanamento
italiano è stato orientato alla crescita?
On.
Causi (PD): 1. Timore contraddizione tra QE e requisiti prudenziali capitale
banche; 2. Valutazioni differenziate degli attivi (stress test) titoli pubblici
e derivati, a favore dei secondi; 3. Esigenza riduzione bancocentrismo: effetti
per l’Italia; 4. In UE quanto contano squilibri macroeconomici [ad es. surplus
commerciale eccessivo]; 5. Giudizio su riforma banche popolari.
On.
G. Pisano (M5S): 1. In Italia, politica monetaria di tassi indifferenziati tra Nord e
Sud ha svantaggiato il Sud, tale rischio si ripete in UE per la medesima
politica dei tassi attuata dalla BCE.
On.
Carla Ruocco (M5S): 1. Inserire in prospetti informativi proposti agli
investitori delle analisi probabilistiche per ridurre le asimmetrie informative
tra banca e investitore.
On.
Villarosa (M5S): 1. Quanti soldi del QE arriveranno all’economia reale; 2. Riforma
banche pop., è congruo limite 8 mld?; 3. Derivati, conflitto d’interesse dei
proponenti.
On.
Busin (Lega N.): 1. Bad bank, che sarebbe utile; 2. Effetti positivi QE per
surplus commerciale, in particolare per ridurre surplus Germania.
On.
Tancredi (Area popolare): 1. Maggiori poteri europei e maggiore investitura
democratica.
On. Bernardo (Area pop.): 1.
Bad bank; 2. Se si fossero prese misure analoghe nel 2011, che effetti avrebbe avuto sullo spread?
On.
Marcon (SEL): 1. Problema bilancia comm. e surplus, v. in particolare Germania;
2. Riforme strutturali in UE sono state efficaci? Il debito pubblico è
aumentato e scarso importo piano Juncker.
On.
Paglia (SEL): 1. QE, esperienza USA ha avuto successo perché non è bancocentrica,
perché c’è maggiore accesso ai finanziamenti diretti di borsa e per il deficit
elevato; in Italia non c’è nessuna di queste 3 condizioni.
On.
Sottanelli (Scelta civica): 1. QE, quali strumenti per accrescere domanda e per
fare arrivare i soldi all’economia reale; 2. Effetti sullo spread.
On.
Librandi (Scelta Civica): 1. Quale sarà la politica monetaria degli altri Paesi
per reagire al calo del tasso di cambio?; 2. O ci sarà rapporto di cambio
Euro/Dollaro pari a 1?
On.
Adriana Galgano (Scelta civ.): 1. Lista istituzioni e mancanza istituzioni it.
per acquisto titoli QE; 2. Default Grecia.
On.
Fauttilli (Per l’Italia-Centro dem.): 1. Risorse insufficienti piano Juncker;
2. Risorse, perché non si adottano eurobond o la proposta Prodi-Quadrio Curzio degli
EuroUnionBond?
On.
Barbanti (Misto-Area libera): 1. Tasso reale ; 2. Disclosure reporting; 3. Acq.
titoli in base valutazioni società rating USA, perché non Agenzia rating UE?
Risposte
del presidente Draghi:
1.
Trasmissione QE all’economia reale: quanto si trasferirà a causa bancocentrismo
(in UE, l’80% è credito bancario); piccola impresa (70-80% Pil). In GB e
Giappone (entrambi bancocentrici) ha avuto effetto. I canali sono molteplici. Effetto
tramite tasso di cambio. Calo tassi d’interesse a lungo termine. Tasso reale
vicino a zero favorirà investimenti. Deficit in USA prima espanso nel momento
più difficile della crisi e poi ridotto; in UE per vincoli istituzionali c’è
stato invece il consolidamento fiscale, in tempi brevi. In UE la tassazione più
elevata.
2.
Piano Juncker: sarà efficace a 2 condizioni: la prima è che parta presto; la
seconda è che venga accompagnato dalle riforme strutturali (PA). BCE non può
acq. sul mercato primario, ma può acq. bond BEI sul mercato secondario.
3.
BCE può agevolare che lo stimolo del QE si trasmetta all’economia reale? Lo fa
favorendo i prestiti (LTRO, ecc.).
4.
Ripresa ciclica, non strutturale, quindi occorre fare oggi le riforme
strutturali. Il maggior incentivo a farle è il tasso di disoccupazione.
5.
Effetti nuove misure restrittive sulle banche: banca senza capitale già non
presta, quindi sanarla porta a maggior credito nel medio periodo. Titoli sovrani:
prima erano a rischio zero, ma dopo Grecia non sono classificati esenti da
rischio.
6.
Riforma banche pop.: giudizio favorevole.
7.
Può BCE differenziare obiettivi tassi d’inflazione? No, opera su obiettivo di
tasso medio.
8.
Trasparenza banche: prerogativa ora è nazionale.
9. Derivati, conflitto d’interesse: dopo Tesoro, sono rimasto disoccupato, mi sono dedicato all'insegnamento, solo dopo vari
mesi sono stato assunto dalla Goldman S.
10.
Tasso di cambio: a 1h 37’ 35” fa la
dichiarazione su obiettivi differenti BCE e FED.
11.
Effetto nel 2011 sullo spread di un QE: a) nel 2011 le banche erano malate, ora
c’è stata pulizia banche che hanno potenziato trasmissione liquidità; e b) aspettative
inflazione.
12.
Surplus commerciale tedesco: il QE non incide, se non indirettamente
attraverso le riforme strutturali.
13.
Consolidamento fiscale UE: è avvenuto attraverso aumento tasse e della spesa
corrente e tagli degli investimenti pubblici, che è un tipo di consolidamento
cattivo.
14.
BCE, criterio lista istituzioni tramiti acq. titoli QE: si basa su elenco
agenzie riconosciute nella seconda categoria di scarti di garanzia.
15.
Grecia: il QE non compra titoli greci per 3 motivi: a) programma review sospeso;
b) non acquista al di sotto di un certo rating; e c) non va al di sopra di una
certa percentuale che potrebbe portarla in maggioranza nelle assemblee dei
creditori (limite è il 33%).
16.
Società di rating: nelle regole d’investimento, il rating è unico indicatore,
alcuni investitori lo hanno addirittura nello statuto.
Allego
anche:
Radio Radicale
ROMA
26 marzo 2015 - 11' 5"
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