Riporto
due miei commenti concernenti entrambi il presidente della banca centrale
tedesca (Deutsche Bundesbank), Jens Weidmann, pubblicati nel blog di Carlo
Clericetti su Repubblica, in calce a
due suoi articoli:
21 APR 2016
- Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota
27 APR 2016 - La malafede del banchiere
anti-euro
Già nell’Allegato alla Petizione sulla
BCE, avevo giudicato Jens Weidmann un bugiardo sullo statuto della BCE (vedi l'Appendice).
Primo
commento
Traggo
dal discorso del presidente della Deutsche Bundesbank, il massone reazionario e
contaballe Jens Weidmann, fatto all’Ambasciata tedesca[*]:
“Proprio
per tutti questi motivi gli Stati membri dell’Unione monetaria hanno optato per
una Banca Centrale indipendente e unicamente vincolata al mandato di stabilità
dei prezzi a perfetta immagine e somiglianza della Bundesbank”. (pag. 7).
Ecco, qui sopra, un esempio di
applicazione della massima di Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione
di volte e diventerà una verità” (vedi anche il mio commento del 26/4,
20:52).
Per provare che quella di Weidmann è una
bugia, basta o leggere lo Statuto della BCE, che all’art. 2 recita:
“Articolo
2-Obiettivi
Conformemente
agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul
funzionamento dell'Unione europea, l'obiettivo principale del SEBC è il
mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della
stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali
dell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea. Il SEBC
agisce in conformità del principio di un'economia di mercato aperta e in libera
concorrenza, favorendo un'efficace allocazione delle risorse, e rispettando i
principi di cui all'articolo 119 del trattato sul funzionamento dell'Unione
europea”.
O consultare il sito della BCE e
leggerne le Funzioni:
“Obiettivi
L’articolo 127, paragrafo 1, del
Trattato sancisce che
“L’obiettivo principale del
Sistema europeo di banche centrali [...] è il mantenimento della stabilità dei
prezzi.”
Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo
della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali
dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea.”
Come si vede, in entrambi i casi già dal
titolo, al plurale: “Obiettivi”, si può facilmente dedurre che Weidmann, atteso
che egli, essendo anche membro del Consiglio direttivo della Banca Centrale
Europea, debba per forza conoscere lo statuto della BCE, è un bugiardo
compulsivo e un imbroglione.
Inoltre, Weidmann, come succede per
solito a chi, avendo subito un’educazione autoritaria, diventa un mentitore (la
menzogna è un meccanismo di difesa) e si crea una realtà parallela, confondendo
i suoi desideri con la realtà, sostiene che la BCE è stata progettata a
“perfetta immagine e somiglianza della Bundesbank”, che è un’altra bugia.
Nel mio post Yanis Varoufakis e i poteri-doveri della BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2829295.html oppure (se in
avaria) http://vincesko.blogspot.com/2015/03/yanis-varoufakis-e-i-poteri-doveri.html,
a proposito del parallelo con lo statuto della Bundesbank, scrivevo:
“In
calce all’articolo di Bernard Maris, economista, una delle vittime della strage
di Charlie Hebdo, riportato da Keynesblog, osservavo:
“Mi
posso sbagliare, ma a me non sembra che il “funzionamento della BCE [sia
esattamente] ricalcato su quello della Bundesbank” (che ho appena letto, anche
se velocemente), v. confronto dei testi che qui riporto, ma che, anzi – come ho
già rilevato più volte in passato -, gli obiettivi e i limiti siano più simili
a quelli della FED, segnatamente in deflazione o comunque con l’inflazione
sotto target (“sotto, ma vicino, al 2%”), cioè quando la condizione sospensiva
del raggiungimento dell’obiettivo primario sia stata (più che) soddisfatta e
quindi i 2 obiettivi statutari (stabilità dei prezzi e una crescita
sostenibile, non inflazionistica, che rispetti l'ambiente e il raggiungimento e
il mantenimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale
[testo vecchia versione dell’art. 2 del TUE, poi diventato art. 3, che parla di
“piena occupazione”]) sono convergenti e concordanti”.
Anche
il Vice Direttore Generale della BCE, Gilles Noblet, nella sua Risposta alla mia
Petizione sulla BCE, inviata alla Commissione Petizione del Parlamento Europeo,
emulando sia il suo presidente, il massone elitario Mario Draghi, che il
presidente della Bundesbank, il massone reazionario Jens Weidmann, pur
“stanato” dalla mia contestazione argomentata e provata documentalmente sul
punto, ripete talvolta la stessa bugia, alternando come se fossero equivalenti
la definizione della stabilità dei prezzi come “l’obiettivo della BCE” (con
l’articolo determinativo e senza aggettivo qualificativo) e “l’obiettivo
primario”, il che necessariamente comporta che vi sia almeno un altro
obiettivo, ancorché secondario.
Talché
mi è stato facile ribattere nella replica:
“E’ agevole notare che, a dispetto dell'impronta ideologicamente connotata
in senso ordoliberista dei Trattati UE e contrariamente alla loro
interpretazione maistream neo-liberista ostinatamente propalata stravolgendo spesso la lettera e lo
spirito delle norme, la lingua, la matematica, la logica e perfino i fatti, la
deduzione è arbitraria, non avvalorata da una semplice lettura dell’intero
testo del Trattato, in particolare l’art. 3 del TUE, che, in
aderenza ai "valori" contenuti nel preambolo della Carta dei Diritti
Fondamentali, ribadisce i principi fondamentali del governo dell'Unione
Europea, finalizzandolo a due obiettivi prioritari: la piena occupazione e il
progresso sociale, essendo la stabilità dei prezzi un mero sub-obiettivo […]; formalmente corretta per l’Eurosistema ma sostanzialmente fuorviante,
poiché è in discussione non la prevalenza e la cogenza dell’obiettivo
principale – la stabilità dei prezzi - ma l’obliterazione sistematica da parte
della BCE del secondo obiettivo statutario – sostenere le politiche economiche
dell’UE - che in deflazione o con inflazione inferiore (sensibilmente) al target, quando i due obiettivi sono assolutamente
concordanti e complementari, ha le stesse dignità e
cogenza del primo”. (cfr. Replica alla
risposta della BCE alla petizione sulla BCE
Secondo
commento
Ho
già scritto in calce al post precedente di questo blog che cosa penso del
massone reazionario e contaballe Jens Weidmann (http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2016/04/21/moneta-dallelicottero-parliamo-del-pilota/). Vale forse la
pena di aggiungere che non si capisce come uno così, con evidenti problemi col
principio di realtà, possa ricoprire un incarico così delicato. Per dare la
misura dei danni che possono combinare quelli come lui, mi è forse sufficiente
segnalare che un campione di questa vera e propria patologia è l'ex PdC Silvio
Berlusconi.
Ma non si capisce solo in teoria,
poiché, da un lato, è l'intera leadership
UE a contar balle e a stravolgere tutte le regole: sia quelle della lingua che
quelle della matematica, della logica e degli stessi Trattati UE; dall'altro,
nella selezione degli appartenenti a tale leadership,
vigono regole... improprie, che hanno a che fare più con l'appartenenza a
cenacoli elitari che a criteri di merito tecnico e democratico. Come è
esattamente il caso di Jens Weidmann, secondo il libro “Massoni” iscritto alla
superloggia reazionaria "Der Ring", di cui è Maestro Venerabile il
ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e alla quale è iscritto anche
il presidente della BCE, Mario Draghi (iniziato anche presso altre superlogge).
In questo quadro mefitico, inquietante
per qualunque sincero democratico, s’inserisce il peso esorbitante esercitato
dalla Germania prima nella progettazione e poi nell’interpretazione delle
regole, piegate sistematicamente ai propri interessi, con la complicità dei
suoi satelliti e l’acquiescenza degli altri.
L’unica speranza – lo ripeto per
l’ennesima volta – non risiede né negli sterili appelli né nella
CONTROINFORMAZIONE di giornalisti meritori come Carlo Clericetti, ma nella
forza della legge, poiché mi rifiuto di pensare che nell’ambito dell’Unione
Europea non esista un giudice a… Berlino, o meglio in Lussemburgo (v. PS), che
– opportunamente adito - possa farla rispettare, stigmatizzando
(stigmatizzare=deplorare severamente e pubblicamente) e sanzionando i
contaballe e imbroglioni alla Jens Weidmann.
PS:
Corte
di Giustizia Europea (CGUE)
Appendice
Aggiornamento (16/01/2015)
Nella
conferenza stampa del 4 dicembre scorso, “Rispondendo alle domande di giornalisti,
Draghi ha detto che il direttorio "ha discusso dell'acquisto di titoli di
Stato", che "ricade nel mandato" della Bce. Nell'ambito di un
‘quantitative easing’, d'altra parte, possono rientrare "tutti gli asset
tranne l'oro" (È scontro, filotedeschi contro gli acquisti. Ma Draghi
da gennaio andrà avanti di Federico Fubini http://www.repubblica.it/economia/2014/12/04/news/bce_tassi_quantitative_easing_draghi-102109933/).
Mario Draghi ha anche
affermato che «sarebbe illegale non
perseguire il nostro mandato». Naturalmente si riferiva all’obiettivo della
stabilità dei prezzi, visto che, dacché è presidente, egli ha completamente
obliterato nei suoi discorsi il secondo mandato, cioè quello di “sostenere la crescita economica e la piena occupazione”.
In ogni caso, essa costituisce un’ammissione indiretta dell’illegalità del mancato
perseguimento del secondo obiettivo statutario.
Ricaviamo dalla recente intervista di Jens Weidmann, presidente
della Deutsche Bundesbank e membro (troppo) influente del Consiglio direttivo
della BCE, a la Repubblica (http://www.repubblica.it/economia/2014/12/13/news/jens_weidmann_caro_draghi_sbagliato_acquistare_titoli_di_stato_un_invito_a_indebitarsi_l_italia_sia_responsabile-102771498/):
Ma la Bce non sembra
unita: va verso decisioni a maggioranza contro la Germania?
"Noi tutti nel
Consiglio Bce - il Presidente, e tutti gli altri membri - abbiamo interesse a prendere
decisioni con il consenso più ampio possibile. Ma naturalmente l'unanimità non
è condizione vincolante. Ci siamo comunque trovati uniti nell'ultimo Consiglio
di dicembre, nella scelta di attendere e valutare gli effetti delle nostre
decisioni".
Dal combinato disposto
- diciamo così - delle due dichiarazioni di Draghi e Weidmann, si ricava la
conferma che il Consiglio direttivo è già orientato, a maggioranza, a varare il
QE, ma lo ha procrastinato per venire incontro alla richiesta di Weidmann.
Non le sembra che il
tempo stringa?
"Non vedo questa urgenza, e la politica monetaria fa sempre bene a non lasciarsi mettere sotto pressione. Secondo le nostre prognosi, il tasso d'inflazione, ora molto basso nell'eurozona, nel breve periodo scenderà ancora per poi risalire ma lentamente: a fine 2016 sarà di appena l'1,4%. Il Consiglio punta a che l'aumento dei prezzi a medio termine sia meno del 2%. Ma la bassa inflazione è da ricondurre al forte calo dei prezzi energetici. Situazione ben diversa da una spirale negativa salari-prezzi. Il calo dei prezzi energetici è come un piccolo programma di aiuti per la congiuntura: rafforza il potere d'acquisto dei consumatori, accresce gli utili delle aziende. Quindi non c'è necessità vincolante di reagire".
"Non vedo questa urgenza, e la politica monetaria fa sempre bene a non lasciarsi mettere sotto pressione. Secondo le nostre prognosi, il tasso d'inflazione, ora molto basso nell'eurozona, nel breve periodo scenderà ancora per poi risalire ma lentamente: a fine 2016 sarà di appena l'1,4%. Il Consiglio punta a che l'aumento dei prezzi a medio termine sia meno del 2%. Ma la bassa inflazione è da ricondurre al forte calo dei prezzi energetici. Situazione ben diversa da una spirale negativa salari-prezzi. Il calo dei prezzi energetici è come un piccolo programma di aiuti per la congiuntura: rafforza il potere d'acquisto dei consumatori, accresce gli utili delle aziende. Quindi non c'è necessità vincolante di reagire".
Ricaviamo da:
Obiettivo “inflazione sotto 2%, ma vicino”
[…] Nell’ottobre 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha quindi annunciato una definizione quantitativa di stabilità dei prezzi: “un aumento sui 12 mesi dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2%”, specificando inoltre che essa deve essere preservata “su un orizzonte di medio termine”. Pertanto, il Consiglio direttivo cerca di mantenere l’inflazione su un livello inferiore ma prossimo al 2% nel medio periodo.
[…] Nell’ottobre 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha quindi annunciato una definizione quantitativa di stabilità dei prezzi: “un aumento sui 12 mesi dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2%”, specificando inoltre che essa deve essere preservata “su un orizzonte di medio termine”. Pertanto, il Consiglio direttivo cerca di mantenere l’inflazione su un livello inferiore ma prossimo al 2% nel medio periodo.
Confrontando i due
scritti e premettendo che, in generale, il significato di breve, medio o lungo
è un concetto relativo al tipo di fenomeno osservato, emerge che, nel caso in
esame, per obiettivo “medio periodo” si può presumibilmente intendere un
triennio, ma questo riguarda la
stabilità dei prezzi da preservare poco sotto il 2% (Weidmann omette, ad arte, "close"), non certamente la deflazione o un tasso d’inflazione effettivo che
segnerà uno scarto sensibile con l’obiettivo statutario per un periodo
complessivo, tra quello già trascorso e la previsione, di almeno 3 anni. In
più, Weidmann si preoccupa soltanto della stabilità dei prezzi, ma omette che
lo statuto assegna alla BCE anche il secondo obiettivo “subordinato”, mutuato
anch’esso dai trattati, che peraltro non lo considerava subordinato ma
principale, almeno fino all’ultima modifica, operata col trattato di Lisbona,
in cui evidentemente si è fatta già sentire l’influenza “abnorme” della
Germania e la stabilità dei prezzi è diventata un obiettivo anche dell’UE, ma
certamente non prevalente.
“in Europa accanto alla politica
monetaria comune abbiamo 18 Stati con politiche finanziarie indipendenti e
rating e situazioni di debito ben diversi. Ciò crea tentazioni di indebitarsi
di più e scaricare le conseguenze sugli altri”.
Il Sig.
Weidmann dice bugie evidenti, cosa grave per un presidente della Deutsche
Bundesbank: primo, visto che c’è il fiscal compact; secondo, visto che
gli Stati hanno l’obbligo di trasmettere preventivamente alla Commissione
Europea le rispettive Leggi di Stabilità e sono tenuti a rispettarne le
correzioni, a pena di sanzioni; e terzo, visto che le conseguenze sugli altri
le scarica anche – ora soprattutto, visto che c’è il fiscal compact - la
politica miope ed egoistica della Germania.
Concludiamo con Weidmann:
La Bce appare
la più forte istituzione europea, allora chi se non la Bce deve agire contro la
crisi?
"Non dobbiamo forse preoccuparci di questa visione? Le Banche centrali non sono governi paralleli. La politica europea deve essere fatta da Parlamenti e governi, e la risposta ai problemi non può essere sempre dare nuovi compiti alla Bce".
"Non dobbiamo forse preoccuparci di questa visione? Le Banche centrali non sono governi paralleli. La politica europea deve essere fatta da Parlamenti e governi, e la risposta ai problemi non può essere sempre dare nuovi compiti alla Bce".
Ineffabile. Non nuovi compiti, ma semplicemente
adempiere quelli esistenti, da tempo violati.
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