L’ignoranza
dello Statuto della BCE sembra aver fatto un’altra vittima illustre: la Banca d’Italia. Come istituzione, poiché era già successo col suo ex direttore generale
(v. appresso). Pubblico la lettera che ho inviato pochi giorni fa alla nostra banca centrale, dopo aver letto un suo documento in cui è stato commesso un errore di citazione del predetto statuto. Errore che mi è servito per sviluppare un esame critico
dello statuto, della sua scarsissima conoscenza, alimentata dalla stessa BCE, e
delle conseguenze della sua errata interpretazione ed applicazione. Esame che ho concluso con questo invito: Pertanto, sarebbe
benvenuta una Vostra analisi critica dell’art. 2 Statuto BCE, fedele alla
lettera e allo spirito dello Statuto BCE, derivato dai Trattati, a beneficio soprattutto
del tedesco Jens Weidmann e dell’olandese Klaas Knot. Rispettivamente, presidente della banca centrale tedesca e presidente della
banca centrale olandese.
Finora non ho ricevuto
alcuna risposta.
Lettera
alla Banca d’Italia sulla sua citazione errata dello Statuto BCE.
venerdì 27 dicembre 2019 - 14:21
ALLA BANCA D’ITALIA
CC: PdR, Presidenti Senato e
Camera, PdC, Commissioni parlamentari competenti, Media, Altri
Spett. Banca d’Italia,
Gli obiettivi
della politica monetaria unica sono stabiliti dal Trattato: «l’obiettivo
principale è il mantenimento della stabilità dei prezzi»; fatto salvo il suo
raggiungimento, la politica monetaria deve sostenere «le politiche economiche
generali nella Comunità», finalizzate a perseguire «un elevato livello di
occupazione (...), una crescita sostenibile e non inflazionistica, un alto
grado di competitività e di convergenza dei risultati economici».
Mi permetto di segnalarVi
che la fonte da Voi citata è lo statuto BCE protocollo 2, non più valido.[1]
[1] STATUTO DELLA BCE
PROTOCOLLO
SULLO STATUTO DEL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI E DELLA BANCA CENTRALE
EUROPEA
Articolo 2 - Obiettivi
Conformemente
all'articolo 105, paragrafo 1, del trattato, l'obiettivo principale del SEBC è
il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della
stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali della
Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della
Comunità definiti nell'articolo 2 del trattato.[*] Il SEBC agisce in conformità
del principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza,
favorendo un'efficace allocazione delle risorse, e rispettando i principi di
cui all'articolo 4 del trattato.
[*] Secondo l'articolo 105, paragrafo 1,
del Trattato sull'Unione europea, oltre all'obiettivo principale del
mantenimento della stabilità dei prezzi il SEBC "sostiene le politiche
economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione
degli obiettivi della Comunità" agendo "in conformità del
principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza".
• uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività
economiche nell'insieme della Comunità
• una crescita sostenibile, non inflazionistica, che
rispetti l'ambiente
• il raggiungimento e il mantenimento di un elevato
livello di occupazione e di protezione sociale
• la coesione economica e sociale
• la solidarietà tra stati membri.
Questo era ciò che veniva riportato, sugli obiettivi, fino al 15 gennaio 2015 (circa), nel sito della BCE:
Obiettivi
“L’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento
della stabilità dei prezzi”.
Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei
prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità al
fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti
nell’articolo 2” (articolo 105, paragrafo 1, del Trattato che istituisce la Comunità
europea).
Gli obiettivi dell’UE (articolo 2 del Trattato
sull’Unione europea) sono un elevato livello di occupazione e una crescita
sostenibile e non inflazionistica.
Lo Statuto BCE in vigore è
quello del protocollo 4, derivato dal Trattato di Lisbona (2007, con decorrenza
2009). Il testo attuale degli obiettivi della BCE (al plurale!) ricavabile dal protocollo 4 è il seguente:
«Articolo 2-Obiettivi Conformemente
agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, l’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della
stabilità dei prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso
sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire
alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del
trattato sull’Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un’economia
di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione
delle risorse, e rispettando i principi di cui all’articolo 119 del trattato
sul funzionamento dell’Unione europea.»
Esso, ora, è richiamato
nel sito
della BCE enfatizzando l’obiettivo
principale del SEBC
(enfasi che sconta la solita influenza della Germania nell’interpretazione
delle regole UE):
Obiettivi
L’articolo 127, paragrafo 1, del Trattato sancisce che
“L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali [...] è il
mantenimento della stabilità dei prezzi.”
Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC
sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire
alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del
Trattato sull’Unione europea.”
L’UE si pone diversi obiettivi (articolo 3 del Trattato sull’Unione europea), fra i quali lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale. Pertanto, la stabilità dei prezzi non è solo l’obiettivo primario della politica monetaria della BCE, ma anche un obiettivo dell’intera Unione europea. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e il Trattato sull’Unione europea stabiliscono una chiara gerarchia di obiettivi per l’Eurosistema, rimarcando come la stabilità dei prezzi sia il contributo più importante che la politica monetaria può dare al conseguimento di un contesto economico favorevole e di un elevato livello di occupazione.
Il richiamato, fondamentale, art. 3 del TUE (che sostituisce l’art. 2 del precedente Trattato), riferendosi – come fa anche lo Statuto BCE - ovviamente all’Unione e non più alla Comunità, stabilisce - letteralmente - che tutti gli altri obiettivi, inclusa la stabilità dei prezzi (che soltanto col Trattato di Lisbona, approvato col forte impegno della Germania, è entrato tra gli obiettivi dell’UE), come traspare anche dal testo nel sito della BCE, sono dei sub-obiettivi funzionali alla missione dell’UE, rappresentata sinteticamente dall’obiettivo della “piena occupazione e del progresso sociale”. Eccone uno stralcio:
L’UE si pone diversi obiettivi (articolo 3 del Trattato sull’Unione europea), fra i quali lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale. Pertanto, la stabilità dei prezzi non è solo l’obiettivo primario della politica monetaria della BCE, ma anche un obiettivo dell’intera Unione europea. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e il Trattato sull’Unione europea stabiliscono una chiara gerarchia di obiettivi per l’Eurosistema, rimarcando come la stabilità dei prezzi sia il contributo più importante che la politica monetaria può dare al conseguimento di un contesto economico favorevole e di un elevato livello di occupazione.
Il richiamato, fondamentale, art. 3 del TUE (che sostituisce l’art. 2 del precedente Trattato), riferendosi – come fa anche lo Statuto BCE - ovviamente all’Unione e non più alla Comunità, stabilisce - letteralmente - che tutti gli altri obiettivi, inclusa la stabilità dei prezzi (che soltanto col Trattato di Lisbona, approvato col forte impegno della Germania, è entrato tra gli obiettivi dell’UE), come traspare anche dal testo nel sito della BCE, sono dei sub-obiettivi funzionali alla missione dell’UE, rappresentata sinteticamente dall’obiettivo della “piena occupazione e del progresso sociale”. Eccone uno stralcio:
«Art. 3. […] 3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo
sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla
stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva,
che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello
di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il
progresso scientifico e tecnologico.
L'Unione combatte l'esclusione sociale e
le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità
tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti
del minore.
Essa promuove la coesione economica,
sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.
Essa rispetta la ricchezza della sua
diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo
del patrimonio culturale europeo.»
Il Vostro errore
conferma le mie tesi, dimostrabili per tabulas:
- che lo Statuto BCE, difficilmente
reperibile perfino nel sito della BCE, è uno dei documenti meno conosciuti in
Europa e nel mondo (in Wikipedia è riportato il protocollo 4 soltanto dal 2016,
a seguito della mia segnalazione), anche da parte degli operatori del sistema
bancario e finanziario, inclusi la Banca d’Italia e il suo vertice, la Deutsche Bundesbank e il suo presidente
Jens Weidmann, e dei docenti universitari, incluso un premio
Nobel;
- che la BCE, come
si evince facilissimamente fin dal titolo dell’art. 2-Obiettivi (al plurale!),
ha due obiettivi, non uno soltanto, anche se (a differenza della FED) il primo è principale e il secondo è
subordinato e condizionato. Questa condizione fu imposta dalla Germania per
aderire all’Euro e fatta propria dal Comitato dei Governatori costituito dal
presidente della Commissione Delors, che suggerì di adottare il modello della
Bundesbank. Però, (i) secondo alcuni studiosi,[2]
tale rapporto non andrebbe applicato meccanicamente, ma distinguendo tra target inflazionistico nel breve o nel
lungo periodo); (ii) non riuscirono del tutto a copiaincollare lo statuto della
Bundesbank su quello della BCE; e (iii) tale condizione non vale, in ogni caso,
in deflazione o quando il tasso d’inflazione è
sensibilmente più basso del target, stabilito dalla stessa BCE (poco
sotto il 2% nel medio periodo): in tale congiuntura, i due obiettivi non sono tra loro contrapposti e in un rapporto
duale-gerarchico del secondo rispetto al primo, ma concordanti, convergenti e
complementari, e quindi paritari ed entrambi cogenti, anche per
la BCE, anch’essa subordinata ai Trattati e alle regole complementari (anche se
essa recalcitra… «Se la Bce
continuerà a ostacolare la verifica contabile sulla gestione delle crisi - è scritto nel rapporto dell’Eca - l’Agenzia si riserva il diritto di
ricorrere alla Corte di Giustizia per poter svolgere il proprio lavoro: nessuno
è al di sopra della legge e dei Trattati»);
[2] UNIBA - Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi -
corso PAS
La stabilità dei prezzi dovrebbe essere l’obiettivo principale della politica monetaria? (cont.)
• La BCE opera secondo un mandato gerarchico, che fissa cioè la priorità dell’obiettivo della stabilità dei prezzi e prevede poi la possibilità di perseguire altri obiettivi, sempre che non siano in conflitto con la stabilità.
• La Fed, al contrario, opera secondo un mandato duale, secondo il quale agli obiettivi della massima occupazione, della stabilità dei prezzi e di un livello moderato dei tassi di interesse di lungo termine viene data uguale importanza.
La stabilità dei prezzi dovrebbe essere l’obiettivo principale della politica monetaria? • Nel lungo periodo non vi è conflitto tra l’obiettivo della stabilità dei prezzi e gli altri obiettivi menzionati sopra. Per esempio, non esiste un trade-off fra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo. • Tuttavia, nel breve periodo tali conflitti esistono. Per esempio, un aumento dei tassi di interesse servirà a prevenire l’inflazione, ma incrementerà la disoccupazione nel breve periodo.
La stabilità dei prezzi dovrebbe essere l’obiettivo principale della politica monetaria? (cont.)
• La BCE opera secondo un mandato gerarchico, che fissa cioè la priorità dell’obiettivo della stabilità dei prezzi e prevede poi la possibilità di perseguire altri obiettivi, sempre che non siano in conflitto con la stabilità.
• La Fed, al contrario, opera secondo un mandato duale, secondo il quale agli obiettivi della massima occupazione, della stabilità dei prezzi e di un livello moderato dei tassi di interesse di lungo termine viene data uguale importanza.
La stabilità dei prezzi dovrebbe essere l’obiettivo principale della politica monetaria? • Nel lungo periodo non vi è conflitto tra l’obiettivo della stabilità dei prezzi e gli altri obiettivi menzionati sopra. Per esempio, non esiste un trade-off fra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo. • Tuttavia, nel breve periodo tali conflitti esistono. Per esempio, un aumento dei tassi di interesse servirà a prevenire l’inflazione, ma incrementerà la disoccupazione nel breve periodo.
-
che la BCE, a partire dal suo presidente, è stata per anni il principale
responsabile della BUFALA (intenzionale) che
la BCE abbia un solo obiettivo: la stabilità dei prezzi; lo ha
dichiarato perfino quando fu audito dal Parlamento italiano in data 26.03.2015 (il relativo video e un resoconto sintetico degli
interventi sono riportati nel mio post: tasso di cambio: a 1h 37’ 35” fa la dichiarazione su obiettivi
differenti BCE e FED: «Quindi, nel nostro caso, a raggiungere un certo tasso di
inflazione, nel caso degli Stati Uniti a raggiungere un certo tasso di
inflazione e di disoccupazione»);
- che la BCE (gestione Trichet), anziché “sostenere le politiche economiche generali dell’Unione”, unica banca
centrale a farlo, ha aumentato due volte (aprile e luglio 2011) il tasso di riferimento in piena
crisi economica, quasi pavlovianamente, per paura dell’inflazione
(rischio improbabile, considerata la pesantissima stretta fiscale imposta, anche dalla BCE, a una
parte dell’Eurozona nel biennio 2010-11, in particolar modo all’Italia, 280
miliardi cumulati a valere per il solo quadriennio 2011-14, o autoimpostasi
dalla Germania: -4,2, -1,0, -0,1, -0,1, +0,3 il suo deficit/Pil dal 2010 al 2014), aggravando e prolungando la crisi, che infatti in Italia si è
trasformata in una doppia, profonda recessione, i cui effetti si propagano a tutt’oggi, a causa delle
misure strutturali (cioè permanenti) di quelle pesanti manovre fortemente recessive;
- che la BCE – violando entrambi i suoi obiettivi statutari (art. 2) - ha atteso esattamente 6 (sei)
anni, rispetto alle altre principali banche centrali, dopo aver lasciato andare l’Eurozona in deflazione (2014), prima di varare il QE
(deliberato nel gennaio 2015 e avviato nel marzo successivo), con conseguenze molto negative sul popolo italiano e su altri popoli dell’Eurozona, paragonabili a
quelle di una guerra.
Pertanto, sarebbe
benvenuta una Vostra analisi critica dell’art. 2 Statuto BCE, a beneficio soprattutto del
tedesco Jens Weidmann e dell’olandese Klaas Knot.
Per concludere, un’ultima mia osservazione
riguarda l’indipendenza della banca centrale, sempre rivendicata dai banchieri
centrali, anche nel Vostro documento (pag. 25).
Come ho osservato nella mia precedente
lettera pec del 10.12 u.s., 15:47, indirizzata al quotidiano economico tedesco Handelsblatt
e inviataVi p.c. (in particolare per la cattiva informazione fornita all’UE nel 2011 circa
le riforme delle pensioni italiane, anche da parte del Governatore Visco), l’indipendenza deve essere almeno reciproca con gli Stati,
altrimenti, a mio sommesso parere, è ipotizzabile una violazione “implicita” dell’art.
7-Indipendenza Statuto BCE (e quindi, teoricamente, potrebbe diventare materia di competenza della
Corte di Giustizia UE, ex art. 35 Statuto BCE, in sede giudiziaria, e del
Parlamento Europeo, in sede politica; in tal senso presentai una petizione al Parlamento
Europeo in data 3.11.2014, ancora all’esame della Commissione PETI, i cui coordinatori hanno bocciato, su mia richiesta motivata, il duplice tentativo del segretariato di archiviarla). Traggo
dalla predetta lettera pec:
“Anche il grosso (l’81%) della pesantissima
stretta fiscale chiesta (di fatto imposta) all’Italia dall’UE (Commissione,
Barroso II; Consiglio, Van Rompuy, Merkel e Sarkozy; e BCE, Trichet-Draghi, per
quest’ultima si veda la sua famosa e irrituale lettera del
5.08.2011 al Governo Italiano (e al Governo spagnolo, il cui premier
Zapatero, però, la chiuse in un cassetto e ne rivelò l’esistenza soltanto due
anni dopo), in violazione – a mio avviso - dell’art. 7-Indipendenza del proprio
statuto derivato dai Trattati UE, poiché l’indipendenza della BCE dagli Stati
UE non può non essere almeno reciproca, altrimenti si avrebbe la
prevalenza di un organo tecnico e strumentale alla missione dell’UE, fissata
nel preambolo e nel fondamentale art. 3 del TUE, su organi politici
democraticamente eletti), contrariamente all’opinione generale (ormai
mondiale), fu realizzato non dal Governo Monti ma dal Governo
Berlusconi.”
La Prima più Grande Bufala del XXI Secolo riguarda proprio le manovre
finanziarie correttive della XVI legislatura (Governi Berlusconi e Monti). La
Seconda Più Grande Bufala è relativa alle Riforme delle pensioni Sacconi e
Fornero. La bufala sugli obiettivi statutari della BCE è la Terza Più Grande
Bufala del XXI Secolo. Considerata la sua importanza per il popolo dell’Eurozona, del quale è un organo strumentale, anche sulla BCE oportet
ut veniant scandala.
Distinti saluti,
V.
**********
Aggiornamento
In data 16
gennaio, ho telefonato, nel primo pomeriggio, alla segreteria del Governatore
Visco, per accertarmi che avesse lette le mie due lettere pec (la prima dopo la sua
intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt e la seconda
dopo il documento sulle funzioni della BCE), e se mi avrebbero risposto circa la
mia richiesta contenuta in questa seconda. La gentilissima segretaria ha preso
nota e mi ha detto di richiamarla alle 19, per darle il tempo di fare le
verifiche. Ho ritelefonato alle 19:05, ma un messaggio registrato mi ha risposto
che il centralino cessava il servizio alle 19, e dava un numero per le
comunicazioni urgenti. Ho allora richiamato il giorno dopo, e la stessa
segretaria (dopo averla informata del ritardo legato all’orario del centralino, che
ella ignorava) mi ha comunicato che le mie lettere erano state lette e che la seconda
era stata smistata a chi di competenza per la risposta, ma che avrei dovuto
pazientare poiché avevano altre richieste da evadere.
Post collegati:
Risposta
della Banca d’Italia sulla sua citazione errata dello Statuto della BCE
https://vincesko.blogspot.com/2020/03/risposta-della-banca-ditalia-sulla-sua.html oppure
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2868811.html
Replica alla risposta della Banca
d’Italia sugli obiettivi e i poteri-doveri statutari della BCE
https://vincesko.blogspot.com/2020/03/replica-alla-risposta-della-banca.html oppure
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2868821.html
**********
Nessun commento:
Posta un commento