Pubblico la terza lettera che ho inviato cinque giorni fa ad Alberto Brambilla, esperto di pensioni e presidente di Itinerari previdenziali, sulle sue notizie false sulle
pensioni. Ho posposto l’aggettivo “false” al sostantivo “pensioni”, come faccio
quando la falsità è intenzionale. Ad oggi, come per le due precedenti lettere,
non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera n. 3 al Dott. Alberto Brambilla sulle sue notizie false sulle
pensioni.
sabato 28 dicembre 2019 - 22:02
AL
C.A. DEL DOTT. ALBERTO BRAMBILLA E DELLA DOTT.SSA MICHAELA CAMILLERI
CC
PRESIDENTI SENATO E CAMERA, PDC, SEGR. GEN. QUIRINALE, Ministro E SOTTOSEGRETARI del Lavoro e delle Politiche sociali,
COMMISSIONI LAVORO E PREVIDENZA CAMERA E SENATO, Prof.SSA Elsa Fornero, SEN. MAURIZIO SACCONI, ON. CESARE
DAMIANO, RGS, DIR. GEN. PREVIDENZA, CNEL, INPS, UPB, MEDIA, SINDACATI
Egr.
Dott. Alberto Brambilla,
Le scrivo per la
terza volta per rappresentarLe, sorpreso ed anche un poco irritato, che neppure
questa volta, nel Suo articolo Pensioni 2020, inizia il regno del contributivo.Così i giovani lavoreranno
fino a 71 anni, pubblicato sul Corriere della Sera di ieri
27.12.2019, Lei è riuscito a nominare, neanche per sbaglio, la severa Riforma
delle pensioni SACCONI. Commettendo una bugia di omissione, anzi peggio: poiché è un esperto, citando
soltanto la Riforma Fornero, Lei falsifica l’informazione, deforma la verità,
inganna chi legge. Anche Lei, purtroppo, fa parte di quel gruppo
di esperti previdenziali che,
colpevolmente, alimenta la BUFALA, ormai mondiale, sulla Riforma delle pensioni
Fornero, cui fa da pendant la damnatio memoriae della ben più
severa Riforma delle pensioni SACCONI. Eppure dovrebbe conoscerla, visto che,
dal Suo curriculum, risulta, tra l’altro, che Lei era Presidente del “Nucleo
di Valutazione della Spesa Previdenziale” presso il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali del governo Berlusconi, dal luglio 2008 al giugno 2012,
quando essa fu approvata nel 2010 (e modificata e integrata nel 2011). O forse
proprio per questo la “dimentica”?
1) Pensione di vecchiaia[1]
Ad esempio quando
ha scritto: “pur avendo un’età legale per l’accesso alla pensione di vecchiaia pari a 67
anni”.
La pensione di vecchiaia – come Lei sa -
è uno dei due modi ordinari di pensionamento, anzi è quello “ordinario” in senso
stretto. Essa è stata portata a 67 anni, per tutti, dalla Riforma SACCONI,
benchmark in UE, vale a
dire prima della Germania (2029), che l’ha ridotta nel 2014 a 63 anni in caso di 45 anni di anzianità contributiva, e molto prima
della Francia, dove è a 62 anni e la riforma delle pensioni la si sta faticosamente approvando soltanto
ora:
(i) per gli uomini, i quali non
sono stati toccati dalla riforma Fornero;
(ii) per le dipendenti pubbliche, di 7
(sette) anni, quasi senza gradualità, le quali non sono state
toccate dalla riforma Fornero; e
(iii) per le donne del settore privato,
per le quali la riforma Fornero ha soltanto accelerato l’allineamento a
tutti gli altri (già regolati da SACCONI) da 60 anni (2010) a 65 anni entro il 2018,
ma l’aumento da 65 a 67 è dovuto per 4 mesi alla Riforma Damiano (“finestra”,
L. 247/2007) e per 1 anno (adeguamento all’aspettativa di vita) e 8 mesi
(“finestra”) alla Riforma SACCONI.
2) Pensione anticipata (ex
anzianità)[2]
Osservo che ai “42 anni e 10 mesi per
gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne” della pensione anticipata, va aggiunta
la ripristinata “finestra”, nel 2018, di 3 mesi.
Aggiungo che, dei 42 anni e 10 mesi per
gli uomini (rispetto ai 40 del 2010), 1 anno e 3 mesi sono dovuti alla Riforma
SACCONI (tranne 4 mesi alla Riforma Damiano) e 1 anno e 7 mesi alla Riforma
Fornero (55,9%).
Dei 41 anni e 10 mesi per le donne
(rispetto ai 40 del 2010), 1 anno e 3 mesi sono dovuti alla Riforma SACCONI
(tranne 4 mesi alla Riforma Damiano) e 7 mesi alla Riforma Fornero (31,8%).
Va anche considerato che, per gli autonomi
(maschi e femmine), la Riforma SACCONI ha aumentato l’età di pensione di
vecchiaia e anticipata (tramite la “finestra”) di ulteriori 6 mesi, poi aboliti
dalla Riforma Fornero.
3) Quote
“gli anni medi di anticipo rispetto ai
requisiti di legge ci dicono che siamo più vicini a Quota 103 che a Quota 100”.
D’accordo. Ma, per completezza, rilevo che, prima
della Riforma Fornero (che ha abolito le “quote” ed è entrata in vigore dal 1°
gennaio 2012), la “quota” era 97 nel 2012 e sarebbe aumentata di un anno,
quindi a 98 anni, nel 2013, ma poiché era anche agganciata dalla Riforma
Sacconi all’aspettativa di vita, il cui primo scatto, nel 2013, è stato di 3
mesi (limite massimo stabilito dalla riforma Sacconi, DL 78/2010, art. 12,
comma 12-ter), sarebbe aumentata a 98 anni e 3 mesi nel 2013.
Se non ci fosse stata la Riforma Fornero, nel 2019,
per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita, deciso dalla Riforma
Sacconi, la «quota» sarebbe aumentata di (3+4+5) 12 mesi, quindi si sarebbe
arrivati a quota 99, cioè un anno meno della mirabolante «quota 100»
salvinian-dimaiana.
E
a quota 99 si sarebbe arrivati con un’età anagrafica tra i 62 e i 63 anni.
4) “Una riforma [Fornero] fin troppo rigida soprattutto per i più giovani, i cosiddetti contributivi puri; per loro, l’accesso alla pensione è previsto a 64 anni solo a patto di aver maturato un assegno pari a 2,8 il minimo”.
Va distinto: (i) il
contributivo puro è stato deciso dalla Riforma Dini (L. 335/1995); e
(ii) il relativo coefficiente 2,8 dalla Riforma Fornero.
5)
Risparmio di spesa[3]
Infine,
evidenzio che, del risparmio di spesa di 1.000 miliardi dalle
riforme delle pensioni dal 2004 (Maroni, 2004; Damiano, 2007; Sacconi, 2010 e
2011; e Fornero, 2011), stimato dalla Ragioneria Generale dello Stato al 2060, meno
di 1/3 è attribuito alla Riforma Fornero; la grandissima parte dei 2/3, di
fatto, alla Riforma Sacconi.[3] Dall’analisi di RGS, risulta anche che il
«pro-rata» contributivo introdotto dalla riforma Fornero fa risparmiare, a
regime (2018), appena 200 milioni circa all’anno (su una quindicina di
miliardi annui), che poi si riducono in breve fino a sparire.
Ecco, questo è il dato forse più clamoroso, poiché la vulgata, alimentata
dagli esperti, è che la riforma Fornero abbia sostituito il metodo contributivo
al retributivo per tutti, mentre in realtà ha solo esteso, pro rata
dall’1.01.2012, il metodo contributivo, introdotto dalla riforma Dini nel 1995,
a coloro che ne erano esclusi, vale a dire coloro che al 31.12.1995 avevano
almeno 18 anni di anzianità contributiva, quindi relativamente anziani e
presumibilmente in massima parte oggi già pensionati. Come conferma RGS, ma già
nella relazione tecnica del 2011 (pag. 48): «buona
parte dei lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31/12/1995 hanno già
acceduto al pensionamento;».
Conclusione.
Francamente, io
che contrasto da nove anni queste BUFALE gigantesche, ormai diventate
mondiali, sulle manovre finanziarie correttive della XVI legislatura e sulle
pensioni, che hanno fatto in Italia 60 milioni di vittime, inclusi gli esperti
e i docenti universitari, trovo che sia surreale e degno di studio,
sotto i profili della comunicazione (riferito in particolare ai media) e psicologico,
questa pervicacia Sua e di altri pochi esperti, inclusi la professoressa Elsa
Fornero, l’ex senatore Maurizio Sacconi e l’ex deputato Cesare Damiano, oltre
che dei media, e nell’indifferenza dei parlamentari, tutti destinatari da anni
delle mie numerose lettere “circolari”, media che dal 2013 diffondono pari pari
le notizie false proprie o di altri sulle pensioni (incluso il Corriere,
che forse dovrebbe affidarsi maggiormente ad Enrico Marro, piuttosto che a esperti
di previdenza complementare, cfr., da ultimo, la mia precedente lettera del
12.11.2019), di alimentare la BUFALA, ormai diventata mondiale per colpe
“endogene”, sulla Riforma delle pensioni Fornero, alla quale viene attribuito
scandalosamente anche ciò che ha deciso la severa Riforma delle pensioni
SACCONI. Invece di fare – aggiungo speranzoso -
corretta divulgazione e di cooperare a far correggere, come sto provando
ad ottenere io, semplice cittadino informato, da solo (ma, per fortuna, ora con
l’appoggio del Quirinale!, l’unico che mi abbia risposto finora), le
evidentissime errate interpretazioni del Ragioniere Generale dello Stato e della
Direttrice Generale Previdenza delle norme pensionistiche Sacconi
e Fornero relative all’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di
vita, che impatteranno negativamente su milioni di pensionandi, scrivendo anche
alla Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo (la cui segreteria
è inaccessibile telefonicamente ad un semplice cittadino come me),[4]
lettere che peraltro ho già trasmesse per conoscenza anche a Lei.
Distinti saluti,
V.
________________________
Note
[1] Pensionamento di vecchiaia
Riforma Sacconi:
da 65 a 66 anni dall’1.1.2011 per i lavoratori dipendenti e a 66 anni e 6 mesi
per i lavoratori autonomi (tramite la cosiddetta “finestra” di erogazione, di
12 mesi o di 18 mesi, DL 78/2010, art. 12, commi 1 e 2, DL 98/2011, art. 18,
comma 22-ter, DL 138/2011, art. 1, comma 21); da 60 a 65 anni +
“finestra” di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti pubbliche (DL 78/2009, art.
22-ter, comma 1, modificato dal DL 78/2010, art. 12, comma 12-sexies);
e a 67 anni dall’1.1.2019 per tutti (grazie all’aggancio alla
speranza di vita, DL 78/2009, art. 22-ter, comma 2, modificato dal DL
78/2010, art. 12, commi da 12-bis a 12-quinquies, modificato dal
DL 98/2011, art. 18, comma 4).
Riforma Fornero: accelerazione da 60 a 65 anni
dell’allineamento delle donne del settore privato a tutti gli altri già
regolati da Sacconi, gradualmente entro il 2018; riduzione di 6 mesi per gli
autonomi, allineandoli a tutti gli altri.
[2] Pensionamento anticipato
Riforma Sacconi: 41 anni
dall’1.1.2011 (DL 78/2010, L. 122, art. 12, comma 2), + 1 mese dall’1.1.2012, +
1 mese dall’1.1.2013, + 1 mese (41 anni e 3 mesi) dall’1.1.2014 (DL 98/2011, L.
111/2011, art. 18, comma 22-ter); quindi, in forza della Riforma Sacconi, si arriva a 41 anni e 1 mese o
2 o 3 per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti e 41 anni e 7 mesi o 8 o 9
per i lavoratori e le lavoratrici autonomi.
Riforma Fornero: aumento
di un anno, da
41 anni e 3 mesi (già statuiti dalla riforma Sacconi, anche se dal nuovo
testo l’aumento di 1 anno e 3 mesi rispetto al 2010 sembra deciso dalla Riforma
Fornero) a 42 anni e 3 mesi, limitatamente agli uomini (DL 201/2011, L.
214/2011, art. 24, comma 10), + 7 mesi di adeguamento alla speranza di vita (L.
214/2011, art. 24, comma 12), che porta l’età a 42 anni e 10 mesi; un anno in
meno per le donne.
Riduzione di 6 mesi per gli autonomi, allineandoli a
tutti gli altri.
Ora 43 anni e 1
mese per gli uomini, un anno in meno per le donne, anziché 43 anni e 3 mesi
previsto per gli uomini o 42 anni e 3 mesi per le donne, grazie all’ultima
modifica legislativa del 2018, che ha sterilizzato l’adeguamento di 5 mesi alla
speranza di vita, ma reintrodotto una “finestra” di 3 mesi, che è il solito
trucco per indorare la pillola ai supposti cittadini allocchi.
[3] Risparmio dalle pensioni dal 2004
In sintesi, dei 1.000 mld di risparmi pensionistici stimati da RGS
al 2060 dalle 4 riforme delle pensioni dal 2004 (Maroni, 2004, la cui misura principale,
lo ‘scalone’, fu abrogato da Damiano prima che andasse in vigore; Damiano,
2007, le cui “quote” furono abolite da Fornero; Sacconi, 2010 e 2011; e
Fornero, 2011), al lordo dell’errata attribuzione delle norme (come conferma la
professoressa Elsa Fornero nel suo ultimo libro), soltanto 350 (poi
calati a 280 dopo i vari interventi legislativi) vengono ascritti alla
riforma Fornero, i cui effetti peraltro si esauriscono nel 2045. Secondo Lei a
chi vanno ascritti i residui 700 mld? Dei quali nessuno, neppure Lei,
parla.
[4]
Finora, non ho ricevuto alcuna risposta dalla ministra, né potuto sapere se il
problema da me sollevato è al suo esame (esame -
si badi bene - che è stato chiesto dal Quirinale nel marzo scorso al precedente
ministro Di Maio, ma il recente decreto direttoriale del 5.11.2019 ha reiterato
l’errata interpretazione della norma Fornero, di cui al comma 13 dell’art. 24
della L. 214/2011). Invece, dopo varie telefonate, ho in corso
un’interlocuzione con la Direzione Generale Previdenza, che ha ritenuto che le
mie osservazioni non sono infondate e mi ha preannunciato una risposta.
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