A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 410 del 22-11-13
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Dossier reddito
minimo garantito
Preliminarmente
faccio una triplice puntualizzazione:
a) storica: il
reddito di cittadinanza è da tempo una proposta del centrosinistra; uno dei
primi ad attuarlo fu la Regione Campania nel 2004 (amministrazione Bassolino, L.R. n. 2 del 19.02.2004);
la seconda, la Regione Friuli
Venezia Giulia (Amministrazione di centrosinistra, Legge Regionale 6/2006, attivato
nel settembre 2007, subito annullato nel 2008 dalla subentrata amministrazione
di centrodestra); la terza, la Regione Lazio nel
2009 (amministrazione Marrazzo, L.R. n. 4 del
20.03.2009);
da ultimo, la Provincia autonoma di Trento (amministrazione di Csx, 2010, cfr. http://t.contactlab.it/c/1000009/3436/42978091/31140 oppure http://www.lavoce.info/archives/8929/reddito-minimo-le-condizioni-per-farlo/);
b) terminologica: è
meglio e più corretto parlare di Reddito minimo garantito (platea selezionata e
condizionata) e non di Reddito di cittadinanza (universale); e
c) prospettica: la crisi in atto è epocale e
durerà almeno 15 anni.
Tutti i Paesi hanno l'RMG, tranne Italia, Grecia e Ungheria; riporto gli
ammontari di Reddito minimo garantito in alcuni Paesi UE27:
Tabella 3.6 Ammontare del
contributo erogato alla singola persona (€) in alcuni paesi europei.
Paese..............2011
Germania….....364
Francia …...….475
Spagna …....…412,7
Gran Br…....…742
Danimarca ...1.389
Alcune misure sono, inoltre,
integrabili con altre. […]
“Rapporto sulle politiche contro la
povertà e l’esclusione sociale” 2011-2012
link
sostituito da:
http://impiego.formez.it/sites/all/files/Rapporto2011_2012.pdf
http://sitiarcheologici.lavoro.gov.it/Documents/Resources/Lavoro/CIES/RAPPORTO_2011_2012_Fabbris.pdf
Alloggi
pubblici. Sempre
dal rapporto della CIES (Tab. 3.4, pag. 101), si ricava che, nel 2009, la spesa
per l’housing sociale (case popolari)
è, in Italia, appena dello 0,02% sul PIL, contro lo 0,57% della UE27, lo 0,75%
della Danimarca, lo 0,65% della Germania, lo 0,20% della Spagna, lo 0,85% della
Francia e l’1,47% della Gran Bretagna, con un rapporto tra questi altri Paesi
UE e l’Italia, rispettivamente, di 28,5, 37,5, 32,5, 10, 42,5 e 73,5 volte: sono dati che parlano da soli e costituiscono un vero
scandalo!
Negli altri Paesi, l’RMG di norma è inferiore a
500€/mese, ma integrato, appunto, dall’alloggio pubblico o dal sussidio
all’affitto;
pertanto, all’Rmg va abbinato in-di-spen-sa-bil-men-te, per recuperare
il rilevantissimo divario con gli altri Paesi, un piano corposo pluriennale di
alloggi pubblici di qualità (sovvenzionato, convenzionato e autocostruito,
nonché recuperando edilizia da rottamare) per dare anche un alloggio ad affitto
sociale, che è l’elemento imprescindibile che rende congruo un reddito di
ammontare minimo.
Ipotizzando un costo/appartamento di 100 mila € per
25.000-50.000 appartamenti all’anno, vanno reperiti, oltre alla copertura
dell’RMG, altri 2,5-5 mld.
Post e articoli collegati:
AQQ11/Lavoro precario e
reddito di cittadinanza
Reddito di
cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S
Reddito minimo garantito: come funziona
15.03.13
Che cos’è il
reddito minimo garantito da istituire per dare un sostegno ai più poveri? E in
che cosa si differenzia dal reddito di cittadinanza proposto dal M5s? Il primo
è finanziariamente sostenibile, il secondo no. Vediamo in questo Dossier il
confronto ospitato da lavoce.info.
Reddito minimo, come si
potrebbe fare
27/04/2013
Il sostegno al reddito è il buco più grave del welfare italiano. Le
lezioni della sperimentazione del Reddito minimo d’inserimento e i costi che
avrebbe il reddito minimo garantito
link sostituito da:
Reddito minimo garantito, la
proposta di legge popolare
27/04/2013
La consegna alla Camera della proposta di legge d’iniziativa popolare sul
Reddito minimo garantito apre una fase nuova nel rinnovamento delle politiche
sociali e di tutela del reddito in Italia. Sbilanciamoci.info apre una
discussione
link sostituito da:
Lavoro, e non reddito, di
cittadinanza
04/06/2013
Il reddito di cittadinanza si configura inevitabilmente come
“compensazione ex post” dei disagi derivanti dalla mancanza di lavoro e non può
affrontare in termini strutturali le problematiche che la crisi globale ci
pone, a partire dalla necessità di ridisegnare l’intero modello di sviluppo
link sostituito da:
Ragioni morali
25/06/2013
Il reddito minimo costituisce una misura per attenuare gli effetti della
povertà, perciò a buon diritto potrebbe essere incorporato nei nostri sistemi
di welfare. Perchè non possono essere le condizioni di nascita, naturali o
sociali che siano, a dettare quelle che saranno le condizioni di vita
individuali di ciascuno di noi
link sostituito da:
Reddito e lavoro devono
coincidere
15/07/2013
Lavoro e reddito di cittadinanza non vanno posti in alternativa ma devono
procedere insieme. La loro separazione sarebbe foriera di gravi problemi
personali, economici e sociali
link sostituito da:
OBIETTIVI VELLEITARI PER I
SERVIZI PER L'IMPIEGO
La riforma del mercato del lavoro fissa quattro livelli essenziali di
prestazioni destinate ai lavoratori in mobilità, per reinserirli velocemente
nel mercato e ridurre così i costi del welfare. Ma i servizi per l'impiego non
dispongono né di personale né di risorse adeguate per garantirli. Oltretutto,
non è nemmeno chiaro chi debba svolgere questi compiti. Perché oggi i servizi
per l'impiego sono gestiti dalle province. Ma la spendingreview ha avviato un
processo di riordino di questi enti che riguarda anche la ridefinizione delle
loro competenze e funzioni.
link sostituito da:
I
giovani tra mercato del lavoro e dimensione sociale
Esiste una questione giovanile in Italia?
Quali politiche per un miglioramento delle prospettive dei
giovani nel mercato
del lavoro dopo le dispute ideologiche degli ultimi anni?
Quali sfide politiche ed organizzative per il sindacato?
Outplacement? Per lo Stato
un risparmio da 900 milioni di euro
22/11/2012
Una regolare ricollocazione professionale per i lavori
in mobilità come ricetta per superare la crisi e ridurre la spesa pubblica. Se
ne è discusso oggi a Roma nel corso del convegno sulla Riforma del Lavoro
organizzato da Intoo
Riporto
un mio commento su “Europa” alle dichiarazioni di Juncker (purtroppo, tutti i
commenti sono stati cancellati in occasione della ristrutturazione del suo sito
[ma poi sono riuscito casualmente a trovarli in rete, hanno archiviato i vecchi
articoli con link nuovi]):
Cfr. Italia-Francia e un editoriale indigesto
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2768181.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/italia-francia-e-un-editoriale-indigesto.html
Crisi: Juncker,
non ricada solo sui piu' deboli. Anche ricchi paghino
10 Gennaio 2013 - 12:37
(ASCA) - Bruxelles, 10 gen - ''Non bisogna credere che sarebbe giusto avere
politiche di austerita' che chiedono i piu' grandi sforzi ai piu' deboli.
Vorrei che le conseguenze della crisi ricadessero sui piu' forti: questa
e'solidarieta' sociale''. Lo afferma il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude
Juncker, in audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo.
''Non dico che i miliardari debbano per forza pagare, dico che non mi va che i
miliardari non paghino''.
Crisi: Juncker,
serve salario minimo in tutta Eurozona
10 Gennaio 2013 - 12:06
(ASCA) - Bruxelles, 10 gen - Vanno definiti salari minimi in tutti i paesi
della zona euro, e provvedere a colmare ''l'elemento carente'' dell'unione
economica e monetaria, ''vale a dire la dimensione sociale''. Lo afferma il
presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in audizione in commissione
Problemi economici del Parlamento europeo.
''Serve un impianto chiaro e ineludibile di diritti sociali per i lavoratori, una sorta di 'zoccolo duro' dei diritti dei lavoratori'', sostiene Juncker. Occorre, piu' precisamente, rispondere ''alle rivendicazioni essenziali di salario minimo legale in tutta l'area dell'eurozona''. Altrimenti, avverte Juncker, ''rischiamo di perdere la nostra credibilita' e, per dirla alla Marx, il sostegno della classe operaia''.
''Serve un impianto chiaro e ineludibile di diritti sociali per i lavoratori, una sorta di 'zoccolo duro' dei diritti dei lavoratori'', sostiene Juncker. Occorre, piu' precisamente, rispondere ''alle rivendicazioni essenziali di salario minimo legale in tutta l'area dell'eurozona''. Altrimenti, avverte Juncker, ''rischiamo di perdere la nostra credibilita' e, per dirla alla Marx, il sostegno della classe operaia''.
Crisi: Vendola,
anche Junckere' un pericoloso estremista?
10 Gennaio 2013 - 15:16
(ASCA) - Roma, 10 gen - ''Non dire ai ''moderati nostrani'' che Juncker
(Ppe) cita Marx e propone addirittura il salario minimo garantito in tutta
Europa. Evidentemente e' un pericoloso estremista''. Cosi Nichi Vendola,
presidente di Sinistra Ecologia Liberta', commenta su twitter le parole del
presidente dell'Eurogruppo ed esponente del Ppe al parlamento europeo.
''Chiediamo da tempo un reddito minimogarantito contro la solitudine di una
generazione prigioniera dell'ergastolo della precarieta' e disoccupazione'',
ribadisce Vendola.
da Magnagrecia inviato il 11/1/2013 alle 10:56
Le cose affermate dal presidente Eurogruppo Juncker io le scrivo da quasi 3 anni, fin dal varo del DL 78 del 31.5.2010, la manovra più scandalosamente iniqua, varata dal governo Berlusconi-Tremonti.
Basta aver letto su “Europa” articoli e commenti affetti da strabismo dei moderati del PD, in particolare dei filo-montiani, per sapere che non è vero affatto che tutto il PD è favorevole all’equità dei sacrifici ed al varo del reddito minimo garantito.
Per il reddito minimo garantito servono risorse, molte risorse, ed allora basta vedere l’idiosincrasia, non solo dei ricchi e dei loro UTILI IDIOTI ben retribuiti, ma di quelli che lo fanno gratis, sia a destra – il che è comprensibile – sia al centrosinistra – il che è incomprensibile – al varo di misure fiscali straordinarie sui patrimoni, per sapere che non tutto il PD è favorevole all’equità nella distribuzione dei sacrifici.
Basta aver visto l’opposizione dei sindacati, per timore di perdere potere e sbilanciati verso gli occupati a tempo indeterminato, al varo del reddito minimo garantito in sostituzione della CIG, per capire che esistono opposizioni potenti persino dove non te le aspetteresti.
Basta leggere il comunicato di ieri dell’on. PD Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro del 2° Governo Prodi ed ex funzionario della CGIL, tesi non nuova dell’on. Damiano, per averne conferma:
"Salario minimo: prima correggere riforma Fornero"
Pubblicato il giovedì, 10 gennaio 2013 da Cesare Damiano
http://cesaredamiano.wordpress.com/2013/01/10/salario-minimo-prima-correggere-riforma-fornero/
Col mio commento:
Lo ripropongo:
“On. Damiano, anche per la CIG ci sono figli e figliastri”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2765364.htmloppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/i-figli-pubblici-ed-i-figliastri-privati.html
On. Damiano,
Come Lei sa meglio di me, negli altri Paesi UE non esiste la CIG, ma gli ammortizzatori sociali universali (tranne in Grecia e in Ungheria), per cui i lavoratori di aziende decotte non vengono assistiti e classificati per anni come “occupati” (fittizi) ma come “disoccupati”.
Ne discendono alcune osservazioni.
1) il tasso di occupazione di questi Paesi non è sovrastimato ed il tasso di disoccupazione sottostimato per effetto dei lavoratori in CIG, come invece succede in Italia;
2) idem – ma al contrario - per la quota di “inattivi” che, se ne hanno voglia, si iscrivono ai Centri per l’impiego, vengono classificati “disoccupati” (in Italia gli inattivi, cioè quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano, non sono classificati né occupati né disoccupati) e riscuotono l’indennità di disoccupazione adeguatamente disciplinata;
3) assieme agli ammortizzatori sociali, esistono servizi attivi per l'impiego ed il reimpiego (non baracconi inefficienti come i nostri che servono soltanto a quelli che vi lavorano: soltanto il 5% trova lavoro tramite loro), che coinvolgono economicamente e operativamente le aziende che licenziano;
4) non si sussidiano posti di lavoro decotti, ma i lavoratori, sia con ammortizzatori sociali, sia con provvidenze per la casa, sia con formazione, sia con servizi attivi per il ricollocamento;
5) infine, si evita la terribile ed iniqua prassi italica dei figli (lavoratori dipendenti con certe caratteristiche) e dei figliastri (tutti gli altri), ai quali si dice: arrangiatevi!
PS: Se il PD vincerà, come è probabile, le prossime elezioni politiche, smetta la mentalità di ex funzionario CGIL e si conformi per la materia sopra illustrata, nell’arco della legislatura - come è già avvenuto per le pensioni - alle regole del “benchmark” UE.
http://cesaredamiano.wordpress.com/2012/12/15/crisi-su-cig-vicini-a-picco-2010-serve-politica-attenta-a-effetti-sul-lavoro/
Le cose affermate dal presidente Eurogruppo Juncker io le scrivo da quasi 3 anni, fin dal varo del DL 78 del 31.5.2010, la manovra più scandalosamente iniqua, varata dal governo Berlusconi-Tremonti.
Basta aver letto su “Europa” articoli e commenti affetti da strabismo dei moderati del PD, in particolare dei filo-montiani, per sapere che non è vero affatto che tutto il PD è favorevole all’equità dei sacrifici ed al varo del reddito minimo garantito.
Per il reddito minimo garantito servono risorse, molte risorse, ed allora basta vedere l’idiosincrasia, non solo dei ricchi e dei loro UTILI IDIOTI ben retribuiti, ma di quelli che lo fanno gratis, sia a destra – il che è comprensibile – sia al centrosinistra – il che è incomprensibile – al varo di misure fiscali straordinarie sui patrimoni, per sapere che non tutto il PD è favorevole all’equità nella distribuzione dei sacrifici.
Basta aver visto l’opposizione dei sindacati, per timore di perdere potere e sbilanciati verso gli occupati a tempo indeterminato, al varo del reddito minimo garantito in sostituzione della CIG, per capire che esistono opposizioni potenti persino dove non te le aspetteresti.
Basta leggere il comunicato di ieri dell’on. PD Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro del 2° Governo Prodi ed ex funzionario della CGIL, tesi non nuova dell’on. Damiano, per averne conferma:
"Salario minimo: prima correggere riforma Fornero"
Pubblicato il giovedì, 10 gennaio 2013 da Cesare Damiano
http://cesaredamiano.wordpress.com/2013/01/10/salario-minimo-prima-correggere-riforma-fornero/
Col mio commento:
Lo ripropongo:
“On. Damiano, anche per la CIG ci sono figli e figliastri”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2765364.htmloppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/i-figli-pubblici-ed-i-figliastri-privati.html
On. Damiano,
Come Lei sa meglio di me, negli altri Paesi UE non esiste la CIG, ma gli ammortizzatori sociali universali (tranne in Grecia e in Ungheria), per cui i lavoratori di aziende decotte non vengono assistiti e classificati per anni come “occupati” (fittizi) ma come “disoccupati”.
Ne discendono alcune osservazioni.
1) il tasso di occupazione di questi Paesi non è sovrastimato ed il tasso di disoccupazione sottostimato per effetto dei lavoratori in CIG, come invece succede in Italia;
2) idem – ma al contrario - per la quota di “inattivi” che, se ne hanno voglia, si iscrivono ai Centri per l’impiego, vengono classificati “disoccupati” (in Italia gli inattivi, cioè quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano, non sono classificati né occupati né disoccupati) e riscuotono l’indennità di disoccupazione adeguatamente disciplinata;
3) assieme agli ammortizzatori sociali, esistono servizi attivi per l'impiego ed il reimpiego (non baracconi inefficienti come i nostri che servono soltanto a quelli che vi lavorano: soltanto il 5% trova lavoro tramite loro), che coinvolgono economicamente e operativamente le aziende che licenziano;
4) non si sussidiano posti di lavoro decotti, ma i lavoratori, sia con ammortizzatori sociali, sia con provvidenze per la casa, sia con formazione, sia con servizi attivi per il ricollocamento;
5) infine, si evita la terribile ed iniqua prassi italica dei figli (lavoratori dipendenti con certe caratteristiche) e dei figliastri (tutti gli altri), ai quali si dice: arrangiatevi!
PS: Se il PD vincerà, come è probabile, le prossime elezioni politiche, smetta la mentalità di ex funzionario CGIL e si conformi per la materia sopra illustrata, nell’arco della legislatura - come è già avvenuto per le pensioni - alle regole del “benchmark” UE.
http://cesaredamiano.wordpress.com/2012/12/15/crisi-su-cig-vicini-a-picco-2010-serve-politica-attenta-a-effetti-sul-lavoro/
Tutto quello che sai sul reddito di cittadinanza
è falso
Sul tema c’è molta confusione. Una guida per orientarsi al di là della propaganda politica.
Posted by Andrea Zitelli on 13 novembre 2013 in Post
http://www.valigiablu.it/tutto-quello-che-sai-sul-reddito-di-cittadinanza-e-falso/
Sul tema c’è molta confusione. Una guida per orientarsi al di là della propaganda politica.
Posted by Andrea Zitelli on 13 novembre 2013 in Post
http://www.valigiablu.it/tutto-quello-che-sai-sul-reddito-di-cittadinanza-e-falso/
Reddito minimo e matematica grillina
L’M5S propone un “reddito di cittadinanza”, ma sbaglia
calcoli e terminologia: quello a favore di particolari categorie disagiate
(come prevede il loro provvedimento) si chiama “reddito minimo garantito” e il
costo non sarebbe 19 miliardi come dicono, ma 50. Al di là del velleitarismo
grillino il problema però è reale e il Pd dovrebbe affrontarlo con urgenza
Pierre Carniti
(12/11/2013)
Garantire il reddito? No, il lavoro
Si continua a parlare di “reddito di cittadinanza” o “reddito
minimo garantito”. Ma, come già diceva Paolo Sylos Labini più di 30 anni fa,
non è all’assistenzialismo che bisogna puntare, ma ad assicurare un lavoro a
tutti. Evitando gli errori di esperienze simili, come i nostri “lavori
socialmente utili” o i “mini-job” tedeschi
Carlo Clericetti
(12/11/2013)
19.11.13
Il M5S ha proposto l’istituzione di un “reddito di cittadinanza”.
In realtà si tratta di un reddito minimo. Costerebbe attorno a 19 miliardi,
quattro volte di più del “sostegno di inclusione attiva”. Perché relativamente
generoso e perché alcuni dettagli aumentano gli oneri amministrativi e i costi.
link sostituito da:
L’introduzione del reddito minimo e il contrasto
alla povertà
14 ottobre 2013
22.11.13
link sostituito da:
La casa è un
diritto essenziale
Antonella
Stirati - 28 Novembre 2013
Pietro Ichino
COME CAMBIA IL
NOSTRO DIRITTO (E MERCATO) DEL LAVORO
Pietro Ichino
Pietro Ichino
Reddito minimo, tre proposte per una legge
04/04/2014
link sostituito da:
14.04.15
20/05/2015
«Il reddito minimo di base incentiva la produttività, non la pigrizia»
Il punto di vista di
due economisti del Basic Income Earth Network: dove ci sono sussidi c’è una
forte tendenza alla ricerca di occupazione
Il reddito minimo non è una chimera
Le politiche
degli ultimi anni invece di combattere la povertà l'hanno accresciuta. Un
assegno di sussistenza a 660.000 persone allevierebbe la condizione di 2
milioni di famiglie, con una spesa contenibile in meno di 5 miliardi e
coperture plausibili per questo primo passo verso un sistema universalistico
Giovanni
Principe
25/05/2015
Un reddito minimo sperimentale
27/11/2015
Nel Rapporto si propone l'introduzione di una misura strutturale di
sostegno al reddito del costo di 11 miliardi di euro per un anno, rivolta a
disoccupati, inoccupati e sottoccupati
link sostituito da:
Contaminazioni proficue fra reddito minimo e reddito
di cittadinanza
Elena
Granaglia 17 maggio 2016
Elena Granaglia analizza una recente proposta francese di
riforma dell’assistenza sociale che si caratterizza per un’innovativa
combinazione fra elementi d’individualizzazione e non condizionalità propri del
reddito di cittadinanza e un’attenzione al contrasto della povertà propria del
reddito minimo. La tesi di fondo è che la strada più feconda, nel disegno delle
politiche sociali di sostegno al reddito, sia quella della contaminazione fra
schemi di reddito di cittadinanza e schemi di reddito minimo.
Il reddito di inclusione
Elena
Monticelli 16 ottobre 2017
Elena Monticelli esamina il Reddito di Inclusione (REI) al
termine dell’ iter legislativo che ha portato alla sua introduzione. Monticelli
mette in rilievo gli aspetti distintivi del REI esaminando brevemente i criteri
dai quali dipende la possibilità di accesso a questa misura e indica anche le
novità rispetto alla legge delega. Monticelli sottolinea poi alcuni aspetti
critici del REI e si chiede se, come è accaduto per il Reddito Minimo di
Inserimento, la Corte Costituzionale possa porre il problema della competenza
legislativa tra Stato e Regioni.
https://www.eticaeconomia.it/il-reddito-di-inclusione/
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