A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 285 del
13-02-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Berlusconi
“keynesiano”? Falso
Il paradosso di Berlusconi “keynesiano”
Posted by guiodic on 11
febbraio 2013
Negli anni la sinistra, abbandonando progressivamente i propri
punti di riferimento nella teoria economica, è diventata la paladina del
“rigore”, fino ad approvare il pareggio di bilancio in Costituzione. Così ha
concesso a Berlusconi ampio margine per conquistare un terreno politico
lasciato incustodito. Il paradosso di un Cavaliere “keynesiano”, avversario
dell’austerità imposta dalla Merkel e critico dell’euro, altro non è che il
risultato di una sinistra che ha fatto proprio il “punto di vista del
Tesoro“.
di
Luigi Cavallaro*
“Ma dire la
verità presuppone una scelta partigiana: la verità, infatti, è sempre situata
da una parte”.
Troppo
comodo: con una premessa così, uno può dire quello che vuole. Infatti… Osservo,
sui punti salienti:
1. Il vero deus ex machina della politica economica
di Berlusconi, per almeno 6 anni su 8, come si sa, non è stato Berlusconi, ma
Tremonti, il turlupinatore dalla lingua biforcuta, che declamando il
risanamento ha sempre scassato i conti pubblici, che poi i governi di Csx hanno
dovuto, per i noti vincoli UE, risanare, ed il risanamento non può che avvenire
riducendo le spese o aumentando le imposte.
Do
il riepilogo delle cifre delle manovre finanziarie dei governi
Berlusconi-Tremonti e Monti, che sono ignote ai più (fonte: “Il Sole 24 ore”):
Riepilogo
(importi cumulati da inizio legislatura):
-
governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
-
governo Monti 63,2 mld;
Totale 329,5 mld. [1]
2.
“Sulla base del valore aggiunto dell’economia sommersa stimato dall’Istat
otteniamo, per gli anni 2000-2011, un valore del sommerso pari in media a 238
miliardi di euro all’anno”. [2] Che
fanno ascendere il valore dell’economia sommersa non al 30%, ma al 18% del PIL.
3. Il secondo
governo Prodi (2006) ha ereditato un deficit del 4,5% ed ha scelto, anche per
le pressioni della Commissione UE, la strada di un risanamento rapido attuando
una strategia dei due tempi, prima il risanamento celere e poi la crescita e la
redistribuzione. [3] Quindi, a)
rientro rapido entro il 3% di deficit, attraverso una legge finanziaria 2007
ingente (33,8 mld) e la lotta all’evasione fiscale, ma – pochi lo sanno o lo
ammettono – b) allentando i cordoni della borsa già nella finanziaria 2008, restituendo
ciò che aveva preso (fonte Banca d’Italia [4]).
Strategia che avrebbe dovuto avere uno sviluppo ulteriore, se non fosse
intervenuta la caduta del governo Prodi, durato appena 22 mesi. Che ha lasciato
un debito pubblico del 103,6%, portato poi dal governo Berlusconi-Tremonti al
120,1% a fine 2011, nonostante manovre correttive molto, molto inique per 267
mld cumulati, fatte in prevalenza di maggiori tasse e di aumento della spesa
pubblica cattiva!
[1] Il lavoro
‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-lavoro-sporco-del-governo-berlusconi.html
[2] "L’economia sommersa e il pareggio di
bilancio"
[3] "La politica fiscale di Prodi: quali
gli elementi positivi? e quelli negativi? Come dovrà comportarsi
il prossimo Governo?"
di Silvia
Giannini e Maria Cecilia Guerra
[4] “Ma sul fisco Prodi batte il Cavaliere:
sgravi più consistenti dal centrosinistra”.
Gli aiuti dati da centrosinistra e centrodestra secondo i Bollettini della
Banca d'Italia
di ADRIANO
BONAFE
Post collegati:
Il Sig. Giulio
T. ed il principio di Peter/8/Lettera
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2607816.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/03/il-sig-giulio-t-ed-il-principio-di_76.html
Analisi
QQ/19-Spesa pubblica e revisione della spesa in rapporto alla crescita
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2737476.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/analisi-quali-quantitativa19-spesa.html
Analisi QQ/21-Piccolo
Dossier Debito pubblico
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2765477.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/analisi-quali-quantitativa21-dossier.html
Appendice
Analisi quali-quantitative/5/Distribuzione
della ricchezza
In
relazione al dato della riduzione del reddito familiare nel biennio 2006-2008,
oggetto di articoli di stampa nel mese di febbraio scorso [2010], ho provveduto
a leggere il Supplemento al Bollettino Statistico – Indagini campionarie “I bilanci delle famiglie italiane nell'anno
2008” del 10-02-2010 e poi a
telefonare direttamente alla Banca d'Italia (Tel. 06/47921) per chiedere
alcune spiegazioni. Ho ricavato quanto segue:
1. l'analisi è una
fotografia del fenomeno;
2. non si è provveduto
all'esame delle sue cause;
3. essendo il frutto di
un'indagine campionaria (su un campione di 7.977 famiglie) ha comunque un
minimo grado di approssimazione (intervallo di confidenza);
4. il dato più
significativo – perché corretto dell'effetto della composizione del nucleo
familiare – è quello del reddito equivalente, pari al -2,6% (contro il -4%,
dato prima della correzione);
5. tale diminuzione media
è dovuta ad un calo del -7% circa dei lavoratori indipendenti, del -3% circa
dei lavoratori dipendenti e del -1,5% circa dei pensionati ed altri;
6. il reddito medio pari a
€ 2.679 al mese comprende tutti i tipi di reddito, anche quelli di natura
finanziaria, che hanno fatto registrare nel biennio un andamento negativo;
7. il reddito medio è
influenzato ovviamente sia dal numeratore (reddito aggregato), sia dal
denominatore (numero complessivo delle famiglie, in costante aumento per
l'incremento dell'incidenza delle famiglie mono-componente e dal numero delle
famiglie di immigrati regolari, in particolare rumeni e bulgari, diventati
cittadini UE proprio in quel periodo);
8.
il 10 per cento delle famiglie più
ricche possiede quasi il 45 per cento dell'intera ricchezza netta delle
famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente
invariato negli ultimi quindici anni;
9. infine, pare legittimo
dedurre anche da questa analisi della Banca d'Italia che – a fronte di un
ampliamento della forbice a favore dei lavoratori indipendenti negli ultimi 15
anni - le differenze di variazione
negativa emerse tra lavoratori indipendenti, lavoratori dipendenti e pensionati
nell'ultimo biennio esaminato sembrano confermare comunque un effetto
perequativo dei provvedimenti adottati dal 2° governo Prodi a favore dei ceti meno
abbienti.
Aggiungo
5 osservazioni:
1. Nell'articolo di
Roberto Mania, si parla anche di meritocrazia, gerontocrazia e di sistema
bloccato per effetto delle disuguaglianze crescenti di reddito e di ricchezza.
2. Luigi Einaudi, ex
presidente della Repubblica Italiana ed economista liberista sosteneva che
l'imposta più liberale è quella di successione, perché favorisce l'ascensore
sociale: in Italia è stata tolta dal miliardario e sedicente liberale e
liberista Berlusconi.
3. La manovra correttiva
2010 Tremonti-Berlusconi, che colpisce i ceti bassi e preserva quelli alti, è
un'ulteriore spinta alla disuguaglianza.
4. In Italia, il peso
fiscale sui redditi da lavoro è molto più alto di quello sulle rendite
finanziarie.
5. E' difficile spiegare,
se non attraverso il dominio dei mass media da parte dei ricchi e per effetto
dell'insufficienza o dell'obnubilamento della capacità raziocinante dei ceti
medi e soprattutto di quelli bassi, come una esigua o infima minoranza (il 10%
in Italia, il 2% nel mondo) possa detenere
ed accrescere il possesso della maggior parte della ricchezza, e talora
addirittura vedersi affidare – come Bush negli USA o Berlusconi in Italia - le
leve del potere politico.
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2563890.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitative5.html
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