A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 398 del 31-10-13
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Come ‘bastonare’
volentieri due iperliberisti sul cuneo fiscale
Diatribe in famiglia tra Renzi e Fassina: come
tagliare il cuneo e vivere felici
Pubblicato:
28/10/2013 17:19
00:50 su 29/10/2013
1) “Stanti i vincoli di finanza pubblica, questi 20 miliardi di euro
devono essere trovati attraverso equivalenti tagli di spesa (o aumenti di altre
imposte, ma per ovvie ragioni non prendiamo in considerazione questa ipotesi)”.
Che delicatezza. Quali sarebbero queste ovvie ragioni? Meglio esplicitarle e motivarle bene, perché uno può subito pensar male e ritenere che lo facciate perché pagati dai ricchi (vedi appresso).
2) “La spesa pubblica italiana valeva nel 2011 (ultimo anno disponibile su Eurostat) il 49,9% del Pil, contro una media Ue27 pari al 49% e un livello pari al 45% in Germania (il paese con cui appare più ovvio confrontarci)”.
Errore doppio (voluto?). Perché la Germania e non la Francia o la media UE27? Stante l’enorme debito pubblico e i correlati, ingentissimi interessi passivi (86 mld nel 2012, pari al 5,5% del PIL), è più utile (per non dire necessario), per confrontare dati il più possibile ‘omogenei’, comparare la spesa primaria (al netto degli interessi passivi, che, secondo la Banca d’Italia, sono da 20 anni la causa della crescita del debito pubblico).
(continua/1)
Che delicatezza. Quali sarebbero queste ovvie ragioni? Meglio esplicitarle e motivarle bene, perché uno può subito pensar male e ritenere che lo facciate perché pagati dai ricchi (vedi appresso).
2) “La spesa pubblica italiana valeva nel 2011 (ultimo anno disponibile su Eurostat) il 49,9% del Pil, contro una media Ue27 pari al 49% e un livello pari al 45% in Germania (il paese con cui appare più ovvio confrontarci)”.
Errore doppio (voluto?). Perché la Germania e non la Francia o la media UE27? Stante l’enorme debito pubblico e i correlati, ingentissimi interessi passivi (86 mld nel 2012, pari al 5,5% del PIL), è più utile (per non dire necessario), per confrontare dati il più possibile ‘omogenei’, comparare la spesa primaria (al netto degli interessi passivi, che, secondo la Banca d’Italia, sono da 20 anni la causa della crescita del debito pubblico).
(continua/1)
00:50 su 29/10/2013
(segue/2)
Fatto questo, si ricava che la spesa pubblica primaria italiana: a) non è elevata; b) è in linea con UE27, anzi inferiore alla media; e c) va riqualificata (ad es. introducendo l'RMG e destinando fondi congrui all'edilizia sociale, enormemente inferiori alla media UE27, entrambe misure anti-crisi indispensabili).
Infine, riporto un passo dell’analisi RGS linkata sotto: “D’altro canto, considerando la spesa primaria (vedi figura II), pari al 45,9% del PIL nel 2010 e al 45,1% del PIL nel 2011 (sedicesimo posto nella graduatoria crescente per entrambi gli anni), si osserva un miglioramento relativo della situazione italiana in ragione dell’elevato peso rappresentato dagli interessi passivi”.
(continua/2)
Fatto questo, si ricava che la spesa pubblica primaria italiana: a) non è elevata; b) è in linea con UE27, anzi inferiore alla media; e c) va riqualificata (ad es. introducendo l'RMG e destinando fondi congrui all'edilizia sociale, enormemente inferiori alla media UE27, entrambe misure anti-crisi indispensabili).
Infine, riporto un passo dell’analisi RGS linkata sotto: “D’altro canto, considerando la spesa primaria (vedi figura II), pari al 45,9% del PIL nel 2010 e al 45,1% del PIL nel 2011 (sedicesimo posto nella graduatoria crescente per entrambi gli anni), si osserva un miglioramento relativo della situazione italiana in ragione dell’elevato peso rappresentato dagli interessi passivi”.
(continua/2)
00:49 su 29/10/2013
(segue/3)
Ragioneria Generale dello Stato
LA SPESA PUBBLICA IN EUROPA: ANNI 2000-2011
Paesi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Tavola II – Spesa pubblica primaria: incidenza percentuale sul PIL – anni 2000-2011
Italia 39,6 41,4 41,5 43,0 42,7 43,2 43,9 42,7 43,5 47,3 45,9 45,1 +5,5
Germania 41,9 44,5 44,9 45,5 44,2 44,1 42,4 40,7 41,3 45,5 45,2 42,8 +0,9
Spagna 36,0 35,6 36,2 36,0 36,9 36,6 36,8 37,6 39,9 44,5 44,4 42,7 +6,7
Francia 48,8 48,7 49,9 50,6 50,5 50,9 50,4 49,9 50,4 54,4 54,2 53,4 +4,6
UE27 41,2 42,7 43,4 44,2 44,0 44,0 43,6 42,9 44,3 48,5 47,9 46,2 +5,0
Tavola 10 – Spesa primaria per Protezione sociale: incidenza percentuale sul PIL
Italia 17,4 17,2 17,6 17,9 17,9 18,0 18,0 18,1 18,7 20,4 20,4 20,5
Germania 21,0 21,0 21,2 21,7 21,3 21,3 20,5 19,4 19,3 21,2 20,5 19,6
Spagna 13,1 12,8 13,0 13,0 13,0 12,9 12,9 13,1 14,1 16,3 17,0 16,9
Francia 20,5 20,4 20,8 21,4 21,4 21,5 21,9 21,7 22,1 23,9 23,9 23,9
UE27 0,0 0,0 18,2 18,5 18,3 18,2 17,9 17,6 18,0 20,0 19,9 19,6
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Servizio-s/Studi-per-1/La-spesa-pubblica-in-Europa/La_spesa_pubblica_in_Europa2000-2011.pdf
(continua/3)
Ragioneria Generale dello Stato
LA SPESA PUBBLICA IN EUROPA: ANNI 2000-2011
Paesi 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Tavola II – Spesa pubblica primaria: incidenza percentuale sul PIL – anni 2000-2011
Italia 39,6 41,4 41,5 43,0 42,7 43,2 43,9 42,7 43,5 47,3 45,9 45,1 +5,5
Germania 41,9 44,5 44,9 45,5 44,2 44,1 42,4 40,7 41,3 45,5 45,2 42,8 +0,9
Spagna 36,0 35,6 36,2 36,0 36,9 36,6 36,8 37,6 39,9 44,5 44,4 42,7 +6,7
Francia 48,8 48,7 49,9 50,6 50,5 50,9 50,4 49,9 50,4 54,4 54,2 53,4 +4,6
UE27 41,2 42,7 43,4 44,2 44,0 44,0 43,6 42,9 44,3 48,5 47,9 46,2 +5,0
Tavola 10 – Spesa primaria per Protezione sociale: incidenza percentuale sul PIL
Italia 17,4 17,2 17,6 17,9 17,9 18,0 18,0 18,1 18,7 20,4 20,4 20,5
Germania 21,0 21,0 21,2 21,7 21,3 21,3 20,5 19,4 19,3 21,2 20,5 19,6
Spagna 13,1 12,8 13,0 13,0 13,0 12,9 12,9 13,1 14,1 16,3 17,0 16,9
Francia 20,5 20,4 20,8 21,4 21,4 21,5 21,9 21,7 22,1 23,9 23,9 23,9
UE27 0,0 0,0 18,2 18,5 18,3 18,2 17,9 17,6 18,0 20,0 19,9 19,6
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Servizio-s/Studi-per-1/La-spesa-pubblica-in-Europa/La_spesa_pubblica_in_Europa2000-2011.pdf
(continua/3)
00:48) su 29/10/2013
(segue/4)
3) “Quindi, lo spazio per una riduzione della spesa c'è, eccome”.
3) “Quindi, lo spazio per una riduzione della spesa c'è, eccome”.
Falso per la spesa primaria (che, ripeto, va rimodulata); vero per gli
interessi passivi (v. appresso).
4) “La cosa più ragionevole è partire da quei capitoli di spesa nei quali l'Italia si discosta maggiormente dai paesi partner: pensioni e interessi”.
Falso per la prima voce; vero per la seconda. In dettaglio per le pensioni: Il nostro sistema pensionistico, dopo le 8 riforme dal 1992, valutato al 2060: a) è in equilibrio; b) le riforme varate produrranno risparmi pensionistici crescenti (soprattutto a partire dal 2020) per centinaia di mld (300 mld secondo la RGS) e c) per la severità è (quasi) benchmark in UE27.
L'equilibrio del sistema pensionistico, la severità (arriveremo ai 67 anni della pensione ordinaria prima della Germania) e gli ingenti risparmi di centinaia di mld sono dovuti alle ultime 4 riforme: Prodi-Damiano, 2007 (con effetti soprattutto dal 2011); Berlusconi-Sacconi, 2010 (con effetti dal 2011); Berlusconi-Sacconi, 2011, con effetti dal 2012; e Monti-Fornero, 2011 (che ha esteso il metodo contributivo a tutti), con effetti dal 2012, ma segnatamente dal 2020.
(continua/4)
4) “La cosa più ragionevole è partire da quei capitoli di spesa nei quali l'Italia si discosta maggiormente dai paesi partner: pensioni e interessi”.
Falso per la prima voce; vero per la seconda. In dettaglio per le pensioni: Il nostro sistema pensionistico, dopo le 8 riforme dal 1992, valutato al 2060: a) è in equilibrio; b) le riforme varate produrranno risparmi pensionistici crescenti (soprattutto a partire dal 2020) per centinaia di mld (300 mld secondo la RGS) e c) per la severità è (quasi) benchmark in UE27.
L'equilibrio del sistema pensionistico, la severità (arriveremo ai 67 anni della pensione ordinaria prima della Germania) e gli ingenti risparmi di centinaia di mld sono dovuti alle ultime 4 riforme: Prodi-Damiano, 2007 (con effetti soprattutto dal 2011); Berlusconi-Sacconi, 2010 (con effetti dal 2011); Berlusconi-Sacconi, 2011, con effetti dal 2012; e Monti-Fornero, 2011 (che ha esteso il metodo contributivo a tutti), con effetti dal 2012, ma segnatamente dal 2020.
(continua/4)
00:47 su 29/10/2013
5) “Il servizio al debito porta via 4,4 punti di Pil (2,6 in Germania)”.
Falso, l’incidenza percentuale degli interessi passivi sul PIL è pari al 5% nel 2011 e al 5,5% nel 2012.
6) “Sul fronte pensionistico, dunque, occorre mettere nel mirino le pensioni di importo relativamente elevato e ricalcolarle secondo il metodo contributivo. Gli ottimisti dicono che si possono ricuperare 1-2 punti di Pil; i pessimisti circa 1 miliardo di euro. Sembra verosimile una stima conservativa di 5 miliardi di euro (senza negare le difficoltà legali dell'operazione, date le precedenti decisioni della Corte costituzionale su questioni analoghe)”.
Vero ed: a) ci sono i modi per farlo (sono state già presentate proposte di legge formulate in modo da evitare la mannaia della Corte Cost.); e b) i 5 mld sono sottostimati.
AQQ/24 - Spesa pensionistica
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783015.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/analisi-quali-quantitativa24-spesa.html
Falso, l’incidenza percentuale degli interessi passivi sul PIL è pari al 5% nel 2011 e al 5,5% nel 2012.
6) “Sul fronte pensionistico, dunque, occorre mettere nel mirino le pensioni di importo relativamente elevato e ricalcolarle secondo il metodo contributivo. Gli ottimisti dicono che si possono ricuperare 1-2 punti di Pil; i pessimisti circa 1 miliardo di euro. Sembra verosimile una stima conservativa di 5 miliardi di euro (senza negare le difficoltà legali dell'operazione, date le precedenti decisioni della Corte costituzionale su questioni analoghe)”.
Vero ed: a) ci sono i modi per farlo (sono state già presentate proposte di legge formulate in modo da evitare la mannaia della Corte Cost.); e b) i 5 mld sono sottostimati.
AQQ/24 - Spesa pensionistica
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783015.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/analisi-quali-quantitativa24-spesa.html
(continua/5)
00:47) su 29/10/2013
(segue/6)
7) “Per quanto riguarda il servizio al debito, ci sono poche alternative all'apertura di un'ampia stagione di privatizzazioni in mano al Tesoro”.
Falso a metà. Perché voi iperliberisti indicate soltanto le privatizzazioni? Sarebbe necessario pensare ad un mix di misure.
In recessione, la riduzione del debito non è una priorità, anzi è esiziale, salvo che a) non sia finalizzato alla riduzione consistente degli interessi passivi, per liberare risorse congrue da destinare alla crescita; e b) non ricada esclusivamente sui ricchi, gli unici che hanno ora i soldi.
In ogni caso, le opzioni per ridurlo sono essenzialmente 3:
1. come decisero Prodi e Padoa-Schioppa, gradualmente contenendo l’aumento di spesa entro, poniamo, il 50% della variazione del PIL o dell’inflazione, ma occorrono molti anni;
(continua/6)
7) “Per quanto riguarda il servizio al debito, ci sono poche alternative all'apertura di un'ampia stagione di privatizzazioni in mano al Tesoro”.
Falso a metà. Perché voi iperliberisti indicate soltanto le privatizzazioni? Sarebbe necessario pensare ad un mix di misure.
In recessione, la riduzione del debito non è una priorità, anzi è esiziale, salvo che a) non sia finalizzato alla riduzione consistente degli interessi passivi, per liberare risorse congrue da destinare alla crescita; e b) non ricada esclusivamente sui ricchi, gli unici che hanno ora i soldi.
In ogni caso, le opzioni per ridurlo sono essenzialmente 3:
1. come decisero Prodi e Padoa-Schioppa, gradualmente contenendo l’aumento di spesa entro, poniamo, il 50% della variazione del PIL o dell’inflazione, ma occorrono molti anni;
(continua/6)
00:45) su 29/10/2013
(segue/7)
2. vendendo asset pubblici oppure, in alternativa, conferendoli ad un fondo che si finanzi sul mercato, a tassi più vantaggiosi, per una cifra importante (almeno 150 mld), ma i beni pubblici: a) sono di tutti; b) sono a garanzia del debito pubblico; e c) in passato, la loro vendita spesso si è risolta in una svendita;
3. varando (come hanno proposto alcuni, anche ricchi) un’imposta patrimoniale e/o un prestito forzoso su una platea selezionata (la meta del decile più ricco, che possiede una ricchezza di circa 2.000 mld), per un ammontare di 150-200 mld.
La maggioranza delle proposte dei ricchi (e dei loro utili idioti ben retribuiti e non) è per l’opzione 2; io sono per la terza opzione, la più equa ed efficace dopo ben 330 mld di manovre correttive della scorsa legislatura molto iniquamente distribuite, ma non bisognerebbe dividersi tra i “poveri” e fare ammuina.
“Piano taglia-debito per la crescita”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792930.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/piano-taglia-debito-per-la-crescita.html
(Fine/7)
2. vendendo asset pubblici oppure, in alternativa, conferendoli ad un fondo che si finanzi sul mercato, a tassi più vantaggiosi, per una cifra importante (almeno 150 mld), ma i beni pubblici: a) sono di tutti; b) sono a garanzia del debito pubblico; e c) in passato, la loro vendita spesso si è risolta in una svendita;
3. varando (come hanno proposto alcuni, anche ricchi) un’imposta patrimoniale e/o un prestito forzoso su una platea selezionata (la meta del decile più ricco, che possiede una ricchezza di circa 2.000 mld), per un ammontare di 150-200 mld.
La maggioranza delle proposte dei ricchi (e dei loro utili idioti ben retribuiti e non) è per l’opzione 2; io sono per la terza opzione, la più equa ed efficace dopo ben 330 mld di manovre correttive della scorsa legislatura molto iniquamente distribuite, ma non bisognerebbe dividersi tra i “poveri” e fare ammuina.
“Piano taglia-debito per la crescita”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792930.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/piano-taglia-debito-per-la-crescita.html
(Fine/7)
11:42 su 29/10/2013
Promemoria per reperire risorse:
Fabrizio Saccomanni: "Tasseremo i capitali in Svizzera. Un saldo per chiudere il passato"
L'Huffington Post | Pubblicato: 28/07/2013 11:20 CEST | Aggiornato: 28/07/2013 12:31 CEST
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/28/fabrizio-saccomanni-tasseremo-capitali_n_3666016.html?utm_hp_ref=italy
Riporto il mio commento in calce all’articolo:
“Per ragguagliare sugli ammontari in gioco, traggo dal mio post “Pro-memoria delle misure anticrisi”, nota 5:
“[…] Nel caso italiano, l'una tantum sarebbe circa del 25% dei 150 miliardi di euro stimati, secondo indiscrezioni di stampa, quindi pari a 37,5 miliardi di euro di incassi. Un bel colpo. Inoltre quanto alla tassazione sugli interessi, facendo una proporzione analoga a quella prevista dagli accordi austriaci, l'Erario italiano potrebbe contare su 625 milioni di incassi all'anno. Insomma non proprio noccioline. Vale la pena pensarci e verificare se non valga la pena di seguire le orme tedesche e ora austriache. Alle casse statali non farebbe che bene”. di Vittorio Da Rold - http://24o.it/Hywx4
“Promemoria delle misure anti-crisi”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761788.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/promemoria-delle-misure-anti-crisi.html
(continua/1)
Fabrizio Saccomanni: "Tasseremo i capitali in Svizzera. Un saldo per chiudere il passato"
L'Huffington Post | Pubblicato: 28/07/2013 11:20 CEST | Aggiornato: 28/07/2013 12:31 CEST
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/28/fabrizio-saccomanni-tasseremo-capitali_n_3666016.html?utm_hp_ref=italy
Riporto il mio commento in calce all’articolo:
“Per ragguagliare sugli ammontari in gioco, traggo dal mio post “Pro-memoria delle misure anticrisi”, nota 5:
“[…] Nel caso italiano, l'una tantum sarebbe circa del 25% dei 150 miliardi di euro stimati, secondo indiscrezioni di stampa, quindi pari a 37,5 miliardi di euro di incassi. Un bel colpo. Inoltre quanto alla tassazione sugli interessi, facendo una proporzione analoga a quella prevista dagli accordi austriaci, l'Erario italiano potrebbe contare su 625 milioni di incassi all'anno. Insomma non proprio noccioline. Vale la pena pensarci e verificare se non valga la pena di seguire le orme tedesche e ora austriache. Alle casse statali non farebbe che bene”. di Vittorio Da Rold - http://24o.it/Hywx4
“Promemoria delle misure anti-crisi”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761788.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/promemoria-delle-misure-anti-crisi.html
(continua/1)
11:37 su 29/10/2013
(segue/2)
Inoltre, rammento che, oltre ai capitali esportati illegalmente in Svizzera, rimane da affrontare anche quello del recupero dell’IVA sui capitali “scudati”.
Traggo dal mio post “Tre misfatti quasi sconosciuti del fu governo dei tecnici”
“IVA sui capitali “scudati”.
Il terzo misfatto riguarda i capitali “scudati”, che, per volere del governo Berlusconi-Tremonti, poterono rientrare in Italia pagando appena il 5%. Il governo Monti, facendo un grazioso regalo ai ricchi evasori, ha varato una norma apposita per impedire il recupero dell’IVA su tali capitali.
Ho ricavato questa notizia, che anche io ignoravo del tutto, dall’ultima newsletter (la n. 47 del maggio 2013) dell’europarlamentare dell’IDV Niccolò Rinaldi (la sottolineatura è mia):
2. La vera battaglia dell'Europa: contro la grande evasione […]”.
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783861.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/tre-misfatti-quasi-sconosciuti-del-fu.html
(Fine/2)
Inoltre, rammento che, oltre ai capitali esportati illegalmente in Svizzera, rimane da affrontare anche quello del recupero dell’IVA sui capitali “scudati”.
Traggo dal mio post “Tre misfatti quasi sconosciuti del fu governo dei tecnici”
“IVA sui capitali “scudati”.
Il terzo misfatto riguarda i capitali “scudati”, che, per volere del governo Berlusconi-Tremonti, poterono rientrare in Italia pagando appena il 5%. Il governo Monti, facendo un grazioso regalo ai ricchi evasori, ha varato una norma apposita per impedire il recupero dell’IVA su tali capitali.
Ho ricavato questa notizia, che anche io ignoravo del tutto, dall’ultima newsletter (la n. 47 del maggio 2013) dell’europarlamentare dell’IDV Niccolò Rinaldi (la sottolineatura è mia):
2. La vera battaglia dell'Europa: contro la grande evasione […]”.
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783861.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/tre-misfatti-quasi-sconosciuti-del-fu.html
(Fine/2)
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