venerdì 29 maggio 2015

Analisi quali-quantitativa/22 - Le cifre di ricchezza, imposte, contributi sociali ed evasione fiscale


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 264 del 14-01-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
AQQ22-Le cifre di ricchezza, imposte, contributi sociali ed evasione fiscale


Avvicinandosi la scadenza elettorale del 24 e 25 febbraio, i giornali stanno sfornando a più non posso analisi economiche relative ai conti pubblici. Per non rischiare di rimanere vittime della solita disinformazione interessata ad opera dei media controllati dai ricchi, fornisco i dati salienti relativi alla ricchezza, alle imposte (Irpef e indirette), ai contributi sociali ed all’evasione fiscale.
NB: Prego segnalare eventuali dati erronei.

Ricchezza
L’Italia ha il 4,7% della ricchezza mondiale, il 3% del PIL e meno dell’1% della popolazione. [1]
“Nel 2007, prima della recessione globale, l’Italia presentava il PIL pro capite più basso tra i paesi del G7, pari al 69 per cento di quello degli Stati Uniti, ma la ricchezza pro capite delle famiglie italiane era l’88 per cento di quella delle famiglie statunitensi, un valore superiore a quello osservato in Francia, Germania, Giappone e Canada”. [2]
“Alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia”.  Il 10% più ricco delle famiglie possedeva il 45,9% della ricchezza netta complessiva. [1]
Evasione
Secondo la Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, l’evasione fiscale ammonta a circa 120 mld l’anno. [3]
Irpef:
• i redditi complessivi ai fini Irpef sono stati (2006) circa 741 miliardi; di questi. 422 mld sono stati dichiarati dai contribuenti con un reddito prevalente da lavoro dipendente, 246 mld da quelli con reddito prevalente da pensione e 72 mld da quelli per i quali prevale una attività economica. Pensionati e lavoratori dipendenti hanno dichiarato il 91,5% dei redditi complessivi ai fini Irpef;
• l'Irpef netta ammontava a 146 mld, comprese le addizionali comunali e regionali; i lavoratori dipendenti ne hanno pagati 88,5, i pensionati 44,5; per differenza, appena 13 mld sono stati pagati dagli indipendenti; cioè l'Irpef è pagata per il 60,6% dai dipendenti, per il 30,4% dai pensionati e per il 9% da imprenditori e autonomi.
I contributi sociali ammontavano a 189 mld, di cui 165 mld (87,3%) versati dai lavoratori dipendenti e 23 mld (12,1%) dagli indipendenti.
La somma del gettito di Irpef e dei contributi è di 344 mld: i lavoratori dipendenti hanno pagato 263,5 mld (76,5%), gli indipendenti 36 mld (10,4%) e i pensionati (che ovviamente non versano contributi) hanno pagato solo l'Irpef e quindi 44,5 mld (12,9%).
Le imposte indirette: i 10,8 milioni di famiglie con a capo un lavoratore dipendente nel 2006 hanno consumato 275,7 mld, i 9,23 milioni di famiglie con a capo un pensionato o ritirato dal lavoro 179 mld e i 2,8 milioni di famiglie con a capo un imprenditore o un lavoratore autonomo 86 mld. Proporzionalmente a questa suddivisione dei consumi, si può stimare che le imposte siano così distribuite: lavoratori dipendenti 81,6 mld, pensionati 52,8 mld, imprenditori e autonomi 25,6 miliardi.
Il prelievo complessivo (Irpef, contributi e imposte indirette) era pari, in totale, a  504 mld, così suddiviso: lavoratori dipendenti 345 mld; pensionati 97,3 mld; lavoratori indipendenti 61,6 mld; vale a dire che lavoratori e pensionati pagavano circa il 90% delle imposte. Ma, secondo l'Istat, i redditi da lavoro dipendente lordi erano invece soltanto il 60% dei redditi primari, mentre il margine operativo netto, cioè l'altro reddito primario da cui originano tutti i redditi da capitale (gli interessi, le rendite, i dividendi e gli utili) era il 40% dei redditi primari. Con una tassazione proporzionale il gettito dovrebbe rispecchiare queste proporzioni; per il dettato costituzionale, che invece prevede la progressività, i redditi da capitale (concentrati nel 12,3% delle famiglie) dovrebbero pagare oltre il 50% delle imposte.

[1] Banca d’Italia, “La ricchezza delle famiglie italiane”, 2012
[2] Lezione Magistrale del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi - Ancona, 5 novembre 2010   http://www.lastampa.it/_web/download/pdf/draghi_51110_ancona.pdf  (se non è attivo, cliccare qui sotto)
[3] Commissione Anagrafe tributaria- Indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nel contrasto all'evasione fiscale


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Piccola appendice:

Infine, rammento:
LE CIFRE DELLE MANOVRE: Le manovre correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL 78/2010 di 24,9 mld; • 2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del governo Berlusconi-Tremonti (DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+60 mld), e una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto salva-Italia), che cifra 32 mld “lordi” (10 sono stati “restituiti” in sussidi e incentivi); • 2012, DL 95/2012 di circa 20 mld. Quindi in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+60 = tot. 165 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld. Se si considerano gli effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: “Il Sole 24 ore”), sono: - Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld; - Governo Monti 63,2 mld. Totale 329,5 mld. Cioè per i sacrifici imposti agli Italiani e gli effetti di risanamento recessivi Berlusconi batte Monti 4 a 1. Per l’equità e l’immagine è anche peggio.
Cfr. Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti

PENSIONI. Dal 1992, sono state varate 8 riforme pensionistiche (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011). Le ultime 4 riforme: Damiano (2007), Sacconi (2010 e 2011) e Fornero (2011)stanno producendo e produrranno nei prossimi decenni risparmi per centinaia di mld. Il totale della spesa pensionistica è al lordo di 40 mld di Irpef (che è una partita di giro) e del TFR. La spesa pensionistica italiana, a differenza degli altri Paesi, include l'assistenza. MISURE. I 330 mld di manovre correttive da inizio legislatura (fonte "Sole-24 ore") sono stati addossati in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri (taglio spesa sociale), ora dovrebbe toccare ai ricchi (10% delle famiglie che possiede il 45,9% della ricchezza totale) sia a mezzo di un'imposta patrimoniale ordinaria a bassa aliquota con franchigia di almeno 800 mila €, sia con un prestito forzoso per ridurre celermente l'enorme debito pubblico e gli ingenti interessi passivi.


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