lunedì 4 maggio 2015

Il caso di P.: interpretazione di un incubo/14/Le principesse sul pisello

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 160 del 02-07-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il caso di P.: interpretazione di un incubo/14/Le principesse sul pisello


(segue/14)

Data:
14/09/2011 18:51
Ciao, Vincesko
> Donne
 Come ho scritto nel blog, la questione femminile è fondamentale in sé
 e per risolvere altri problemi importanti. Ma tranne un paio di blogger (tra
 cui la "matta" B.**) non ho ricevuto molti commenti. Non era il posto adatto.
 La donna italiana, come scrisse Geminello Alvi (ma non ricordo
 esattamente la bella espressione) è un'angolosa rompiballe. Io aggiungo
 che è lamentosa. Noi uomini siamo spesso peggio, ma siamo meno
 importanti e quindi facciamo meno danni.
Ahi ahi ahi, qui mi inviti a nozze (ossia aizzi il mio desiderio di polemizzare)
Non sono d'accordo. In primis le generalizzazione (scusami) mi danno una forma grave di orticaria.
Come fai a definire "la donna" (italiana o giapponese poco importa)?
Conosco donne (e anche uomini) angolose o accomodanti, oppure lunatiche che un giorno sono in un modo e un giorno nell'altro, lo stesso vale per il rompiballismo (che andrebbe definito meglio), sul lamentoso dissento recisamente.
Non perché non mi vengano in mente esempi di femmine lamentose, anzi. Mia madre e mia sorella sono campionesse a livello mondiale.
Io credo però di avere tanti difetti, ma non questo.
Dico "credo" perché quelli che dicono "non mi lamento mai" di solito sono i peggiori.
Ogni tanto, confesso, lo faccio. Ma, direi, raramente.
Lo dico appoggiandomi a una "base statistica" di fatti:
- mio marito mi sgrida (siamo arrivati a litigare, o almeno a discutere animatamente) perché "minimizzo sempre"
- parenti e amici, e persino la psicologa di un blog che frequento, pensano che sia un'allegrona che nella vita ha avuto sempre fortuna e mai o quasi mai un problema. La cosa inquietante è che in quel blog sanno, tanto per dirne una, che sono stata in ballo quasi 6 mesi con due gambe rotte e senza lavoro... forse pensano sia stata una vacanza :)))
La tipa mi ha detto che è bello come prendo la vita con allegria, e forse, dico forse, non ha nemmeno tutti i torti, perché il lato buffo lo cerco sempre. Però quando ho letto quella frase mi sono girati un filino i cabasisi.
Torniamo al rompiballe.
A "proposito" o a "sproposito"?
Cerco di spiegarmi meglio.
Mi ritengo una rompiballe di prima, ma "a proposito". E anche verso me stessa (vedi sensi di colpa eh eh)
Non mi piacciono i lavori fatti "un tanto al pezzo", chi non ci mette "del suo", chi fa tanto fumo e poco arrosto.
Se faccio un test cerco di tirar fuori una gamma di casi prova più ampia possibile (e se trovo errori "spacco i cabasisi" finché sono corretti), se vado su un progetto cerco di sviscerare tutti i problemi col Cliente (anche quelli che potrebbero dare "grane" quando ormai il progetto è finito da un pezzo), ecc ecc ecc
E nei rapporti personali se qualcosa non mi va lo dico.
Tutto questo almeno PROVO a farlo coi dovuti modi, e cercando di mettermi nei panni dell'interlocutore, ma accomodante proprio non mi definirei, quando si tratta di lavoro, di etica o di scelte importanti.
In compenso ho visto gente (non solo donne) far fiere per quelle che secondo me erano "quisquiglie, pinzillacchere". Diamine, si può essere anche un po' "easy going" nella vita!
Ovviamente è tutto soggettivo.
Anche l'ipocrisia mi fa venire l'orticaria, in questi due anni ho messo a posto tanti tassellini a questo proposito.
Dimenticavo: ho conosciuto persone, ahimé nel 90% dei casi donne, che classificherei "guastafeste": non andiamo di lì perché ho mal di piedi (non potresti scendere dai trampoli?), non andiamo in quel posto a mangiare perché sono a dieta, non toccatemi che son di pastafrolla (quando c'è per esempio da collegare dei cavi e simili)... persone deleterie sempre, devastanti nei progetti in trasferta. NON FACCIO PARTE DELLA CATEGORIA, ci tengo a precisarlo!!!! :)))
Circa l'angolosità... se vuoi ti presento SCHIERE di miei Utenti, sia uomini che donne!!!!!!!!!!!!! La maggior parte uomini però (non perché più angolosi, semplicemente perché la maggior parte degli informatici sono di sesso maschile).
Non credo di essere angolosa, né permalosa (almeno, non più di tanto).
In compenso sono iraconda e collerica, o meglio lo sarei potenzialmente ma mi controllo.
Ultimamente c'è stato un episodio che mi ha dato molta soddisfazione, per me è una vittoria. Ho tirato fuori una serie di "rospi" con un'amica infrangendo il velo di ipocrisia che avrebbe voluto glissassi ma, nello stesso tempo, senza perdere il controllo né alzare la voce, con calma.
Questo in una situazione di "emergenza" e per telefono, il che peggiora
molto le cose. Ovviamente le devo una spiegazione più approfondita a voce, il che dovrebbe avvenire questo week-end, ma la fase più importante, l'ammettere il problema, c'è stata.

Sogno.
Sto leggendo un libro di Fromm ("Avere o essere").
Sono assolutamente d'accordo coi seguenti passi [è esattamente il percorso che la “resistenza”, in concreto, le sta impedendo di completare, ndr]:
- ammettere l'esistenza del problema di sofferenza
- indagare sulle cause
- convincersi che sia possibile risolvere ma solo rimuovendo (o arginando) le cause
- lavorare per rimuovere o arginare le cause
Il problema, chiaramente, non è il sogno, quello è solo il segnale d'allarme.
Alcune "cause" in tanti anni le ho arginate, ma il lavoro è ancora parecchio.
Ora sto lavorando sull'ipocrisia, sull'autenticità dei rapporti.
E anche tu mi hai dato una mano, sicuramente.
Quindi puoi tirartela!!!! :))) (scherzo)
Buona serata
P.

Data:
15/09/2011 19:55
Ciao P.,
Certo, è bizzarro che tu abbia esordito dicendo che non eri d'accordo. E, se eri d'accordo, che avresti scritto, sulle donne? :) (Gli uomini sono peggio, ma, lo ripeto, sono meno importanti e perciò fanno meno danni).
Non è solo nelle famiglie di mafia, che è la donna che tramanda la cattiveria e l'odio. Specularmente, è la donna-madre, soprattutto, che dà l'impronta alla prole, nel bene, nelle regole. Il senso civico, la cultura civica dipendono dal padre e dalla madre, ma è la madre che crea le condizioni favorevoli o sfavorevoli. Sarebbe interesse dello Stato incentivare, attraverso la madre, il capitale sociale di una comunità come la nostra, in cui è troppo sviluppato il senso di appartenenza alla famiglia rispetto all'appartenenza alla Nazione, all'intera collettività.

Sogno
Hai fatto bene col chiarimento con la tua amica. Abbasso l'ipocrisia. E' un passo in avanti, nel tuo percorso di rivalutazione dell'io. Ma, senza fare il passo più lungo della gamba, sarebbe utile forse tu cominciassi a riflettere ad alta voce e rispondessi, se e quando te la senti, alla domanda che ti ho fatto (ovviamente, l'omissione non è casuale): in che modo attaccare il senso di colpa e potenziare l'autostima? Sei d'accordo che questo è il nocciolo del problema?
Per quanto riguarda l'elemento scatenante - l'insuccesso - ti posso ripetere ciò che s'insegna nei buoni corsi di vendita: l'insuccesso è normale, il successo è merito del venditore. Anche nella vita in generale, è così. Di fronte all'insuccesso, la persona intelligente analizza ciò che è successo, fa tesoro degli eventuali errori commessi, resetta il resto e guarda avanti alla meta successiva.
Buona serata,
V.

Data:
16/09/2011 21:10
Ciao, Vincesko
> Certo, è bizzarro che tu abbia esordito dicendo che non eri
 d'accordo. E, se eri d'accordo, che avresti scritto, sulle donne? :) (Gli
 uomini sono  peggio, ma, lo ripeto, sono meno importanti e perciò fanno
 meno danni).
Temo ci siano sotto una serie di equivoci, che è opportuno chiarire.
Intanto, non ero d'accordo sulla generalizzazione. Infatti non sono d'accordo nemmeno sulla frase "gli uomini sono peggio". Secondo me non ha molto senso parlare di uomini, donne, giovani, anziani, ecc ecc ecc se non forse a grandi linee, tenendo presente che si parla al massimo di una tendenza, con moltissime eccezioni.
Spero inoltre che tu abbia torto pensando che la madre tramandi cattiveria e odio, sennò tra mia madre e mia suocera (parlo del rapporto col figlio, con la nuora il conflitto sarebbe abbastanza normale) siamo fritti.  :)))
Ma l'equivoco grande emerge da questa tua frase
> Per quanto riguarda l'elemento scatenante - l'insuccesso - ...
Vincesko, di quale insuccesso parli?
E qui ho riflettuto.
Dato l'argomento delle nostre mail, il sogno e dintorni, con retrospettiva sul passato eccetera, hai sentito più mie "menate", sfighe e paranoie tu in poche settimane che la mia migliore amica in trent'anni.
Ci credo tu ti sia fatto l'idea di una persona lamentosa e con autostima rasoterra!
Sarebbe opportuna anche qualche definizione.
Lamentosa è per me una persona che, a parte piangersi addosso, altro non fa. Non muove un dito per risolvere la situazione, o per parlarne con chi di dovere. Si sfoga invece con terzi, spesso con l'intenzione, conscia o inconscia, di ricattarli o farli sentire in colpa. Il suo ritornello preferito è "come sono sfortunata", ecc ecc ecc.
Ecco posso accettare di essere definita rombiballe, e magari pure angolosa (anche qui sarebbero opportune definizioni, secondo me c'è essere angolosa e/o lamentosa implica rompiballe ma non vale il viceversa), LAMENTOSA NO E POI NO.
Se fossi stata lamentosa (nell'accezione da me definita sopra) sarei ancora a frignare a casa dei miei.
Oppure mi sarei disperata, anziché rimboccarmi le maniche, quando ho perso il lavoro la prima volta.
O ancora avrei dato i numeri quando contemporaneamente P. è diventato cieco, a me hanno diagnosticato un cancro e abbiamo perso il lavoro entrambi.
E non è stato simpatico neppure rompersi entrambe le gambe e riperdere entrambi il lavoro.
Eppure siamo qua, e pure abbastanza sereni, tutto sommato.
Una volta mi hanno definita "ottimista sul lungo termine" e, in effetti, penso avessero ragione. Sul breve non è che sia proprio pessimista (dentro di me so che ce la posso fare, per esempio se ho una grana sul lavoro) ma sono ansiosa, temo si verifichino le circostanze più strane e sfigate (il che alle volte capita, ma finora una soluzione l'ho trovata comunque).
Quando ho letto la tua frase sull'insuccesso sono rimasta basita, devo aver dato un'immagine distorta.
A dire la verità, tutto sommato, mi ritengo piuttosto fortunata.
E non è nemmeno vero che abbia una bassa autostima, ti dirò.
Ho avuto una famiglia d'origine disastrosa, ma in compenso (e toccando ferro) ne ho formata un'altra felice. La cicogna non si è fatta vedere, questo in effetti mi spiace, ma me ne sono fatta una ragione. Come diceva il prete che ci ha sposato, ci sono molti modi per essere fecondi.
Sul lavoro penso che la soddisfazione sia data soprattutto dallo svolgere un'attività che ti piace e dalla stima di colleghi e Clienti, e non mi posso lamentare da questo punto di vista.
Riguardo l'autostima, ho scoperto in questi ultimi tempi di essere anche abbastanza coraggiosa, cosa che non avrei mai supposto in passato. Mi sono sempre considerata una fifona da campionato mondiale.
Che vuoi di più?
Tu dirai, ma allora perché i sensi di colpa?
Ecco, lì un po' c'è da lavorare.
Credo che il giorno in cui uno si sente completamente soddisfatto e pensa di non dover più migliorare sia un giorno tragico. Però la molla al miglioramento è positiva, il senso di colpa invece negativo.
Nessuno è perfetto, il mio cervello lo capisce, il mio fegato no (citazione da Guareschi). Così penso spesso che avrei potuto far di più o meglio, anche se il risultato appare soddisfacente.
Mi piacerebbe anche far qualcosa di più per questo mondo in cui viviamo, per, chiamiamolo così, "il prossimo", e qui si apre un argomento che potrebbe tenere 12 volumi e di cui, se vorrai, ti parlerò un'altra volta.
Ah, una puntualizzazione.
Ovviamente mi secca la definizione di mia madre, ma non concordo affatto con lei. E comunque la conoscevo già, anche prima che l'esplicitasse. DAL SUO PUNTO DI VISTA, non dal mio, si potrebbe anche darle ragione, i suoi obiettivi non sono i miei. E comunque ha dato per anni la stessa qualifica a mio padre, si vede che il vocabolo le piace.
Salutone e buona notte
P.

Data:
17/09/2011 11:35
Ciao P.,
Puntualizzazione generale.
Dopo la terza volta, scusami, sono costretto a chiarire una cosa OVVIA: quando parlo "delle donne" (o "degli uomini"), non significa "tutte" (o "tutti"). Ma solo... il 95%. No, scherzo; parlando sul serio: significa che, secondo me, è il carattere, la qualità, il difetto, ecc. prevalente (in senso tecnico: almeno la metà + 1).
Altra puntualizzazione: quando faccio considerazioni generali, non mi riferisco a te, in particolare. Ma il fatto che tu sia irresistibilmente incline a "personalizzare" riveste, spero sarai d'accordo, un significato psicologico duplice: 1) che tu avverti sempre il pericolo che ogni giudizio possa riguardarti; 2) e che quindi tu senti sempre, in modo direi automatico, il bisogno di discolparti.

Donne
Può darsi certamente che io abbia torto, ma come intuizione, corroborata dall'esperienza personale, temo sia vero: è la donna (vogliamo dire soprattutto?) che trasmette l'odio.

Insuccesso
MI sono sem-pli-ce-men-te basato (oltre, beninteso, su ciò che ho potuto dedurre finora) su ciò che hai scritto tu. Ad esempio il 13.9 alle 14:27: "Ho però notato (e ti devo ringraziare) che in genere si manifesta non quando sono genericamente in ansia, ma quando l'ansia è causata da sensi di colpa, o sensazione di "avrei potuto fare di più" (per me frequentissima). Che cos'è, questo, se non un "insuccesso"? Che poi talora o spesso o sempre non sia reale, ma solo percepito da te come tale, non cambia la sostanza della questione, anzi è la spia-conferma che c'è "il" problema.

Lamentosa
Era un riferimento generale (nel senso spiegato sopra): perché hai pensato fosse riferito a te? Vedi? Sei tu che crei il problema, per poter polemizzare/discolparti.

Autostima
Qui, scusami, non sono d'accordo affatto con te. "E" il tuo problema principale (e , aggiungo, delle donne in generale). La tua autodifesa è solo la manifestazione evidente dell'azione della "resistenza" (approfondisci il concetto di "resistenza" in psicanalisi: secondo Freud, ne è uno dei due elementi costitutivi). Lo dimostra il fatto che hai scritto tantissimo di altro, tranne che di questo: per eludere il problema. Tant'è che continui a non rispondere alle mie 2 domande.
Buona giornata,
V.

Data:
17/09/2011 14:19
Ciao, Vincesko
Temo di essere stata un po' "angolosa"  :)))
Ti chiedo scusa per il tono un po' polemico dell'ultima mail.
E ti do ragione su alcuni punti.
> il fatto che tu sia irresistibilmente incline a "personalizzare" riveste un
 significato psicologico duplice: 1) che tu avverti sempre il pericolo che ogni
 giudizio possa riguardarti; 2) e che quindi tu senti sempre, in modo direi
 automatico, il bisogno di discolparti.
Sono veri ENTRAMBI I PUNTI.
Con un'aggiunta: siccome, spesso, mi è capitato di essere mal giudicata (e pure punita) per un, chiamiamolo così, "giudizio sommario" basato su una generalizzazione, non le sopporto, ANCHE SE SONO SICURA NON RIGUARDINO ME, ma altri, tra cui potenziali "innocenti".
Per questo, per esempio, mi viene l'orticaria quando parlano male dei "giovani", degli "anziani", degli "extracomunitari" ecc ecc ecc. Anche se alle volte l'attibuto citato appartiene, statisticamente (maggioranza +1) a quella categoria.
E' anche vero che tendo sempre a trovare l'eccezione.
Questo però dipende anche dal mio lavoro, nell'analisi di un problema per farne un programma informatico l'attenzione alle eccezioni è fondamentale per non trovarsi poi "in braghe de tela" se si verificano e non sono state previste.
Insomma, un po' il mio passato, un po' "deformazione professionale".

> Può darsi certamente che io abbia torto, ma come intuizione,
 corroborata dall'esperienza personale, temo sia vero: è la donna (vogliamo
 dire soprattutto?) che trasmette l'odio.
Parlando di MAGGIORANZE e non di TUTTI (scusa la precisazione, per "tutti" intendo anche il 95%), penso tu abbia ragione, alla fine.
Parlando in generale, è più facile che un uomo sia violento, e una donna subdolamente rancorosa. Faccio fatica a non pensare subito all'eccezione, mia suocera (quando P. era bambino purtroppo non esisteva il Telefono Azzurro). Diciamo che, statisticamente, ho conosciuto molte donne che, anziché cercare di risolvere una situazione chiarendo, anche a costo di un litigio dai toni molto accesi, subiscono APPARENTEMENTE, rivalendosi poi in modo subdolo con musi, lamentele alle spalle, frasi apparentemente non contenenti insulti ma che feriscono in profondità. Mia madre è così, ho giurato a me stessa di non diventare come lei e penso di essere riuscita, almeno finora, a mantenere la parola.
Un rancore sotterraneo mantiene ed alimenta l'odio molto di più di una violenta scenata che finisce lì.
Diverso il caso in cui la violenza diventa fisica, ovviamente.
Per la cronaca: mia suocera è passata dalla modalità violenza fisica, tanti anni fa, a quella psicologica. Parlo sempre dei rapporti con suo figlio.

> Insuccesso
 MI sono sem-pli-ce-men-te basato (oltre, beninteso, su ciò che ho potuto dedurre finora) su ciò che hai scritto tu. Ad esempio il 13.9 alle 14:27: "Ho però notato (e ti devo ringraziare) che in genere si manifesta non quando sono genericamente in ansia, ma quando l'ansia è causata da  sensi di colpa, o sensazione di "avrei potuto fare di più" (per me  frequentissima). Che cos'è, questo, se non un "insuccesso"?
In effetti mi sono espressa maluccio, leggendo quanto sopra riportato con occhi da "terza" ti devo dar ragione.
Manca la "scaletta dei tempi".
Eccola qua:
1) So che il giorno x ci sarà un evento stressante (es. una scadenza di lavoro)
2) Mi preparo perché per il giorno x tutto sia a posto e l'evento abbia successo
3) Il giorno x - 1 mi faccio "le seghe mentali" di cui sopra, penso di non avere fatto abbastanza ecc ecc. Preciso che, obiettivamente, di solito non è vero perché ci tengo molto alla pianificazione, preparazione, test e compagnia bella. Ma qualcosa potrebbe essere sfuggito, potrebbe capitare il caso sfigato, forse si poteva fare meglio,... e via di ansia
4) Il giorno x va tutto bene, di solito, o al massimo c'è qualche problema rimediabile.
Si tratta quindi di PAURA DELL'INSUCCESSO (e della conseguente figuraccia) più che di insuccesso vero e proprio.
E anche l'autostima è altalenante, se mi permetti il termine: il giorno x-1 bassa, il giorno x, DURANTE l'evento, torna alta o, quantomeno, normale. Durante l'evento torno lucida e relativamente tranquilla. Il problema è PRIMA.
Ho anche notato che tutta questa fifa/ansia (chiamala come vuoi) è presente quando io posso influenzare l'esito dell'evento. Se non ci posso far nulla riesco a fare la "coraggiosa"... alle volte essendo VERAMENTE tranquilla, altre riuscendo a "non perdere la faccia", per esempio scherzandoci su (es dal dentista).

> Lamentosa
 Era un riferimento generale (nel senso spiegato sopra): perché hai pensato
 fosse riferito a te? Vedi? Sei tu che crei il problema, per poter
 polemizzare/discolparti.
E' vero!!!  :)))
Ma, vedi, io DETESTO LA CATEGORIA DEI LAMENTOSI.
Questo non significa che non darei loro una mano. Mi fa rabbia l'azione del lamentarsi (se non seguita da altre dirette a risolvere il problema), non la persona. Anzi, lì subentrano altri sensi di colpa (è un vizio, dirai tu :))) ) perché se io vedo qualcuno che soffre e non posso dargli una mano oppure ci provo ma senza successo mi vengono subito.

> hai scritto tantissimo di altro, tranne che di continui a non
 continui [ lapsus calami
, ndr] a non rispondere alle mie 2 domande.
Qui ti chiedo umilmente perdono, non ricordo le 2 domande. Ho provato a guardare nelle mail ma, sarà che sono fusa dopo una mattinata a combattere col VBA e con un'allieva in crisi di panico pre-esame, non le trovo. Me le puoi ripetere, per favore? Prometto che risponderò per prima cosa a quelle
Salutone
P.

P.S. Io capisco benissimo che cerchi di darmi una mano, e di questo ti ringrazio.

(continua/14)


Puntate precedenti:
Post/7/Sogno di una notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744318.html
Post/8/Sogno di una notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744431.html
Post/9/Sogno di una notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744743.html
Post/10/Sogno di una notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744903.html


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