A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 155 del 26-06-12
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il caso di P.:
interpretazione di un incubo/10/Sogno di una notte di mezza estate
(continua/10)
Data:
|
10/08/2011 22:06
|
Ciao,
Vincesko
> 1) Abbiamo allora un quarto elemento: anche le amnesie non sono mai casuali...
A dir la verità nelle bozze ho trovato anche un altro paio di mail. Devo aver combinato un pasticcio. Però...
> 2) La riduzione dell'apparato burocratico pubblico si deve basare soprattutto sul turn over; io poi ritengo fondamentale e prioritario, sia in famiglia che nella famiglia allargata alla società, non ci debbano essere distinzioni tra figli e figliastri.
Turn over è un conto, licenziamenti un altro.
Ho perso il posto di lavoro, 2 volte. Per questo non vorrei mai succedesse a qualcun altro.
Curioso che sia tu a parlare di "figli e figliastri" e io a mettere le mani avanti... visti i miei precedenti di "figliastra" intendo. Ti ho parlato di mia sorella, vero? Lei è sempre stata la super-cocca, con trattamento opposto rispetto al mio.
3) 4) 5)
Qui non ho ben capito... probabilmente c'è una certa confusione riguardo i miei nonni, ovviamente colpa mia che non mi sono spiegata bene.
Riassumo:
I nonni che mi hanno allevata sono quelli paterni. Mi hanno sicuramente dato affetto, fino agli 11 anni. Poi c'è stato un taglio netto, drastico e un "cambio di famiglia" decisamente traumatico. Molti anni dopo con mia zia c'è stato un riavvicinamento, con gli altri ho praticamente rotto i ponti dall'oggi al domani. Quando avevo 13 anni è morto mio zio, che praticamente mi aveva fatto da padre, e ricordo distintamente di NON AVER PROVATO NIENTE. Per me era finito tutto due anni prima. Questi sentimenti di rabbia ora sono in gran parte sfumati, ma ci sono voluti oltre 30 anni.
Riguardo gli incoraggiamenti, non erano il forte di questi nonni, né degli altri, né tanto meno dei miei. Forse mio zio era un po' diverso, ma è un forse.
> In ogni caso, emerge anche chiara la validità del concetto di "catena" tra le generazioni, che ha determinato gli effetti negativi a cascata, nella relazione tra i tuoi nonni e tua madre e tra quest'ultima e te
Ma i miei nonni materni erano persone normalissime!
Forse un pochino freddini, nel senso di non coccoloni e teneroni, ma ci si poteva convivere tranquillamente. Ricordo con loro vacanze molto piacevoli, per esempio.
Probabilmente P., mio marito, fa parte dei "bambini invulnerabili"... anche se le sue ferite le ha avute, eccome.
Un salutone
P.
> 1) Abbiamo allora un quarto elemento: anche le amnesie non sono mai casuali...
A dir la verità nelle bozze ho trovato anche un altro paio di mail. Devo aver combinato un pasticcio. Però...
> 2) La riduzione dell'apparato burocratico pubblico si deve basare soprattutto sul turn over; io poi ritengo fondamentale e prioritario, sia in famiglia che nella famiglia allargata alla società, non ci debbano essere distinzioni tra figli e figliastri.
Turn over è un conto, licenziamenti un altro.
Ho perso il posto di lavoro, 2 volte. Per questo non vorrei mai succedesse a qualcun altro.
Curioso che sia tu a parlare di "figli e figliastri" e io a mettere le mani avanti... visti i miei precedenti di "figliastra" intendo. Ti ho parlato di mia sorella, vero? Lei è sempre stata la super-cocca, con trattamento opposto rispetto al mio.
3) 4) 5)
Qui non ho ben capito... probabilmente c'è una certa confusione riguardo i miei nonni, ovviamente colpa mia che non mi sono spiegata bene.
Riassumo:
I nonni che mi hanno allevata sono quelli paterni. Mi hanno sicuramente dato affetto, fino agli 11 anni. Poi c'è stato un taglio netto, drastico e un "cambio di famiglia" decisamente traumatico. Molti anni dopo con mia zia c'è stato un riavvicinamento, con gli altri ho praticamente rotto i ponti dall'oggi al domani. Quando avevo 13 anni è morto mio zio, che praticamente mi aveva fatto da padre, e ricordo distintamente di NON AVER PROVATO NIENTE. Per me era finito tutto due anni prima. Questi sentimenti di rabbia ora sono in gran parte sfumati, ma ci sono voluti oltre 30 anni.
Riguardo gli incoraggiamenti, non erano il forte di questi nonni, né degli altri, né tanto meno dei miei. Forse mio zio era un po' diverso, ma è un forse.
> In ogni caso, emerge anche chiara la validità del concetto di "catena" tra le generazioni, che ha determinato gli effetti negativi a cascata, nella relazione tra i tuoi nonni e tua madre e tra quest'ultima e te
Ma i miei nonni materni erano persone normalissime!
Forse un pochino freddini, nel senso di non coccoloni e teneroni, ma ci si poteva convivere tranquillamente. Ricordo con loro vacanze molto piacevoli, per esempio.
Probabilmente P., mio marito, fa parte dei "bambini invulnerabili"... anche se le sue ferite le ha avute, eccome.
Un salutone
P.
Data:
|
11/08/2011 20:37
|
Ciao
P.,
Non mi hai mai parlato di tua sorella (amnesia significativa), presumo sia la secondogenita, vero? E' sempre così, ho notato, le mamme severe/castranti si sfogano con la primogenita, poi si addolciscono con la secondogenita.
Raccontami tutto per bene, poi ti rispondo anche sul resto.
Ciao,
V.
Non mi hai mai parlato di tua sorella (amnesia significativa), presumo sia la secondogenita, vero? E' sempre così, ho notato, le mamme severe/castranti si sfogano con la primogenita, poi si addolciscono con la secondogenita.
Raccontami tutto per bene, poi ti rispondo anche sul resto.
Ciao,
V.
Data:
|
12/08/2011 13:26
|
Ciao,
Vincesko
Sì, mia sorella è la secondogenita.
Per la precisione la terzogenita, in mezzo c'è una sorellina morta a poche ore dalla nascita.
> E' sempre così, ho notato, le mamme severe/castranti si
sfogano con la primogenita, poi si addolciscono con la secondogenita.
Un momento. Qui occorre una precisazione.
Prima di tutto chi ha fatto preferenze smodate è più mio padre, per il quale io proprio non esistevo (salvo se voleva sfogarsi con crudeltà varie, mai fisiche, o scenate). Mia madre è anaffettiva tout court.
Secondariamente, nessuno dei due è "severo". Questa sarebbe una qualità, e se portato all'eccesso avrebbe comunque una logica.
No, loro sono "random", non mi viene un termine migliore.
Non esistono regole, salvo il fatto che tu (nel caso specifico, io) hai sempre torto. Per mia sorella valeva il viceversa.
Siamo arrivati al punto che quando lei ha cominciato a, diciamo così, gestire i quattrini molto allegramente (quattrini DI FAMIGLIA, preciso) e la sottoscritta ha osato intervenire per poco non mi fucilano.
Poi lei è andata avanti e loro sempre a intervenire per appianare le situazioni... finché si sono venduti l'appartamento ereditato da mio nonno per pagare debiti vari. Qui si sono, diciamo, un po' seccati. Ma poi tutto è passato, e lei resta una mina vagante.
Un'altra faccenda "suggestiva" riguarda la credibilità.
Mia sorella, mi spiace dirlo, mente come respira. Su tutto, e non sempre per averne un tornaconto (spesso sì, ma lo fa anche "per sport").
Ebbene, a lei credono SEMPRE E COMUNQUE, anche davanti a una prova contraria. A me MAI.
Questo ha comportato con l'andare del tempo il fatto che, quando racconto un fatto qualsiasi, ho sempre il dubbio che l'interlocutore non mi creda, e tendo a minimizzarlo o, se è particolarmente "poco credibile", ometterlo (non volutamente).
Tanto per dirne una recente, mio cugino si è offeso perché non gli ho mai detto che mi avevano diagnosticato un cancro al pancreas, poi hanno optato per una leucemia, e via di seguito. SI ERANO SBAGLIATI, d'accordo, ma sono stati mesi abbastanza pesantucci... e tuttora sarebbe interessante capire che diavolo fosse (quello no, visto che sono viva e vegeta e sono passati 2 anni e mezzo). Anche del fatto che, nel frattempo, mio marito fosse cieco (ora è stato operato) non sapeva nulla.
Mi sono anche chiesta di che diavolo parlassero, in quel periodo, le nostre rispettive madri... ma penso che la mia non abbia mai realizzato in pieno la situazione, nonostante venisse a trovarmi in ospedale.
Mah, non so se sono stata molto chiara ed esaustiva...
Ah, importante, mia sorella ha sempre vissuto coi miei, io sono arrivata fresca fresca a 11 anni, lei ne aveva 5.
Se hai altre domande, sono qua.
Salutone
P.
Sì, mia sorella è la secondogenita.
Per la precisione la terzogenita, in mezzo c'è una sorellina morta a poche ore dalla nascita.
> E' sempre così, ho notato, le mamme severe/castranti si
sfogano con la primogenita, poi si addolciscono con la secondogenita.
Un momento. Qui occorre una precisazione.
Prima di tutto chi ha fatto preferenze smodate è più mio padre, per il quale io proprio non esistevo (salvo se voleva sfogarsi con crudeltà varie, mai fisiche, o scenate). Mia madre è anaffettiva tout court.
Secondariamente, nessuno dei due è "severo". Questa sarebbe una qualità, e se portato all'eccesso avrebbe comunque una logica.
No, loro sono "random", non mi viene un termine migliore.
Non esistono regole, salvo il fatto che tu (nel caso specifico, io) hai sempre torto. Per mia sorella valeva il viceversa.
Siamo arrivati al punto che quando lei ha cominciato a, diciamo così, gestire i quattrini molto allegramente (quattrini DI FAMIGLIA, preciso) e la sottoscritta ha osato intervenire per poco non mi fucilano.
Poi lei è andata avanti e loro sempre a intervenire per appianare le situazioni... finché si sono venduti l'appartamento ereditato da mio nonno per pagare debiti vari. Qui si sono, diciamo, un po' seccati. Ma poi tutto è passato, e lei resta una mina vagante.
Un'altra faccenda "suggestiva" riguarda la credibilità.
Mia sorella, mi spiace dirlo, mente come respira. Su tutto, e non sempre per averne un tornaconto (spesso sì, ma lo fa anche "per sport").
Ebbene, a lei credono SEMPRE E COMUNQUE, anche davanti a una prova contraria. A me MAI.
Questo ha comportato con l'andare del tempo il fatto che, quando racconto un fatto qualsiasi, ho sempre il dubbio che l'interlocutore non mi creda, e tendo a minimizzarlo o, se è particolarmente "poco credibile", ometterlo (non volutamente).
Tanto per dirne una recente, mio cugino si è offeso perché non gli ho mai detto che mi avevano diagnosticato un cancro al pancreas, poi hanno optato per una leucemia, e via di seguito. SI ERANO SBAGLIATI, d'accordo, ma sono stati mesi abbastanza pesantucci... e tuttora sarebbe interessante capire che diavolo fosse (quello no, visto che sono viva e vegeta e sono passati 2 anni e mezzo). Anche del fatto che, nel frattempo, mio marito fosse cieco (ora è stato operato) non sapeva nulla.
Mi sono anche chiesta di che diavolo parlassero, in quel periodo, le nostre rispettive madri... ma penso che la mia non abbia mai realizzato in pieno la situazione, nonostante venisse a trovarmi in ospedale.
Mah, non so se sono stata molto chiara ed esaustiva...
Ah, importante, mia sorella ha sempre vissuto coi miei, io sono arrivata fresca fresca a 11 anni, lei ne aveva 5.
Se hai altre domande, sono qua.
Salutone
P.
Data:
|
12/08/2011 20:43
|
Ciao
P.,
Hai introdotto un altro elemento interessante.
La menzogna è un meccanismo di difesa e nello stesso tempo un segno di debolezza; la si apprende da piccoli, per imitazione dai genitori bugiardi e per difesa da genitori severi, repressivi. Poi, una volta introiettata, poiché è abbinata in fondo a scarsa autostima, diventa un'abitudine, talora persino patologica.
http://www.psychologies.it/Coaching/Autopsy/Perche-dico-sempre-bugie
Bugiardi patologici e bugiardi compulsivi
http://www.psicologoinrete.com/Articoli/bugiapatologica.html
Difficile per me darti un'interpretazione corretta, non conoscendo i tuoi genitori; posso solo ipotizzare che abbiano agito due forze (o prassi) contrastanti: da una parte, anche se a te pare impossibile (ma la "crudeltà" da te lamentata nei tuoi riguardi di tuo padre mal si concilia con un'assenza di sua severità in assoluto), un atteggiamento severo (oltre che anaffettivo) con tua sorella da piccola o almeno così percepito da lei, che ne ha fatta una persona insicura; dall'altra, un atteggiamento iperprotettivo (cioè fortissimo) e troppo indulgente nei suoi riguardi, innescato e/o rafforzato da un sentimento di colpa e timore alimentato in lui dall'aver abbandonato/perso te (può essere!, almeno inconsapevolmente) e/o poi perduto anche la seconda figlia.
Tu hai fatto da capro espiatorio del suo senso di colpa (che rimanda presumibilmente agli effetti della famigerata "catena").
Quindi c'è, a mio avviso, un comune denominatore tra te e tua sorella: la scarsa autostima, che in tua sorella alimenta i suoi comportamenti incongrui e la menzogna ed in te (oltre al sogno) la reticenza (che è una forma di bugia: di omissione) e che, almeno in parte (può coesistere con la riservatezza, la ritrosia a mettere in piazza i propri problemi, appresa in famiglia), spiega anche perché tu non hai confidato a tuo cugino il grave problema (rivelatosi poi per fortuna un falso problema!) della diagnosi di cancro.
Tu adesso, giustamente, te la prendi con tua sorella, ne sei forse gelosa/invidiosa, ma tutto sommato, te l'ho già scritto, a giudicare da come tu sei adesso, sei stata più fortunata di lei ad iniziare la convivenza coi tuoi "terribili" genitori soltanto quando avevi già 11 anni... Cerca di tenerne conto e, soprattutto, se ci riesci, di non alimentare troppo la... "catena".
Buona serata,
V.
Hai introdotto un altro elemento interessante.
La menzogna è un meccanismo di difesa e nello stesso tempo un segno di debolezza; la si apprende da piccoli, per imitazione dai genitori bugiardi e per difesa da genitori severi, repressivi. Poi, una volta introiettata, poiché è abbinata in fondo a scarsa autostima, diventa un'abitudine, talora persino patologica.
http://www.psychologies.it/Coaching/Autopsy/Perche-dico-sempre-bugie
Bugiardi patologici e bugiardi compulsivi
http://www.psicologoinrete.com/Articoli/bugiapatologica.html
Difficile per me darti un'interpretazione corretta, non conoscendo i tuoi genitori; posso solo ipotizzare che abbiano agito due forze (o prassi) contrastanti: da una parte, anche se a te pare impossibile (ma la "crudeltà" da te lamentata nei tuoi riguardi di tuo padre mal si concilia con un'assenza di sua severità in assoluto), un atteggiamento severo (oltre che anaffettivo) con tua sorella da piccola o almeno così percepito da lei, che ne ha fatta una persona insicura; dall'altra, un atteggiamento iperprotettivo (cioè fortissimo) e troppo indulgente nei suoi riguardi, innescato e/o rafforzato da un sentimento di colpa e timore alimentato in lui dall'aver abbandonato/perso te (può essere!, almeno inconsapevolmente) e/o poi perduto anche la seconda figlia.
Tu hai fatto da capro espiatorio del suo senso di colpa (che rimanda presumibilmente agli effetti della famigerata "catena").
Quindi c'è, a mio avviso, un comune denominatore tra te e tua sorella: la scarsa autostima, che in tua sorella alimenta i suoi comportamenti incongrui e la menzogna ed in te (oltre al sogno) la reticenza (che è una forma di bugia: di omissione) e che, almeno in parte (può coesistere con la riservatezza, la ritrosia a mettere in piazza i propri problemi, appresa in famiglia), spiega anche perché tu non hai confidato a tuo cugino il grave problema (rivelatosi poi per fortuna un falso problema!) della diagnosi di cancro.
Tu adesso, giustamente, te la prendi con tua sorella, ne sei forse gelosa/invidiosa, ma tutto sommato, te l'ho già scritto, a giudicare da come tu sei adesso, sei stata più fortunata di lei ad iniziare la convivenza coi tuoi "terribili" genitori soltanto quando avevi già 11 anni... Cerca di tenerne conto e, soprattutto, se ci riesci, di non alimentare troppo la... "catena".
Buona serata,
V.
Data:
|
13/08/2011 08:25
|
Ciao,
Vincesko
Illuminanti i due link che mi hai mandato.
Mia sorella è sicuramente una bugiarda patologica, ed è manipolatrice esattamente come mia madre (che in materia è un campione mondiale).
Mi sembra opportuno qui dire che per anni e anni mia madre ha recitato la parte della "buona" (per quanto sempre molto freddina) con mio padre "cattivo", anche con me.
In realtà lui non è proprio un angioletto da cattedrale, ma forse se avesse avuto un'altra donna...
> Tu adesso, giustamente, te la prendi con tua sorella, ne sei forse
gelosa/invidiosa
Ecco, meglio chiarire
In passato mi faceva una gran rabbia, e ovviamente c'era molta gelosia. Ora non più.
Mia sorella non fa una bella vita, tutto il contrario.
Si è chiusa da sola in una prigione da cui non riesce a uscire, e purtroppo non ha nessuna intenzione di farlo, e se ti avvicini ti morde (in senso figurato).
No, non ci sono più invidia né gelosia. Però c'è PAURA, perché lei è una mina vagante, una ne pensa e cento ne fa. anaffettiva e senza nessunissimo scrupolo di tipo morale.
Mio padre invece è, o meglio era (ora non c'è più con la testa) un tipo "Sturm und drang". Non è assolutamente anaffettivo, per un lungo periodo per me ha provato odio, non indifferenza. La motivazione non la capisco, ho pensato anche che mio padre non fosse tale (questo spiegherebbe in effetti molte cose) ma questa ipotesi si è dimostrata al 99% campata in aria.
> spiega anche perché tu non hai confidato a tuo cugino il grave problema
(rivelatosi poi per fortuna un falso problema!) della diagnosi di cancro
Diciamo che si è rivelato un problema di portata minore.
Restano due anni di m..., io e mio marito entrambi senza lavoro, lui cieco, io che comunque stavo male... Anche ora non è simpaticissimo avere gli indici infiammatori "alla viva il parroco" e non capire perché. Ovviamente, sono ancora qui viva e questa è la cosa più importante.
Ma, vedi, anche con te riesco a farlo... presento quello che mi succede come se fossero "quisquiglie, pinzillacchere".
Corrispondo con molti conoscenti.
Sinceramente, trovo odioso piangermi addosso (sì, lo so, ora lo sto facendo, chiedo venia ma mi hai tirato dentro nel discorso).
Risultato: mi sono accorta che percepiscono il periodo in cui sono stata forzatamente "a riposo" con due gambe rotte come una "vacanza".
Il fatto che una cerchi di raccontare aneddoti magari buffi e non metta giù "una melonera" (come si dice da noi, non mi viene termine migliore) di lamentele in tono straziante non vuol dire che un po' di solidarietà le farebbe schifo...
Scusa lo sfogo, sono proprio un po' stufa di questo andazzo.
Dovrei imparare, forse, a "metterla giù dura" e attaccare un rosario di lamentele da prefica come alcune persone che conosco? ce n'è una che, durante il bellissimo periodo che ti ho descritto, ha intonato una specie di De Profundis levando altissimi lai perché, nell'ordine:
- è statale e prende poco di stipendio (e lo va a dire a due senza lavoro e la mia amica allora "in cassa")
- soffre di disturbi quali artrosi cervicale, mal di schiena e similari, con descrizione particolareggiata dei dolori, roba che nemmeno i condannati dalla Santa Inquisizione
- non riesce a fare due viaggi, nel posto X e nel posto Y, perché c'è un problema di sovrapposizione di date o simili, e quindi deve scegliere.
Ti assicuro che questa persona è stata ascoltata, eccome, e mi sono sentita dire che, poverina, è sfortunata.
Molti anni fa avevo un collega che, ogni volta che lo incontravo, mi diceva "tu si che vai bene".
Era un periodo infernale. Non gli ho elencato tutti i particolari ma alcuni li conosceva sicuramente (avevo preso giorni di ferie per gravi problemi familiari), gli ho fatto presente che la frase proprio non ci stava e, per favore, la smettesse.
Cosa pensi che abbia fatto?
Bene, ora sono io quella noiosa, lamentosa, blaterante e sicuramente mi sentirò dire che sono esagerata.
Trovo anche vagamente buffo stare raccontando tutto questo a un (quasi) sconosciuto, che è veramente un tesoro a starmi a "sentire" e darmi consigli.
Secondo me dovevi fare lo psicologo, avresti avuto un successone.
E tu come stai? qui faccio sempre un monologo, non mi sembra moltocorretto
Salutone
P.
Illuminanti i due link che mi hai mandato.
Mia sorella è sicuramente una bugiarda patologica, ed è manipolatrice esattamente come mia madre (che in materia è un campione mondiale).
Mi sembra opportuno qui dire che per anni e anni mia madre ha recitato la parte della "buona" (per quanto sempre molto freddina) con mio padre "cattivo", anche con me.
In realtà lui non è proprio un angioletto da cattedrale, ma forse se avesse avuto un'altra donna...
> Tu adesso, giustamente, te la prendi con tua sorella, ne sei forse
gelosa/invidiosa
Ecco, meglio chiarire
In passato mi faceva una gran rabbia, e ovviamente c'era molta gelosia. Ora non più.
Mia sorella non fa una bella vita, tutto il contrario.
Si è chiusa da sola in una prigione da cui non riesce a uscire, e purtroppo non ha nessuna intenzione di farlo, e se ti avvicini ti morde (in senso figurato).
No, non ci sono più invidia né gelosia. Però c'è PAURA, perché lei è una mina vagante, una ne pensa e cento ne fa. anaffettiva e senza nessunissimo scrupolo di tipo morale.
Mio padre invece è, o meglio era (ora non c'è più con la testa) un tipo "Sturm und drang". Non è assolutamente anaffettivo, per un lungo periodo per me ha provato odio, non indifferenza. La motivazione non la capisco, ho pensato anche che mio padre non fosse tale (questo spiegherebbe in effetti molte cose) ma questa ipotesi si è dimostrata al 99% campata in aria.
> spiega anche perché tu non hai confidato a tuo cugino il grave problema
(rivelatosi poi per fortuna un falso problema!) della diagnosi di cancro
Diciamo che si è rivelato un problema di portata minore.
Restano due anni di m..., io e mio marito entrambi senza lavoro, lui cieco, io che comunque stavo male... Anche ora non è simpaticissimo avere gli indici infiammatori "alla viva il parroco" e non capire perché. Ovviamente, sono ancora qui viva e questa è la cosa più importante.
Ma, vedi, anche con te riesco a farlo... presento quello che mi succede come se fossero "quisquiglie, pinzillacchere".
Corrispondo con molti conoscenti.
Sinceramente, trovo odioso piangermi addosso (sì, lo so, ora lo sto facendo, chiedo venia ma mi hai tirato dentro nel discorso).
Risultato: mi sono accorta che percepiscono il periodo in cui sono stata forzatamente "a riposo" con due gambe rotte come una "vacanza".
Il fatto che una cerchi di raccontare aneddoti magari buffi e non metta giù "una melonera" (come si dice da noi, non mi viene termine migliore) di lamentele in tono straziante non vuol dire che un po' di solidarietà le farebbe schifo...
Scusa lo sfogo, sono proprio un po' stufa di questo andazzo.
Dovrei imparare, forse, a "metterla giù dura" e attaccare un rosario di lamentele da prefica come alcune persone che conosco? ce n'è una che, durante il bellissimo periodo che ti ho descritto, ha intonato una specie di De Profundis levando altissimi lai perché, nell'ordine:
- è statale e prende poco di stipendio (e lo va a dire a due senza lavoro e la mia amica allora "in cassa")
- soffre di disturbi quali artrosi cervicale, mal di schiena e similari, con descrizione particolareggiata dei dolori, roba che nemmeno i condannati dalla Santa Inquisizione
- non riesce a fare due viaggi, nel posto X e nel posto Y, perché c'è un problema di sovrapposizione di date o simili, e quindi deve scegliere.
Ti assicuro che questa persona è stata ascoltata, eccome, e mi sono sentita dire che, poverina, è sfortunata.
Molti anni fa avevo un collega che, ogni volta che lo incontravo, mi diceva "tu si che vai bene".
Era un periodo infernale. Non gli ho elencato tutti i particolari ma alcuni li conosceva sicuramente (avevo preso giorni di ferie per gravi problemi familiari), gli ho fatto presente che la frase proprio non ci stava e, per favore, la smettesse.
Cosa pensi che abbia fatto?
Bene, ora sono io quella noiosa, lamentosa, blaterante e sicuramente mi sentirò dire che sono esagerata.
Trovo anche vagamente buffo stare raccontando tutto questo a un (quasi) sconosciuto, che è veramente un tesoro a starmi a "sentire" e darmi consigli.
Secondo me dovevi fare lo psicologo, avresti avuto un successone.
E tu come stai? qui faccio sempre un monologo, non mi sembra moltocorretto
Salutone
P.
(segue/10)
Puntate
precedenti:
Post/1/Antefatto http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2743111.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/il-caso-p-interpretazione-di-un.html
Post/2/P. http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2743389.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/il-caso-di-p-interpretazione-di-un.html
Post/3/Il sogno famoso http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2743528.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/il-caso-di-p-interpretazione-di-un_30.html
Post/4/Il sogno famoso http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2743878.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/il-caso-di-p-interpretazione-di-un_13.html
Post/5/Certo che questa è bella http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744024.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-caso-di-p-interpretazione-di-un.html
Post/6/Sogno di una notte di mezza
estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744164.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-caso-di-p-interpretazione-di-un_1.html
Post/7/Sogno di una notte di mezza
estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744318.html
Post/8/Sogno di una
notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744431.html
Post/9/Sogno di una
notte di mezza estate http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744743.html
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