mercoledì 6 maggio 2015

Il chiagne e fotte dei furbi “bottegai” tedeschi


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 169 del 18-07-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il chiagne e fotte dei furbi “bottegai” tedeschi


Ho scritto in passato che gli Italiani hanno la nomea di traditori, ma che durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi, sul fronte russo e altrove, non avvisavano quasi mai il Comando italiano quando durante la ritirata decidevano di sganciarsi dal fronte di battaglia, lasciandoci nei guai a sbrogliarcela da soli.

Nel ‘post’ “Le determinanti dello spread”, [1] ho riportato la e-mail che ho inviato al settimanale tedesco “Der Spiegel”, di cui riporto uno stralcio:
2) Questi bottegai tedeschi hanno imparato bene il detto napoletano del ‘chiagne e fotte’. Qualcuno può spiegare al direttore di Der Spiegel: a) che gli Italiani (non tutti) sono talmente ricchi che si stanno comprando mezza Berlino?; b) che l’Italia contribuisce al fondo salva-stati, in ragione della sua quota nella BCE, esattamente come la Germania, in ragione della sua quota?; c) che la “bottegaia” Merkel è il problema, non la soluzione, non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa?

L’altro ieri, la cancelliera Merkel ha dichiarato:

CRISI, UE E GERMANIA
Merkel: «Nessuna solidarietà senza controlli»
La cancelliera in un'intervista: «Qualunque tentativo di chiedere aiuti senza contropartite non ha alcuna chance»
15 luglio 2012

In questo articolo di cui raccomando la lettura, Carlo Clericetti spiega:

L'ANALISI
Così i Piigs pagano la crescita tedesca
di CARLO CLERICETTI
16 luglio 2012
"SE SI HA una moneta comune questo significa, naturalmente, che oltre ai vantaggi ci sono degli obblighi e che le decisioni politiche di ogni singolo membro hanno effetto sugli altri paesi". Così ha detto Angela Merkel in un'intervista alla tv Zdf: incautamente, perché proprio questo concetto può essere ritorto contro l'attuale politica tedesca.

Dopo l’illuminante articolo di Carlo Clericetti, seguono sulla stessa linea questo del “Sole 24 ore” e – udite, udite! – l’ultimo comunicato dell’FMI:

Il miope egoismo di Berlino
di Adriana Cerretelli  17 luglio 2012
L'Fmi raffredda le attese di ripresa per l'economia mondiale: andrà meno bene di quello che si sperava. Perché gli Stati Uniti deludono le aspettative di crescita. E perché nell'eurozona, che quest'anno si conferma in recessione, «la situazione resta precaria» e per questo rappresenta una minaccia alla stabilità mondiale. Ma, per ovviarvi, che cosa fa il Paese leader dell'euro, quello che, giustamente, non perde mai occasione per richiamare al senso di responsabilità i partner che negli anni scorsi sono usciti dalla retta via ma ora si sono faticosamente impegnati a rientrarvi? Se la prende molto comoda. Del resto perché no, quando la crisi degli altri rende bene, tra finanziamento dei titoli sovrani a tassi negativi, export carburato dall'euro debole e competitività delle imprese confortata anche dal differenziale più che vantaggioso con cui ottengono prestiti sui mercati spiazzando i concorrenti italiani e spagnoli?
La Corte di Karlsruhe ieri ha deciso che non renderà prima del 12 settembre il verdetto sulla compatibilità o meno del fondo salva-Stati permanente, l'Esm, con la Costituzione tedesca. I giudici avrebbero dovuto pronunciarsi nel giro di due settimane dopo il voto positivo del Bundestag il 29 giugno scorso. Ora si prendono due mesi e mezzo per sviscerare a fondo la materia. […]


LA CRISI
Fmi: "Ripresa debole, Bce intervenga"
Investitori in fuga da Italia e Spagna
Riviste al ribasso le stime sulla crescita mondiale del Pil che si fermerà al 3,5% quest'anno e al 3,9% nel 2013. Invariate le previsioni sull'Italia, ma preoccupa il debito pubblico: salirà fino al 126,4%. Il calo degli investimenti esteri alimenta le tensioni sullo spread. Approvata il prestito da 1,48 miliardi per il Portogallo


IMF
Global Financial Stability Report
GFSR Market Update
Intense Financial Risks: Time for Action
July 16, 2012



Post e articolo collegati:

Le promesse da marinaio della “bottegaia” Merkel
Il solito Olli Rehn, l’amico del giaguaro
L’Europa riparte da qui
Le determinanti dello spread
I facitori dello spread
Lo spread e gli ‘amici del giaguaro’
Lo ‘schiaffo’ benvenuto di Draghi alla cancelliera Merkel

L'immagine può contenere: una o più persone, cielo, neve e spazio all'aperto
100.000 gavette di ghiaccio.
Il 17 gennaio 1943 inizia il ripiegamento delle truppe italiane sul fronte orientale: per l'ARMIR è la dolorosa ritirata di Russia. In 10 giorni i soldati percorreranno 120km a piedi nella neve, in condizioni climatiche atroci. L'equipaggiamento criminalmente inadeguato, il disprezzo subito da coloro che dovevano essere gli alleati, la determinazione dell'esercito e dei partigiani russi che difendevano la propria terra: solo metà di quei soldati troveranno la strada di casa, gli altri saranno "centomila gavette di ghiaccio".
Fu il coraggio di alcuni reparti di Alpini che avevano conservato armi e risolutezza che permise la ritirata.
Il dolore per l'altissimo numero di perdite umane, l'umiliazione subita a causa delle scelte ciniche e sconsiderate del regime fascista, il desiderio di rivalsa verso l'alleato nazista che salvo isolate eccezioni li aveva traditi nel momento peggiore: non è un caso se proprio dagli Alpini provengono numerosi uomini che al ritorno in Italia faranno parte della Resistenza.

Beppe Giolitto
Beppe Giolitto @lovati a mio padre (aviazione e poi autista dei camion Lancia 3ro per trasporto truppe) successe la stessa cosa. I russi lo salvarono dalla polmonite ed è tornato a casa. Non di sicuro i tedeschi, che spezzavano le mani col calcio del moschetto, a chi tentava di aggrapparsi ai loro autocarri...



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