venerdì 1 maggio 2015

Il caso di P.: interpretazione di un incubo/6/Sogno di una notte di mezza estate

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 148 del 20-06-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il caso di P.: interpretazione di un incubo/6/Sogno di una notte di mezza estate


(segue/6)

Data:
03/07/2011 17:11
Ciao, Vincesko
Prima una domanda, se non mi vorrai rispondere non me la prendo: sei uno psicologo professionista o uno che si interessa della materia?
Nel secondo caso... hai mai fatto un pensierino al primo?
Detto questo, concordo sul problema autostima, che probabilmente ha dato origine al sogno, ma sorrido sulla frase che ti ha fatto pensare a ciò: io e mio marito scherziamo spesso sul nostro aspetto fisico, ma è una cosa DIVERTENTE, non crudele o denigratoria... per quello erano (forse più precisamente "sono", anche se ora li argino) veri campioni mondiali i miei e sua madre.
Io e P. ci siamo conosciuti non proprio da ragazzini (io 39 anni e lui 41), lui non era un fuscellino e io... più larga che lunga!!!
Evidentemente, ci piacciamo (e molto) così!!! E comunque siamo una delle poche coppie che DOPO il matrimonio ha perso 20 kg a testa!!! (con grande calma e niente "penalizzazioni" eccessive, tra l'altro P. è un cuoco bravissimo, solo alimentazione equilibrata e un po' di movimento).

Non è mancanza di autostima dire che somiglio a una g******, è la verità!!! e, del resto, che hanno le g****** che non va? Certo, come nick "gallina" richiamava un po' troppo "vecchia fa buon brodo"...
P. mi sembrava esente da tali associazioni di idee, e anche da altre ("pollastra", per es., fa pensare a una "donnina allegra", "chioccia" non è granché e poi non sono mamma, ecc).
A proposito di animali e paragoni, pensa che abbiamo un centinaio di "popi" di peluche, tra cui svariati gallinacei e ben 5 ippopotami!!!
Anche con questi, ti dirò, vediamo una certa somiglianza, ma trattasi di animali TENERISSIMI (almeno nella versione "popica", quelli veri sono abbastanza pericolosi).
Ti dirò che mi facevo molti più complessi per l'aspetto fisico (che, a giudicare dalle foto, non era affatto disprezzabile, nonostante la statura rasoterra) quando avevo 20 anni. Ora che ne ho quasi 50 su tante cose ci rido sù. E mi ritengo NORMALE, il sovrappeso voglio pian piano eliminarlo per ragioni di SALUTE più che altro. Volendo, vedo parecchie mie coetanee alle prese con rughe e capelli grigi o tinti...

> Perché, se non lo hai ancora fatto, non leggi "L'interpretazione dei sogni" di S. Freud?
Fatto, fatto... anche se una ripassatina potrebbe essere d'uopo (l'avrò
letto una trentina d'anni fa)

> Non ti preoccupare, le "liti" nel web non mi fanno male al fegato, mi fanno anzi divertire e spesso sganasciare dal ridere, perché sono per me un gioco dialettico e logico-deduttivo, in cui ho il vantaggio di capire la psicologia degli interlocutori, che solitamente - ed i loro atteggiamenti ne sono spia evidente - hanno delle debolezze interiori più o meno serie.
Sarà. In alcuni interventi, su questo blog come su altri, vedo autentica crudeltà. E non la trovo divertente.
Del resto ne vedo anche molta in giro, e non sto parlando della cronaca nera. Per crudeltà intendo indifferenza alla sofferenza altrui o, peggio, godimento nell'infliggerla o nell'osservarla (definizione da dizionario).
Mi chiedo se sia aumentata la percentuale di "praticanti" in generale e senza particolari motivazioni, se la fascia potenziale sia la stessa ma uno "sdoganamento" permetta a questi di praticarla maggiormente nonché di vantarsene, se semplicemente i miei "sensori" siano più ricettivi. Non è un "or esclusivo".
A risentirci
P.


Data:
04/07/2011 18:06
Ciao P.,
No, non sono uno psicologo; ho solo letto quasi tutte le opere di Freud.
Sono quello che, scherzando, uso definire uno "specialista del 2+2". In effetti ho una discreta capacità introspettiva e soprattutto una buona capacità logico-deduttiva (il mio modello è l'Auguste Dupin del primo giallo della storia: "I delitti della Rue Morgue", di Edgar Allan Poe, leggilo se lo trovi).
Da quest'anno sono in pensione ed ho per ora molto tempo da spendere, In passato ho avuto per 15 anni un'attività autonoma di consulenza alle imprese e, per me o per gli altri, ho anche selezionato e formato centinaia di persone, soprattutto donne. Ho potuto così esercitare le mie qualità d'introspezione psicologica e talvolta mi è già capitato di fare qualche "miracolo". ma non ho intenzione di farne una... "professione": sono single ed ho altri obiettivi a breve-medio termine. E poi io mi diverto solo se non c'è un interesse pecuniario.

Autostima. Vedo che hai dimenticato (nessuna dimenticanza è casuale, direbbe Freud) ciò che ho scritto il 27.6 alle 16:36: "prima dell'esecuzione si svolge un processo, che si conclude con un verdetto di colpevolezza e con la tua condanna a morte. Ma non specifichi il motivo della colpevolezza. Non lo "sai"? Chiaramente questo è il nocciolo. Il meccanismo potrebbe essere questo: tu sei stata abbandonata dai tuoi genitori e, come pare succeda per i bambini violentati da un genitore, essi si prendono tutta la colpa, con effetti drammatici sulla loro autostima".
Come vedi, la tua autostima è il nocciolo della questione che ci occupa e l'ho individuata non appena mi hai raccontato integralmente il tuo sogno ricorrente.
E' giusto ed intelligente farsi oggetto di autoironia, ma tendo a credere che ci sia un doppio piano da tener presente: uno più superficiale, gestibile; un altro più profondo, che attiene alla parte "delicata" della tua esperienza infantile, che è poi l'eziologia, la determinante del sogno ricorrente. Fai bene ad assecondare il tuo "coté" autoironico, ma nello stesso tempo ti suggerirei di tener conto della genesi del sogno, evitando di alimentarlo, anzi contrastandolo adeguatamente.
Non ci far caso (esercita il tuo sentimento di autostima; Tony_m****** non se ne è neppure accorto di averti un po' ferita; e sull'amor proprio ti suggerisco di leggere il grande Dostoevskij, che per profondità psicologica, secondo Musil, equivale Freud); il web è pieno di "matti" e di matti, ed io mi diverto a fare l'acchiappamatti. Ogni tanto mi do delle pause, però, perché è vero che mi sganascio dal ridere, ma un po' mi tiene in tensione...
Ciao,
V.


Data:
04/07/2011 19:18
Ciao, Vincesko
> Auguste Dupin del primo giallo della storia: "I delitti della Rue Morgue", di Edgar Allan Poe
Accidenti, lo cercherò sì! Al momento non sono in grado di bazzicare librerie, ma guarderò un po' di siti internet!!! :)))
Il genere "giallo" mi piace molto. Ho letto praticamente tutta Agatha Christie, mi piace moltissimo Simenon, tra gli attuali Patricia Cornwell e Caty Reichs non sono male... anche se la deduzione logica è un po' sacrificata alla tecnica. Tra i polizieschi televisivi il mio preferito è il Tenente Colombo (che, per cause di "forza maggiore", non potrà mai più avere nuovi episodi)

> Da quest'anno sono in pensione
Pensa che cosa curiosa. Si cerca di immaginare la persona con cui si corrisponde e io pensavo fossi un ragazzo, voglio dire più giovane della sottoscritta, chissà perché :)))
Anzi, so perché, perché scrivi con entusiasmo e non da persona ripiegata su se stessa... come tanti che conosco anche della mia età.

Autostima e "doppio piano da tener presente".
Ecco, al doppio piano non ci avevo pensato.
In effetti problemi di autostima ne avevo a bizzeffe, quando vivevo coi
miei. Poi sono uscita di casa, il mio lavoro mi portava in giro per l'Italia e lontano da loro.
Ti dirò che mi sono anche fatta seguire da una psicologa, ed è stato utile.
Poi è stato fondamentale conoscere mio marito. Anche lui ha alle spalle un'infanzia molto difficile, con una madre violenta. Anche ora il rapporto con lei è un disastro, ovviamente non lo picchia più ma, appena può "azzannare" o ferire con le parole, lo fa.
P. mi ha aiutato a "far cadere le fette di salame" dagli occhi e vedere la realtà come era... e cercare di farmene una ragione. Esistono genitori che non amano i figli, non è la normalità ma nemmeno così poco diffuso come si pensa.
Anche sul lavoro la mia autostima ha vacillato un po' quando ho perso il posto, per ben 2 volte. Non era colpa mia, entrambe le volte la cosa ha coinvolto anche i miei colleghi (l'azienda ha chiuso), ma non è stato comunque piacevole, per il fatto in sé e per le modalità. Ma poi l'ho superata.
Gli ultimi due anni sono stati da incubo... compresi il 90% dei cosiddetti amici (da 30 anni, mica pizze e fichi) che si sono dileguati... Pensavano forse gli chiedessimo soldi? Non mi sembra neanche di essere un tipo lamentoso che non perde occasione per parlare di disgrazie e malattie con dovizia di particolari... però ogni tanto una parola di solidarietà fa piacere, ecco tutto... e dai parenti sicuramente non ne vengono, non da quelli che abbiamo noi.
Sinceramente, oggi sono molto meno ansiosa di una volta, e credo di avere un'autostima discreta... forse non da campionato mondiale, ma nella norma.
Però però... probabilmente a volte l'inconscio gioca qualche scherzetto...
Sai una cosa? Più che l'autostima, o insieme, valuterei il senso di colpa... che vien fuori quando non sono completamente convinta di aver fatto tutto il possibile... anche se alle volte non dipende da me ma dalle circostanze.
Per esempio ora come ora mi stresso perché in casa c'è disordine. P. è una stella, fa il cuoco-casalingo-lavandaio-fattorino-infermiere, onestamente anche i miracoli, ma il letto sembra rifatto con le bombe a mano, il tavolino della sala e la mia poltrona sono "refugium peccatorum" in cui si trova di tutto (dai libri di analisi matematica al misura pressione, passando per cavi di rete e la scatola che conteneva un tempo le casse del mio PC). Di giorno, ragionando, capisco perfettamente che trattasi di situazione transitoria e non certo tragica, ma il buon Sigmund avrebbe qualcosa da dire...
Anche il non poter provvedere personalmente ad incombenze quali andare a ritirare le mie lastre e pagare l'assicurazione dell'auto (o, meglio, ritirare il contrassegno, per il pagamento esiste l'home banking) e dover dipendere da altri è un bello stress.
A dire il vero in questo momento dipendo da P. in tutto e per tutto. Lui è un angelo, ma la cosa mi pesa comunque.

Tony M.
Veramente non mi ricordavo manco più cosa avesse detto.
Si vede che aveva finito la scorta di Digestivo Antonetto. :)))

Dostoevskij.
Ho letto da poco "Delitto e castigo". Quello sì era un grande!!!
Però anche un po' estroso...
Lo sapevi che si è giocato fin le mutande (in senso figurato, s'intende) al casinò?
E, a proposito di esecuzione, lo sapevi che era stato condannato a morte e gli hanno comunicato la grazia SUL PATIBOLO? Altro che sogni ricorrenti, poveraccio, avrà avuto per tutta la vita! :)))
Un altro grandissimo secondo me è Orwell. Non so quante volte ho letto 1984. Quasi quasi lo faccio ancora...

> il web è pieno di "matti" e di matti, ed io mi diverto a fare l'acchiappamatti
Oh, oh! Nei "matti" ci metti anche la sottoscritta? Scherzo! :)))
Salutone e a presto
P.


Data:
05/07/2011 21:50
Ciao P.,
Si vede che t'è sfuggito, l'avevo più o meno già scritto nel blog di PGO. Dove ho anche raccontato che ho perso il lavoro a 49 anni e ho iniziato un'attività autonoma, pur non avendone le attitudini, e che è stata davvero dura. Sai che cosa mi ha sorretto e mi sorregge? Quel fondo di fiducia e di ottimismo creato dall'affetto e dalle gratificazioni ricevuti da piccolo. Che poi si trasfonde sia nella mia voce, giovanile, sia nella mia scrittura. Anche fisicamente sono abbastanza in forma, sia per natura, sia perché non uso l'auto.
Adesso non ricordo perché, ma ieri l'altro ho pensato al libro psicologico-autobiografico scritto a 4 mani da Marlisa Trombetta, ex giornalista RAI, e Ariel Orr Jordan. E' un libro terribile, soprattutto a leggere la vicenda di lui, violentato dal padre, ma denso di empatia.
So bene della condanna a morte di Dostoevskij; egli l'ha raccontata, attraverso i suoi personaggi, in diversi suoi libri, incluso "L'idiota", che sto leggendo adesso, ché mi mancava. Nel libro "Il giocatore" ha descritto magistralmente la febbre del gioco. Se hai letto recentemente "Delitto e castigo", ti ricorderai senz'altro questa frase (nella seconda parte del libro), che si riferisce a Piotr, il mancato cognato del protagonista Raskolnikov: "Il nero serpe dell'amor proprio ferito tutta la notte gli aveva succhiato il cuore".
Certamente, la carenza di autostima è collegata al senso di colpa; se controlli, l'ho scritto nell'interpretazione del sogno: "come pare succeda per i bambini violentati da un genitore, essi si prendono tutta la colpa, con effetti drammatici sulla loro autostima" (ah, adesso rammento l'associazione col libro della Trombetta).
La relazione/successione logica, a parer mio, è questa: abbandono e/o grave carenza affettiva -- > senso di colpa -- > bassa autostima -- > amor proprio "malato" (Rousseau distingue tra l'"amor proprio", negativo, e l'"amor di sé", positivo.; Dostoevskij era un cultore di Rousseau).
Sul peso fondamentale dell'amore dei genitori ed in particolare della madre nella costruzione della personalità dei figli, ti prego di leggere fino in fondo questo mio lungo 'post', che ho già allegato nel blog di PGO, con la mia esperienza di neo-nonno (gli ho dato questa forma poiché l'ho riportato in un documento politico):
Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html 
oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html
Io credo nell'amicizia, ma ho rotto con i pochi amici che avevo, poiché forse sono molto esigente (in questo ho conservato una psicologia infantile). Adesso sono in cerca di un'amica-compagna e la cerco proprio con le caratteristiche delle eroine russe, soprattutto la lealtà e la generosità di cuore, dei miei romanzi preferiti: come la (poco bella) principessa Maria Bolkonskij di "Guerra e pace" o Sonja di "Delitto e castigo". So che nella vita reale è quasi impossibile, ma come si dice? Mai dire mai!
Ciao,
V.

(continua/6)


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