A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato finora quasi 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla
gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 183 del 15-09-2012 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
Il Prof. Monti e lo
statuto dei lavoratori, manovra diversiva, in parte persino inconsapevole
Negli anni '70, dopo l'approvazione dello statuto dei lavoratori [1] –
frutto dell'opera riformatrice della commissione presieduta dal socialista Gino
Giugni, voluta dal socialista Giacomo Brodolini - e la crescita dei
conflitti sindacali (le aziende erano un po' “fasciste” allora), per gestire le
relazioni col personale le grandi aziende spesso assumevano sociologi
provenienti dalla Facoltà di Sociologia di Trento (dove, ad esempio, hanno
studiato Renato Curcio e Mara Cagol, fondatori delle BR), famosa per il suo
radicalismo di sinistra già dagli anni '60 (tant'è che a noi militari di leva
era fatto divieto addirittura di passarvi davanti, quando andavamo in libera
uscita; erano gli anni - '67-68 - quando, detto per inciso, più o
meno si concludeva la stagione degli attentati dinamitardi in Alto Adige).
In questi ultimi decenni, parecchi esponenti di sinistra sono passati
all'altra sponda politica, diventando parlamentari, consiglieri, maitre
a penser, direttori di giornali, portavoce e così via.
Poi, come epilogo della storia, per realizzare una politica di destra e
portare avanti – come dire? - la riforma delle riforme socialiste, Berlusconi
si è avvalso dell'opera assidua di tre ministri socialisti: Tremonti, Brunetta
e Sacconi. I tre ministri, per la bisogna, si sono avvalsi a loro
volta dell'appoggio della UIL, socialista (oltre che della CISL).
Intanto, anche gli operai sembravano avere abbandonato i partiti di
sinistra e votavano in prevalenza per il centrodestra.
Situazione davvero bizzarra, ma, dopo le manovre finanziarie correttive per
330 mld da inizio legislatura (importi cumulati 266,3 mld il governo Berlusconi
e 63,2 mld il governo Monti), per la più parte vere macellerie sociali, e
l’attacco, parzialmente respinto, all’art. 18 ed al welfare, forse anche
foriera di cambiamenti.
Io
credo che il premier Monti, persona onesta, nell’accusare l’art. 18 di aver
frenato l’occupazione, abbia parlato
nella veste di professore e sia stato sincero. Ma non credo sia questo il punto
fondamentale. Richiamerei invece l’attenzione
sul perché, nell’arco di pochi giorni, abbia prima demandato alle parti
sociali l’onere dell’aumento della produttività (ben sapendo che esse da sole,
senza risorse pubbliche, quasi sicuramente non potranno farlo), poi abbia
attaccato l’art. 18 – argomento come si sa molto sensibile - imputando ad esso
la colpa di aver frenato l’occupazione.
Io
credo che dipenda dal fatto che il suo governo è arrivato al capolinea, ed egli
intimamente lo sa.
Come
ho già scritto qui [2] e su “Europa” dell’8 settembre scorso, [3] “l’agenda
Monti è insufficiente. Giorni fa, a Bari, lo stesso
Monti - con una sorta di "confessione" freudiana - ha criticato le
sue stesse misure, prese singolarmente, perché asfittiche. Il governo Monti è
arrivato al capolinea nel momento in cui il suo ministro principale, quello
dell'Economia, Vittorio Grilli, già direttore generale del medesimo ministero
quando era retto da Tremonti, autore delle manovre pesanti e molto inique del
governo Berlusconi (quella di Monti è molto più equa), in 2 interviste al
“Corriere” e a “Repubblica” ha dichiarato che lui le indispensabili risorse per
finanziare la crescita economica, per ridurre celermente l’enorme debito
pubblico e per finanziare, ad esempio, come "suggerito" dalla Lettera
della BCE, il potenziamento degli ammortizzatori sociali, unica misura della
Lettera finora non attuata (osservo che nessun Euro degli ingentissimi risparmi
derivanti dalle riforme Sacconi e Fornero delle pensioni è rimasto nel capitolo
di spesa "welfare") NON intende chiederle agli unici che, dopo
manovre finanziarie correttive per ben 330 mld [4] addossate in gran parte sul
ceto medio-basso e persino sui poveri, oggi le hanno, cioè il 10% che possiede
quasi la metà della ricchezza nazionale, attraverso un'imposta patrimoniale e/o
un prestito forzoso. Lo potrà e dovrà fare soltanto un governo di
centrosinistra”.
[1] Statuto dei
lavoratori
(Wikipedia)
[2] Il governo Monti al capolinea
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2751835.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-governo-monti-al-capolinea.html
[3] Effetto
SuperMario sul voto
link sostituito
da:
[4]
Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-lavoro-sporco-del-governo-berlusconi.html
Traggo
da “Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti”:
Riepilogo [delle manovre finanziarie correttive da inizio legislatura, valori
cumulati]:
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld.
Guardando
le nude cifre, e mi dispiace molto dirlo, l’Italia l’ha “salvata” più
Berlusconi (in maniera molto iniqua) che Monti.
Post collegato:
Bersani vs
Renzi, il competente e onesto segretario gentiluomo e lo sfidante coraggioso e
tosto
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2753331.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/bersani-vs-renzi-il-competente-e-onesto.html
Aggiornamento:
Monti ammette
"limiti" dell'azione di governo
"Per le politiche familiari 50 milioni in più nel 2013"
"Per le politiche familiari 50 milioni in più nel 2013"
Al Festival della famiglia a Riva del Garda il presidente del Consiglio
difende le politiche attuate dal suo esecutivo ma fa anche una specie di
"mea culpa". E rivendica il merito di "aver fatto lavorare
insieme i nemici". "E' possibile essere ascoltati senza gridare e
senza cercare di sedurre"
28 ottobre 2012
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