giovedì 14 maggio 2015

Tra Bersani e Renzi il gioco si fa duro


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 198 del 23-10-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Tra Bersani e Renzi il gioco si fa duro


Premessa
Il gioco si fa duro, ecco la cronologia dei fatti:
1. Su L’Unità del 16 ottobre scorso, Michele Prospero ha scritto “Il termine stesso di rottamazione ha una ascendenza fascistoide” (link in “Il probabile effetto-valanga della ‘rottamazione’ renziana” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2758409.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-probabile-effetto-valanga-della.html ).
2. Renzi ha reagito duramente. Qui la replica del direttore de L’Unità, Claudio Sardo (che ricostruisce la vicenda): "Renzi vuol chiudere l'Unità, la difesa di Claudio Sardo" 20 ottobre 2012 http://www.unita.it/italia/matteo-renzi-contro-l-unita-br-in-difesa-del-nostro-giornale-1.457202
3. Poi, Renzi ha partecipato ad una cena elettorale per le primarie, ospite di un finanziere gestore di una società finanziaria con sede alle Isole Cayman, uno dei tanti paradisi fiscali.
4. Bersani, per questo, lo ha attaccato ripetutamente. I sostenitori di Bersani e di Renzi si sono schierati con l’uno o con l’altro. [*]
[*] Vedi, tra gli altri, su Repubblica, Fascisti e rottamatori http://bracconi.blogautore.repubblica.it/2012/10/21/fascisti-e-rottamatori/ .


Prima parte
L’attuale, terribile crisi economica è scoppiata a causa delle disfunzioni della finanza. I finanzieri basati nei paradisi fiscali manovrano i cosiddetti capitali-ombra, [1] tra i principali responsabili dell’ingovernabilità dell’attuale crisi; [2] anche il presidente della BCE, Mario Draghi, ex presidente del FSB, [3] ed ex governatore della Banca d’Italia, il quale, dopo lo scoppio della crisi alla fine del 2007, ebbe l’incarico di definire le proposte di regolazione dei mercati finanziari, ha rammentato e chiesto che i predetti capitali-ombra, enormi, vengano controllati. (v. [1], nota 3).
I soldi servono alle campagne elettorali di tutti i candidati, molti soldi, ma possono diventare anche la farina del diavolo, che come si sa finisce in crusca.
Anche Obama fu finanziato la volta scorsa dalle grandi banche USA, e ne fu inevitabilmente condizionato, in termini di scelte e di immagine. Ora è un bene ed un fatto di chiarezza che quelle stesse grandi banche appoggino Mitt Romney.
La mia (e di tantissimi altri) critica a Obama è che non ha cambiato finora le leggi, ad esempio ripristinando, com’è stato per 70 anni dopo la crisi del 1929, la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento (divieto peraltro tolto nel 1999 sotto la presidenza del democratico Clinton!); [4] controllando i capitali-ombra (come chiesto, appunto, anche dal governatore Draghi), (v. [1], nota 3); disciplinando i derivati e vietandoli – assieme alle vendite allo scoperto – per i prodotti alimentari; regolando le vendite allo scoperto sui titoli pubblici, (v. [1], nota 4); introducendo la TTF. (v. [1], nota 5). Spero lo potrà fare – se non lui, l’uomo più potente del mondo, chi? - se vincerà senza il condizionamento dei finanziamenti delle grandi banche, sulla base dei dati e dei fatti le vere padrone del mondo. [2]
Ma la stessa cosa ovviamente vale per l'Europa e soprattutto per la Germania, la cui cancelliera Merkel ha mantenuto finora (e solo recentemente) soltanto la promessa sull'introduzione della TTF. [5]

[1] Le promesse da marinaio della ‘bottegaia’ Merkel
[2] I facitori dello spread
link non più attivo, vedi:
[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Glass-Steagall_Act
Anche in Italia, con la legge bancaria del 1936, vigeva la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento.
Post scriptum: Sul divieto delle vendite allo scoperto, si trova sempre qualche professorone de LaVoce.info che è contrario, ma sulla gestione di esse attuata dalla Banca di Grecia sui titoli pubblici greci nel periodo più caldo della crisi e sul debito in generale, allego questa interessantissima analisi di Giovanna Cracco:
“Europa: menzogne sul debito pubblico”
http://www.sinistrainrete.info/index.php?option=com_content&view=article&id=2326:giovanna-cracco-europa-menzogne-sul-debito-pubblico&catid=67:crisi-mondiale&Itemid=79

***

Seconda parte
Poiché la situazione è seria e la crisi sarà lunghissima (almeno 15 anni) – una vera guerra che richiede soluzioni da economia di guerra -, provo a fare un ragionamento articolato e basato come al solito sui dati ed i fatti.
Dalla “Lettera di PDnetwork”, [1] di due anni fa ma sostanzialmente ancora valida, traggo questo passo:
“Riepiloghiamo i punti fermi di macroscenario:
a) l'attuale crisi economica ed occupazionale è grave, di sistema e sarà lunga (forse almeno 15 anni, perché riflette il riequilibrio della produzione, della ricchezza e del benessere in ambito planetario); b) ad essa preesisteva, in Italia, uno dei maggiori tassi EFFETTIVI di disoccupazione (testimoniato dal tasso di occupazione, agli ultimi posti nei Paesi UE); c) la crisi ha prodotto un aumento della disoccupazione; d) la ripresa riassorbirà solo una parte di questi ultimi; e) la crisi ha accresciuto le disuguaglianze sociali sia in Italia che nel mondo: nel 2009, cioè in piena crisi economica, la ricchezza dei ricchissimi ha segnato un aumento del 50 per cento (passando da 2.400 a 3.600 miliardi di dollari) [2] e poiché il PIL è calato quei soldi sono stati tolti dalle tasche di qualche altro; f) quattro giorni di scambi sui mercati finanziari, pari a 4.000 x 4 = 16.000 miliardi, equivalgono a più di un anno di scambi di beni e servizi (stimati in un anno in 15.000 miliardi) [3]; g) la BCE (la banca centrale UE) ha contestato il patto di stabilità (che tocca l'occupazione), concordato nell'ultimo vertice UE, perché troppo lasco, ma non ha fatto lo stesso con le speculazioni finanziarie, il cui controllo è stato affidato alla Gran Bretagna, in evidente conflitto d'interesse; h) le lobby (banche ed altri istituti finanziari) si stanno opponendo all'introduzione di una tassa minima dello 0,05 % sulle transazioni finanziarie [2], come misura anti-speculativa, per ristorare i bilanci pubblici e finanziare la ripresa, e stanno cercando di far pagare agli altri (con pesanti riflessi sull'occupazione) il costo del risanamento.
I principali parametri nazionali presentano un debito pubblico che ha raggiunto i 1.850 miliardi di €, pari al 118% del PIL (cresciuto anche per l'azzeramento dell'avanzo primario, causato dallo sforamento della voce “beni e servizi” e dalle scelte negative del governo su ICI, Alitalia e riforma della normativa fiscale in senso più lasco, che ha provocato un aumento dell'evasione ed un calo delle entrate fiscali), un deficit pari al 5,3% del PIL, un importo di interessi sul debito pari a 74 miliardi [nel 2013 sono previsti 84 mld] in un anno, un ammontare della ricchezza netta degli italiani pari a 8.600 miliardi (di cui il 45% nelle mani del 10% più ricco), un'evasione fiscale pari a 120-140 miliardi, un costo della corruzione stimabile in 60 miliardi, un costo della cattiva amministrazione quantificabile in 50 miliardi”.

A questo, aggiungo ora:
Secondo la Banca d’Italia, [2] nel 2008 e nel 2009, il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale e “Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è stimabile in circa 8.600 miliardi di euro (Tavv. 1A e 3A)” (pag. 7); e “le attività reali (5.883 miliardi di euro; Tav. 1A) rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.565 miliardi di euro) il 37,7 per cento e le passività finanziarie (860 miliardi di euro) circa il 9,1 per cento”. (pag. 10).
Per completezza, rilevo (v. [3], nota 1) che la Banca d’Italia valuta il patrimonio immobiliare (facente parte delle “Attività reali”) in 4.800 mld, l’Agenzia del Territorio in 6.335 mld (una differenza di ben 1.535 mld, il motivo è spiegato nella predetta nota 1).

Date queste premesse, per necessità ed equità non è accettabile che una quota rilevante (cfr. [2], Fig. 6), pari a ben il 44,2%, dei 3.565 mld delle “Attività finanziarie” (un valore pari al PIL di un intero anno), vengano sottratte all’imposizione fiscale, con la motivazione risibile che non sono individuabili i titolari. Se c’è la volontà politica (e Bersani, persona intelligente ed esperta, ha messo il dito sulla piaga indicando la necessità della tracciabilità dei movimenti finanziari), non ci sono ostacoli tecnici che lo possano impedire.

[1] Lettera di PDnetwork
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2593370.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/lettera-di-pdnetwork-alla-segreteria.html


Post e articoli collegati:

Manovra correttiva, crescita economica e globalizzazione

Renzi e Cayman, Serra querela Bersani
20 ottobre 2012
“Le Cayman tornano ad essere l'argomento del giorno. Innanzitutto di Pier Luigi Bersani, che a margine del forum Coldiretti di Cernobbio insiste: «Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno, è ora di finirla, in Italia c'è gente che lavora e paga le tasse». In Italia, riprende il segretario del Pd «non ci si deve far dare consigli da gente che viene dai paradisi fiscali, non è una polemica- sottolinea- ma un impegno che dobbiamo prendere tutti». Ciò detto, «io e Renzi non siamo nemici ma competitori- conclude Bersani- stiamo facendo le primarie, si discute, non siamo a un pranzo di gala e tutto questo sta facendo bene al Pd».”.
http://www.unita.it/italia/bersani-non-si-parli-con-chi-sta-br-alle-cayman-vendola-cenero-da-solo-1.457244

Reggi: «Usiamo toni duri? Ma la nostra è una rivoluzione»   di M. Zeg.
20 ottobre 2012
http://www.unita.it/italia/reggi-polemica-stucchevole-br-sbagliato-demonizzare-finanza-1.457440


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