domenica 31 maggio 2015

Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 273 del 01-02-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn


30 gennaio 2013   Caso politico a Bruxelles
Rehn in campo contro Berlusconi, il Pdl insorge. Poi il mezzo passo indietro
Piovuto dal cielo, inaspettato ma assai ben calibrato, è arrivato ieri l’attacco duro e preciso del commissario all’economia Olli Rehn
Alberto D’Argenzio
link sostituito da:

Allego, per una ricostruzione della vicenda ed un utile ripasso, alcuni articoli e documenti (che poi riporterò in calce al post della lettera).
1) Lettera al Vice Presidente UE Olli Rehn
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2697319.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/lettera-al-vice-presidente-ue-olli-rehn.html
Egr. Sig. Vice Presidente Olli Rehn,
Sono un cittadino europeo, di nazionalità italiana.
Lei, anche oggi, non ha fatto altro che parlare di necessità di riformare le pensioni, mentre, come Lei forse non sa, finora i ricchi in Italia l’hanno fatta quasi franca, potendo contare sulla benevolenza del premier ed il sostegno di giornalisti e lobby varie.
E’ quasi superfluo notare che troppo spesso, in un Paese stortignaccolo come il nostro, si appronta un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti meno abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che riguarda i più abbienti.
E’ perciò colpevole, Dott. Rehn, contribuire ad alimentare la solita disinformazione ed “ammuina” da “utili idioti” dei ricchi.
Mi vien purtroppo da pensare che Voi commissari UE, anche quando non siete tedeschi, siete severi a senso unico e persino noiosi: i mercati finanziari hanno capitali megagalattici, sono indispensabili gli eurobond e la TTF, perché Lei non si occupa principalmente di varare queste misure assieme a tutta la Commissione UE?
Comunque, anche per l'incapacità del nostro governo, siamo già a 200 mld, nell’ultimo anno e mezzo, tra manovre correttive (140 mld) e leggi di stabilità (ex finanziaria), addossati in gran parte sui meno abbienti e sui poveri: quanto si vuole ancora chiedere ai pensionandi, che, Lei forse non lo sa, includono diverse decine di migliaia di disoccupati completamente privi di tutele, anziché chiamare a contribuire chi ha di più? […]

2) La lettera dell’Italia alla UE contiene un errore macroscopico, laddove afferma che “il requisito anagrafico per il pensionamento [di vecchiaia] sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026”, dal momento che questo vale soltanto per le lavoratrici dipendenti del settore privato, mentre tutti gli altri arriveranno a 67 anni già nel 2021! (partendo dai 66 anni ed 1 mese già nel 2012). Va anche puntualizzato che tutto l’ambaradan seguente (almeno fino alla correzione di questo errore) nasce proprio soprattutto da questo equivoco e dall’ostinazione del governo (per l’opposizione della Lega Nord) a riformare le pensioni di anzianità, contravvenendo al diktat della BCE su questo tema specifico (lettera del 5 agosto 2011), ribadito poi dall’UE.

La lettera dell'Italia all'Ue
26 ottobre 2011
[…] Una finanza pubblica sostenibile. Le pensioni
Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.
Grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.
Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l'accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all'evoluzione della speranza di vita. […]

3) Riuscirà il camaleontico ministro e fantasioso prestigiatore dalla lingua biforcuta Giulio Tremonti ad imbrogliare, dopo la maggioranza degli Italiani, le Autorità UE?

CRISI
Il "sollecito" Ue: "Tremonti chiarisca su passi concreti e tempi delle riforme"
Il caso-Italia sarà il tema principale della riunione odierna dell'Eurogruppo. In settimana la prima missione di monitoraggio dell'Unione a Roma: "Si farà anche in caso di dimissioni del governo"
07 novembre 2011

Olli Rehn invia lettera a Tremonti: chiarimenti entro l'11 novembre
08 novembre 2011

Ecco la nuova lettera di Olli Rehn: "Serve una manovra aggiuntiva"
Testo della lettera in italiano
Richiesta di chiarimenti relativi alla lettera indirizzata dal primo ministro Silvio Berlusconi al presidente del Consiglio europeo e al presidente della Commissione europea
http://download.repubblica.it/pdf/2011/questionario_ue_al_governo.pdf

Dopo aver letto questo articolo, ho inviato la lettera al vice presidente Olli Rehn.

IL CASO
Ue: l'Italia non raggiungerà il pareggio. Si può fare di più sulle pensioni"
Il commissario europeo degli affari economici, Olli Rehn, presenta le previsioni economiche dell'Unione europea: rinviato a dopo il 2013 l'azzeramento del deficit
10 novembre 2011

4) Chiarimenti del Governo italiano all’UE

IL DOCUMENTO
La risposta del governo uscente alle "39 domande della Ue"
Documento di trenta pagine che ribatte punto per punto alle obiezioni della Comunità europea. Riforme costituzionali, tagli di spesa, evasione fiscale, pensioni, riforma fiscale e welfare, questi i punti affrontati da Tremonti
13 novembre 2011

Ue: «Ricevute le 39 risposte italiane, ora andranno studiate attentamente». Tremonti: da ritorno Ici 3,5 miliardi
Domenica 13 novembre 2011

(testo in inglese)
Approfondimenti
Alleghiamo la Lettera contenente gli impegni del Governo italiano consegnata alla UE

5) Infine, la mia lettera al direttore del Giornale radio RAI, Antonio Preziosi (ma ho scritto a moltissimi altri, v. elenco in fondo nel mio commento pubblicato nel blog di Repubblica/Rivara [*]).
Tutti i media, dalla prestigiosa ANSA, a cascata, stanno riferendo che per la pensione di vecchiaia si andrà in pensione a 67 anni nel 2026. Riporto la e-mail che ho inviato sia all’ANSA che a Radio3 che a “Ballarò” (dove mi meravigliai che la Camusso non precisasse), dopo avere scritto ai direttori di “Repubblica” e “Corriere della Sera” ed a Scalfari e 3 giornalisti di “Repubblica”.

Egr. Direttore Preziosi [GR3],
Sorprende che, forse a causa della prestigiosa ANSA (cui ho scritto), a cascata, tutti i media, incluso il GR3, di cui sono abituale ascoltatore, facciano disinformazione, riferendo che obiettivo del governo (nella lettera alla UE) è portare le pensioni di vecchiaia a 67 anni nel 2026.
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia (cfr. nota [6] del ‘post’ allegato [*]), mi permetto di segnalarLe che, dopo le 7 riforme dal 1992, includendo la “finestra” mobile di 12 mesi, gli uomini ora vanno in pensione già a 66 anni, nel 2013 a 66 e 3 mesi e, nel 2021, già a 67 anni, per l’esattezza 66 anni e 11 mesi; anche le donne del pubblico impiego andranno a 66 anni e 11 mesi nel 2021; quelle del settore privato, invece, nel 2021 andranno a 64 anni e 8 mesi e nel 2026 a 67 anni e 4 mesi. Il che forse spiega l’equivoco, causato da una carente comunicazione del governo nella predetta lettera alla UE: cioè, nel 2026, le donne del settore privato raggiungeranno il limite dei 67 anni, come tutti gli altri!
Per favore, fate un comunicato corretto.
[*] APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
Cordialmente,

Riporto, dall’articolo di “Repubblica” che pubblica la lettera di precisazione del governo all’UE (che è stato all’origine dell’equivoco, cfr. la sua lettera all’UE), in cui finalmente si evidenzia la situazione corretta, da cui emerge che la normativa dell’Italia (non a caso, in questo ‘post’, ho scritto di “benchmark”) è più severa della già severa legge della Germania (la Francia è più indietro).
La risposta del governo uscente alle "39 domande della Ue"
[…]. Pensioni. Il documento del Mef, poi, affronta il capitolo pensioni. "Secondo la legislazione attuale, l'età pensionabile per il diritto della pensione ordinaria è di 65 anni per gli uomini. Le donne che lavorano nel settore pubblico possono attualmente andare in pensione a 61 anni, ma a partire dal 1° gennaio 2012 l'età pensionabile è destinata ad aumentare a 65. L'età pensionabile anche per le donne che lavorano nel settore privato è di 60 anni e sarà in costante incremento per portare in linea con l'età pensionabile per tutti gli altri lavoratori".
"Il pensionamento anticipato è consentito nei seguenti casi: almeno 40 anni di contributi maturati senza alcun requisito di età, almeno 35 anni di contributi maturati e ad un requisito di età che aumenterà gradualmente da 60 nel 2010 a 62 nel 2013 per dipendenti e da 61 nel 2010 a 63 nel 2013 per i lavoratori autonomi. Dopo aver maturato almeno 36 anni di contributi dà diritto ai lavoratori di poter beneficiare del pensionamento anticipato un anno di anticipo rispetto alle soglie di età di cui sopra. In entrambi i regimi di pensione ordinaria e l'inizio, l'attuale pay-out delle prestazioni pensionistiche e, quindi, l'attuale età pensionabile, è ulteriormente ritardato di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per i lavoratori autonomi (il cosiddetto 'meccanismo di finestre '), spiega il documento.
"L'aumento dell'età pensionabile che riflette l'aumento delle aspettativa di vita sarà adeguato di conseguenza in modo da garantire che l'età effettiva di pensionamento per coloro che hanno diritto ad andare in pensione nel 2026 sia infatti di almeno 67 anni. Già nel 2013, l'età effettiva di pensionamento per gli uomini (dipendenti) e le donne del settore pubblico sarà pari a 66 anni e 3 mesi. I lavoratori autonomi andranno in pensione a 66 anni e 9 mesi. Al contrario, in Germania, l'età effettiva di pensionamento nel 2013 avrà 65 anni e 2 mesi. Entro il 2027, i lavoratori italiani - sia donne che uomini - andrà in pensione a 67 anni e 7 mesi (o 68 anni e 1 mese se lavoratori autonomi). I lavoratori tedeschi, invece, andranno in pensione un anno prima a 66 e 6 mesi". […].
http://www.repubblica.it/economia/2011/11/13/news/la_risposta_del_governo_uscente_alle_39_domande_della_ue-24947246/

[*] Il grossolano errore riguardante le pensioni di vecchiaia, nella risposta del governo alla lettera dell’UE, poi corretto nelle precisazioni, fu fatto (presumibilmente per colpa dell’ANSA) praticamente da tutti i media italiani (inclusa “Europa”) e persino da alcuni parlamentari; in questo mio commento su “Repubblica” (22 novembre 2011 alle 16:58, nickname Vincesko), l’elenco dei destinatari della mia e-mail di precisazione:
Disinformazione sulle pensioni.
La disinformazione voluta o l’informazione erronea riguarda tutti gli organi d’informazione, sia di destra che di sinistra.
Negli ultimi 20 giorni, ho dovuto scrivere: all’ANSA, a “Repubblica” (Ezio Mauro, Francesco Bei, Marco Ruffolo, Roberto Petrini ed Elena Polidori), al “Corriere della Sera” (De Bortoli, Paolo Mieli, Francesca Basso, Giovanni Stringa ed Enrico Marro), a “Europa”, al TG3 (Bianca Berlinguer), al GR3 (direttore Antonio Preziosi), a “Ballarò” ed ai politici Rocco Buttiglione, Pierferdinando Casini, Mario Baldassarri (che mi ha risposto, chiarendo l’equivoco) e Italo Bocchino, nonché al vice presidente UE Olli Rehn, tutti a favore dell’ennesima riforma delle pensioni e/o diffusori di dati falsi sulle pensioni. […]
http://rivara.blogautore.repubblica.it/2011/11/22/la-mina-della-patrimoniale/comment-page-1/

Conclusione.
Nel silenzio assordante dei media (inclusa “Europa”), per diversi mesi, ho scritto qui, nel mio blog, e altrove che il governo Berlusconi ha varato in un anno e mezzo, a partire dalla crisi della Grecia, manovre per ben 200 mld (la prima fu il DL 78/2010).
Poi, ho letto finalmente l’analisi meritoria del “Sole 24 ore” (ripresa pari pari poi da “Repubblica”, senza citare la fonte, e commettendo perciò gli stessi errori per le pensioni, talché ho inviato all’autrice il ‘post’ allegato sopra sulle pensioni), dalla quale ho ricavato l’importo cumulato di 330 mld delle manovre correttive, ma che è carente per i dati sulle pensioni (cfr. il ‘post’ “Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti” allegato più sotto).
Il grosso delle riforme pensionistiche è stato fatto prima che arrivasse il governo Monti, con risparmi di centinaia di mld nell’arco di alcuni decenni. L’età di pensionamento per vecchiaia (tranne le donne del settore privato) era già in linea addirittura col “benchmark” UE. La riforma Fornero, aderendo, come per tutto il resto, alle richieste-diktat della lettera della BCE, ha adeguato il settore femminile privato a tutti gli altri, introdotto il metodo contributivo pro rata a valere dall’1.1.2012 anche per quelli prima esclusi, eliminato subito senza alcuna gradualità (v. “esodati”, ecc.) le pensioni di anzianità, effettivamente disallineate rispetto agli altri Paesi OCSE. Ha, ma solo in piccola parte (con l’ASPI) potenziato il sistema degli ammortizzatori sociali, anch’esso richiesto dalla BCE.
In conclusione, se si guarda alle nude cifre, e mi spiace dirlo, l’Italia è stata salvata non da Monti, ma da Berlusconi (anche se colpevolmente chiedendo sacrifici in maniera molto, molto iniqua), il quale è stato vittima – incredibile ma vero – soprattutto di una carenza di comunicazione (inclusa l’espressione volgare rivolta alla potentissima Merkel, che ne ha deciso per questo la defenestrazione), oltre che, beninteso, di un deficit drammatico di immagine, il cui costo complessivo ingente è ricaduto purtroppo sulle spalle di noi Italiani (in maniera diseguale!).

PS: riporto il mio secondo post sul Vice Presidente Olli Rehn, che provvidi a inviargli:
Il solito Olli Rehn, l’amico del giaguaro http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2744430.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/appunto-dopo-le-lettere-della-bce-al.html
Il vice presidente UE, Olli Rehn, [*] è amico del giaguaro (il “giaguaro” è la cancelliera Merkel, che però questa volta lo ha spiazzato).
Anziché fare lui i compiti a casa (TTF ed Eurobond, già decisi dal Parlamento europeo, le uniche medicine efficaci, visto il limite statutario imposto dalla Germania alla BCE) si preoccupa sempre e soltanto di quelli che devono fare gli altri. Scriviamogli TUTTI una bella lettera. [1]
Non ci vuole un genio per capire che, se non vuoi modificare lo statuto della BCE allineandolo a quelli di tutte le altre banche centrali, non vuoi introdurre gli Eurobond, non vari la TTF che pur dici di volere, l’unica strada per rompere il circolo vizioso crisi economica -- > manovre correttive -- > recessione -- > aumento del rapporto debito pubblico/PIL e dello spread, rimane soltanto l’opzione calmieratrice dei tassi d’interesse da parte di un’entità come il Fondo salva-Stati che surroghi l’azione della BCE come prestatore di ultima istanza.
Altrimenti W la logica stortignaccola (in realtà, pro domo loro) dei rigorosi “bottegai” tedeschi. […]


Post collegati:

Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti
Riepilogo (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld
Totale  329,5 mld.

L’Europa riparte da qui
La credibilità sul piano internazionale di Berlusconi, deriso apertamente da colleghi potenti, era prossima allo zero, [3] per cui manovre correttive per ben 200 mld ed il pareggio di bilancio nel 2014 non erano bastate ai mercati e lo spread era arrivato ad oltre 550 punti base ed era crescente, nonostante gli interventi della BCE.

Analisi parziale del complotto contro Berlusconi


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