Riporto
la lettera che ho inviato il 25 maggio 2015 al presidente dell’INPS, Tito Boeri, sulle riforme
pensionistiche Sacconi e Fornero. Ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta.
Pensioni
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Da:
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v
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05 mag 2015 - 17:44
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A:
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Egr.
Sig. Presidente Boeri,
Sorprende
(ma non tanto, visto che tale convinzione errata riguarda supposti esperti come
Oscar Giannino, Giuliano Cazzola, Il Sole
24 ore, sindacati dei lavoratori, oltre a politici come Salvini) che
anche
l’INPS – v. Osservatorio sulle pensioni del 30/04/2015 - attribuisca alla legge Fornero misure varate da Sacconi.
Dall’analisi dei dati emerge la conferma del trend decrescente degli ultimi
anni che vede passare le prestazioni erogate ad inizio anno da 18.363.760 nel
2012 a 18.044.221 nel 2015; una decrescita media annua dello 0,6% frenata
dall’andamento inverso delle prestazioni assistenziali che nello stesso periodo
passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015.
Il fenomeno è da attribuirsi sia all’esaurimento del collettivo delle
pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia all’inasprimento dei
requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità determinato
dalla Legge 214/2011.
Osservo,
inoltre, che le riforme Sacconi
(2010 e 2011, oltre a Dini, 1995, e Damiano, 2007) sono molto più corpose,
immediate e recessive di quella Fornero; in sintesi, esse hanno introdotto:
•
“finestra” (= differimento dell’erogazione) di 12 mesi per tutti i lavoratori
dipendenti pubblici e privati o 18 mesi per tutti quelli autonomi;
•
allungamento, senza gradualità, di 5 anni (+ “finestra”) dell’età di
pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti pubbliche per
equipararle a tutti gli altri a 65 anni (più finestra), tranne le lavoratrici
private; e
•
adeguamento triennale all’aspettativa di vita.
La riforma
Fornero (2011) ha stabilito, principalmente:
•
metodo contributivo pro-rata per tutti, a decorrere dall'1.1.2012;
•
aumento di un anno delle pensioni di anzianità (ridenominate “anticipate”); e
•
allungamento graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia
delle dipendenti private da 60 anni a 65 (più finestra), per allinearle a tutti
gli altri,
i
cui effetti si avranno soprattutto a partire dal 2020.
NB: La legge Fornero ha opportunamente
eliminato la “finestra” di 12 o 18 mesi sostituendola con un allungamento
corrispondente dell’età base, ma l’allungamento (già recato dalla riforma
Sacconi) è solo formale.
Per
le prove documentali, v. Sacconi vs Fornero, qual è
stato il ministro che ha riformato di più le pensioni http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828986.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/sacconi-vs-fornero-qual-e-stato-il.html (se la
piattaforma IlCannocchiale è in avaria, provare più tardi).
Cordiali
saluti,
V.
Documento e articoli
collegati:
Osservatorio sulle pensioni
Data pubblicazione: 30/04/2015
L’Osservatorio statistico sulle pensioni è stato
aggiornato con i dati relativi alle pensioni vigenti al 1° gennaio 2015 e
liquidate nel 2014.
Dall’analisi dei dati emerge la conferma del trend
decrescente degli ultimi anni che vede passare le prestazioni erogate ad inizio
anno da 18.363.760 nel 2012 a 18.044.221 nel 2015; una decrescita media annua
dello 0,6% frenata dall’andamento inverso delle prestazioni assistenziali che
nello stesso periodo passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015.
Il fenomeno è da attribuirsi sia all’esaurimento del
collettivo delle pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia
all’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di
anzianità determinato dalla Legge 214/2011.
Di contro l’importo medio mensile erogato risulta in
costante crescita, passando da 780,14 euro nel 2012 a 825,06 euro nel 2015.
Ciò è dovuto essenzialmente agli effetti della
perequazione automatica delle pensioni e all’effetto sostituzione delle
pensioni eliminate con le nuove liquidate che presentano mediamente importi
maggiori.
[L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6
miliardi di euro, di cui 173 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali.
Il 66% dell’importo è erogato dalle gestioni lavoratori dipendenti, il 23,8% da
quelle dei lavoratori autonomi, il 10,1% da quelle assistenziali.]
LA CORTE COSTITUZIONALE NON RISPETTA UNA
REGOLA IMPORTANTISSIMA, CHE ESSA STESSA SI È DATA MENO DI TRE MESI FA
Terzo editoriale per la Nwsl n. 343, 4 maggio 2015.
Pensioni,
la Corte costituzionale ha ragione?
04-05–2015 Nicola C. Salerno
Pensioni
post Consulta, cosa può fare il governo
04-05-2015 Giuliano Cazzola
Questo video si potrebbe intitolare "Elsa Fornero,
la coraggiosa millantatrice". Lucia Annunziata intervista Elsa
Fornero, la quale, tranne un solo riferimento ai 10.000 esodati di Sacconi (L.
122/2010, art. 12), sembra attribuirsi tutte le misure pensionistiche varate.
Assumendo coraggiosamente la paternità (o maternità) di quasi tutte le misure impopolari,
millanta il merito del riequilibrio, anche se nel lungo periodo, della spesa
pensionistica, analogamente a quanto fece il premier Monti con il risanamento
dei conti pubblici (cfr. La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà
dei democratici ‘montiani’ http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2756061.html oppure
(meglio, poiché include l'appendice dei commenti esplicativi) http://vincesko.blogspot.com/2015/05/la-macroscopica-mistificazione-pro.html
e, ad integrazione, Il Prof. Mario Monti,
il millantatore http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2764086.html).
In ½ ora 10-05-2015
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-05-10&ch=3&v=513154&vd=2015-05-10&vc=3
In ½ ora 10-05-2015
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-05-10&ch=3&v=513154&vd=2015-05-10&vc=3
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