lunedì 11 maggio 2015

Lettera al presidente dell’INPS Tito Boeri


Riporto la lettera che ho inviato il 25 maggio 2015 al presidente dell’INPS, Tito Boeri, sulle riforme pensionistiche Sacconi e Fornero. Ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta.

Pensioni
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Da:
v
05 mag 2015 - 17:44
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A:
<tito.boeri@inps.it> http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif


Egr. Sig. Presidente Boeri,

Sorprende (ma non tanto, visto che tale convinzione errata riguarda supposti esperti come Oscar Giannino, Giuliano Cazzola, Il Sole 24 ore, sindacati dei lavoratori, oltre a politici come Salvini) che anche l’INPS – v. Osservatorio sulle pensioni del 30/04/2015 - attribuisca alla legge Fornero misure varate da Sacconi. 

Dall’analisi dei dati emerge la conferma del trend decrescente degli ultimi anni che vede passare le prestazioni erogate ad inizio anno da 18.363.760 nel 2012 a 18.044.221 nel 2015; una decrescita media annua dello 0,6% frenata dall’andamento inverso delle prestazioni assistenziali che nello stesso periodo passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015.
Il fenomeno è da attribuirsi sia all’esaurimento del collettivo delle pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia all’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità determinato dalla Legge 214/2011.

Osservo, inoltre, che le riforme Sacconi (2010 e 2011, oltre a Dini, 1995, e Damiano, 2007) sono molto più corpose, immediate e recessive di quella Fornero; in sintesi, esse hanno introdotto:
• “finestra” (= differimento dell’erogazione) di 12 mesi per tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati o 18 mesi per tutti quelli autonomi;
• allungamento, senza gradualità, di 5 anni (+ “finestra”) dell’età di pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle a tutti gli altri a 65 anni (più finestra), tranne le lavoratrici private; e
• adeguamento triennale all’aspettativa di vita.
La riforma Fornero (2011) ha stabilito, principalmente:
• metodo contributivo pro-rata per tutti, a decorrere dall'1.1.2012;
• aumento di un anno delle pensioni di anzianità (ridenominate “anticipate”); e
• allungamento graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia delle dipendenti private da 60 anni a 65 (più finestra), per allinearle a tutti gli altri,
i cui effetti si avranno soprattutto a partire dal 2020.
NB: La legge Fornero ha opportunamente eliminato la “finestra” di 12 o 18 mesi sostituendola con un allungamento corrispondente dell’età base, ma l’allungamento (già recato dalla riforma Sacconi) è solo formale.

Per le prove documentali, v. Sacconi vs Fornero, qual è stato il ministro che ha riformato di più le pensioni    http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828986.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/sacconi-vs-fornero-qual-e-stato-il.html (se la piattaforma IlCannocchiale è in avaria, provare più tardi).

Cordiali saluti,
V.


Documento e articoli collegati:


Osservatorio sulle pensioni
Data pubblicazione: 30/04/2015
L’Osservatorio statistico sulle pensioni è stato aggiornato con i dati relativi alle pensioni vigenti al 1° gennaio 2015 e liquidate nel 2014.
Dall’analisi dei dati emerge la conferma del trend decrescente degli ultimi anni che vede passare le prestazioni erogate ad inizio anno da 18.363.760 nel 2012 a 18.044.221 nel 2015; una decrescita media annua dello 0,6% frenata dall’andamento inverso delle prestazioni assistenziali che nello stesso periodo passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015.
Il fenomeno è da attribuirsi sia all’esaurimento del collettivo delle pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia all’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità determinato dalla Legge 214/2011.
Di contro l’importo medio mensile erogato risulta in costante crescita, passando da 780,14 euro nel 2012 a 825,06 euro nel 2015.
Ciò è dovuto essenzialmente agli effetti della perequazione automatica delle pensioni e all’effetto sostituzione delle pensioni eliminate con le nuove liquidate che presentano mediamente importi maggiori.
[L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro, di cui 173 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali. Il 66% dell’importo è erogato dalle gestioni lavoratori dipendenti, il 23,8% da quelle dei lavoratori autonomi, il 10,1% da quelle assistenziali.]

LA CORTE COSTITUZIONALE NON RISPETTA UNA REGOLA IMPORTANTISSIMA, CHE ESSA STESSA SI È DATA MENO DI TRE MESI FA
Terzo editoriale per la Nwsl n. 343, 4 maggio 2015.

Pensioni, la Corte costituzionale ha ragione?
04-05–2015  Nicola C. Salerno

Pensioni post Consulta, cosa può fare il governo
04-05-2015  Giuliano Cazzola


Questo video si potrebbe intitolare "Elsa Fornero, la coraggiosa millantatrice". Lucia Annunziata intervista Elsa Fornero, la quale, tranne un solo riferimento ai 10.000 esodati di Sacconi (L. 122/2010, art. 12), sembra attribuirsi tutte le misure pensionistiche varate. Assumendo coraggiosamente la paternità (o maternità) di quasi tutte le misure impopolari, millanta il merito del riequilibrio, anche se nel lungo periodo, della spesa pensionistica, analogamente a quanto fece il premier Monti con il risanamento dei conti pubblici (cfr. La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà dei democratici ‘montiani’  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2756061.html    oppure (meglio, poiché include l'appendice dei commenti esplicativi)    http://vincesko.blogspot.com/2015/05/la-macroscopica-mistificazione-pro.html e, ad integrazione, Il Prof. Mario Monti, il millantatore http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2764086.html).

In ½ ora 10-05-2015
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-05-10&ch=3&v=513154&vd=2015-05-10&vc=3


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