A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad
abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 181 del 11-09-12 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
Trasformazione
epocale da governare al meglio
11 settembre
2012
Alcoa
Per chi sarà caldo l’autunno
Mariantonietta
Colimberti
link sostituito da:
Soltanto l’autunno?
1. Nel 1700, la Cina era il Paese più ricco del mondo
e l’India (Indostan) tra i più ricchi. Il pendolo della storia ha ripreso ad
oscillare verso l’Oriente.
Mi meraviglio che parecchi non vedano (o
non vogliono vedere?) la complessità (anche se ormai è piuttosto semplice da
interpretare) del mondo in cui viviamo, investito da un planetario processo di
riequilibrio della produzione, della ricchezza e del benessere, con conseguenti
morti e feriti nel nostro campo, che non può – se non riusciamo a correre ai
ripari – non innescare una lotta darwiniana, dove un’esigua minoranza – aiutata
da milioni di utili idioti, parte ben retribuita, la più parte gratis – detta
le regole del gioco, in parte con motivazioni egoistiche e predatorie, ma in
parte – ed è questo il punto – per far fronte alla nuove, mutate condizioni
della competizione mondiale.
Messo
sull’avviso da un’affermazione a “Ballarò” del pragmatico Diego Della Valle, io
da 2 anni scrivo che l’attuale crisi sarà dura e lunga (almeno 15 anni),
poiché, appunto, riflette il riequilibrio in ambito planetario della produzione,
della ricchezza e del benessere.
Per
la Cina, sta succedendo quello che successe 30 anni fa col Giappone: all’inizio
copiavano i prodotti occidentali, vendendo a prezzi inferiori potendo anche
contare su salari bassi, poi piano piano, nell'arco di una decina d'anni,
aumentarono sia la qualità che i costi di produzione e quindi i prezzi di
vendita (ora i salari giapponesi - ma anche i prezzi interni - sono
comparativamente altissimi); succederà la stessa cosa con la Cina, ma il
processo di allineamento dei costi di produzione e dei prezzi di vendita sarà
più lungo (almeno una quindicina d'anni) perché i Cinesi sono 1,3 mld (contro i
100 mln circa di Giapponesi) e quindi hanno un serbatoio di manodopera a
bassissimo costo da cui poter attingere molto più cospicuo.
Si tratta di governare al meglio questo processo che
sta arricchendo un’esigua minoranza ed impoverendo tutti gli altri. I nemici
della regolazione razionale ed equa sono, in Italia, sia il 10% di popolazione
che detiene il 45% della ricchezza nazionale – il che è normale – sia quel
certo numero di “utili idioti” ben retribuiti al loro servizio – il che è
comprensibile -, sia, purtroppo, la massa di milioni di “utili idioti” che
gratuitamente appoggiano la politica economica di destra, dettata dal e
nell’interesse del 10% predetto, e che, chissà perché, come scriveva Einstein a
Freud, chiedendogli lumi, a proposito della guerra, appoggiano decisioni che
vanno contro il loro interesse.
2. Quando a 49 anni sono stato messo,
assieme ad altre migliaia di colleghi della nostra grossa azienda, in mobilità,
mi sono dato da fare e, pur non avendone (quasi) nessuna attitudine, mi sono
imbarcato in un’attività in proprio, e per 15 anni ho dovuto battagliare, ed è
stata dura; e non mi sono messo ad imprecare contro il sistema, il destino, il
mercato, la CEE, la Cina, ecc. Per cui io ora ho acquisito una mentalità poco
pietosa. Anche con quelli come gli operai FIAT o dell’ALCOA, alle prese, i
primi, con un processo di ridefinizione (= ridimensionamento) delle loro
condizioni di lavoro; i secondi, da una probabile chiusura se non interviene lo
Stato (cioè noi tutti) con sussidi.
Se si guarda indietro, questo è sempre
avvenuto, almeno per le grosse aziende tipo la FIAT. Anche per questo si è
accumulato un enorme debito pubblico. Ma ora?
Quando,
nel 2010, dopo già 2 anni di stasi della mia attività autonoma a causa della
terribile crisi e per altra causa di forza maggiore, mi sono visto, come altre
migliaia di pensionandi,
procrastinare di botto il mio
pensionamento di 12 mesi dal governo Berlusconi-Tremonti-Sacconi con la L.
122/2010 (ma in effetti 4 mesi erano stati decisi dal governo amico
Prodi-Damiano con la L. 247/07), non ho ricevuto alcuna solidarietà (a parte lo
sciopero inefficace della sola CGIL) e me la sono dovuto cavare da solo,
tirando la cinghia e indebitandomi.
3. Io sono molto favorevole ad un’azione dal basso. Ma
credo anche, realisticamente, che noi tutti ed in particolare i nostri giovani,
educati da madri (e padri) mammone, non siamo capaci di reggere una lunga ed
efficace azione di lotta.
Resta,
allora, la strada maestra del controllo, totale o parziale, della stanza dei
bottoni: la politica, allargata ai soggetti ed agli organismi che studiano,
elaborano, attuano le linee guida, le strategie, i programmi, gli assetti
organizzativi (risorse umane, risorse materiali ed infrastrutture). Come ho
scritto domenica 9 (cfr. http://cesaredamiano.wordpress.com/2012/09/09/domenica-9-settembre-vi-segnaliamo-in-edicola/ ), in chi
dobbiamo e ci conviene confidare se non nel PD (e nel centrosinistra)? “Perché sono certo (non al 100% ma almeno
al 51%) che un governo di centrosinistra realizzerà una effettiva politica
redistributiva e che non succederà, come con il governo
Berlusconi-Tremonti-Sacconi, che un comma dell’art. 12 del DL 78/2010 (L.
122/2010), varato dal governo di destra Berlusconi-Tremonti, imponga a me,
allungando di 12 mesi l’età di pensionamento per tutti, inclusi i disoccupati e
gli inattivi, una trattenuta del 100% sul mio reddito pensionistico annuo,
mentre ai miliardari e ai milionari lo stesso decreto NON ha chiesto –
letteralmente! – neppure un centesimo; o che avverrà (quasi) la stessa cosa,
moltiplicato per 2, 3, 4 o 5, come è successo con la riforma Fornero con gli
“esodati’”, e, come io sto scrivendo da mesi, anzi da 2 anni!, i DISOCCUPATI.
Almeno
un governo di centrosinistra, anche se colpevolmente non esenta i disoccupati
(!), non se la piglia soltanto col ceto medio-basso e persino coi poveri, ma
bussa prima e soprattutto (come è sempre successo) alla porta dei ricchissimi,
dei ricchi e dei benestanti.
Ps:
Per le cose da fare (e le potrà fare soltanto il prossimo governo di
centrosinistra!), la soluzione è in Italia, ma soprattutto in Europa, cfr.:
da magnagrecia inviato il 12/6/2012 alle 13:54
domandeamonti@repubblica.it
Egr. Sig. Presidente,
Come non si possono fare le nozze coi fichi secchi, così non si può stimolare la crescita senza risorse finanziarie. La crisi economica è dura e sarà lunga (almeno 15 anni), poiché riflette il riequilibrio in ambito planetario della produzione, della ricchezza e del benessere. Occorre perciò un punto di vista da economia di “guerra”.
Passera e Squinzi ovviamente lo sanno bene, altrettanto Alesina e Giavazzi o il “Corriere della Sera”, ma fanno gli gnorri o gli utili idioti (gli riesce sempre molto bene quando si tratta di tutelare i poteri forti).
Provo a sintetizzare:
1) E’ stata varata, con la Monti-Fornero, l'ottava riforma delle pensioni dal 1992, (cfr. [1] nota 1). Tutte insieme produrranno nei prossimi decenni risparmi per centinaia di miliardi. Neppure un centesimo di questi ingentissimi risparmi è previsto andrà a ridurre le disuguaglianze o finanziare ammortizzatori sociali universali - rispettivamente, tra le maggiori (cfr. [1], nota 11) e tra i più bassi in ambito OCSE, come rammentato più volte (anche nella Lettera della BCE, cfr. [1], nota 4) da Mario Draghi -, o finanziare direttamente la crescita, ma alimenterà l’avanzo primario.
2) I risparmi dalla “spending revuew” che possono venire non certamente dalla ulteriore riduzione delle auto blu (che avrebbe però un valore simbolico), ma da una significativa riduzione della voce “beni e servizi”, che cifra complessivamente 140 mld (ci sta pensando il commissario Enrico Bondi), e dai trasferimenti/agevolazioni fiscali alle imprese ed ai redditi alti, serviranno ad evitare l’aumento dell’IVA.
3) Le risorse per la crescita (e per la riduzione del debito e conseguente riduzione degli interessi) possono venire soltanto prendendoli da quelli che i soldi ce li hanno, dopo che gli oltre 200 mld di manovre finanziarie varate negli ultimi 2 anni sono stati addossati in gran parte sui ceti medio-bassi e persino sui poveri (la spesa sociale dei Comuni e delle Regioni è stata tagliata dal governo Berlusconi-Tremonti del 90%), e cioè:
– all’interno, a) dall'introduzione di un'imposta patrimoniale ordinaria (e/o prestito forzoso) sui grandi patrimoni, proposta persino, nel settembre scorso, dalle associazioni degli imprenditori (cfr. [1], nota 16), proprio come contropartita della riforma del lavoro e delle pensioni di anzianità; ma, come si dice, "passata la festa, gabbato lo santo"; b) dalla ritassazione una tantum dei capitali scudati e dalla tassazione di quelli esportati in Svizzera; c) da una maggiore contribuzione dei redditi alti ai servizi pubblici; d) da un aumento dell’IVA sui beni di lusso; e) dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva; f) da una lotta alle false indennità d’invalidità (la cui spesa è pari complessivamente a 16 mld, incluse le indennità di accompagnamento);
- all’esterno (UE), a) dal varo dei project bond e degli EuroUnionBond (v. [1], nota 12); e b) dall’introduzione della TTF, approvata nel lontano marzo 2011 dal Parlamento europeo (v. [1], nota 13).
[1] APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2695770.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/appunto-dopo-le-lettere-della-bce-al.html
domandeamonti@repubblica.it
Egr. Sig. Presidente,
Come non si possono fare le nozze coi fichi secchi, così non si può stimolare la crescita senza risorse finanziarie. La crisi economica è dura e sarà lunga (almeno 15 anni), poiché riflette il riequilibrio in ambito planetario della produzione, della ricchezza e del benessere. Occorre perciò un punto di vista da economia di “guerra”.
Passera e Squinzi ovviamente lo sanno bene, altrettanto Alesina e Giavazzi o il “Corriere della Sera”, ma fanno gli gnorri o gli utili idioti (gli riesce sempre molto bene quando si tratta di tutelare i poteri forti).
Provo a sintetizzare:
1) E’ stata varata, con la Monti-Fornero, l'ottava riforma delle pensioni dal 1992, (cfr. [1] nota 1). Tutte insieme produrranno nei prossimi decenni risparmi per centinaia di miliardi. Neppure un centesimo di questi ingentissimi risparmi è previsto andrà a ridurre le disuguaglianze o finanziare ammortizzatori sociali universali - rispettivamente, tra le maggiori (cfr. [1], nota 11) e tra i più bassi in ambito OCSE, come rammentato più volte (anche nella Lettera della BCE, cfr. [1], nota 4) da Mario Draghi -, o finanziare direttamente la crescita, ma alimenterà l’avanzo primario.
2) I risparmi dalla “spending revuew” che possono venire non certamente dalla ulteriore riduzione delle auto blu (che avrebbe però un valore simbolico), ma da una significativa riduzione della voce “beni e servizi”, che cifra complessivamente 140 mld (ci sta pensando il commissario Enrico Bondi), e dai trasferimenti/agevolazioni fiscali alle imprese ed ai redditi alti, serviranno ad evitare l’aumento dell’IVA.
3) Le risorse per la crescita (e per la riduzione del debito e conseguente riduzione degli interessi) possono venire soltanto prendendoli da quelli che i soldi ce li hanno, dopo che gli oltre 200 mld di manovre finanziarie varate negli ultimi 2 anni sono stati addossati in gran parte sui ceti medio-bassi e persino sui poveri (la spesa sociale dei Comuni e delle Regioni è stata tagliata dal governo Berlusconi-Tremonti del 90%), e cioè:
– all’interno, a) dall'introduzione di un'imposta patrimoniale ordinaria (e/o prestito forzoso) sui grandi patrimoni, proposta persino, nel settembre scorso, dalle associazioni degli imprenditori (cfr. [1], nota 16), proprio come contropartita della riforma del lavoro e delle pensioni di anzianità; ma, come si dice, "passata la festa, gabbato lo santo"; b) dalla ritassazione una tantum dei capitali scudati e dalla tassazione di quelli esportati in Svizzera; c) da una maggiore contribuzione dei redditi alti ai servizi pubblici; d) da un aumento dell’IVA sui beni di lusso; e) dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva; f) da una lotta alle false indennità d’invalidità (la cui spesa è pari complessivamente a 16 mld, incluse le indennità di accompagnamento);
- all’esterno (UE), a) dal varo dei project bond e degli EuroUnionBond (v. [1], nota 12); e b) dall’introduzione della TTF, approvata nel lontano marzo 2011 dal Parlamento europeo (v. [1], nota 13).
[1] APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2695770.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/appunto-dopo-le-lettere-della-bce-al.html
(firma)
Post collegati:
La globalizzazione
non è un gioco equo
Promemoria delle
misure anti-crisi
Nessun commento:
Posta un commento