Carlo Clericetti - 26 MAR 2015
@desertflower (26 marzo 2015 alle 21:30)
Sono d’accordo, l’oligarchia al potere comanda contro l’interesse del
popolo europeo.
Osservo, però, per la crescita del
debito pubblico (che, al 31.01.2015, ammonta a 2.165 mld), che questo è un dato
strutturale italiano ben prima dell’adozione dell'Euro. D’altronde, è facile
constatare che se, pur avendo un avanzo primario (e questo succede da quasi 20
anni), gli interessi passivi determinano un deficit di bilancio, il debito non
può che aumentare. Infatti, a fronte di un avanzo primario di circa il 2,5% del
Pil (circa 40 mld), dobbiamo pagare interessi passivi per un ammontare più che
doppio (5,3% pari a circa 85 mld annui), di conseguenza ogni anno il debito
aumenta della differenza (45 mld). Questi 85 mld vanno ovviamente ai detentori
del debito: 90% banche ed altri istituzioni finanziarie (di cui 57% nazionali e
33% estere, pari a 716,5 mld, al 31.12.2014) e 10% famiglie (cfr. Finanza pubblica, fabbisogno e debito).
A questo, poi, si aggiungono, dal 2012,
due poste straordinarie: conferimenti ai fondi salva-Stato (che sono dei
prestiti a titolo oneroso ai Paesi in difficoltà) e pagamento dei debiti della
PA (autorizzato dall’UE).
Per quanto riguarda i conferimenti, rilevo che, nel fuoco della crisi da spread, era programmato che l’Italia versasse oltre 300 mld in 5 anni (cfr. Aiuti UE, l’Italia contribuirà con 300 miliardi in cinque anni), poi per fortuna ci siamo fermati a 60 (cfr. il Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia allegato più sopra).
Mentre finora sono stati erogati/pagati debiti pregressi della PA per 40 mld (cfr. 40 miliardi erogati alle amministrazioni pubbliche per i debiti arretrati, ai creditori pagati 32,5 miliardi).
Per quanto riguarda i conferimenti, rilevo che, nel fuoco della crisi da spread, era programmato che l’Italia versasse oltre 300 mld in 5 anni (cfr. Aiuti UE, l’Italia contribuirà con 300 miliardi in cinque anni), poi per fortuna ci siamo fermati a 60 (cfr. il Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia allegato più sopra).
Mentre finora sono stati erogati/pagati debiti pregressi della PA per 40 mld (cfr. 40 miliardi erogati alle amministrazioni pubbliche per i debiti arretrati, ai creditori pagati 32,5 miliardi).
Queste due poste, pari in totale a 100
mld, vengono considerate straordinarie anche in sede di report ufficiali, tant’è che nei documenti del MEF
inviati all’UE vengono elaborati due rapporti debito/Pil: uno al lordo ed un
altro al netto di esse.
Di fronte alla situazione del nostro
enorme debito pubblico e dei gravosi interessi passivi che lo autoalimentano,
occorrerebbe:
a) da un lato, all’esterno, poiché la deflazione aggrava l’onere del suo
servizio (il tasso di deflazione si aggiunge al tasso nominale dell’interesse,
con vantaggio dei creditori e svantaggio dei debitori; l'opposto il tasso d'inflazione), che la BCE
cooperasse a riportare il tasso d’inflazione al suo obiettivo statutario (poco
sotto il 2%), che anzi avrebbe dovuto salvaguardare!, ed il QE da solo è
insufficiente;
b) da un altro, sempre all’esterno, che l’UE adottasse (e/o almeno
consentisse) una congrua manovra fiscale espansiva (non il ridicolo piano
Juncker, ma il piano Prodi-Quadrio Curzio degli EuroUnionBond: fondo UE di
1.000 mld garantito dall'oro e da altri asset pubblici nazionali, per
mobilitare 3.000 mld da destinare parte per ridurre il debito pubblico (70%) e
parte per finanziare gli investimenti (30%), (cfr. EuroUnionBond per la nuova Europa) o quello di
Varoufakis (cfr. Varoufakis: “Ecco il mio Piano Merkel”);
c) da un altro ancora, all’interno, varare misure taglia-debito (e, riducendo
gli interessi passivi, per la crescita) più efficaci dei risibili ricavi
rivenienti dalle privatizzazioni (programmati 10 mld all’anno), come ad esempio
il varo di una corposa imposta patrimoniale straordinaria sul 5% più ricco
delle famiglie (che possiede una ricchezza netta di 2.000 mld), a bassa
propensione al consumo e quindi senza effetti recessivi.
PS:
Confido
adesso un mio pensiero “cattivo”. La strage aerea provocata volontariamente dal
secondo pilota tedesco rischia di essere la metafora dell’Euro e forse dell’UE.
L’oligarchia al comando, a guida tedesca, ha scelto da anni una via – quella
dell’austerità e della deflazione dei salari e della riduzione del welfare e dei
servizi pubblici, nonché l’esplosione delle disuguaglianze - che porterà
l’Unione Europea in rotta di collisione con i diritti democratici e civili della
stragrande maggioranza del popolo europeo.
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Martedì 24 Marzo 2015
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