A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 26 del
06-01-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
La forza di un
popolo è conseguenza dello spirito giusto, e non vale l’inverso
Il
declino dell’Italia. E’ un tema molto dibattuto da parecchio tempo ed anche in
questo periodo. Un declino che, a parere di tanti, caratterizza sia la realtà
nazionale che quella locale.
Tra le cause del declino, qualche
commentatore indica il calo demografico; qualche altro, con un approccio più
storiografico, l’essere l’Italia un Paese cattolico contro-riformato. In primo
luogo, osservo che la Spagna, Paese molto simile al nostro sia per il basso
tasso di natalità che per essere un paese profondamente cattolico, ha fatto
registrare, fino all’attuale crisi globale, uno sviluppo così ragguardevole da
consentirle quasi di sorpassarci in termini di reddito pro-capite, dopo una
rincorsa durata meno di 20 anni.
In secondo luogo, anche nell’Italia del
Rinascimento – come scriveva tempo fa Geminello Alvi sul Magazine del Corriere
della Sera – si facevano pochi figli, “eppure ne derivò un misterioso
concentrarsi di energie, da cui emanò una delle civiltà umane più alte e
meraviglie senza fine”.
Evidentemente, sia nella Spagna moderna
che nell’Italia del Rinascimento, si è concretizzata quella condizione
fortunata che Robert Musil, ne “L’uomo senza qualità”, sintetizza nella felice
espressione “La forza di un popolo è conseguenza dello spirito giusto, e non
vale l’inverso”.
Perché, dunque, negli Italiani non si
crea lo “spirito giusto”, anzi ad esso si è da tempo sostituito uno “spirito
negativo”, sia al Sud che al Centro-Nord, che ne sostanzia un atteggiamento
pessimistico-irrazionale? Come fare per ricrearlo?
Io
ho provato, ottimisticamente, a capovolgere la domanda: in un popolo, lo
“spirito giusto” si realizza naturalmente se non vi si frappongono freni ed
ostacoli; quali possono essere questi freni ed ostacoli – profondi, antichi e
diffusi – se non di tipo culturale (in senso antropologico e non)? Essi, poi,
sono il sostrato – e ne amplificano gli effetti – di quelli pur esistenti e
reali, quali l’insicurezza, la precarietà, talora l’impoverimento, la
criminalità, l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, il conflitto
perenne tra i partiti politici.
Limitandomi al Sud, due, a mio avviso,
sono i principali freni ed ostacoli “culturali” al cambiamento: il primo è
quello riassumibile nell’espressione “ogni meridionale si crede un padreterno,
quindi perfetto, non ha bisogno di migliorare” (Tomasi di Lampedusa lo scrive
ne Il Gattopardo, riferendosi ai Siciliani); ma è da leggere,
ovviamente, in senso opposto: in Ricordi della casa dei morti, il grande
scrittore russo Dostoevskij scrive: ”Di certo si doveva credere un uomo
molto intelligente, come accade per solito a tutti gli uomini ottusi e limitati”.
L’altro freno è rappresentato dalla donna meridionale: tesi solo
apparentemente semplicistica e datata, sicuramente provocatoria e piuttosto
“pericolosa”. Senza alcun intento anti-femminista, anzi come frutto di una
lunga e profonda riflessione partita da un pregiudizio inizialmente positivo,
io reputo la donna meridionale (prepotenza privata, assenza pubblica: binomio
forse non casuale) uno dei principali fattori di conservazione e di freno nel Sud
(caratteri comunque molto sottovalutati o sottaciuti), soprattutto nel suo
ruolo di mamma e/o d’insegnante. (Scriveva Sigmund Freud, nel
1908, in uno scritto intitolato “La morale sessuale ‘civile’ e il nervosismo
moderno” (cfr. Curiosità
sessuali represse e sviluppo intellettuale/1-Freud http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558195.html
oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/curiosita-sessuali-represse-e-sviluppo.html
): “[…] L’educazione proibisce alle donne d’interessarsi intellettualmente
di problemi sessuali, benché provino tuttavia un’estrema curiosità per essi, e
le intimorisce condannando tale curiosità come non femminile e come segno di
disposizione peccaminosa. In questo modo rifuggono da qualsiasi forma di
pensiero e il sapere perde ai loro occhi ogni valore. […] Penso che l’indubbia
inferiorità intellettuale di tante donne possa piuttosto farsi risalire
all’inibizione di pensare resa necessaria dalla repressione sessuale.” – A
me pare una spiegazione illuminante, plausibile, forse ancora attuale.).
Con qualche attenzione anche al ruolo di
mamma Chiesa (con la quale il cittadino laico riesce a instaurare
facilmente un dialogo ed un rapporto proficuo sul versante della “solidarietà”
– uno dei due pilastri della laicità – ma non altrettanto su quello della
“tolleranza” – l’altro pilastro della laicità – e dell’agire civico): mamma +
insegnante-donna (oggigiorno, la stragrande maggioranza del corpo docente) +
Chiesa sono state e sono oggi – forse ancora di più – una miscela formidabile e
preponderante nell’educazione delle generazioni meridionali. Io credo
fermissimamente che il Sud (e l’Italia) abbia molto bisogno di padri (e di
amministratori pubblici) congruamente severi – quasi assenti - e meno di mamme,
onnipresenti. Scrive Anna Maria Ortese ne Il mare non bagna Napoli: “Esiste,
nelle estreme e più lucenti terre del Sud, un ministero nascosto per la difesa
della natura dalla ragione, un genio materno, d’illimitata potenza, alla cui
cura gelosa e perpetua è affidato il sonno in cui dormono quelle popolazioni”.
E’ necessaria una radicale
trasformazione culturale, attraverso l'educazione, che deve cominciare nel
luogo giusto – la famiglia – ed investendo sulla figura fondamentale – la
madre - nel periodo giusto – durante la gravidanza e nei primi 3 anni di
vita dei figli, seguendo – in una sana logica di benchmarking – i
dettami del migliore, più innovativo, più efficace e meno costoso metodo,
quello finlandese (cfr. http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html).
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