A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 17 del 20-11-2010 (trasmigrato da IlCannocchiale)
Lettera
n. 2 al Ministro Maurizio Sacconi
Riporto
la lettera che inviai il 17 ottobre scorso [2010] al ministro del Lavoro e delle
Politiche sociali, Maurizio Sacconi. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna
risposta.
Egr. Sig. Ministro Sacconi,
Ci deve essere un motivo
serio se una persona sedicente socialista come Lei si mette a fare politica in
un partito di destra, e questo motivo deve avere a che fare per forza con il
suo retroterra educativo. Leggendo la Sua dichiarazione di ieri, dopo la grande
manifestazione della FIOM-CGIL (ma lo stesso discorso vale per tutte le più o
meno recenti dichiarazioni di voi tre ministri sedicenti socialisti), sembra di
essere davanti al solito film: un'analisi solo in parte rispondente ai dati
della realtà e per il resto fatta di autoconsolatorie rivendicazioni di
supposti, roboanti successi, appetto di sempre minoritarie, anacronistiche,
perdenti posizioni degli avversari. Se ne ricava la fondata impressione che
Lei, Sig. Ministro, abbia dovuto da piccolo subire troppi no e troppe
frustrazioni e si sia per questo creato una sorta di “realtà parallela”, che Le
fa prendere lucciole per lanterne ancora oggi che è adulto e ricopre un ruolo
di responsabilità. E – come gli altri due ministri sedicenti socialisti,
l'incompetente (l'ha detto anche il suo collega Brunetta) ministro
dell'Economia Tremonti ed appunto il ministro Brunetta -, conseguenza
significativa e ricorrente, poiché questo Le provoca anche qualche senso di
colpa, reiteri ancor più spietatamente e zelantemente ciò che dovette subire da
piccolo.
Ed allora forse si spiega
perché tre ministri-sedicenti-socialisti, Tremonti, Sacconi e Brunetta (in
ordine di responsabilità), siano stati gli autori della manovra correttiva più
feroce ed iniqua della nostra storia repubblicana.
Le ritrasmetto, per
dimostrare l'iniquità della manovra correttiva, la lettera relativa alla
previdenza, inviata al Presidente ed ai Membri delle Commissioni Finanze e
Bilancio del Senato, e per conoscenza al Sig. Presidente della Repubblica (poi,
ai Presidenti della Camera e del Senato, nonché ai Gruppi parlamentari).
Iniquità della manovra
finanziaria correttiva: Previdenza
Il Presidente della
Repubblica ha chiesto più volte che la manovra correttiva fosse equa.
Purtroppo, essa non lo è affatto. Isolando uno dei capitoli della manovra -
quello della previdenza -, per evidenziare l'iniquità della misura prevista dal
DL 78 di un rinvio di 6-9 mesi per le pensioni di vecchiaia, che si aggiunge a
quello prima vigente di 3-6 mesi , che fu deciso dal governo
Prodi con la legge 247/07,
il cui combinato disposto porta quindi l'età pensionabile per vecchiaia da 65 a
66 anni (l'allungamento di 12 mesi vale anche per quelle di anzianità), è
sufficiente dire che in soli 3 anni si è aumentata l'età pensionabile di 4
trimestri, mentre per l'aumento a 67 anni, cioè di altrettanti 4 trimestri,
come prevede il regolamento emanato dal governo la settimana scorsa, ci
vorranno ben 11 anni.
Il DL ora approvato ha visto
succedersi varie stesure ed anche la parte relativa alla previdenza ha avuto –
pare - quattro redazioni e subìto varie modifiche, ma mentre quelle riguardanti
altri capitoli sono state migliorative per i destinatari, la quarta, quella
definitiva, riguardante la previdenza è stata invece molto peggiorativa.In un
primo momento (come risultava dal testo del DL approvato dal Consiglio dei
Ministri), questa “finestra” mobile era stata fissata a 6 mesi dalla
maturazione del diritto (cioè a 65 anni e mezzo), poi, chissà perché e senza
colpo ferire, a 12 mesi.
Se si analizza il testo del
DL relativo alla previdenza - valido d'ora in poi permanentemente per tutti e
perciò da considerare intervento strutturale -, riepilogando, risulta quanto
segue: il rinvio di 12 mesi vale anche per chi ha maturato già 40 anni di
anzianità (!); non vale per i lavoratori in mobilità, ma fino al limite di
10.000 persone (!!); vale anche per gli inoccupati o inattivi a qualunque
titolo (!!!).
Ne discende che l'onere
dell'aggiustamento dei conti pubblici (non dell'INPS, si badi, la cui gestione
presenta un avanzo record di 7,9 miliardi) ricadrà anche su categorie deboli o
debolissime, a reddito basso, bassissimo o addirittura pari a zero – che
perderanno in un solo anno introiti di migliaia o decine di migliaia di €
[ciascun pensionando perderà tredici mensilità di pensione: nell'ipotesi che la
pensione sia di 1.000 €, avrà perso, in un solo anno, 13 mila €; se è di 1.500,
ne avrà perse 19.500, e così via, perdita molto, ma molto maggiore del
congelamento per 3.000 € in 3 anni degli scatti ai dipendenti pubblici (che uno
stipendio continueranno a prenderlo), che ha fatto protestare i Sindacati ed
altri] -, mentre tutti i percettori di reddito privati - ad eccezione dei
produttori di farmaci generici, dei grossisti di farmaci, dei farmacisti e dei
beneficiari di stock option, per la parte eccedente il triplo della
retribuzione fissa (cioè nessuno, neanche Passera e Profumo!) -, anche
milionari, non pagheranno – letteralmente - neanche un centesimo.
Non pare esagerato, allora,
definire la manovra finanziaria correttiva – per la parte relativa alla
previdenza (e all'invalidità) - iniqua, anzi crudele ed iniqua, molto iniqua.
Chiediamo di correggerla
prevedendo: a) una “finestra” mobile al massimo di 6 mesi dalla maturazione del
diritto; b) che il rinvio non si applichi per i lavoratori in mobilità; c) che
il rinvio non si applichi ai pensionandi inattivi (gli over 45-50 rimasti senza
lavoro sono stimati in oltre un milione: quanti sono – e saranno - su 140.000
nuovi pensionati ogni anno?).
In conclusione, Sig.
Ministro, dopo la Sua "talebana", strenua difesa della vita
vegetativa , il Suo ostinato, crudele, inverecondo, filoconfindustriale
affossamento dei diritti di persone in carne ed ossa è davvero incongruo e
s'inscrive coerentemente nello schema accennato della Sua “realtà parallela”.
Faccia uno sforzo, scenda con i piedi per terra, e forse s'accorgerà anche Lei
che far pagare per il risanamento dei conti pubblici, ad esempio, ad un
pensionando inattivo o ad un precario qualche decina di migliaia di € in un
anno, mentre né un miliardario come Berlusconi, né un milionario come Tremonti,
né un abbiente come Lei o Brunetta o Bonanni o Angeletti pagherà un solo centesimo,
è una misura crudele ed iniqua, molto iniqua, inaccettabile per un ministro
sedicente socialista, che dovrebbe avere – lo affermava il socialista Sandro
Pertini – come stella polare, oltre alla libertà, la giustizia sociale.
Distinti saluti
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