A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 50 del
18-02-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il problema non è
la crisi, ma il governo Berlusconi-Tremonti
Nella conferenza stampa
dell’altro ieri mattina tenuta dal premier e dal ministro dell’Economia,
Berlusconi ha dichiarato che, se il PIL cresce poco, ciò è colpa dei governi
precedenti: di quelli degli anni ’80, che hanno creato un debito pubblico
enorme, il cui servizio costa 75 mld all’anno; degli ambientalisti, che hanno
bloccato la costruzione delle infrastrutture: strade e centrali nucleari, per
cui il nostro costo dell’energia è maggiore del 50% rispetto a quello della
Francia; della Pubblica
Amministrazione, pletorica e
costosa e difesa dai sindacati.
Vorrei osservare:
1) PIL. Negli ultimi 10 anni
il centrodestra (cioè Berlusconi) ha governato per quasi 8 anni; e per quasi 6
anni ministro dell’Economia è stato Giulio Tremonti.
E’ sufficiente riportare la
serie storica 1999-2010:
1999 = +1,7%; 2000 = +3,6%;
2001 = +1,8%; 2002 = + 0,3%; 2003 = +0,0%; 2004 = +1,1%;
2005 = +0,0%; 2006 = +1,9%; 2007 = +1,9%; 2008 = -1,0%;
2009 = -5,0%; 2010 = +1,3%,
per ricavarne che Berlusconi
(e Tremonti) o è un incompetente o porta iella o entrambe le cose.
2) DEBITO. E’ facilmente
verificabile che il debito pubblico è sempre calato con i governi di
centrosinistra e sempre cresciuto con i governi di Berlusconi-Tremonti. E’
dell’altro ieri la notizia (fonte Bankitalia) che esso nel 2010 è cresciuto del
4,5%, arrivando al 118% del PIL.
Il debito pubblico è
cresciuto durante i governi di centrodestra, come conseguenza dello squilibrio
tra le uscite e le entrate e conseguente diminuzione e quasi azzeramento del
c.d. “avanzo primario”, cioè la differenza tra le entrate e le uscite prima
degli interessi, ed aumento del deficit; la spesa, in barba ai proclami, ai
tagli ed ai patti di stabilità del ministro Tremonti, è cresciuta in media del 4%.
3) PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
La PA, a parere degli economisti, è uno dei principali tappi alla crescita
economica italiana. Il governo di centrodestra ha varato col ministro Brunetta
la riforma (L. 15/2009), mutuandola da idee e proposte del PD (DdL 1223/2006 e
DdL 746/2008): trasparenza, valutazione indipendente e benchmarking. Ma ne ha
via via annacquato l’attuazione, contraddicendo nei fatti i principi, le regole
e gli strumenti affermati nella legge: a)
lasciando la CIVIT (l’ente di coordinamento e valutazione) senza risorse e
senza poteri, provocando per questo le dimissioni dell’unico membro davvero
esperto (Pietro Micheli), che se ne è tornato in Gran Bretagna; b) affiancandole non un’Agenzia
autonoma, ma una “Commissione indipendente (sic) per la valutazione, la
trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche”, priva di autonomia
organizzativa e finanziaria e di qualsiasi potere sanzionatorio o di
interdizione; c) è scomparso, nel
decreto presentato dal Governo alle Camere, l’azione collettiva contro la PA; d) esenta totalmente l’amministrazione
della Presidenza del Consiglio, quella dell’Economia e quella della Funzione
Pubblica dall’intera nuova disciplina (!); e)
inserisce un sistema di premialità in tre fasce (25%, 50%, 25%), stabilendo ex
ante che il 25% del personale non lavora e, quindi, non ha diritto al
trattamento accessorio, ed il rimanente sì (!); f) stipulando, il ministro Brunetta, un’Intesa (4 febbraio) con
CISL, UIL e UGL, che attribuisce a comitati paritetici dirigenza/sindacati lo
stesso compito che il d.lgs. n. 150/2009 aveva affidato agli Organismi
Indipendenti di Valutazione, coordinati e orientati dalla Civit (!).
CONCLUSIONI. Il Dott. Silvio
Berlusconi e il Prof. Avv. Giulio Tremonti hanno molte caratteristiche in
comune. Entrambi, nei rispettivi ruoli, hanno raggiunto palesemente il loro
livello di incompetenza (V. principio di Peter http://it.wikipedia.org/wiki/Laurence_Peter ), ma lo sanno
nascondere bene, almeno ai tantissimi gonzi che popolano il nostro Paese;
entrambi sono del tutto incapaci di addossarsi colpe e profondamente
insofferenti alle critiche ed ai giudizi negativi; possono diventare cattivi,
persino spietati e vendicativi verso chi glieli rivolge; entrambi sono affetti
da sindrome schizoide, anche se di grado diverso, e, con disinvolta incoerenza,
riescono a recitare più parti in commedia, anche opposte: alcune
"oniriche", altre reali; infine, soprattutto, entrambi sono succubi
della loro terribile bulimia, che li costringe a fagocitare senza sosta poteri
e competenze, che poi sono incapaci di gestire adeguatamente. Per dirla con
Eugenio Scalfari: “Ma da quale cielo ci sono piovuti addosso personaggi così
calamitosi? Debbono aver colpe assai grandi gli italiani per esserseli
meritati”.
***
Che
il Sig. Silvio B. sia un incompetente lo testimonia l’ex
ambasciatore statunitense Ronald Spogli, che
così descrive al dipartimento di Stato il
presidente del Consiglio italiano:
"Berlusconi è un incapace, agisce
solo nel suo interesse"
Il “Financial Times” è
d’accordo con… me: una risata lo seppellirà più in fretta.
STAMPA INTERNAZIONALE
Berlusconi, le memorie di
Sarah Brown
"Quando chiese il numero
alla Campbell
"I giornali stranieri
continuano a occuparsi dei guai del premier. Su Times ed Herald Tribune le
testimonianze di italiani che vivono all'estero: "Le donne lo stanno
abbandonando". E il Financial Times lo paragona a Gheddafi e Mubarak
dal nostro corrispondente
ENRICO FRANCESCHINI
“(…). Da segnalare anche la
nota rubrica "Lex Column" del Financial Times di oggi, che paragona
l'Italia a un paese arabo, "un'economia sclerotica, una cultura corrotta
dal crimine organizzato, una classe politica controllata dalla gerontocrazia e
un premier 74enne che ha molti aspetti di un classico autocrate arabo, è
immensamente ricco, controlla la grande parte dei media ed è circondato da
"yes men". Il suo miglior amico dovrebbe essere Gheddafi, il dittatore
libico, a sua volta in un mare di guai. Forse Mubarak dovrebbe dargli un
consiglio sulla giustezza di una strategia improntata a resistere fino
all'ultimo, ma tutto quello che il premier italiano deve fare per mettere fine
a questa commedia è indire elezioni anticipate, e allora saranno gli italiani
ad avere l'ultima risata".”
Nessun commento:
Posta un commento