A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 38 del 31-01-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il Sig. Silvio B., il
mammone dal collo taurino e il suo tallone d’Achille/9/Innamoramento
Ripubblico
un commento – beneaugurante! - qui già ‘postato’ (e in un altro forum nel Dic.'09)
Vincesko,
tu che sei un esperto, conosci un modo per mandare Silvio B. al creatore?
E’
una bella domanda, la tua. Ovviamente, io non posseggo un sistema per eliminarlo,
ma posso provare a fare un’analisi ragionata, e lunga, basata su un calcolo
probabilistico, in ordine crescente, e formulare tre ipotesi.
Prima ipotesi: Silvio
Berlusconi si dimette. Questa è l’ipotesi meno probabile, data la sua
conformazione psicologica, non di ‘Unto del Signore’ - questo è un corollario
(=conseguenza) – ma del suo essere un mammone amorale e bulimico: chi ha avuto
la sfortuna di essere stato amato in maniera assoluta e totalizzante da una
madre autoritaria e cattiva educatrice ha un senso di onnipotenza, che, se non
viene elaborato, lo accompagnerà per tutta la vita e lo renderà schiavo di se
stesso. Egli, quindi, non può non considerarsi onnipotente. E, come ho già
scritto, ciò lo “costringe” a concupire e a fagocitare poteri e competenze per
la potente pulsione bulimica e – dato l’imprinting, cioè la relazione primitiva
fondamentale – ad imitare coattivamente l’autoritario – assolutistico -
paradigma (= modello) materno.
Seconda ipotesi: un atto di
resipiscenza (-->Wikipedia) almeno di una parte – quella più raziocinante ed
onesta, cioè quella per la quale ho apposta deciso di scrivere in questo forum
- del suo elettorato. Questa è un’ipotesi poco probabile.
Qui
faccio due osservazioni, una di tipo quantitativo: come ho già scritto a
proposito del cosiddetto ‘popolo’ berlusconiano (PDL), se l’Italia fosse un
villaggio di 100 persone, gli elettori PDL sono stati 23 alle elezioni
politiche e 18 a quelle europee, per cui basterebbero relativamente piccoli
“smottamenti” verso l’astensione o l’UDC, la metà addirittura se cambiassero
fronte e passassero a sinistra (PD o IDV). L’altra, di tipo qualitativo:
il rapporto tra Berlusconi ed il suo elettorato somiglia molto
all’innamoramento, che è una passione. Già i miti greci 2.500 anni fa, il
potente Shakespeare 400 anni fa e Freud 100 anni fa paragonavano
l’innamoramento ad uno stato di malattia della mente, ora ci sono le evidenze
scientifiche (allego i link).
Freud diceva che
lo stato dell'innamoramento è più simile ad uno stato di malattia che ad uno
sano, questo rimane vero ancora oggi. Nell'innamoramento esiste una
idealizzazione dell'amato e la proiezione su di lui di tutti i nostri oggetti
buoni, di modo che non vediamo la persona come in realtà è, ma come vorremmo
che fosse, questo spiega perché una volta finito l'innamoramento le proiezioni
vengono ritirate e si hanno quei commenti tipo "Ma come ho fatto a
innamorarmi di quello lì? Non ha nulla, non è bello, né intelligente, dovevo
proprio essere fuori di me" E spesso si passa ad una denigrazione
dell’oggetto prima tanto amato. Gianna Porri.
Sarà certamente
riduttivo, ma la ricerca di un gruppo di neuroscienziati americani ha
analizzato come forse non era mai stato fatto prima d'ora il meccanismo
dell'innamoramento, della cotta, se volete chiamarla così, o della passione,
dell'eros, ed è pervenuta alla conclusione che l' amore romantico è come una
malattia mentale e che quando si è alle prese con la passione, diventiamo tutti
vittime impotenti di un istinto biologico.
Terza ipotesi: la rottura
dell’alleanza con Gianfranco Fini. Questa è l’ipotesi più probabile. Qui c’è lo
scontro tra un mammone dal collo taurino, che si crede onnipotente, ma che in
fondo è un insicuro e vulnerabile nel suo amor proprio ipertrofico e malato, ed
un uomo con una forte influenza paterna, lucido, determinato, sempre più sicuro
di sé, autoritario, abile e spietato 'tagliatore di teste' (si veda il caso di
Tremonti, Taormina e, ora, Cosentino; il prossimo sarà il traditore Gasparri?).
In conclusione: Giove toglie
la ragione a chi vuol perdere, e Silvio B. è già mezzo matto. Posso
naturalmente sbagliarmi, ma ho la netta sensazione che ci stiamo avvicinando
per lui al giorno del “redde rationem”.
Puntate
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