A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 15 del 18-11-2010 (trasmigrato da IlCannocchiale)
Analisi
quali-quantitative/5/Distribuzione della ricchezza
“Libertà e Giustizia
sociale” era il motto del socialista Sandro Pertini.
Nel 2006, secondo il World Institute for Development Economics Research of
the United Nations, riportato dal Guardian (http://money.guardian.co.uk/news_/story/0,,1965033,00.html), il 10% della popolazione adulta del mondo detiene
l'85% della ricchezza mondiale, l'1% possiede il 40%; la metà più povera della
popolazione adulta se ne spartisce solo l'1 per cento.
Nel 2008, 2009 e 2010,
il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale.
link sostituito da:
Negli anni '50, la
torta del reddito nazionale si divideva per il 60% a salari, stipendi e
pensioni e per il 40% ai profitti ed alle rendite; nel 2009 la situazione è
quasi ribaltata.
Disuguaglianze
sociali. “Dal rapporto Growing Unequal dell’Ocse emerge che tra i 30 paesi Ocse
oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Non è solo colpa
della crisi, anche se la crisi certo ha accentuato questa tendenza: redditi da
lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a partire dalla
metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei paesi Ocse, dove
l’aumento medio é stato del 12%”.
Sul quotidiano la
Repubblica (L'analisi: Perché scende l'Euro di Carlo Clericetti), si
legge che “secondo molti economisti, a cominciare dal premio Nobel Joseph
Stiglitz, la causa prima e
lontana che ha fatto evolvere le economie avanzate verso questa crisi [è] il
problema della distribuzione del reddito”.
E, sempre su la
Repubblica, un altro articolo (Il Belpaese della disuguaglianza, metà
ricchezza al 10% degli italiani di Roberto Mania) conferma l'aumento delle disuguaglianze.
Analizzo
sull'argomento il seguente report della Banca d'Italia, citato
nell'articolo precedente http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat/suppl_08_10_corr.pdf . Anche da esso si inferisce un effetto perequativo,
cioè di maggiore giustizia sociale, dei provvedimenti adottati dal 2° governo
Prodi.
In relazione al dato
della riduzione del reddito familiare nel biennio 2006-2008, oggetto di
articoli di stampa nel mese di febbraio scorso, ho provveduto a leggere il
Supplemento al Bollettino Statistico – Indagini campionarie ”I bilanci delle
famiglie italiane nell'anno 2008” del 10-02-2010 e poi a telefonare direttamente alla Banca d'Italia
(Tel. 06/47921) per chiedere alcune spiegazioni. Ho ricavato quanto segue:
1. l'analisi è una fotografia del fenomeno;
2. non si è provveduto all'esame delle sue
cause;
3. essendo il frutto di un'indagine campionaria
(su un campione di 7.977 famiglie) ha comunque un minimo grado di approssimazione
(intervallo di confidenza);
4. il dato più significativo – perché corretto
dell'effetto della composizione del nucleo familiare – è quello del reddito
equivalente, pari al -2,6% (contro il -4%, dato prima della correzione);
5. tale diminuzione media è dovuta ad un calo
del -7% circa dei lavoratori indipendenti, del -3% circa dei lavoratori
dipendenti e del -1,5% circa dei pensionati ed altri;
6. il reddito medio pari a € 2.679 al mese
comprende tutti i tipi di reddito, anche quelli di natura finanziaria, che
hanno fatto registrare nel biennio un andamento negativo;
7. il reddito medio è influenzato ovviamente sia
dal numeratore (reddito aggregato), sia dal denominatore (numero complessivo
delle famiglie, in costante aumento per l'incremento dell'incidenza delle
famiglie mono-componente e dal numero delle famiglie di immigrati regolari, in
particolare rumeni e bulgari, diventati cittadini UE proprio in quel periodo);
8. il 10 per cento delle famiglie più
ricche possiede quasi il 45 per cento dell'intera ricchezza netta delle
famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente
invariato negli ultimi quindici anni;
9. infine, pare legittimo dedurre anche da
questa analisi della Banca d'Italia che – a fronte di un ampliamento della
forbice a favore dei lavoratori indipendenti negli ultimi 15 anni - le differenze di variazione negativa emerse
tra lavoratori indipendenti, lavoratori dipendenti e pensionati nell'ultimo
biennio esaminato sembrano confermare comunque un effetto perequativo dei
provvedimenti adottati dal 2° governo Prodi a favore dei ceti meno abbienti.
Aggiungo 5
osservazioni:
1. Nell'articolo di Roberto Mania, si parla
anche di meritocrazia, gerontocrazia e di sistema bloccato per effetto delle
disuguaglianze crescenti di reddito e di ricchezza.
2. Luigi Einaudi, ex presidente della Repubblica
Italiana ed economista liberista sosteneva che l'imposta più liberale è quella
di successione, perché favorisce l'ascensore sociale: in Italia è stata tolta
dal miliardario e sedicente liberale e liberista Berlusconi.
3. La manovra correttiva 2010
Tremonti-Berlusconi, che colpisce i ceti bassi e preserva quelli alti, è
un'ulteriore spinta alla disuguaglianza.
4. In Italia, il peso fiscale sui redditi da
lavoro è molto più alto di quello sulle rendite finanziarie.
5. E' difficile spiegare, se non attraverso il
dominio dei mass media da parte dei ricchi e per effetto dell'insufficienza o
dell'obnubilamento della capacità raziocinante dei ceti medi e soprattutto di
quelli bassi, come una esigua o infima minoranza (il 10% in Italia, il 2% nel
mondo) possa detenere ed accrescere il
possesso della maggior parte della ricchezza, e talora addirittura vedersi
affidare – come Bush negli USA o Berlusconi in Italia - le leve del potere
politico.
Nota 1: A pag. 15,
si legge:
3.
Il reddito e il lavoro7
Nel
2008 il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei
contributi
previdenziali e assistenziali, è risultato di 32.146 euro (tav. B1), pari a
2.679 euro al
mese.
Il reddito familiare medio risulta più elevato per le famiglie con capofamiglia
laureato,
lavoratore
indipendente o dirigente, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, mentre risulta
inferiore
per
le famiglie residenti al Sud e Isole.
Tra
il 2006 e il 2008 il reddito familiare è calato di circa il 4 per cento in
termini reali8,
riportandosi
sui livelli del 1993 (fig. 6)9. Questa stagnazione dei redditi medi familiari
negli
ultimi
quindici anni risente della riduzione della dimensione media delle famiglie
passata da
circa
3 componenti del 1993 ai 2,5 del 2008.
Per
tener conto dell’ampiezza e dalla composizione della famiglia e ottenere una
misura
che
approssima in modo migliore il benessere familiare, si può correggere il
reddito
complessivamente
percepito dalla famiglia con una scala di equivalenza10. Il risultato così
ottenuto,
detto reddito equivalente, si interpreta come il reddito di cui ciascun
individuo
dovrebbe
disporre se vivesse da solo per raggiungere lo stesso tenore di vita che ha in
famiglia.
Nel
periodo 1993-2008 il reddito equivalente è aumentato di circa il 12 per cento
in
termini
reali (fig. 6); nel biennio 2006-2008 la contrazione è stata di circa il 2,6
per cento.
A pag. 16, si legge:
Gli
indipendenti hanno registrato il maggior incremento del reddito equivalente
negli
ultimi
quindici anni (circa il 25 per cento in termini reali) (fig. 7), nonostante il
significativo
calo
osservato fra il 2006 e il 2008 (di circa il 7 per cento).
Tra
i dipendenti il reddito equivalente è invece aumentato dal 1993 in misura pari
a
circa
il 4 per cento in termini reali. Anche tali individui hanno sperimentato
nell’ultimo biennio
una
contrazione pari al 3 per cento circa.
Per
i pensionati o per gli individui in altra condizione non professionale, la crescita
del
reddito
disponibile è stata di quasi il 14 per cento nel periodo 1993-2008. Nell’ultimo
biennio la
riduzione
osservata è stata di modesta entità (- 1,5 per cento circa).
link sostituito da:
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/ricchezza-famiglie-italiane/2009-ricchezza-famiglie/suppl_67_09.pdf
Nota 2: Classifica 2009 dei ricchissimi
Nota 3: 11-05-2010 - OCSE: SALARI IN ITALIA TRA I PIU'
BASSI. FISCO DA RECORD AL 46,5%.
Ma Sacconi non ci sta e bolla i dati come ''tecnicalita' senza riscontro''
Ma Sacconi non ci sta e bolla i dati come ''tecnicalita' senza riscontro''
http://www.asca.it/copertina-OCSE__SALARI_IN_ITALIA_TRA_I_PIU__BASSI__FISCO_DA_RECORD_AL46_5_PERCENTO_-2863.html
Il Rapporto Ocse: Italia maglia nera dei
salari -16,5% rispetto alla media
Il nostro Paese è al 23esimo posto sui 30
membri dell'Organizzazione
Il cuneo fiscale è del 46,5%. Peso di tasse e contributi invariato dal 2008
Il cuneo fiscale è del 46,5%. Peso di tasse e contributi invariato dal 2008
OECD:
Taxing Wages 2009 http://www.oecd.org/ctp/taxingwages
Salari: IRES CGIL, potere d'acquisto perde
5.500 euro in dieci anni
Presentato V rapporto sui redditi dei
lavoratori dipendenti. Epifani, necessario un intervento urgente, che sposti la
tassazione dai salari dei lavoratori dipendenti e dalle pensioni alle grandi
ricchezze e ai grandi patrimoni »
- Crescita,
Occupazione e Redditi perduti negli anni Duemila
V RAPPORTO IRES-CGIL 2000-2010 - 27 settembre 2010
Sintesi del rapporto:
Slides:
Restituzione del fiscal drag (drenaggio
fiscale).
Fiscal drag: chi l'ha visto? - 13/09/2010
“C'è un grande assente nel dibattito sulle
tasse: il drenaggio fiscale. Che dal '90 ha colpito i redditi più bassi: chi
guadagna solo 15mila euro oggi paga il 28% in più in termini reali, mentre chi
sta sopra 1 milione di euro paga quasi il 10% in meno”.
Nessun commento:
Posta un commento