sabato 28 marzo 2015

L’oligarchia al potere comanda contro l’interesse del popolo europeo


Carlo Clericetti - 26 MAR 2015


@desertflower (26 marzo 2015 alle 21:30)

Sono d’accordo, l’oligarchia al potere comanda contro l’interesse del popolo europeo.
Osservo, però, per la crescita del debito pubblico (che, al 31.01.2015, ammonta a 2.165 mld), che questo è un dato strutturale italiano ben prima dell’adozione dell'Euro. D’altronde, è facile constatare che se, pur avendo un avanzo primario (e questo succede da quasi 20 anni), gli interessi passivi determinano un deficit di bilancio, il debito non può che aumentare. Infatti, a fronte di un avanzo primario di circa il 2,5% del Pil (circa 40 mld), dobbiamo pagare interessi passivi per un ammontare più che doppio (5,3% pari a circa 85 mld annui), di conseguenza ogni anno il debito aumenta della differenza (45 mld). Questi 85 mld vanno ovviamente ai detentori del debito: 90% banche ed altri istituzioni finanziarie (di cui 57% nazionali e 33% estere, pari a 716,5 mld, al 31.12.2014) e 10% famiglie (cfr. Finanza pubblica, fabbisogno e debito).
A questo, poi, si aggiungono, dal 2012, due poste straordinarie: conferimenti ai fondi salva-Stato (che sono dei prestiti a titolo oneroso ai Paesi in difficoltà) e pagamento dei debiti della PA (autorizzato dall’UE).
Per quanto riguarda i conferimenti, rilevo che, nel fuoco della crisi da spread, era programmato che l’Italia versasse oltre 300 mld in 5 anni (cfr.
Aiuti UE, l’Italia contribuirà con 300 miliardi in cinque anni), poi per fortuna ci siamo fermati a 60 (cfr. il Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia allegato più sopra).
Mentre finora sono stati erogati/pagati debiti pregressi della PA per 40 mld (cfr.
40 miliardi erogati alle amministrazioni pubbliche per i debiti arretrati, ai creditori pagati 32,5 miliardi).
Queste due poste, pari in totale a 100 mld, vengono considerate straordinarie anche in sede di report ufficiali, tant’è che nei documenti del MEF inviati all’UE vengono elaborati due rapporti debito/Pil: uno al lordo ed un altro al netto di esse.
Di fronte alla situazione del nostro enorme debito pubblico e dei gravosi interessi passivi che lo autoalimentano, occorrerebbe:
a) da un lato, all’esterno, poiché la deflazione aggrava l’onere del suo servizio (il tasso di deflazione si aggiunge al tasso nominale dell’interesse, con vantaggio dei creditori e svantaggio dei debitori; l'opposto il tasso d'inflazione), che la BCE cooperasse a riportare il tasso d’inflazione al suo obiettivo statutario (poco sotto il 2%), che anzi avrebbe dovuto salvaguardare!, ed il QE da solo è insufficiente;
b) da un altro, sempre all’esterno, che l’UE adottasse (e/o almeno consentisse) una congrua manovra fiscale espansiva (non il ridicolo piano Juncker, ma il piano Prodi-Quadrio Curzio degli EuroUnionBond: fondo UE di 1.000 mld garantito dall'oro e da altri asset pubblici nazionali, per mobilitare 3.000 mld da destinare parte per ridurre il debito pubblico (70%) e parte per finanziare gli investimenti (30%), (cfr. EuroUnionBond per la nuova Europa) o quello di Varoufakis (cfr. Varoufakis: “Ecco il mio Piano Merkel”);
c) da un altro ancora, all’interno, varare misure taglia-debito (e, riducendo gli interessi passivi, per la crescita) più efficaci dei risibili ricavi rivenienti dalle privatizzazioni (programmati 10 mld all’anno), come ad esempio il varo di una corposa imposta patrimoniale straordinaria sul 5% più ricco delle famiglie (che possiede una ricchezza netta di 2.000 mld), a bassa propensione al consumo e quindi senza effetti recessivi.

PS:
Confido adesso un mio pensiero “cattivo”. La strage aerea provocata volontariamente dal secondo pilota tedesco rischia di essere la metafora dell’Euro e forse dell’UE. L’oligarchia al comando, a guida tedesca, ha scelto da anni una via – quella dell’austerità e della deflazione dei salari e della riduzione del welfare e dei servizi pubblici, nonché l’esplosione delle disuguaglianze - che porterà l’Unione Europea in rotta di collisione con i diritti democratici e civili della stragrande maggioranza del popolo europeo.


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