sabato 9 giugno 2018

Osservazioni al documento “Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo in progress alla costruzione di LeU”





Pubblico la lettera che ho inviato tre giorni fa a fiuggi.maggio2018@gmail.com e p.c. a  redazione@eguaglianzaeliberta.it, dopo aver letto un documento di Stefano Fassina, pubblicato dal sito Eguaglianza&Libertà.   

Osservazioni al documento “Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo in progress alla costruzione di LeU”
Da:  v
6/6/2018 13:20
A:  fiuggi.maggio2018@gmail.com   Copia  redazione@eguaglianzaeliberta.it  

Buongiorno,
Ho letto con interesse il documento “Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo in progress alla costruzione di LeU. Non sono un esperto, ma ho letto i Trattati UE e lo Statuto della BCE (credo di essere uno dei pochi ad averlo fatto, su 500 milioni di Europei) e rifletto su di essi da alcuni anni, discutendone anche sui siti con sedicenti esperti. In passato, ho provato anche ad esplicitare osservazioni analoghe in calce al blog di Stefano Fassina su Huffington Post, ma vedo invano (come, peraltro, succede per la normativa pensionistica in cui anche Fassina fa confusione tra la riforma Fornero e la ben più severa riforma Sacconi).
Fatta questa doverosa premessa, mi permetto di formulare alcune brevi osservazioni puntuali sul documento.

1.      Di conseguenza, in relazione a tali principi, la nostra ragione fondativa dovrebbe essere un patriottismo costituzionale come articolazione del nesso nazionale-sovranazionale alternativa sia alla declinazione nazionalista della de-globalizzazione in corso, sia all’europeismo liberista dominante nel consolidato assetto regolativo e di policy dell’Ue e dell’eurozona.
I Trattati ospitano molteplici e mutualmente contraddittori principi, in un apparente sincretismo. Ma i principi prevalenti sono la concorrenza e la stabilità dei prezzi. (pag. 5)

E’ vero che i Trattati dicono tutto e il contrario di tutto, ma la missione dell’UE è definita ed esplicitata, oltre che nel preambolo, nel fondamentale art. 3 del TUE http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/08/st06/st06655-re07.it08.pdf. E’ l’art. 3 del TUE la bussola di qualunque lavoro di interpretazione ed applicazione dei Trattati. Non è vero che la stabilità dei prezzi sia un principio prevalente della politica economica, esso lo è soltanto della politica monetaria (BCE, cfr. art. 2 statuto https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf). Peraltro, la stabilità dei prezzi diventa un obiettivo (sub-obiettivo, vedi appresso) dell’UE soltanto col trattato di Lisbona (2007, in vigore dal 2009).

2.      Domina il principio della concorrenza, non tra imprese, ma tra ordinamenti costituzionali e tra welfare state. (pag. 5)

Interpretazione “stirata”. Il principio della concorrenza attiene alla politica economica. Estenderlo meccanicamente al welfare appare, almeno a me, un modo surrettizio ed aprioristico di rifiutare il principio della sostenibilità finanziaria, dell’equità intergenerazionale e dell’efficacia ed efficienza della spesa.

3.      È un europeismo consapevole del primato della concorrenza e della stabilità dei prezzi scolpito delle normative della UE e nella fisiologia dell'eurozona e il primato del lavoro e della solidarietà sociale affermato nella nostra Carta fondamentale. (pag. 6)

Se non si fa l’errore di estrarre ciò che è coerente soltanto con la tesi che si intende affermare, non c’è dualismo assoluto tra la missione dell’UE definita dall’art. 3 del TUE e la nostra Costituzione. A ben vedere, è in gran parte un problema di interpretazione e di applicazione delle regole, influenzate abnormemente dalla Germania. Occorre accogliere la tesi che spesso sono la Commissione e la BCE a violare i Trattati, come conferma il Prof. Daniele Ciravegna dell’Università di Torino.

4.      i Trattati che prevedono "una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali dell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza" (Tuef, art. 119, comma 2). (pag. 6)

Osservo: (i) l’art. 119 TFUE ha un incipit che fa riferimento agli obiettivi indicati nell’art. 3 del TUE (“Ai fini enunciati all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea,”); (ii) la stabilità dei prezzi – ribadisco - è l’obiettivo principale soltanto della politica monetaria; e (iii) la politica monetaria, di pertinenza esclusiva della BCE, ha, appunto, anche un secondo obiettivo, anche se subordinato al primo, cioè di “sostenere le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea” cfr. art. 2 Statuto BCE https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf, che, quindi, fa anch’esso riferimento al fondamentale art. 3 del TUE (vedi anche punto 5).

5.      “è difficile accettare con animo leggero il fatto che l'obiettivo della stabilità dei prezzi sia indicato senza alcun riferimento al livello occupazionale e, dunque, al benessere delle comunità che si sono date questa Costituzione monetaria.” (pag. 7)

Il riferimento – ripeto - c’è (cfr. art. 2 statuto BCE, vedi sopra), anche se indiretto e subordinato a quello principale, a meno che non si sia in deflazione o con tasso di inflazione sensibilmente inferiore al target (poco sotto il 2%), quando i due obiettivi sono assolutamente concordanti, convergenti e complementari, e il secondo ha le stesse dignità e cogenza del primo”.

6.      4. Va ampliato il mandato della Bce, in analogia a quanto scritto nello statuto della Federal Reserve degli Stati Uniti, al fine di includere l'obiettivo di un tasso di occupazione qualificato, a pari rilevanza con l'obiettivo di inflazione. Perché? Perché il diritto al lavoro è un diritto fondamentale. Non può essere sotto-ordinato all'inflation target. (pag. 8)

Va bene l'allineamento della BCE allo statuto della FED, ma, per quanto riguarda la missione dell'UE, questo è già scritto nell’art. 3 del TUE. Anzi, in esso è scritto che la stabilità dei prezzi è anch’esso un sub-obiettivo che, assieme agli altri, “mira alla piena occupazione e al progresso sociale”, che è l’obiettivo strategico (missione) dell’UE (cfr. link al punto 3).

7.      senza incorrere in conseguenze “punitive”. (pag. 9)

E’ inutile sperarlo se, privi della difesa da parte della BCE stanti i vincoli dei Trattati, non si affronta con coraggio e determinazione il problema dell’elevato debito pubblico, con un mix di misure che contemplino un’imposta patrimoniale sui ricchi, che si sono arricchiti con la terribile crisi, anche perché hanno contribuito poco al mastodontico risanamento dei conti pubblici (manovre correttive per 330 mld cumulati varate nella XVI legislatura, e le misure strutturali valgono tuttora, l’81% da Berlusconi, scandalosamente inique, e il 19% da Monti, molto più eque (vedi IMU, patrimonialina sui depositi e TTF). Ma, nel caso la si decida, occorrerà essere saggi nel messaggio sulla patrimoniale, perché milioni di poveri appoggiano misure che vanno contro il proprio interesse (cfr. il dialogo tra Einstein e Freud in “Perché la guerra”) o sono istintivamente e pervicacemente contrari a quelle che colpiscono i ricchi.

Cordialmente,
V.

Allego:
-         gli URL del mio blog, dove sono reperibili decine di post sui temi accennati all’inizio (BCE, Trattati e pensioni): http://vincesko.ilcannocchiale.it oppure, se in avaria, http://vincesko.blogspot.it;
-         tra i quali questo, che riguarda la BCE e la sua politica monetaria: 
Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859155.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2017/12/replica-alla-seconda-risposta-della-bce_20.html


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lunedì 28 maggio 2018

Crisi di governo, un’imposta patrimoniale sui ricchi per liberare il gioco democratico



Carlo Clericetti  -  28 MAG 2018
Eurodisastro

Sono d'accordo con Carlo Clericetti. Sia sul giudizio su M5S e Lega Nord e sui rispettivi leader, due contaballe, sia sui loro programmi contraddittori, insostenibili e iniqui, sia sul veto del presidente Mattarella  al professor Paolo Savona come ministro dell'Economia, perché critico verso l'Euro e la Germania. Critica del tutto condivisibile, poiché l'attuale assetto dell'Euro è monco e squilibrato a favore della Germania (e suoi satelliti) e svantaggioso per i Paesi deboli dell'EUZ, inclusa l'Italia.[1 o 2
Ma ritengo vada aggiunto che l'Italia è oggettivamente un Paese a sovranità limitata. Prima, dal dopoguerra, a causa del dominio USA; e, dal 1992, anche a causa dell'adesione all'Unione Europea, con i noti vincoli economico-finanziari “stupidi” perché prociclici, resi via via, su pressione della arrogante ed egoistica Germania, più stringenti e penalizzanti per i Paesi deboli dell'UE, tra cui l'Italia, appesantita dal fardello del Sud.
Io penso che ci sia un solo modo per uscire dal cul-de-sac ed è rappresentato dall'affrancamento da un debito pubblico di 2.300 mld, detenuto per un terzo da investitori esteri, che - come si è visto sia nel 2011, sia in questi giorni - con la dinamica automatica dello spread inficia e condiziona il gioco democratico.
Di norma, potendo contare sulla protezione di una banca centrale degna di questo nome, il debito pubblico non costituisce, per un Paese come l'Italia che fa registrare da 27 anni un avanzo primario,   talvolta consistente, un grosso problema. Purtroppo, questa protezione non è assicurata dalla BCE, che opera con limiti statutari dettati dai trattati.[1 o 2Occorre quindi realizzare per altra strada questa precondizione perché la vita democratica si possa dispiegare pienamente, o almeno in misura molto meno condizionante di quella attuale.
Ci sono vari modi per ridurre il debito pubblico, differenti per i tempi di attuazione. Ad esempio, la proposta di Carlo Cottarelli (analoga a quella della Banca d'Italia) è quella di aumentare per 10 anni l'avanzo primario al 4%, in maniera che si possa mettere il rapporto debito/Pil su un sentiero di graduale riduzione fino al 100% e sotto al 100%.
Ma questo rischierebbe di sottrarre ancor più risorse all'economia reale, con effetti recessivi.
Se si vuole fare in fretta ed evitando gli effetti recessivi, a mio avviso occorre pensare ad altri strumenti, come ad esempio l'introduzione di un'imposta patrimoniale sui ricchi, a bassa propensione al consumo, e che si sono arricchiti con la crisi economica, anche perché hanno contribuito pochissimo al risanamento mastodontico dei conti pubblici.[1 o 2]   
Ma sono consapevole che è una strada impervia, visto che i ricchi controllano i media, influenzano i decisori politici e possono contare sull'ausilio autolesionistico di milioni di poveri.[1 o 2

Brancaccio: “Ecco come fermare la dittatura dello spread e l'attacco dei mercati”
(30 maggio 2018)
intervista a Emiliano Brancaccio di Giacomo Russo Spena


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sabato 26 maggio 2018

Lettera a Der Spiegel: il solito vizio dei furbi Tedeschi




E' il solito vizio dei furbi Tedeschi: imbrogliare, chiagnere e fottere, e sentirsi superiori, proiettando le loro colpe sugli altri, preferibilmente gli Italiani. Ah, Herr Freud…

Pubblico il commento che ho inviato ieri a Der Spiegel. Non potendo commentare in calce all'articolo di Jan Fleischhauer, ho utilizzato la funzione Contatti:
Kontakt - - > Ihre Nachricht wurde versandt (Your message has been sent).

Good evening,
How clever and tough you Germans! And what a long straw tail [guilty conscience]! Now that you fear that some Italian minister will tell you on the nose, that you are the scroungers of the Eurozone being able to profit on the structural imbalances of the Euro, put your hands on, and pull out the usual cosmic lies: that Italy lives above its possibilities or that it receives aid from other EU partners or does not intend to honor its debts. Italy has a primary surplus, at times substantial, for 25 years; and is a net contributor to both the EU and the state-saving funds, whose money was also used to pay Greece's debts to French, German and Dutch private banks; so far he has always paid. Apart from the cretin of the crazy splinter Borghi, economic manager of the Northern League (which in any case concerned the debt held by the ECB, which then 80% is held by the Bank of Italy), no one said that it does not intend to pay interest on the debt. Shut up!

(Traduzione:
Che furbi e faccia tosta Voi Tedeschi! E che lunga coda di paglia! Ora che temete che un ministro italiano vi dica sul muso che siete gli scrocconi dell’Eurozona potendo lucrare sugli squilibri strutturali dell’Euro, mettete le mani avanti, e tirate fuori le solite bugie cosmiche: che l'Italia vive al di sopra delle sue possibilità o che riceve aiuti dagli altri partner UE o che non intende onorare i suoi debiti. L'Italia ha un avanzo primario, talora consistente, da 25 anni; è contributrice netta sia dell'UE che dei fondi salva-Stato, i cui soldi sono serviti anche per pagare i debiti della Grecia verso le banche private francesi, tedesche e olandesi; finora ha sempre pagato. A parte la cretinata della scheggia impazzita Borghi (che comunque riguardava il debito detenuto dalla BCE, che poi all'80% è detenuto dalla Banca d'Italia), nessuno ha detto che non intende pagare gli interessi sul debito. State zitti!).


Aggiornamento

E-mail all’Ambasciata italiana di Berlino_Messaggio ad articolo di Der Spiegel

Messaggio di commento all'articolo di Der Spiegel.
Da: v
26/5/2018 23:02
A segreteria.berlino@esteri.it

Buonasera,
Nel complimentarmi, da riformista di sinistra, con l’Ambasciatore per il messaggio inviato al settimanale Der Spiegel, del quale ho ricavato la notizia dal quotidiano “La Repubblica”, ma di cui non ho trovato traccia nel sito di Codesta Ambasciata, trasmetto, qui di seguito, il messaggio che ho inviato ieri a Der Spiegel e al giornalista Jan Fleischhauer, autore dell’articolo vergognoso (per la Germania e lui stesso) contro l’Italia, chiarissimo indizio - come tutte le esagerazioni - di coda di paglia.
Distinti saluti,
V.

Rif. articolo “Die Schnorrer von Rom” http://www.spiegel.de/politik/ausland/italien-die-schnorrer-von-rom-kolumne-a-1209266.html.
Good evening,
How clever and tough you Germans! And what a long straw tail [guilty conscience]! Now that you fear that some Italian minister will tell you on the nose, that you are the scroungers of the Eurozone being able to profit on the structural imbalances of the Euro, put your hands on, and pull out the usual cosmic lies: that Italy lives above its possibilities or that it receives aid from other EU partners or does not intend to honor its debts. Italy has a primary surplus, at times substantial, for 25 years; and is a net contributor to both the EU and the state-saving funds, whose money was also used to pay Greece's debts to French, German and Dutch private banks; so far he has always paid. Apart from the cretin of the crazy splinter Borghi, economic manager of the Northern League (which in any case concerned the debt held by the ECB, which then 80% is held by the Bank of Italy), no one said that it does not intend to pay interest on the debt. Shut up!

(Traduzione:

Che furbi e faccia tosta Voi Tedeschi! E che lunga coda di paglia! Ora che temete che un ministro italiano vi dica sul muso che siete gli scrocconi dell’Eurozona potendo lucrare sugli squilibri strutturali dell’Euro, mettete le mani avanti, e tirate fuori le solite bugie cosmiche: che l'Italia vive al di sopra delle sue possibilità o che riceve aiuti dagli altri partner UE o che non intende onorare i suoi debiti. L'Italia ha un avanzo primario, talora consistente, da 25 anni; è contributrice netta sia dell'UE che dei fondi salva-Stato, i cui soldi sono serviti anche per pagare i debiti della Grecia verso le banche private francesi, tedesche e olandesi; finora ha sempre pagato. A parte la cretinata della scheggia impazzita Borghi (che comunque riguardava il debito detenuto dalla BCE, che poi all'80% è detenuto dalla Banca d'Italia), nessuno ha detto che non intende pagare gli interessi sul debito. State zitti!).




I: Messaggio di commento all'articolo di Der Spiegel.
Trapassi Lorenzo<lorenzo.trapassi@esteri.it>(lorenzo.trapassi@esteri.it)
29/5/2018  11:24
A  v   Copia  Ambasciata d'Italia in Germania Berlino Segreteria  
Gentile Signor V,
sono lieto di ringraziarla, a nome dell’Ambasciatore Pietro Benassi, per la sua cortese mail in calce.
Con molti cordiali saluti
Lorenzo Trapassi



Post collegati:

N. 20 post sulla Germania, lo spread ed altro

(1) Le promesse da marinaio della “bottegaia” Merkel
(2) Il solito Olli Rehn, l’amico del giaguaro
(3) L’Europa riparte da qui
(4) Le determinanti dello spread
(5) Il chiagne e fotte dei furbi “bottegai” tedeschi
(6) I facitori dello spread
(7) Lo spread e gli ‘amici del giaguaro’
(8) Lo ‘schiaffo’ benvenuto di Draghi alla cancellieraMerkel
(9) L’egoismo e l’arroganza dei Tedeschi ed i compiti a casa nostra
(10) Dialogo sulle pensioni d’oro, gli ammortizzatori sociali e il caso tedesco
(11) Dialogo su crisi economica, deflazione e arroganza della Germania
(12) Dialogo sulla furbizia degli Italiani e dei Tedeschi
(13) L’arroganza della Corte Costituzionale tedesca
(14) Eliminare l’Euro o ridurre lo strapotere della Germania?
(15) Dialogo sull’Euro, la Lira e la sovranità monetaria
(16) False opinioni sull’Italia e la Germania
(17) Tedeschi, anche i popoli hanno una psicologia
(18) La supposta superiorità e l’arroganza degli Europei del Centro-Nord
(19) L’arrogante predominio tedesco, il salvataggio della Grecia e l’abuso delle stupide regole UE  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828301.html  oppure  
(20) Dialogo sul surplus commerciale eccessivo e il taglio dei salari


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venerdì 25 maggio 2018

Savona o non Savona





Si discute animatamente in questi giorni della ventilata nomina del professor Paolo Savona a ministro dell’Economia del governo Conte.
Savona o non Savona, il nocciolo della questione - detto da europeo convinto - è che l'attuale struttura dell'Euro è squilibrata e monca,[1 o 2] o la si completa in senso federale, com'era inizialmente previsto, prevedendo gli aggiustamenti conseguenti (in particolare i trasferimenti fiscali dai Paesi forti a quelli deboli), oltre a quelli causati dall'egoismo ottuso della Germania (parametro più severo circa il surplus commerciale e sanzioni severe per chi lo sfora[1 o 2]) o l'Euro, moneta unica per 19 Paesi troppo eterogenei, non può reggere. Elementare, mi pare.

In più, domina in UE l'ideologia neo-liberista, [1 o 2] teoria economica strampalata e spietata al soldo dei ricchi, con una fede mal riposta nella capacità del mercato di autoregolarsi e, di conseguenza, il principio incorporato stupido di (quasi) escludere una politica economica anti-ciclica. Il che - come si è visto con la crisi - rende l'EUZ estremamente vulnerabile e ancor più squilibrata e iniqua tra Paesi forti e Paesi deboli.

La BCE (gestione Trichet) è stata l'unica banca centrale al mondo ad aumentare (per ben 2 volte) il tasso di sconto in piena crisi economica, per paura della fantomatica inflazione, che infatti dopo un po’ si trasformò in deflazione. Presidente della BCE era Trichet, nel Consiglio direttivo sedeva Bini Smaghi, che anche ieri pontificava con un editoriale sul Corriere.  
In violazione del proprio statuto (art. 7-Indipendenza, che dev'essere reciproca con gli Stati), si permise di impartire prescrizioni di politica economica al governo italiano (lettera del 5/8/2011).   
La politica monetaria espansiva della BCE, condizionata dalla Germania, è cominciata nel marzo 2015, esattamente con 6 (sei) anni di ritardo rispetto alla FED e alla BoE, per non parlare della BoJ. Nel frattempo, in Italia c'è stato un calo del Pil di quasi il 10%, la distruzione di quasi il 25% della capacità industriale, la perdita di 1 milione di posti di lavoro e alcune centinaia di suicidi.[1 o 2]  


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mercoledì 16 maggio 2018

Lettera a Ugo Magri: le bufale elettorali di Salvini e Di Maio continuano, la mirabolante 'quota 100'



Dopo le reboanti e in gran parte menzognere promesse elettorali sia della Lega Nord che di M5S, anche sulle pensioni con la preannunciata abolizione della odiata riforma Fornero, alla quale vengono attribuite erroneamente ed essi stessi attribuivano scientemente misure severe della ben più severa riforma SACCONI,[*] è necessario che l’inganno continui e i nodi non arrivino al pettine. Pubblico la lettera che ho inviato ieri a Ugo Magri de La Stampa, dopo aver letto un suo articolo con una bufala sulle pensioni; e, di seguito, la sua risposta.

[*] Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero
Lettera all’On. Carla Ruocco di M5S sulle sue fake news sulla riforma Fornero e sul Governo Monti


Le bufale elettorali di Salvini e Di Maio continuano: la mirabolante quota 100.
Da:  v
15/5/2018  14:37
A:  ugo.magri@lastampa.it   Copia  maria.alberticasellati@senato.it   e altri 47+95


Egr. Dott. Magri,
Traggo dal Suo articolo di oggi «Il Colle non dà alibi a chi cerca pretesti: “Altre 48 ore purché sia la volta buona”» la seguente frase: “c’è un intero paese che attende «quota 100» per le pensioni”.
Lei è da sei mesi uno dei destinatari di alcune delle mie numerose lettere circolari volte a contrastare la generale DISINFORMAZIONE sulle pensioni, operata da sei anni dal centrodestra, col contributo di alcuni noti esperti previdenziali, inclusa la millantatrice professoressa Fornero, e di tutti i media.
Le bufale elettorali dei due candidati Salvini e Di Maio, a beneficio di milioni di allocchi, ovviamente continuano. Cerchi di non alimentarle, anche se - presumo - inconsapevolmente. Le segnalo che prima della riforma Fornero si era a quota 98. Se non ci fosse stata la riforma Fornero (che ha abolito le quote, somma di età anagrafica e anzianità contributiva), nel 2019 si sarebbe a quota 99, per effetto dell'adeguamento automatico SACCONI all'aspettativa di vita, cioè un anno in meno della, da Lei tanto decantata, mirabolante quota 100 salvinian-dimaiana.[1]
[1] La Normativa in Materia di Pensioni Pubbliche dopo le Manovre Economiche del 2011
Cordiali saluti,
V.

***

Riporto la risposta di Ugo Magri.

Re: Le bufale elettorali di Salvini e Di Maio continuano: la mirabolante quota 100.
Da:  Magri Ugo<ugo.magri@lastampa.it>(Ugo.MAGRI@lastampa.it)
15/5/2018  15:26
A:  v  

Gentile V., “quota 100” in verità è ciò che stanno ipotizzando Di Maio e Salvini. Io mi limito a riferire quanto loro vanno promettendo, senza ovviamente la competenza che ha lei.
Grazie della lettera. Cordialmente
Ugo Magri 
Inviato da iPhone


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