Carlo Clericetti - 28 MAG 2018
Eurodisastro
Sono
d'accordo con Carlo Clericetti. Sia sul giudizio su M5S e Lega Nord e sui
rispettivi leader, due contaballe, sia sui loro programmi contraddittori,
insostenibili e iniqui, sia sul veto del presidente Mattarella al professor Paolo Savona come ministro
dell'Economia, perché critico verso l'Euro e la Germania. Critica del tutto
condivisibile, poiché l'attuale assetto dell'Euro è monco e squilibrato a
favore della Germania (e suoi satelliti) e svantaggioso per i Paesi deboli
dell'EUZ, inclusa l'Italia.[1 o 2]
Ma ritengo vada
aggiunto che l'Italia è oggettivamente un Paese a sovranità limitata. Prima,
dal dopoguerra, a causa del dominio USA; e, dal 1992, anche a causa
dell'adesione all'Unione Europea, con i noti vincoli economico-finanziari “stupidi”
perché prociclici, resi via via, su pressione della arrogante ed egoistica
Germania, più stringenti e penalizzanti per i Paesi deboli dell'UE, tra cui
l'Italia, appesantita dal fardello del Sud.
Io penso che ci
sia un solo modo per uscire dal cul-de-sac
ed è rappresentato dall'affrancamento da un debito pubblico di 2.300 mld,
detenuto per un terzo da investitori esteri, che - come si è visto sia nel
2011, sia in questi giorni - con la dinamica automatica dello spread inficia e condiziona il gioco
democratico.
Di
norma, potendo contare sulla protezione di una banca centrale degna di questo
nome, il debito pubblico non costituisce, per un Paese come l'Italia che fa
registrare da 27 anni un avanzo primario, talvolta consistente, un grosso problema.
Purtroppo, questa protezione non è assicurata dalla BCE, che opera con limiti
statutari dettati dai trattati.[1 o 2] Occorre quindi realizzare per altra
strada questa precondizione perché la vita democratica si possa dispiegare
pienamente, o almeno in misura molto meno condizionante di quella attuale.
Ci sono vari
modi per ridurre il debito pubblico, differenti per i tempi di attuazione. Ad
esempio, la proposta di Carlo Cottarelli (analoga a
quella della Banca d'Italia) è quella di aumentare per 10 anni l'avanzo primario
al 4%, in maniera che si possa mettere il rapporto debito/Pil su un sentiero di
graduale riduzione fino al 100% e sotto al 100%.
Ma questo rischierebbe di sottrarre
ancor più risorse all'economia reale, con effetti recessivi.
Se
si vuole fare in fretta ed evitando gli effetti recessivi, a mio avviso occorre
pensare ad altri strumenti, come ad esempio l'introduzione di un'imposta
patrimoniale sui ricchi, a bassa propensione al consumo, e che si sono
arricchiti con la crisi economica, anche perché hanno contribuito pochissimo al
risanamento mastodontico dei conti pubblici.[1
o 2]
Ma sono consapevole che è una strada
impervia, visto che i ricchi controllano i media, influenzano i decisori
politici e possono contare sull'ausilio autolesionistico di milioni di poveri.[1
o 2]
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Patrimoniale
Brancaccio: “Ecco come fermare la dittatura dello
spread e l'attacco dei mercati”
(30 maggio 2018)
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