venerdì 25 maggio 2018

Savona o non Savona





Si discute animatamente in questi giorni della ventilata nomina del professor Paolo Savona a ministro dell’Economia del governo Conte.
Savona o non Savona, il nocciolo della questione - detto da europeo convinto - è che l'attuale struttura dell'Euro è squilibrata e monca,[1 o 2] o la si completa in senso federale, com'era inizialmente previsto, prevedendo gli aggiustamenti conseguenti (in particolare i trasferimenti fiscali dai Paesi forti a quelli deboli), oltre a quelli causati dall'egoismo ottuso della Germania (parametro più severo circa il surplus commerciale e sanzioni severe per chi lo sfora[1 o 2]) o l'Euro, moneta unica per 19 Paesi troppo eterogenei, non può reggere. Elementare, mi pare.

In più, domina in UE l'ideologia neo-liberista, [1 o 2] teoria economica strampalata e spietata al soldo dei ricchi, con una fede mal riposta nella capacità del mercato di autoregolarsi e, di conseguenza, il principio incorporato stupido di (quasi) escludere una politica economica anti-ciclica. Il che - come si è visto con la crisi - rende l'EUZ estremamente vulnerabile e ancor più squilibrata e iniqua tra Paesi forti e Paesi deboli.

La BCE (gestione Trichet) è stata l'unica banca centrale al mondo ad aumentare (per ben 2 volte) il tasso di sconto in piena crisi economica, per paura della fantomatica inflazione, che infatti dopo un po’ si trasformò in deflazione. Presidente della BCE era Trichet, nel Consiglio direttivo sedeva Bini Smaghi, che anche ieri pontificava con un editoriale sul Corriere.  
In violazione del proprio statuto (art. 7-Indipendenza, che dev'essere reciproca con gli Stati), si permise di impartire prescrizioni di politica economica al governo italiano (lettera del 5/8/2011).   
La politica monetaria espansiva della BCE, condizionata dalla Germania, è cominciata nel marzo 2015, esattamente con 6 (sei) anni di ritardo rispetto alla FED e alla BoE, per non parlare della BoJ. Nel frattempo, in Italia c'è stato un calo del Pil di quasi il 10%, la distruzione di quasi il 25% della capacità industriale, la perdita di 1 milione di posti di lavoro e alcune centinaia di suicidi.[1 o 2]  


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