L’Eurozona è un insieme di Paesi
strutturalmente eterogenei; non sono previsti dai trattati europei (influenzati dall'ordoliberismo germanico, senza però le correzioni che ne hanno smussato le asperità
in sede applicativa in Germania[1]) meccanismi di
aggiustamento degli squilibri strutturali interni: né quelli tipici delle
federazioni, né quelli che ne distribuiscono equamente i pesi tra Paesi forti e
Paesi deboli.
[1] Dialogo con
Carlo Clericetti sulla solidarietà tra gli Stati dell’UE e sull’economia
sociale di mercato http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2848095.html oppure
Gli USA sono una federazione
e perciò hanno i trasferimenti fiscali (quindi a fondo perduto) dagli Stati
ricchi a quelli meno ricchi, che fanno da riequilibratori, per il tramite del
bilancio federale, pari al 20% del Pil annuo USA (pari complessivamente a
17.500 mld $).
L'UE è invece ancora
una confederazione (atipica), che non contempla i trasferimenti fiscali, il cui
bilancio confederale ammonta ad appena l'1% del Pil complessivo (pari a 18.500
mld $) e la cui moneta è comune ad appena 19 Paesi su 28; ed il cui
riequilibrio tra i Paesi membri avviene, non a spese dei Paesi ricchi, tramite i trasferimenti fiscali
o, almeno, la sanzione dei surplus commerciali eccessivi,[2] ma
a spese dei Paesi meno ricchi, attraverso la deflazione dei salari e la
riduzione dei diritti e i trasferimenti di capitali in prestito (quindi a
titolo oneroso) dai più forti e avvantaggiati dalla moneta unica (Germania,
Olanda, Belgio, Francia, Austria, ecc.) a quelli deboli e svantaggiati
dall'Euro (Piigs).
[2] Dialogo sul
surplus commerciale eccessivo e il taglio dei salari
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828411.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2015/08/dialogo-sul-surplus-commerciale.html
L’ideologia ordoliberista tedesca ha influenzato anche – forse soprattutto
– lo statuto della BCE,[3] che è soltanto un po’ meno rigido
di quello della Bundesbank, ma prevede anch’esso che l’obiettivo principale sia
la stabilità dei prezzi (“sotto, ma vicino, al 2%”). Fatto salvo questo, essa
ha, però, anche l’obiettivo di sostenere le politiche economiche dell’UE
fissate dall’art. 3 del TUE,[3] tra cui “una crescita economica equilibrata” e “la piena
occupazione”.
[3] Allegato
alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2821720.html
oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/allegato-alla-petizione-al-parlamento.html
Sotto questo aspetto, con la deflazione o l’inflazione molto sotto target e
la crisi economica ed occupazionale che perdura da 7 (sette) anni (tranne in
Germania e i suoi satelliti), la BCE ha mancato e sta mancando entrambi gli
obiettivi statutari, con gravi conseguenze sui popoli europei più deboli e sui Paesi debitori
(tra cui l’Italia). Il QE, implementato nel marzo 2015, è tardivo e
insufficiente sia qualitativamente che quantitativamente, e di per sé, se non è
accompagnato da una politica fiscale espansiva anticiclica (taglio di tasse e
aumento di spesa) che accresca la domanda aggregata (consumi, investimenti,
spesa pubblica ed esportazioni nette), non sarà in grado di debellare da solo la
deflazione (come, ovviamente, ammette la stessa BCE).[4]
[4] La
BCE a trazione tedesca le spara grosse http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2829649.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/la-bce-trazione-tedesca-le-spara-grosse.html
*
La Germania, che all’epoca era considerata la malata
d'Europa, trasse vantaggio dall'introduzione dell'Euro nel 1999, il cui
valore, derivante dalla sommatoria/media delle monete di dodici dei quindici
Paesi che allora componevano l’Unione europea, in cui il Marco tedesco era la
moneta più forte, fu inevitabilmente fissato ad un livello che teneva conto
anche delle monete più deboli e perciò più basso del Marco e vantaggioso per la
Germania (in pratica, essa beneficiò di una svalutazione monetaria),
Com’è noto, il cambio
Lira/Euro fu fissato a 1.936,27. Era
troppo basso o troppo alto? Secondo i critici di destra, in primis Silvio Berlusconi (evidente indizio di coda di paglia per
i suoi mancati controlli dei prezzi), troppo alto. Per loro, soprattutto a
seguito del lamentato, da parte della grandissima parte del popolo italiano,
supposto raddoppio dei prezzi subito dopo la sua introduzione, sarebbe dovuto
essere fissato addirittura a 1.000 Lire. Ma naturalmente è una sciocchezza macroscopica, poiché sarebbe equivalso a una
rivalutazione preventiva del 100% e quindi al raddoppio immediato dei prezzi
dei prodotti italiani per gli acquirenti esteri.[5]
[5]
Il ‘change over’ Lira-Euro e le responsabilità di Berlusconi
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2794137.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2015/06/il-change-over-lira-euro-e-le.html
Oltre alla svalutazione preventiva, la Germania pretese
ed ottenne nel 2003-2005, non una semplice flessibilità, ma di sforare il
limite del 3% di deficit/Pil, per un importo pari a una ventina di mld, quando
implementò le riforme strutturali del lavoro, inclusi i mini job a
400€ mensili, che deflazionarono i salari tedeschi, procurando alla Germania un
ulteriore vantaggio competitivo rispetto ai partner dell'Eurozona.
Vantaggio
competitivo accresciutosi negli anni successivi, poiché la Germania, in
aderenza alla sua ideologia mercantilista e ordoliberista, ha continuato e continua
ad attuare tuttora una politica economica deflazionistica e restrittiva,
scaricando sui partner deboli tutto l'onere dell'aggiustamento infra-EUZ.
Segnalo, en passant, che la Germania pretendeva
di negare all'Italia (già penalizzata dal criterio ritenuto inaffidabile dalla
stessa Commissione europea, oltre che dalla BCE, del calcolo del cosiddetto deficit strutturale[6] applicato dalla
Commissione europea), quando il governo Renzi ha implementato la riforma del
lavoro (il cosiddetto Jobs Act), non uno sforamento
del limite del 3%, ma una misera e drammaticamente insufficiente flessibilità,
come misura anticiclica.
[6] Dialogo
sulla lettera di Padoan all’UE, la sostenibilità del debito pubblico e la
formula del deficit strutturale http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2823271.html oppure
*
La soluzione
ai difetti strutturali dell’Euro possono essere gli Stati Uniti d’Europa? Sì, certamente, ma purtroppo nel lungo
periodo. Come scrive al riguardo il prof. Gustavo Piga. Egli, inoltre, commentando
un saggio di Hugh Rockoff intitolato “How Long Did it Take the United States to
Become an Optimal Currency Area?”, ovvero “Quanto ci hanno messo gli Stati
Uniti a divenire una Area Valutaria Ottimale?”, spiega perché, nonostante i
difetti, per l’Unione Europea è preferibile continuare ad adottare una moneta
ed una politica monetaria comune.[7]
[7] Moneta e bandiera: il se e quando degli
Stati Uniti d’Europa
Gustavo Piga - 18 agosto 2016
Ed invece il prof. Joseph Stiglitz, in un articolo sul
Financial Times, afferma che l’Euro è
insostenibile e propone di dividerlo in due.[8]
[8] A split euro is the solution for
Europe’s single currency
Joseph
Stiglitz - August 17, 2016 4:32 am
The problems
with the structure of the eurozone may be insurmountable, writes Joseph
Stiglitz
(trovate
l'articolo originale e la traduzione in questo mio post (nell'appendice):
Critiche severe all’economia
italiana da importanti giornali di Spagna, Francia, Gran Bretagna e USA
*
Intanto,
si susseguono proposte per far fronte alla deflazione, renitente alla presunta cura
per giunta tardiva del QE
implementata dalla BCE, e alla crisi
economica.[9]
[9] QE, il
monetarismo e la fallacia logica della falsa equivalenza
Tra queste, la “moneta dall’elicottero”,
vecchissima espressione coniata da Milton Friedman, il padre del monetarismo,
che ogni tanto rispunta fuori - ora soprattutto ad opera dei
neo-liberisti pentiti, di fronte al fallimento della loro ideologia strampalata
e spietata al soldo dei ricchi -, che prevede che i soldi vengano distribuiti
direttamente ai cittadini.[5]
[5] Ad esempio, l’ho letta e discussa mesi fa qui:
Carlo Clericetti - 21 APR 2016
Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota
Ma la
moneta dall’elicottero non è ancora sufficiente, se non hai modo di costringere
i beneficiari a spenderla, perché potrebbero destinare quei soldi, in tutto o
in parte, a risparmio (che, come si vede oggi, anzi da anni, rimane nel
circuito finanziario). Perciò – dice Clericetti - è meglio darli allo Stato,
che li destina a opere pubbliche.
Attenzione,
però, non indifferentemente a spesa pubblica, ma prioritariamente a
investimenti, perché se lo Stato li destinasse, poniamo, a finanziare il reddito di cittadinanza,[10] si rischierebbe di ricadere, in
tutto o in parte, nello stesso problema (vedansi gli 80€/mese decisi dal
Governo Renzi, che solo in parte si sono trasformati in consumi).
[10] Dossier reddito minimo garantito http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2798018.html
oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/dossier-reddito-minimo-garantito.html
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