Il Manifesto di Ventotene[1] viene citato sempre più spesso negli
ultimi anni, di fronte alla crisi dell’Unione Europea. E’ stato oggetto di
articoli e di discussioni in occasione del recente vertice trilaterale
Renzi-Merkel-Hollande.[2]
C’è chi ha parlato di tradimento dei suoi
ideali. Ed in effetti, come ho scritto in passato, “l’ispirazione
che ha informato tutta la costruzione europea è stata determinata, non dal
Manifesto di Ventotene del massone progressista Altiero Spinelli e altri, ma
dal progetto conservatore e neo-oligarchico dei massoni Kalergi, Monnet,
Schumann e altri, con un’impostazione liberistica e deregolamentata del
mercato, un Parlamento europeo privo di poteri e la prevalenza della
burocrazia. Come poi è effettivamente avvenuto”.[3]
C’è chi invece ne ha preso le distanze, richiamandosi a ideali liberali, perché il Manifesto di Ventotene (frutto del suo tempo) sarebbe impregnato di
ideologia (nella sua accezione negativa). Ma per criticarlo commette lo stesso
peccato. Fin dall'inizio, autoproclamandosi liberale. E facendosi portatore di
una ricetta alternativa “liberale”: contro lo Stato etico,[4] la limitazione del diritto di proprietà, l’elargizione di
sussidi alle persone.
Anche io sono liberale (almeno in
Italia, il liberalismo vale in politica, il liberismo vale in economia),[5] ma ad esempio non mi scandalizzo
se:
1. lo Stato svolge una funzione
pedagogica (ce ne sarebbe molto bisogno), ovviamente declinata in senso moderno
prendendo esempio dalle metodiche più efficaci (chessò, il metodo finlandese
dell'assistenza a domicilio alle mamme in gravidanza e nei primi 2-3 anni di
vita dei figli, periodo cruciale per la costruzione della personalità);[6]
2. lo Stato pone dei limiti
(costituzionali) alla proprietà privata (vedansi le leggi che permettono la
rendita parassitaria urbanistica, che beneficia spropositatamente pochi privilegiati
e scarica i costi delle infrastrutture primarie e secondarie sulla
collettività, oltre ai costi e disagi sociali);
3. lo Stato vara il reddito minimo
garantito (adottato in quasi tutti gli Stati liberali dell'UE, tranne in Italia
e Grecia).[7]
Francamente, a me non sembrano proposte
ideologiche, ma di semplice buon senso. Anzi, trovo ideologico e privo di senso
dichiararvisi contrario.
C'è, poi, chi, sotto
l’effetto dell’arrabbiatura per l’invasione degli immigrati, tra i tantissimi
commentatori benpensanti e conservatori e reazionari che popolano il web, sulla
semplice lettura del testo del Manifesto di Ventotene, prende lucciole per
lanterne, fischi per fiaschi, dove è scritto "bianco" legge
"nero", ecc.
Estrapola singoli passi e ne dà un’interpretazione distorta, al limite
della diffamazione, e certe volte anche oltre.
Ad esempio con questo
commento, pieno di errori, frutto di evidente nervosismo:
Altiero Spinelli e i suoi colleghi hanno rovinato la vita di milioni di
persne , per fortuna non del tutto rispetto a quello che era il loro pensiero:
il loro obiettivo era quella di una "dittatura socialista" (quindi
era antafascista...e stop. ,a favorevolissimo alla dittatura della propria
parte politica. come tutti gli antifascisti di sinistra), ma tra i suoi punti
tanto per cambiare c'era l'bolizione della proprietà privata: nessuno avrebbe
avuto diritto ad avere più nulla, nemmeno i propri vestiti, perchè tutto deve
essere di tutti. Mamma mia non ci posso pensare!
O quest’altro:
Perchè allora non ci spiega lei?. "le
caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto
di successione hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati
ricchezze che converrà distribuire, durante una crisi rivoluzionaria in senso
egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli
strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni
economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo
cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi coltiva, aumenti
enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda
la proprietà dei lavoratori, nei settori non statizzati, con le gestioni
cooperative, l'azionariato operaio ecc.;"
Tutto questo volontario? Sarebbe stata un'altra
dittatura del proletariato. In realtà hanno espropriato i piccoli per
arricchire i grandi a quanto mi risulta.
Se lo si legge, il Manifesto di Ventotene,
si vede che l'unica rivoluzione è quella del superamento degli Stati nazionali
e la costituzione dell'Europa federale. Vi sono critiche severe ai comunisti.
Si rifiuta la statalizzazione dei mezzi di produzione definendola un’utopia e
un errore, poiché porta alla nascita di un regime dominato da una classe di
burocrati che sfruttano il popolo. La statalizzazione riguarda soltanto le
imprese monopolistiche e quelle talmente grandi da condizionare lo Stato.
"Un
vero movimento rivoluzionario dovrà sorgere da coloro che han saputo criticare
le vecchie impostazioni politiche; dovrà saper collaborare con le forze
democratiche, con quelle comuniste, e in genere con quanti cooperino alla
disgregazione del totalitarismo; ma senza lasciarsi irretire dalla prassi
politica di nessuna di esse. [...]
III.
— COMPITI DEL DOPO GUERRA – LA RIFORMA DELLA SOCIETÀ.
La
rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere
socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la
realizzazione per esse di condizioni più umane di vita. La bussola di
orientamento per i provvedimenti da prendere in tale direzione non può essere
però il principio puramente dottrinario secondo il quale la proprietà privata
dei mezzi materiali di produzione deve essere in linea di principio abolita e
tollerata solo in linea provvisoria, quando non se ne possa proprio fare a
meno. La statizzazione generale dell’economia è stata la prima forma utopistica
in cui le classi operaie si sono rappresentate la loro liberazione dal giogo
capitalista; ma, una volta realizzata in pieno, non porta allo scopo sognato,
bensì alla costituzione di un regime in cui tutta la popolazione è asservita
alla ristretta classe dei burocrati gestori dell’economia.
Il
principio veramente fondamentale del socialismo, e di cui quello della collettivizzazione
generale non è stato che una affrettata ed erronea deduzione, è quello secondo
il quale le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma — come avviene
per le forze naturali — essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel
modo più razionale, affinché le grandi masse non ne sieno vittime. Le
gigantesche forze di progresso che scaturiscono dall’interesse individuale, non
vanno spente nella morta gora della pratica routinière per trovarsi poi di
fronte all’insolubile problema di resuscitare lo spirito d’iniziativa con le
differenziazioni nei salari, e con gli altri provvedimenti del genere; quelle
forze vanno invece esaltate ed estese offrendo loro una maggiore opportunità di
sviluppo e di impiego, e contemporaneamente vanno consolidati e perfezionati
gli argini che le convogliano verso gli obbiettivi di maggiore vantaggio per
tutta la collettività.
La
proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per
caso, non dogmaticamente in linea di principio.
a)
Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività
necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei
consumatori; [...][1]
PS: Gli autori e il curatore della
pubblicazione del Manifesto di Ventotene (elaborato nel 1941 e pubblicato nel
1944) sono stati: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, un ex
comunista, un liberale e un socialista.
Note
[2] Renzi a Ventotene con Merkel e Hollande. "Europa soluzione,
non problema. E non finisce con Brexit"
Sicurezza,
immigrazione e crescita nella Ue dopo la "fuga" del Regno Unito al
centro del vertice tra i leader di Italia, Germania e Francia. I due
"ospiti" accolti dal presidente del Consiglio nello scalo napoletano
di Capodichino, poi in elicottero sull'isola per deporre fiori
"europei" sulla tomba di Altiero Spinelli. I lavori sulla portaerei
Garibaldi. Merkel: "Da Renzi riforme pietre miliari per futuro
sostenibile". Hollande: "Europa deve sapersi difendere ma anche
accogliere"
di PAOLO GALLORI - 22 agosto 2016
[3] Il piano Kalergi e la genesi dell’Unione Europea oligarchica
[4] Stato etico
[5] Liberismo e liberalismo [Wikipedia]
Nella lingua italiana liberismo e liberalismo non hanno lo stesso significato: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato dall'economia (perciò un'economia liberista è un'economia di mercato solo temperata da interventi esterni), il secondo è un'ideologia politica che sostiene l'esistenza di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all'individuo e l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale).
Nella lingua italiana liberismo e liberalismo non hanno lo stesso significato: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato dall'economia (perciò un'economia liberista è un'economia di mercato solo temperata da interventi esterni), il secondo è un'ideologia politica che sostiene l'esistenza di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all'individuo e l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale).
[6] Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione
culturale e progetto educativo
[7] Dossier reddito minimo garantito
Documento collegato:
Traggo dalla Nota editoriale:
In conseguenza di quei ragionamenti, nacque
“Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, scritto, nell’estate
1941 in Ventotene. Eugenio Colorni nel 1944 ne curò la redazione in tre
capitoli: il primo (“La crisi della civiltà moderna”) e il secondo (“Compiti
del dopoguerra. L’unità europea”) interamente elaborati da Spinelli, come anche
la seconda parte del terzo (“Compiti del dopoguerra. La riforma della
società”), mentre la prima parte di quest’ultimo è stata definita da Rossi. Il
“progetto”, denominato Manifesto di Ventotene, fu diffuso negli ambienti
antifascisti da Ada Rossi, moglie di Ernesto, da Ursula Hirschmann, moglie di
Colorni (dopo la morte di questi, colpito dal piombo fascista il 28 maggio
1944, diverrà moglie di Altiero Spinelli) e da Fiorella e Gigliola Spinelli,
sorelle di Altiero.
I
Quaderni di Ventotene
ISTITUTO DI STUDI FEDERALISTI ALTIERO SPINELLI
MANIFESTO DI VENTOTENE E PROGETTO DI TRATTATO CHE ISTITUISCE
L’UNIONE EUROPEA: PER RILANCIARE L’EUROPA FEDERALE
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