1. ARTICOLO DEL 25.06.2009 DEL PROF. MICHELE BOLDRIN
SULLA COMPARAZIONE TRA DATI NON OMOGENEI DELLA SPESA PENSIONISTICA E
DISCUSSIONE CON CARLO CLERICETTI.
2. ARTICOLO DEL
06.04.2015 DEL PROF. MICHELE BOLDRIN SULLA COMPARAZIONE TRA DATI E NON OMOGENEI
DELLA SPESA PENSIONISTICA E DISCUSSIONE CON ME.
*
Facendo oggi, 5.9.2016, una ricerca in Google, ho per
caso incrociato questo articolo del 2009 del prof. Michele Boldrin sul tema delle pensioni, in NoisefromAmerika,[1] ed ho scoperto – incredibile ma vera o la sua cattiva memoria
o, più probabilmente, la sua malafede, per cui il calcio in culo metaforico che
gli affibbiai al termine della nostra discussione fu meritatissimo – che la
discussione tra lui e Carlo Clericetti che ne scaturì è praticamente la stessa che ho avuto io con
lui 6 anni dopo sulla medesima comparazione
tra valori non omogenei della spesa pensionistica. Da lui infarcite entrambe
di argomentazioni deboli, scorrette dal punto di vista tecnico-contabile (confrontare
le pere con le mele) e talvolta perfino strampalate (vedi la partita di giro
delle imposte, che secondo lui riguarda i percettori delle pensioni e gli
erogatori dei contributi sociali (sic!), anziché ricondurle – come effettivamente
avviene, poiché l’INPS paga
gli assegni pensionistici netti e gira il resto allo Stato, di cui esso fa
parte integrante - nell’ambito dello Stato);[2] talvolta di frasi infantilmente bugiarde, aggressive e turpiloquenti, e di giudizi
selettivi a senso unico.[3]
La differenza sostanziale
è che, nel lasso di tempo intercorso tra i due articoli, a) l’OCSE ha deciso di
confrontare opportunamente la spesa pensionistica non solo al lordo ma anche al
netto delle imposte, riconoscendole perciò almeno implicitamente come voce spuria, o almeno come elemento che inficia il confronto, data la differente
tassazione delle pensioni esistente tra i vari Paesi; e b) soprattutto, sono
intervenute in Italia due severe riforme delle pensioni: quella Sacconi (DL
78/2010, art. 12) e quella Fornero (DL 201/2011, art. 24), che hanno risolto
alla radice il disallineamento dell’incidenza della spesa pensionistica sul Pil
tra l’Italia e gli altri Paesi.
Nonostante
questo, c’è ancora chi (ad esempio Carlo Cottarelli) giudicava l’anno scorso la Spesa pensionistica italiana la
più elevata del mondo rispetto al Pil.[4]
Oltre naturalmente al neo-liberista prof. Boldrin, uomo dalle idee fisse,
radicate, tetragono a qualunque prova contraria; e a tantissimi altri. Una balla assoluta, se si depura la spesa
pensionistica italiana dalle voci spurie.[5]
[1] Pensioni: Repubblica dà i numeri
OECD
25 giugno 2009 • michele boldrin
[2] Come è confermato dall’ammontare dell’importo
effettivamente erogato annualmente dall’INPS, pari nel 2014 a 192,6 mld, contro
i circa 280 della spesa lorda, che poi va a formare il numeratore del
rapporto spesa/Pil.
Osservatorio sulle pensioni
L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro, di cui
173 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali. Il 66% dell’importo è
erogato dalle gestioni lavoratori dipendenti, il 23,8% da quelle dei lavoratori
autonomi, il 10,1% da quelle assistenziali.
[3] Dialogo n. 2 nel blog neo-liberista NoisefromAmerika: pensioni
[4] Lettera a Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del FMI, sua risposta e
mia replica
[5] Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo
Cottarelli
Post scriptum:
Al termine della
discussione n. 5 sul sito NoisefromAmerika,
dopo la settimana di Ferragosto cancellata dalla redazione, mi sono cancellato
dalla loro newsletter, dandone le motivazioni negli ultimi miei 2 commenti
intitolati “Boccaloni e incontinenti verbali” e “Il frate assassino de “Il nome
della rosa”. Ho riportato la discussione completa qui:
Dialogo n. 5 nel blog neo-liberista NoisefromAmerika:
Isis
Ho esagerato apposta,
ma il sedicente liberale, irascibile e permaloso prof. Michele Boldrin meritava
anche peggio.
Post collegati:
Dialogo nel blog
neo-liberista NoisefromAmerika su
Keynes e dintorni
Dialogo n. 3
nel blog neo-liberista NoisefromAmerika:
pensioni
Dialoghi
sull’INPS che ha un buco e può fallire
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