martedì 4 agosto 2015

S&P’s declassa l’Italia a BBB-


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 509 del 07-12-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
S&P’s declassa l’Italia a BBB-


I TEMPI DELLE RIFORME
Italia declassata, non possiamo rassegnarci a finire sempre in castigo
Manca pochissimo per essere considerati un Paese le cui emissioni di titoli sono «spazzatura». Si temono i decreti attuativi del Jobs Act
di Daniele Manca
6 dicembre 2014

Le AGENZIE DI RATING sono da tempo un problema molto serio. In questa guerra in atto tra l'infima minoranza di ricchissimi (ben rappresentati e guidati dalla "cupola" delle 9 più grandi banche) e tutti gli altri, le agenzie di rating svolgono il ruolo di loro utili idioti ben retribuiti. Il presidente della BCE Mario Draghi, nonostante lo avesse indicato come rilevante da presidente del Financial stability board, non ha risolto il problema delle agenzie di rating. Neppure la Commissione Europea, che, nel 2013, su iniziativa soprattutto di Leonardo Domenici, relatore del Parlamento Ue sul regolamento sulle agenzie di rating,[1] ha emanato una modifica al regolamento del 2009, in particolare per quanto riguarda la valutazione dei debiti sovrani, che è stato solo un primo passo.[2] Si è anche parlato più volte di creare un’agenzia di rating europea, ma la sua costituzione è rimandata al 2016. Non è la prima volta che Standard&Poor's ci declassa perché non variamo le c.d. riforme strutturali, sorvolando sull’obiezione che esse non possono che produrre i loro effetti nel lungo termine; poi quando le variamo, ci declassa perché le riforme strutturali produrranno i loro effetti solo nel lungo periodo. Logica stortignaccola davvero sospetta. Non so quanto sia attendibile, ma ho letto che la speculazione finanziaria USA starebbe preparando per fine anno o inizio del prossimo un secondo attacco contro l’Euro; come ventila qualche analista, questa mossa di S&P’s è tesa a condizionare preventivamente le mosse di Draghi.

Se si approfondisce un po’ la materia si vede, per fare qualche esempio, che le c.d. “agenzie” non sono Enti pubblici, ma società private di consulenza finanziaria, che esprimono (per loro stessa ammissione) semplici pareri, e lo fanno secondo criteri discrezionali che si rifiutano di esplicitare e che variano tra le diverse società di rating. Insomma, pare ci sia una forte componente politica e discrezionale, inficiata da conflitti di interesse (commistione tra controllati e controllanti). La confusione è alimentata da Autorità pubbliche, che nelle norme che regolano gli investimenti di certi fondi obbligano a investire o disinvestire in base ai rating espressi da tali società.[3]

[1] Agenzie rating, Domenici sempre più urgente regolamento Ue
[2] UE: entrate in vigore norme più severe per le agenzie di rating del credito.
a cura di Giorgiana Grazioli  16-07-2013
L'Europa è più severa con le agenzie di rating
di Chiara Bussi  17 giugno 2013
[3] Tutto quello che non è stato volutamente detto sulle società di rating
06-12–2014  Antonio Maria Rinaldi


Post e articoli collegati:

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Giovedì 19 Marzo 2015

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31 marzo 2017
http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/03/31/news/trani_inchiesta_rating_sfogo_su_facebook_pm_michele_ruggiero-161850878/


Riporto un mio precedente commento esplicativo sul tema, pubblicato nel blog di Carlo Clericetti su Repubblica.it:
http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2017/01/30/i-debiti-dellitalia-e-la-svolta-di-draghi/#comment-5125  

Ad integrazione del mio commento precedente, allego un altro mio precedente commento nel blog di Carlo Clericetti sul tema del declassamento dell’Italia da parte delle società di rating, con La storia dei rating sull'Italia dal 1995 al 2011:







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