Pubblico
la lettera che ho inviata pochi giorni fa al senatore del PD Alessandro Malan,
con osservazioni critiche su un suo articolo. Chi legge questo mio blog sa che
uso scrivere che quasi 60 milioni di Italiani sono stati vittima del potente
sistema disinformativo berlusconiano e del centrodestra; come vedete, anche un
parlamentare come Malan è anch’egli vittima di tale DISINFORMAZIONE. Ad oggi, non ho ricevuto risposta.
Osservazioni al Suo articolo "Diario della 'lunga
legislatura'".
Da: v
15/1/2018 15:30
A: alessandro.maran@senato.it CC pietro.grasso@senato.it e altri 48 + 300
Egr. Sen. Maran,
Ho appena
letto il Suo articolo sul Foglio, rilanciato dal sito del Sen. Pietro
Ichino DIARIO DELLA “LUNGA LEGISLATURA”, che a mio avviso contiene parecchie inesattezze,
sorprendenti (ma non tanto per me, visto che accomunano da sei anni quasi 60
milioni di Italiani, inclusi i docenti universitari) in un parlamentare.
Scusandomi per
non avere inviato anche a Lei le mie varie e-mail, che forse Le avrebbero
evitato di scrivere tante affermazioni imprecise, faccio un esame puntuale
delle affermazioni per me salienti e vi allego le prove documentali (inclusi i
post accennati).
Citazione1:
“Quel che accadde allora è tutto nelle cronache dei giornali dell’epoca”.
Sì, forse, ma
le persone, inclusi i parlamentari (vedi appresso), sono di memoria corta
oppure “catturati” dai loro pregiudizi o condizionati e fuorviati dalla loro malafede.
Citazione2:
“dalla celebre lettera della Ue che impose al Paese la cura da cavallo
anticrisi”.
Inesattezza al
cubo, frutto di ignoranza o di malafede (decida Lei). La cura da cavallo è
cominciata un anno e mezzo prima, nel 2010, col DL 78 del 31.5.2010, convertito
dalla L. 122 del 30.7.2010, di ben 62 mld cumulati, la più scandalosamente
iniqua, quella che all’art. 12 reca la severissima riforma delle pensioni
SACCONI (vedi appresso), e poi si è sviluppata con una seconda manovra
finanziaria correttiva pesantissima (oltre la legge finanziaria o di
stabilità), vale a dire il DL 98 del 6.7.2011 convertito dalla L. 111/2011, di
80 mld cumulati, che riscosse l’apprezzamento sia del Consiglio Europeo, che
della cancelliera Merkel. Dopo appena pochi giorni, invece, arrivò la lettera
della BCE (Trichet e Draghi), con varie prescrizioni dettagliate e la richiesta
di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 (in contrasto con l'apprezzamento
della Banca d'Italia, nel maggio precedente, del pareggio di bilancio nel
2014), che portò al varo di una seconda manovra estiva pesante, il DL 138 del
13.8.2011, convertito dalla L. 148/2011, di 60 mld cumulati. Ma neppure
bastarono a salvare il governo Berlusconi-Tremonti, che a furor di popolo e
dell’Europa (cioè del duo Merkel Sarkozy, dopo l’accordo di Deauville, citato
non a caso come spartiacque dal governatore Ignazio Visco nel corso della sua
lunghissima audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche[1])
fu sostituito dal governo d’emergenza Monti, un’emergenza creata ad arte e
smentita dai fondamentali.
E’ sufficiente
riportare le cifre per dedurlo:
Riepilogo delle manovre correttive
(importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld
(80,8%);
- governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale
329,5 mld (100,0%).
Trova tutte le
prove documentali nel documento di 18 pagine linkato alla nota1, in cui ho
ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura e dove
forse troverà notizie e nessi sorprendenti.[1]
Citazione3:
“perché i partiti preferiranno lasciare ai «tecnici» la responsabilità delle
misure impopolari”.
Inesattezza al
cubo, frutto di ignoranza o di malafede (decida Lei), veda il punto precedente
e appresso.
Citazione4:
“Di più: da allora, riforme strutturali e riforme istituzionali tracciano il
campo da gioco. Fin dall’inizio, si stabilisce che il governo Monti avrebbe
cercato di mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e di
rianimare la capacità di crescita attraverso incisive riforme strutturali”.
Inesattezza al
quadrato, smentita dai dati, che invece attestano che il Sen. Prof. Mario Monti
è, in gran parte, un millantatore di fatto.[1] [2]
Citazione5:
“dei firmatari verranno ricandidati solo Gentiloni, grazie a Renzi, e Tonini”.
Io sono stato
per tre anni un assiduo lettore e commentatore degli articoli di “Europa”,
organo della Margherita, e ho potuto constatare con mia grande sorpresa la
doppiezza dei cosiddetti “montiani” alla Tonini, esigua minoranza spietata e
sleale che, per veder affermato nel PD il proprio punto di vista minoritario,
sosteneva l’estraneo Monti contro il Segretario del proprio partito Bersani.[3]
Citazione6:
“Poi vengono gli errori. Aumentano gli screzi con l’Europa”.
Frase
sgradevole che rivela la solita inclinazione autolesionistica, che talvolta
arriva alla fellonìa, di tantissimi Italiani. Nella fase iniziale, il tosto
Renzi cercò solo di far valere giustamente anche gli interessi
dell’Italia, gravemente discriminata in materia di rispetto del rapporto
deficit/Pil (veda [1], nota 6) e perfino oggetto di manovre “golpiste”, anche
se sui generis e quasi alla luce del sole.[1] Poi Renzi si scontra col muro
tedesco per le risorse e fa una virata destrorsa di 180 gradi, alleandosi con
gli Squinzi e i Marchionne e tradendo e il proprio elettorato e il programma
elettorale “Italia Bene Comune”.
Citazione7:
“In altre parole: senza le leggi Fornero e il Jobs Act oggi non potrebbe
esserci il Quantitative Easing di Draghi”.
Inesattezza al
cubo, frutto di ignoranza o di malafede (decida Lei): (i) la
legge Fornero è molto meno severa della legge SACCONI, 2010 e 2011,[4]
della quale (per colpa della stessa millantatrice Fornero, di politici bugiardi
come Matteo Salvini,[5] che votò la severa riforma SACCONI, di
noti esperti di previdenza, quali Cazzola, Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino,
Damiano, Sacconi, e poi a cascata ISTAT, EUROSTAT, UPB, INPS e, dal 2013, tutti
i media, dimentichi di ciò che scrivevano nel 2012)[6] vengono
attribuite misure severe alla legge Fornero, in particolare l’adeguamento
automatico all’aspettativa di vita, che nel 2019 porterà l’età di pensionamento
di vecchiaia a 67 anni, e poi via via a 70 e oltre, e l’età di pensionamento
anticipato a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e a 42 anni e 3 mesi per le donne.
Altro che la millantatrice Fornero!; (ii) peraltro, nella
lettera BCE è stato solo chiesto, relativamente alle pensioni, un'ulteriore
revisione delle pensioni di anzianità e l'allineamento delle donne del settore
privato a tutti gli altri, già regolati dalla riforma SACCONI: “È possibile
intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi
i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età
del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella
stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012.”)
e impediti dal veto del Ministro Bossi,[1] solo l’eccessivo zelo e soprattutto
il pianto della professoressa Fornero, assieme alle millanterie sue e del Prof.
Monti, che volevano passare come i salvatori dell’Italia dal default,
hanno confuso enormemente le acque; (iii) il QE è stato
colpevolmente varato dalla BCE a trazione tedesca con 6 anni di ritardo
rispetto agli USA e alla GB, per non parlare del Giappone, violando il proprio
statuto (art. 2-Obiettivi e art. 7-Indipendenza, che deve essere reciproca tra
la BCE e gli organi politici, violata patentemente e scandalosamente dalla
famigerata lettera del 5.8.2011) e costringendo i governi a mastodontiche
manovre finanziarie correttive per far fronte alla speculazione finanziaria
megagalattica, lasciata quasi libera di scorrazzare dalla colpevole quasi
inerzia della BCE, fino al famoso e risolutivo “whatever it takes” del
26.7.2012 di Draghi; (iv) perfino la BCE afferma che le cosiddette
riforme strutturali (ammesso e non concesso che siano benefiche) lo sono nel
lungo periodo; (v) quelle del lavoro e del welfare a scapito
dei salari e dei diritti, imposte dalla Germania ordoliberista, sono obbligate
dal ristabilimento del riequilibrio infra UE tra economie strutturalmente
eterogenee, che la moneta unica esclude possa avvenire operando sul cambio; e (vi)
stante questa imposizione, pare ci sia stato un accordo tra Draghi e Renzi per
uno scambio riforme strutturali-allentamento finanziario, che era osteggiato
dalla Bundesbank e da Schaeuble.[7]
Citazione8:
“Il 7 marzo 2015 con l’entrata in vigore dei primi due decreti attuativi del
Jobs Act, il nostro diritto del lavoro ha compiuto una svolta di portata
probabilmente più grande di quella compiuta nel 1970 con l’entrata in vigore
dello Statuto dei lavoratori”.
Fesseria
esagerata, il prof. Pietro Ichino confonde il suo sogno con la realtà (gli
capita talvolta…): (i) gli effetti sono drogati dai sussidi miliardari
agli imprenditori; e (ii) manca la terza gamba, quella del
welfare europeo: reddito minimo garantito, alloggio pubblico (in Italia, sono
in totale 500.000 e ne servirebbero 10 volte tante per allinearci a Paesi come
GB, Danimarca, Olanda, ecc.); e congrui servizi efficaci/efficienti/di qualità
per il ricollocamento. Perché – come al solito - non si è fatto tutto insieme,
buttando nei guai milioni di persone?
Citazione9:
“(produttività, ha ricordato Francesco Giavazzi…)”.
Francesco
Giavazzi è come il prezzemolo quando si devono fregare i poveri cristi e
salvaguardare i ricchi. Dopo le fesserie che ha scritte sull’ossimorica
“austerità espansiva” e i moltiplicatori, avrebbe dovuto ritirarsi in un
salutare silenzio almeno per un secolo.
Citazione10:
“Ma a modo suo, Renzi ricorda un pò il Napoleone che porta in tutta Europa, con
le sue incessanti guerre, le grandi idee della Rivoluzione”.
Ecco il solito
stravolgimento lessicale da parte degli agit-prop dei ricchi. Paradigmatico
l’abuso da parte dei reazionari e dei ricchi del termine “riforma”, che una
volta voleva dire il miglioramento delle condizioni della maggioranza del
popolo; oggi l’opposto. D’altronde, si sa che i ricchi
egoisti-bulimici-spietati, che sono 4 gatti, stravincono e dettano legge
perché, oltre a risorse enormi, al controllo dei media e da 20 anni anche delle
università, all’influenza potente sui decisori politici, possono contare
sull’ausilio di agit-prop ben retribuiti e un 20% di popolazione che viene
fatto partecipare alla spartizione disuguale della torta.[8] Buon
appetito.
Egr. Sen.
Maran,
Spero di
esserLe stato utile e che voglia in futuro contribuire a chiarire chi ha fatto
che cosa in materia di pensioni, di manovre finanziarie e di BCE (sulla quale
ho in preparazione un altro documento, che Le invierò).
Distinti
saluti,
V.
PS: La informo
che pubblicherò questa lettera - e l'eventuale Sua risposta - nel mio blog e la
inoltrerò a vari destinatari oltre quelli compresi nella presente e-mail.
______________________________
Note:
[1] L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le
mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
[2] Il
Prof. Mario Monti, il millantatore
Lettera al Prof. Sen. Mario Monti sulle manovre
correttive, le pensioni e lo statuto della BCE
[3] La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà
dei democratici ‘montiani’
[4] Pensioni: notizie false (fake news)
[5] Lettera
n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale
sulla riforma delle pensioni Fornero
[6] Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti
esperti di previdenza contro Elsa Fornero
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