Pubblico
la lettera che ho inviato a Davide Colombo de Il Sole 24 ore di critica ad un suo articolo, nel quale ha esagerato
gli effetti della riforma delle pensioni Fornero e obliterato completamente la
riforma delle pensioni Sacconi.
Pensioni: riforma Sacconi e riforma Fornero
Da: v
10/01/2018 23:08
A letterealsole@ilsole24ore.com
ALLA C.A. DEL
DOTT. DAVIDE COLOMBO
P.C. DIRETTORE E
CAPOREDATTORE
Egr.
Dott. Colombo,
Sorprende che Il Sole 24 ore contribuisca alla DISINFORMAZIONE sulle pensioni e
alla damnatio mamoriae della riforma
SACCONI. Neppure nel citare l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita
(introdotto dalla L. 122/2010, art. 12, comma 12bis), viene menzionata la
riforma SACCONI. E’ già successo in passato.
Premessa. Ricavo dalla relazione tecnica della legge: “Sul piano metodologico si precisa che la
valutazione degli effetti delle diverse disposizioni di cui ai commi da 1 a 20
non può che essere complessiva attesa la interazione tra i diversi istituti
afferenti sia i requisiti di accesso sia il sistema di calcolo.”
Ardisco ipotizzare che questo avvenga anche tra
le varie riforme (vedi appresso).
Citazione1. “Il contributo della riforma Fornero alla sostenibilità
del sistema pensionistico […] Da sola questa riforma vale un terzo dei risparmi
cumulati fino al 2060”.
No, meno di un terzo, poiché vi è
compreso il DL 98/2011, riforma SACCONI.
Citazione2: “Se guardiamo dentro il famoso articolo 24 del Dl 201/2011 incontriamo sei
voci principali di interventi cui corrispondono, in relazione tecnica, i
risparmi anno per anno. Quest’anno le nuove regole sui pensionamenti anticipati
(che superano il precedente schema di quote) valgono 10,9 miliardi, la nuova
vecchiaia delle donne e il nuovo anticipo per gli autonomi 2,8 miliardi, il
“pro-rata” contributivo 200 milioni, dalla perequazione vengono 4,7 miliardi e
dalle nuove aliquote per autonomi e fondi speciali arrivano altri 1,5 miliardi.
Totale 19,9 miliardi di minor spesa. Risparmi che l’anno prossimo salgono per
arrivare attorno ai 22 miliardi nel 2020. Poi la curva scende, con risparmi
attorno allo 0,8% del Pil nel 2030, per azzerarsi nel 2045, quando ai minori
pensionamenti corrispondono assegni più pesanti”.
(a) Ok per le “quote”, abolite dalla
riforma Fornero, ma “la nuova vecchiaia” riguarda soltanto le donne del settore
privato ed è solo un’accelerazione dell’adeguamento a tutti gli altri deciso
dalla riforma SACCONI (DL 98/2011) entro il 2026 (2023, considerando
l’adeguamento automatico) http://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf;
(b) il blocco
della perequazione recato dalla L. 214/2011, art. 24 (Fornero), che riguardava
le pensioni superiori a 3 volte il minimo (i) è stato giudicato
incostituzionale con la sentenza n. 70/2015; e (ii) aveva abrogato un analogo
provvedimento di blocco della perequazione recato dal DL 98/2011 (L. 111/2011)
del governo Berlusconi-Sacconi, meno severo, poiché il blocco riguardava le
pensioni superiori a 5 volte il minimo, che forse avrebbe superato il vaglio
della Corte Cost., com’era successo in passato per provvedimenti analoghi. Come
dire? chi troppo vuole nulla stringe, ma se non fosse stato deciso il blocco
dal Governo Monti-Fornero per fare cassa (come chiedevano insistentemente l'UE
e la BCE per evitare il default, che
era una balla, smentita dalle cifre, per tacitare la loro coscienza sporca
[1 o 2]), poi giudicato
incostituzionale e quindi abrogato con conseguente restituzione (parziale) di
quanto non erogato, sarebbe stato vigente ed efficace quello SACCONI.
Citazione3: “il “pro-rata”
contributivo 200 milioni”.
Ecco, questo è il dato forse più
clamoroso, poiché la vulgata, che ha fatto anch’essa quasi 60 milioni di
vittime, è che la riforma Fornero abbia sostituito il contributivo al
retributivo per tutti, mentre in realtà ha solo esteso, pro rata dall’1.1.2012,
il metodo contributivo, introdotto dalla riforma Dini nel 1995, a coloro che ne erano esclusi,
vale a dire coloro che al 31.12.1995 avevano almeno 18 anni di anzianità
contributiva.
Citazione4: “Poi la curva scende,
con risparmi attorno allo 0,8% del Pil nel 2030, per azzerarsi nel 2045, quando
ai minori pensionamenti corrispondono assegni più pesanti”.
Invece la curva (duplice) della riforma
SACCONI – mai citata da nessuno - è bella gagliarda fino al 2060.
Citazione5: “Da sola questa riforma vale un terzo dei risparmi cumulati fino al 2060, ovvero
60 punti di prodotto se si considerano anche gli effetti delle riforme varate
dal 2004 in poi”.
Infine, evidenzio che dei ben 900 [rectius: 1.000, ndr] mld di risparmio stimato
dall’RGS che le ultime quattro riforme, delle ben 7 (sette) riforme delle
pensioni dal 1992, produrranno al 2060, soltanto meno di un terzo –
tanto strombazzato dai media anche in questi giorni, è ascrivibile alla riforma
Fornero, il che significa che gli altri 2/3 sono attribuibili alle altre 3
riforme (Maroni, 2004, il cui ‘scalone’ fu abrogato da Damiano; Damiano, 2007;
e SACCONI, 2010 e 2011), quindi il grosso dei 2/3 e più, molto maggiore del
meno di un terzo della riforma Fornero, è ascrivibile alla ben più severa
riforma SACCONI, di cui però nessuno parla. Non sembra anche a Lei che
ci troviamo di fronte a un caso di DISINFORMAZIONE generale tra i più
macroscopici della storia italiana, analoghi - aggiungo - a quelli coevi delle
manovre correttive della scorsa legislatura (l’81% dei 330 mld cumulati delle manovre
finanziarie è stato deciso dal governo Berlusconi, distribuito in maniera
scandalosamente iniqua, ma tutto viene imputato al 19% del governo Monti, più
equo, cfr. il mio post duplice già allegato [1 o 2]) e degli obiettivi statutari e dei poteri/doveri della BCE,
per colpa soprattutto dei media e di Voi giornalisti?
Cordiali saluti
V.
PS: Ho in corso un dialogo con Stefano Scarpetta,
direttore Impiego, Lavoro e Affari Sociali dell'OCSE, dopo una sua intervista
all'AGI. Sicuro di farLe cosa gradita, ché la può tenere come utile promemoria,
riporto l'ultima parte della mia replica alla sua risposta:
[...]
E che tenga conto in futuro – almeno come conoscenza della normativa
pensionistica sottostante - della attuale, seguente situazione relativamente
all’età di pensionamento vigente e ai suoi autori.
PENSIONI
ANTICIPATE (ex anzianità)
L’età
delle pensioni anticipate:
-
degli uomini, è aumentata dal 2010 finora di 2 anni e 10 mesi (da 40 anni a 42
anni e 10 mesi) e, di questi, 1 anno e 10 mesi sono ascrivibili alla riforma
SACCONI (da 40 a 41 anni + 1 mese se i requisiti maturano nel 2012 o 2 mesi se
i requisiti maturano nel 2013 o 3 mesi se i requisiti maturano nel 2014 http://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf) + 10 mesi a causa dell’adeguamento automatico
introdotto da SACCONI col comma 12bis dell’art. 12 della L. 122/2010 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=, e soltanto 1 anno alla riforma Fornero;
-
delle donne, è aumentata di 1 anno e 10 mesi, da 40 a 41 anni nel 2010
(SACCONI) + 10 mesi a causa dell’adeguamento automatico introdotto da SACCONI,
quindi l'incremento di 1 anno e 10 mesi è interamente dovuto a SACCONI.
Dal
2019:
-
l'età di pensionamento degli uomini aumenterà a 43 anni e 3 mesi, e, di questi
3 anni e 3 mesi in più, 2 anni e 3 mesi sono pertinenti a SACCONI e soltanto 1
anno a Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e
6 mesi relativamente agli autonomi];
-
l'età di pensionamento delle donne aumenterà a 42 anni e 3 mesi, e l’incremento
di 2 anni e 3 mesi è interamente dovuto alla riforma SACCONI [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONI
DI VECCHIAIA
L’età
delle pensioni di vecchiaia:
-
degli uomini, è aumentata dal 2010 finora di 1 anno e 7 mesi (da 65 a 66 anni e
7 mesi) e questo anno e 7 mesi in più sono dovuti quasi interamente alla
riforma SACCONI (4 mesi in media alla riforma Damiano, L.247/07);
-
delle donne del settore pubblico, è aumentata di botto di 6 anni e finora da 60
a 66 anni e 7 mesi, e i 6 anni e 7 mesi in più sono ascrivibili quasi
interamente alla riforma SACCONI (tranne 4 mesi in media alla riforma Damiano);
-
delle donne del settore privato, è aumentata da 60 a 66 anni e 7 mesi, e
l’allineamento a tutti gli altri, previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026,
è stato accelerato dalla riforma Fornero entro il 2018;
-
degli uomini e delle donne autonomi, la riforma Fornero ha eliminato il
disallineamento di 6 mesi in più rispetto agli altri, che era contemplato dalla
riforma SACCONI.
Dal
2019:
-
l’età di pensionamento di tutti aumenterà a 67 anni, e questo ulteriore
incremento di 5 mesi è dovuto interamente all’adeguamento automatico previsto
dalla riforma SACCONI.
Ne consegue, senza ombra di dubbio,
(i) che – in barba ai millanta disinformatori che anche in questi giorni
impazzano (è proprio il caso di dirlo) su tutti i media italiani - l’età di
pensionamento è stata allungata molto più dalla riforma SACCONI che dalla
riforma Fornero; (ii) che la professoressa Fornero è una coraggiosa
millantatrice e (iii) che quasi 60 milioni di Italiani sono da anni
disinformati dagli ignoranti delle norme pensionistiche e ingannati colpevolmente
dagli esperti previdenziali bugiardi che ascrivono tutto alla riforma Fornero,
obliterando la ben più severa riforma SACCONI.
PPS: Allego:
Pensioni,
la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa
Fornero
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859113.html oppure (se in avaria)
Pensioni, dopo una
mia lettera Repubblica rettifica una notizia falsa che circola sui media da sei
anni
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2858237.html oppure (se in avaria)
Lettera a Marcello
Sorgi su numero esodati e notizie false sulle pensioni
Lettera
a Il Messaggero su chi è l’autore dell’adeguamento automatico dell’età
di pensionamento
Pensioni: riforma Sacconi e riforma Fornero
Lettere al
Sole (letterealsole@ilsole24ore.com)
11/1/2018 16:37
A: v
Risposta dal
nostro giornalista Davide Colombo
Grazie della mail e
soprattutto del tono ultimativo che utilizza. Fortunatamente tra gli
esperti di welfare (sono molti e variamente autorevoli) circolano più dubbi che
certezze.
Re:
Pensioni: riforma Sacconi e riforma Fornero
Da: v
11/1/2018 18:03
A Lettere al Sole
Grazie
della cortese risposta. La piccola dose - mi pare - di tono
"ultimativo" - in parte giustificata dalla terribile fatica di Sisifo
alla quale mi sto volontariamente sobbarcando da 6 anni per chiarire chi
ha fatto che cosa in materia di pensioni, di manovre correttive e di obiettivi
statutari BCE - era voluta e strumentale a provocare ed ottenere da un esperto
come Lei risposte che colmassero i numerosi dubbi che laicamente coltivo in
materia previdenziale, ambito in cui 6 anni fa ero del tutto ignorante.
Al di là di questo, se ha
letto il mio primo articolo nel poscritto, lì ci sono prove documentali
inoppugnabili sulla evidenza della DISINFORMAZIONE sistematica sulle
riforme delle pensioni SACCONI e Fornero.
Per i giornalisti,
invece, a parte forse quelli facenti parte del potente sistema (dis)informativo
berlusconiano, in generale propendo per l'ignoranza (dolo o ignoranza,
l'effetto è il medesimo). Però, ho notato che, dopo aver saputo (un campione in
questo è Massimo Giannini), sono quasi tutti inclini a farsi
"ricatturare" dalla vulgata e continuare a dare voce a bugiardi e
incompetenti come Salvini, che addirittura si candida a premier. Spero che Lei
- che conta molto più di me - sia un'eccezione ed eventualmente convinca anche
i Suoi colleghi.
In conclusione, visto che
Le piace approfondire e verificare, Le regalo questo documento di 18 pagine in
cui (sviluppando il post già
allegato) ho ricostruito la vicenda politico-economica della scorsa
legislatura, dove forse troverà notizie e nessi sorprendenti:
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani
nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859408.html
oppure (se in avaria)
Cordialmente,
V.
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