Pubblico
la lettera che ho inviato ieri al quotidiano Il Messaggero, dopo aver letto un suo articolo sull’adeguamento
automatico dell’età di pensionamento all’aspettativa di vita, che, nonostante
due mie lettere, continuano ad attribuire erroneamente alla riforma delle
pensioni Fornero anziché alla riforma delle pensioni Sacconi. In questo caso,
lo fanno riportando anche le parole di uno smemorato On. Roberto Giachetti.
Alla Redazione
de Il messaggero, in particolare alla
c.a. del Dott. Marco Conti
Traggo dal Vostro articolo di oggi, a
firma di Marco Conti,
“Pensioni, sfida di Gentiloni a Mdp: e ora la manovra rischia” “Obiettivo dei sindacati, Cgil in testa, è abbattere la
legge Fornero - «che ci fece votare Bersani», ricorda Roberto Giachetti - se
non fosse che «le risorse limitate» di cui dispone il Paese impediscono
l'abolizione del meccanismo di allungamento automatico dell'età che a suo tempo
votò anche FI”.
AvendoVi
scritto già due volte (al direttore e al caporedattore Economia),[1] ri-ri-risegnalo che l’adeguamento
dell’età di pensionamento all’aspettativa di vita NON è stato introdotto dalla
riforma delle pensioni Fornero, che è una BUFALA
che, per colpa della potentissima DISINFORMAZIONE berlusconiana, di tutti i
media, dimentichi di ciò che scrivevano nel 2010 ((http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=104209), di politici smemorati, come l'On. Giachetti (che
dimentica anche che il governo Monti fu un governo d’emergenza chiamato ad
attuare le richieste ultimative della famosa lettera del 5/8/2011 della BCE,
che includeva le pensioni, come contropartita dell’aiuto della BCE, v. il
programma SMP di acquisti di titoli di Stato, implementato per l’Italia a
distanza di 10 giorni - 22/8 - dall’approvazione della seconda, mastodontica
manovra finanziaria estiva da parte del governo Berlusconi) e l'On. Salvini
(che la riforma SACCONI la votò, assieme a tutta la Lega Nord, gliel’ho già
scritto 2 anni e mezzo fa,[2] ma
continua a minacciare l’esilio alla prof.ssa Fornero), di esperti di previdenza
come Giuliano Cazzola, Oscar Giannino e Tito Boeri, di politici distratti e
“congiuratori”, come il Sen. Maurizio Sacconi, l’On. Cesare Damiano e il Sen.
Pietro Ichino (ho scritto loro già almeno 4 volte ed ho in preparazione l’ennesima
email, v. ciò che scrivono nelle loro recenti newsletter), o il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, o
sindacalisti oggettivamente un po’ mendaci nella questione del meccanismo
automatico di adeguamento, come Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo (le cui
confederazioni, delle quali erano alti dirigenti, nel 2010, furono “complici”
dell’allora ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ed ai quali ho già scritto
almeno 3 volte; ciò, invece, che non si comprende affatto è perché sorprendentemente
lo facciano anche Susanna Camusso e Maurizio Landini, poiché la CGIL fu l’unico
sindacato che si oppose alla L. 122/2010, la prima manovra correttiva dopo la
crisi della Grecia, di 62 mld cumulati), e della stessa coraggiosa millantatrice
Fornero (gliel’ho scritto[3] e
riscritto, ma continua a farsi intervistare senza rinviare i giornalisti al
vero autore), è una BUFALA, dicevo,
che circola da 6 anni, bensì dalla riforma
delle pensioni SACCONI, con la L. 122/2010, art. 12, comma 12bis.
DL 78 del 31.5.2010,
convertito dalla legge 122 del 30.7.2010, art. 12, comma 12bis:
((
12-bis. In attuazione dell'articolo 22-ter, comma 2, del decreto-legge 1o
luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009,
n. 102, concernente l'adeguamento dei requisiti di accesso al sistema
pensionistico agli incrementi della speranza di vita, e tenuto anche conto
delle esigenze di coordinamento degli istituti pensionistici e delle relative
procedure di adeguamento dei parametri connessi agli andamenti demografici, a
decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di età e i valori di somma di età
anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla Tabella B allegata alla
legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, i requisiti
anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il conseguimento della pensione di
vecchiaia, il requisito anagrafico di cui all'articolo 22-ter, comma 1, del
decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge
3 agosto 2009, n. 102, e successive modificazioni, il requisito anagrafico di
65 anni di cui all'articolo 1, comma 20, e all'articolo 3, comma 6, della legge
8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, devono essere aggiornati a
cadenza triennale, salvo quanto indicato al comma 12-ter, con decreto
direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da emanare almeno dodici mesi
prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento. La mancata emanazione del
predetto decreto direttoriale comporta responsabilità erariale. Il predetto
aggiornamento e' effettuato sulla base del procedimento di cui al comma 12-ter.
link
non più attivo, sostituito da:
Dopo
l’adeguamento triennale del 2019, che varrà fino al 2021, la cadenza (a
decorrere dal 2022), in forza della riforma Fornero, sarà biennale. Ma questo,
in ogni caso, è solo un’accelerazione del meccanismo periodico introdotto da
SACCONI nel 2010. Se l’aumento dell’aspettativa di vita è confermato in 5 mesi,
per cui l’età di pensionamento sarà di 67 anni nel 2019 per tutti, la clausola
di salvaguardia della riforma Fornero (67 anni nel 2021) sarà superflua.
Trattandosi di leggi, è facile
verificare (a) che è la riforma SACCONI che porterà l’età di pensionamento a 67
anni, sia degli uomini (pubblici e privati), sia delle donne del settore
pubblico, sia di quelle del settore privato (le
uniche oggetto di allineamento graduale entro il 2018 a TUTTI gli altri da
parte della riforma Fornero) in forza del meccanismo automatico; e (b)
che la stessa legge Fornero (L. 214/2011, art. 24), che si “appropria” –
reiterandole - di varie misure incisive della legge SACCONI (ad esempio
l’aumento dell’età base di 1 anno, compensato dall’eliminazione della
“finestra” di 12 mesi per tutti, introdotta dalla riforma Damiano - in media, 4
mesi - e aumentata dalla riforma SACCONI - 8 mesi -; riducendola – sempre la
riforma Fornero - per gli autonomi da 18 a 12 mesi) cita più volte il
meccanismo automatico facendo riferimento alla L. 122/2010, art. 12 (ad esempio
ai commi 4, 6 e 12).
Per quanto riguarda, infine, i risparmi
di spesa dopo le varie riforme delle pensioni dal 2004 (Maroni, 2004, il cui
‘scalone’ fu abolito da Damiano, Damiano, 2007, SACCONI, 2010 e 2011, e
Fornero, 2011), sono stati dalla RGS (a) quantificati in ben 900 mld fino al
2060 “circa 60 punti percentuali di PIL, cumulati al 2060”; e (b) ascritti, tagliando istituzionalmente la
testa al toro della DISINFORMAZIONE sulle pensioni, per meno di un terzo del totale delle
riforme dal 2011 [rectius: dal 2004, ndr] alla riforma Fornero.[4]
Spero,
pertanto, vogliate fare una rettifica, come ha già fatto Repubblica,[5] e contribuire d’ora in poi alla chiarificazione
sulle pensioni e su chi veramente ha messo le mani nelle tasche degli Italiani
e causato la recessione.
Cordiali saluti,
V.
[1]
Tre casi di
DISINFORMAZIONE generale tra i più macroscopici della storia italiana
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2857675.html oppure (se in avaria)
Pensioni: notizie false (fake news)
[2] Lettera
all’On. Matteo Salvini
[3] Lettera alla
Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
[4] LE TENDENZE DI MEDIO-LUNGO PERIODO DEL
SISTEMA PENSIONISTICO E SOCIO-SANITARIO
Previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato
aggiornati al 2017 – Rapporto n. 18
Box 2.3 -
Effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004 (pag. 76)
Considerando
l’insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 (L
243/2004), si evidenzia che, complessivamente, essi hanno generato una
riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari a
circa 60 punti percentuali di PIL, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi
sono dovuti agli interventi adottati prima del DL 201/2011 (convertito con L
214/2011) e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare
riguardo al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 della L 214/2011).
[5] Pensioni,
dopo una mia lettera Repubblica
rettifica una notizia falsa che circola sui media da sei anni
PS: Fate girare la notizia tra i redattori.
Destinatari:
segreteria.direttore@ilmessaggero.it, roberto.stigliano@ilmessaggero.it
CC ...
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