Pubblico
la lettera che ho inviato ieri al quotidiano la Repubblica per segnalare una notizia falsa che circola da sei
anni, contenuta in un loro articolo sulle pensioni, ossia che l’incisivo
meccanismo dell’adeguamento periodico dell’età di pensionamento all’aspettativa
di vita l’abbia deciso la riforma Fornero del dicembre 2011, anziché la riforma
Sacconi del 2010.
La mia e-mail è delle 16:30, in serata Repubblica ha rettificato la notizia.
Nel
corso della giornata, l’articolo è stato ripreso da vari siti, alcuni dei quali
linkando semplicemente l’articolo, altri riportandone anche le prime righe,
proprio quelle dell’incipit che
riportava la notizia falsa col nome della professoressa Fornero, o l’intero
articolo, i quali, poiché non ho salvato l’intero articolo ma soltanto l’incipit, costituiscono la prova
documentale di quanto successo.
E-mail a
Repubblica.it_Adeguamento età di pensionamento
Pensioni:
notizie false (fake news)
Da:
v
3/11/2017 16:30
A:
repubblicawww@repubblica.it CC m.calabresi@repubblica.it
Buonasera,
La Vostra pervicacia, nonostante le mie
due lettere inviate al direttore Mario Calabresi, al fondatore Eugenio
Scalfari, all’ex direttore Ezio Mauro e ai più noti giornalisti di Repubblica,
e varie altre, nel diffondere NOTIZIE FALSE (FAKE NEWS) sulle pensioni è degna
di miglior causa.
Traggo dal Vostro articolo non firmato
di oggi “Pensioni, ecco i lavori gravosi esentati dall'aumento dell'età http://www.repubblica.it/economia/2017/11/03/news/pensioni_ecco_i_lavori_gravosi_esentati_dall_aumento_dell_eta_-180108007/ l'incipit “Alcuni lavoratori potranno essere esentati dalle rigide
maglie della legge Fornero”.
No, questa è una delle tante NOTIZIE
FALSE (FAKE NEWS) che circolano da 6 anni sulle pensioni e sulla Fornero. Vi
ri-risegnalo che l’adeguamento triennale dell’età di pensionamento
all’aspettativa di vita è stato introdotto dalla riforma delle pensioni
SACCONI (L. 122/2010, art. 12, comma 12bis).
DL 78 del 31.5.2010, convertito dalla
legge 122 del 30.7.2010, art. 12, comma 12bis:
(( 12-bis. In attuazione dell'articolo
22-ter, comma 2, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, concernente l'adeguamento dei
requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di
vita, e tenuto anche conto delle esigenze di coordinamento degli istituti
pensionistici e delle relative procedure di adeguamento dei parametri connessi
agli andamenti demografici, a decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di età
e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla
Tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive
modificazioni, i requisiti anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il
conseguimento della pensione di vecchiaia, il requisito anagrafico di cui
all'articolo 22-ter, comma 1, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, e successive
modificazioni, il requisito anagrafico di 65 anni di cui all'articolo 1, comma 20,
e all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive
modificazioni, devono essere aggiornati a cadenza triennale, salvo quanto
indicato al comma 12-ter, con decreto direttoriale del Ministero dell'economia
e delle finanze di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche
sociali, da emanare almeno dodici mesi prima della data di decorrenza di ogni
aggiornamento. La mancata emanazione del predetto decreto direttoriale comporta
responsabilità erariale. Il predetto aggiornamento e' effettuato sulla base del
procedimento di cui al comma 12-ter.
Peraltro, nell’articolo di Rosaria Amato
(con la quale ho avuto due scambi di e-mail, nel primo dei quali l’ho invitata
a far modificare il titolo errato che contraddiceva il suo articolo sulla
conferenza stampa Damiano-Sacconi, cfr. Lettera a Rosaria Amato di Repubblica
sull’adeguamento all’aspettativa di vita, sue risposte e mie repliche http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2856676.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2017/07/lettera-rosaria-amato-di-repubblica.html), linkato al termine dell’articolo di
oggi, è scritto correttamente: “L'adeguamento è previsto dalla legge Tremonti-Sacconi
del 2010”, ma poi aggiunge pleonasticamente “successivamente reso automatico dalla riforma Fornero”, poiché il
meccanismo SACCONI è già automatico e affidato alla burocrazia ministeriale e
la clausola di salvaguardia, introdotta dalla riforma Fornero, dei 67 anni nel
2021 è nei fatti superflua, dal momento che a 67 anni si arriva già nel 2019,
per effetto ESCLUSIVAMENTE della riforma SACCONI.
Segnalo, inoltre, che il decreto che
deve essere emanato – come dicevo - è un decreto direttoriale,
poiché il compito di emetterlo è stato sottratto ai politici e attribuito alla
burocrazia ministeriale, che ne è responsabile dal punto di vista erariale.
Ri-risegnalo, infine, che “non è questa
la sola misura che la professoressa “contrabbanda” come propria, poiché ella
non si è limitata nella sua legge di riforma (DL 201/2011, L. 214/2011, art.
24), come si fa di solito, a modificare e/o integrare la normativa
preesistente, ma ha anche confermato e ripetuto norme incisive della riforma
SACCONI; il quale dal suo canto non denuncia pubblicamente il plagio e, anzi,
lo asseconda di fatto da anni col suo silenzio […]”.
Il resto della lettera e le prove
documentali li trovate nel mio secondo post qui sotto; lettera già
inviata a centinaia di destinatari, inclusi la professoressa Elsa Fornero, il
senatore Maurizio Sacconi, il presidente dell’INPS Tito Boeri e i media, e che
è stata pubblicata finora – che io sappia - soltanto dal giornale on-line Affari
Italiani.
Perché non pubblicate anche Voi la mia
lettera, per contribuire a rettificare le false notizie sulle pensioni, anche
ad opera di Repubblica, che in Italia hanno fatto - pare - quasi 60
milioni di vittime?
Prima lettera:
Tre
casi di DISINFORMAZIONE generale tra i più macroscopici della storia italiana
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2857675.html
oppure (se in avaria)
Seconda
lettera:
Pensioni:
notizie false (fake
news)
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2858110.html oppure (se in avaria)
Cordiali saluti,
V.
Appendice
Vittoria! Dopo
la mia e-mail, Repubblica ha
modificato l’articolo, togliendo il (duplice) riferimento alla Fornero e
sostituendolo con Sacconi.
Non ho salvato, purtroppo, la versione
precedente dell’articolo di Repubblica,
ma una prova indiretta la si trova nel sito di Libero 24x7, dove nei “luoghi”
dell’articolo sono riportati: Fornero e Roma.
|
Una
prova diretta l’ho trovata nel sito di Nuova
Rassegna, che riporta l’incipit
dell’articolo (vedi la mia email).
Pensioni,
ecco i lavori gravosi esentati dall’aumento dell’età
ROMA – Alcuni
lavoratori potranno essere esentati dalle rigide maglie della legge Fornero. Ci
sono i “minatori”, i macchinisti dei treni, oppure gli insegnanti di materne e
asili. Le categorie che potrebbero rientrare tra le esclusioni dell’incremento
dell’età per poter accedere alla pensione sono diverse e in …Vai all’articolo originale
Fonte: La Repubblica – Economia
E
ancor più in quest’altro sito, che riporta per intero l’articolo di Repubblica, dove come si vede si cita
per due volte la Fornero e nessuna volta Sacconi (aggiungendo l’ultima parte
sui Sindacati).
www.notizie.it/riforma-pensioni-lavori-gravosi/
12 ore fa – Riforma
pensioni, quali sono i lavori gravosi esentati dall'aumento dell'
... maglie della legge Fornero per quanto riguarda l'aumento dell'età.
Riforma
pensioni, quali sono i lavori gravosi esentati dall’aumento dell’età
3
novembre 2017 Roberto Bernocchi Tempo di lettura: 2 minuti
Riforma
pensioni, alcune categorie di lavoratori gravosi potranno essere esentati dalle
maglie della legge Fornero per quanto riguarda l'aumento dell'età.
Riforma
pensioni, alcune categorie di lavoratori
gravosi potranno essere esentati dalle rigide
maglie della legge Fornero per quanto
riguarda l’aumento dell’età. Dai
macchinisti dei treni ai minatori, passando poi per gli operatori ecologici e
le insegnanti degli asili e delle scuole materne. Tutte queste categorie ed
altre ancora sono state inserite già nel beneficio dell’Ape Social. In tutto, secondo le prime stime si
tratta di oltre quindicimila lavoratori.
Riforma
pensioni
Alcune
categorie di lavoratori avranno la possibilità di essere esentati dalle rigide
maglie della Legge Fornero.
Tra queste categorie troviamo i minatori, i macchinisti dei treni. Ma anche gli
insegnanti di asili e scuole materne.
Sono
diverse le categorie che potrebbero rientrare tra le esclusioni dell’incremento dell’età, in modo tale
da poter accedere alla pensione. In queste ultime ore si sta cercando di
definire in maniera precisa questa platea, che non dovrebbe comunque superare
le quindicimila unità.
Questi
tipi di lavoratori beneficiano già adesso della possibilità di aderire all’Ape
Sociale.
Sono
gli stessi che nelle ultime settimane avrebbero presentato la richiesta di
adesione dell’uscita anticipata. Lo schema con tutte le categorie
ben definite sarà inserito nella Legge di Bilancio entro metà novembre.
Le
categorie
Entrando
maggiormente nel dettaglio, in questa lista sarebbero incluse tutte le persone
che normalmente sono inseriti in turni di lavoro pesanti o a rotazione. Stiamo parlando ad
esempio di operai edili addetti alle gru, scavatrici o manutentori di edifici.
Ma
ci sono anche i macchinisti e parte dei ferrovieri, i conciatori, camionisti,
lavoratori impegnati in turni di facchinaggio. E ancora gli infermieri (non
tutti), operatori ecologici, insegnanti delle materne e degli asili, badanti
che assistono persone non autosufficienti.
Per
tutte queste categorie di lavoratori dunque potrebbero saltare le griglie che
sono state imposte dalla riforma Fornero,
riuscendo in questo modo ad anticipare il giorno della pensione anche di cinque anni rispetto ai sessantasette (e oltre)
attualmente imposti dalla norma.
Questa
lista però potrebbe essere rivista, con l’ingresso anche di nuove categorie.
Come
possono essere per esempio gli operai agricoli, marittimi, chimici, operai
impegnati nella lavorazione di legno, gomma e plastica. in ballo ci sarebbero
anche alcuni profili della manifattura e dell’industria tessile.
Per
quanto riguarda invece il fronte dell’automatismo, è utile ricordare che il congelamento,
fino al 2026, è stato già applicato attraverso la precedente manovra ai lavori usuranti.
Tregua sindacati-governo
Insomma,
i sindacati e il governo sono riusciti a raggiungere una sorta di tregua. Ma in ogni caso, Cgil, Cisl e Uil attendono di
vedere se il prossimo 13 novembre sarà possibile davvero individuare delle
soluzioni condivise.
Tra
queste soluzioni non ci potrà comunque essere quella del rinvio della procedura
amministrativa. Il Premier Gentiloni, infatti,
avrebbe confidato ad alcuni collaboratori che quella potrebbe non essere la
strada giusta, in quanto potrebbe provocare dei problemi con l’Europa.
Gentiloni
ha poi aggiunto: “I principi generali della
norma restano validi, il Parlamento è sovrano ma non escludiamo che si possa
correggere qualcosa al tavolo con le parti”.
Post collegato:
Lettera al Sen.
Prof. Pietro Ichino su un suo errore di attribuzione di un’importante norma
pensionistica
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