“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà
una verità” (Joseph
Goebbels).
Io
ritengo, da sei anni, che ci troviamo di fronte a tre casi di DISINFORMAZIONE (lo scrivo quasi sempre in maiuscolo) tra i più macroscopici della storia
italiana, tre veri casi di scuola:
1. l’ammontare
complessivo di 330 (trecentotrenta) mld€ delle manovre finanziarie correttive
varate nella scorsa legislatura, costituite, secondo Il Sole 24 ore, per il 55% da maggiori tasse e per il 45% da minore
spesa pubblica,[1] la quasi
generalità delle vittime di tale DISINFORMAZIONE (quasi 60 milioni di Italiani,
inclusi – pare – quasi tutti i docenti di Economia) e la sua
ripartizione tra il governo Berlusconi (80%) e il governo Monti (20%), ma
attribuendo tutto a Monti, o,
almeno, non citando mai Berlusconi.
Assieme ai casi coevi de
2.
la
riforma delle pensioni Fornero, alla
quale, per varie responsabilità dei soggetti coinvolti, tra i quali sono
inclusi – con un grado diverso di malafede - la stessa professoressa Fornero,[2] il prof. Monti, che per inciso io
giudico una persona per solito molto sincera,[3] esperti di previdenza, come ad esempio Giuliano Cazzola, che
essendo stato uno dei protagonisti (durante il governo Berlusconi era
vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera) conosce benissimo la normativa
pensionistica e i suoi autori,[4] o la
strana coppia costituita dal senatore Sacconi e dall’onorevole Damiano,[5] vengono attribuite anche tutte le
misure della ben più severa riforma delle pensioni Sacconi, 2010 e 2011[6], il quale, anziché denunciare pubblicamente
il plagio e rivendicare la paternità e l’incisività della sua riforma, è stato
per anni silenzioso assecondando la vulgata.
E, in ambito UE, per corresponsabilità
anche della stessa BCE e della Commissione Europea,
3.
gli
obiettivi statutari della BCE, che
non è uno soltanto - la stabilità dei prezzi - come quasi tutti pensano; oggetto, oltre che di
numerosi miei post e commenti, di una
mia petizione al Parlamento Europeo, in corso di esame e attualmente in attesa
della risposta della BCE (e della Commissione Europea) alla mia replica.[7]
Questo
mio lungo articolo (che in gran parte mette insieme in un unico post dati e informazioni contenuti in
vari altri) vuole essere un ulteriore, personale contributo all’opera di
chiarificazione che porto avanti da 6 anni, contrastando la vulgata della
versione (a) di chi ha messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la
recessione, alimentata ad arte dalla potente propaganda berlusconiana ed anche
agevolata dalle millanterie di fatto del Prof. Monti e della Prof.ssa Fornero,
a cominciare già dal titolo del primo DL del governo Monti: “Salva-Italia”; (b)
di chi ha portato l’età di pensionamento a 67 anni e messo in sicurezza i conti
pensionistici; e (c) degli effettivi poteri-doveri della BCE. Ma, credetemi, è
una fatica di Sisifo!
Spero perciò che anche altri (in particolare, media,[8] politici
e docenti[9]) vorranno intraprendere
quest’opera di chiarificazione, al loro ben più importante livello di
autorevolezza, di influenza e di diffusione.
1. Manovre
finanziarie correttive varate nella scorsa legislatura
Premessa. L’attacco al
debito sovrano italiano nel 2011, che aveva portato lo spread ad un picco di 574 punti base e faceva temere il default, causò le dimissioni del governo
Berlusconi, ritenuto dall’UE (e forse dai mercati) inadeguato e renitente ad
adottare i provvedimenti necessari suggeriti dalla stessa UE, e la sua sostituzione,
quasi a furor di popolo e con la benedizione dell'UE, con il governo tecnico Monti, che appariva quindi, in
quelle circostanze drammatiche, un salvatore dell’Italia. Questo duplice
giudizio è sorretto da un’analisi obiettiva ex
post dei dati? La risposta è in entrambi i casi negativa.
Berlusconi,
non Monti. Le
manovre finanziarie correttive del governo Berlusconi, in un quasi equivalente
lasso di tempo (circa un anno e mezzo), infatti, sono state ben il quadruplo di quelle
del governo Monti.[1]
Riepilogo delle
manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti
63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
LE
CIFRE. Le manovre correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL
78/2010 di 24,9 mld; • 2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del
governo Berlusconi-Tremonti (DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+60 mld), (con la
scopertura di 15 mld, che Tremonti si riprometteva di coprire, la cosiddetta
clausola di salvaguardia, con la delega fiscale, – cosa che ha poi dovuto fare
Monti – aumentando l’IVA), e una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto
salva-Italia), che cifra 32 mld “lordi” (10 sono stati “restituiti” in sussidi
e incentivi); • 2012, DL 95/2012 di circa 20 mld.
Quindi
in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+60 =
tot. 165 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld. Se si considerano gli
effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: “Il Sole 24 ore”), sono: -
Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld; - Governo Monti 63,2 mld. Totale 329,5
mld. Cioè, per i sacrifici imposti agli Italiani e gli effetti recessivi
Berlusconi batte Monti 4 a 1. Per l'iniquità e le variabili
extra-tecnico-contabili (immagine e scandali), è anche peggio.
E’ tale
la dimensione del rapporto quali-quantitativo tra i governi Berlusconi e Monti
(267 mld cumulati contro 63, cioè 4 a 1, 80% contro 20%, anche per l’iniquità),
che è del tutto infondato attribuire a Monti il risanamento dei conti pubblici,
gli effetti recessivi, il calo del Pil (quasi -10%), la moria di imprese (-22% della capacità produttiva manifatturiera) ed il calo dell'occupazione, oltre ad alcune
centinaia di morti, obliterando completamente Berlusconi, che, rammento, ha
eseguito quasi tutte le imposizioni di UE e lettera BCE del 5.8.2011, tranne,
per l'opposizione di Bossi, l'eliminazione delle pensioni di anzianità
(concentrate soprattutto al Nord) e l'adeguamento a TUTTI gli altri delle
lavoratrici dipendenti private.
Invece, sicuramente, i dati negativi
sono in gran parte gli effetti delle mastodontiche manovre correttive molto
inique e recessive del governo Berlusconi-Tremonti, fatte in gran parte di
misure strutturali ( =permanenti, quindi che valgono tuttora), almeno in un
rapporto di 4 a 1 rispetto al governo Monti, e che cominciarono a dispiegare i
loro effetti dall’1.1.2011, ben prima che arrivasse Monti.
Fonti.
Non
ho ricavato le cifre dalle relazioni tecniche, ma (a) essendo io uno dei
destinatari delle misure recate dal DL 78/2010 (mi riferisco in particolare
all’art. 12/Pensioni), seguivo molto attentamente gli sviluppi normativi, ho
promosso e partecipato a iniziative sul web (tra cui una lettera al presidente
della Repubblica e una serie di email molto critiche ai segretari della CISL,
Raffaele Bonanni, e della UIL, Luigi Angeletti,[10] coautori e “complici” del ministro dell’Economia, Giulio
Tremonti, del ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, Maurizio Sacconi,
e della presidentessa della Confindustria, Emma Marcegaglia, nella stesura
delle scandalosamente inique misure recate dal DL; peraltro, recentemente è
venuta fuori la notizia di stampa che Angeletti vi meditasse con i suoi
collaboratori in una crociera apposita, a spese della UIL), ed ho fatto
semplicemente la somma degli ammontari delle manovre (24,9 mld – valore non cumulato
ricavato dagli organi di stampa - per il DL 78/2010 + 80 mld per il DL 98/2011
+ 60 mld per il DL 138/2011: questi ultimi due dati li ascoltai direttamente
dalla voce di Tremonti in tv, il quale, alla domanda di un giornalista, dopo il
Consiglio dei Ministri, che gli chiedeva se i 60 mld della seconda manovra
estiva 2011 (decisa e varata – rammento - pochissimi giorni dopo la famosa - o
famigerata - lettera della BCE del 5.8.2011) appena approvata fossero un di cui
della manovra di 80 mld decisa 40 giorni prima o si aggiungessero ad essa,
rispose che si aggiungevano); poi, (b) ho letto e utilizzato come fonte l’articolo
del Sole 24 ore del 2012 riportato in
dettaglio nel post che ho già
allegato Il lavoro ‘sporco’ del governo
Berlusconi-Tremonti, con i valori cumulati, tra cui i ben 62 mld del DL
78/2010 (con, all’art. 12, la severa riforma delle pensioni Sacconi e, al comma
12bis, l’introduzione dell’adeguamento triennale all’aspettativa di vita). Solo
successivamente, (c) ho trovato l’analisi della CGIA di Mestre riportata in calce
al post qui sopra, che conferma (ma forse lo
precede) l’articolo del Sole 24 ore.
DISINFORMAZIONE
della potentissima propaganda berlusconiana. La DISINFORMAZIONE attuata dalla
potentissima propaganda berlusconiana-tremontiana-sacconiana fu scandalosa e
rappresenta – ripeto – un caso di scuola, che andrebbe analizzato e sviscerato
approfonditamente in sede prima di tutto accademica, ma ciononostante le cose
talvolta venivano dette, anche se in maniera effettualmente debole (vedi, ad
esempio, questa dichiarazione eclatante di Bersani «Ma con una manovra che non chiede nulla ai ricchi
come lui, non ha paura che qualche Dio lo fulmini?»[11], il quale
Bersani, però, pure lui non si rese conto – vedi, ad esempio, il suo intervento
ad Annozero su RAI3 – che la perdita subita dai dipendenti pubblici a causa del
mancato rinnovo del contratto, circa 1.000€ all’anno, tanto sbandierata da
tutti i media, fu notevolmente inferiore alla perdita subita dalle decine o
forse centinaia di migliaia di pensionandi inattivi (in senso lato) a causa
dell’allungamento di 12 mesi (13 mensilità) della cosiddetta “finestra” di
erogazione della pensione o dell’allungamento senza gradualità fino a ben 6
anni (inclusa la “finestra”) dell’età di pensionamento di vecchiaia (escluse le dipendenti private),
decisi dal medesimo DL 78/2010; o coltivò per qualche mese l’insana idea – per
sostituire Berlusconi - di appoggiare la candidatura a PdC dell’incompetente,
sleale e inaffidabile Tremonti[12]);
o, sull’altro versante politico, in maniera strumentale, quando era necessario:
vedi la polemica con il Commissario UE all’Economia, Olli Rehn, che aveva
riaccusato il governo Berlusconi di aver fatto poco contro la crisi,[13] ricevendo la replica piccata
dell’on. Renato Brunetta (il quale, si badi bene, aveva provveduto a redigere
la prima lettera di chiarimenti all’UE - quella che Tremonti si rifiutò di
firmare -, commettendo un errore di comunicazione che a mio avviso si rivelò
esiziale, cfr. il post Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn,
alla nota13, e la voce Wikipedia, par. 4.3, riportata alla nota 6), che gli
oppose proprio i dati dei 330 mld dell’articolo del Sole 24 ore, ma poi, contraddittoriamente, in una lettera di
replica all’ex presidente Napolitano ad Huffington
Post sul complotto contro Berlusconi, lo stesso Brunetta raccontò la grande bugia impunita che Berlusconi non aveva soggiaciuto ai diktat dell’UE e della
BCE.[14]
Scopertura
e clausola di salvaguardia. L’ho riportata nel post Il lavoro ‘sporco’ del
governo Berlusconi-Tremonti.[1] A me risulta che furono 15 mld, poi coperti
dal governo Monti aumentando l’IVA, misura già decisa dal governo precedente. Rileggendo recentemente un altro mio post del 2012, ho trovato che all’epoca
scrissi che il problema della scopertura Tremonti se lo era creato da solo anticipando
dal 2014 al 2013 il pareggio di bilancio, che nessuno gli aveva chiesto
(all’epoca – 2011 -, cercava di crearsi benemerenze in ambito UE a trazione
tedesca per poter costituire come candidato PdC un’alternativa al periclitante
Berlusconi, col quale era ai ferri corti).
Prima manovra finanziaria correttiva dopo la crisi della Grecia (DL 78/2010). Fu una manovra scandalosamente iniqua
che, da un lato, segnò un cambio di fase (la “osabilità” delle misure, fino a
poco prima ritenute dal governo impossibili, agevolata – unico Paese in Europa
- dalla quasi assenza di reazioni dei sindacati, tranne pochissime iniziative
della CGIL, e del popolo italiano in generale, cosa di cui Tremonti menava
vanto),[11] sia a livello interno che europeo; dall’altro, fu l’inizio di una
serie di tagli miliardari sia della spesa sanitaria che della spesa scolastica,
controbilanciati (si fa per dire, poiché i beneficiari furono altri, sia come fasce di reddito che come fasce di elettorato) dal taglio dell’ICI (ai più abbienti, 2,2 mld; a tutti gli
altri aveva già provveduto, in due tranche,
il governo Prodi)[15] o da sprechi
come il “salvataggio” dell’ALITALIA (almeno 5 mld),[16] o il doppio G8 (0,5 mld)[17]
o il Trattato di amicizia Italia-Libia (su iniziativa
di Prodi, che però alla fine rifiutò di firmarlo perché troppo oneroso per
l’Italia: 250 mln $ all’anno per 20 anni) o non ottimali perché basati su tagli
lineari e non selettivi.
Per quanto attiene alle misure decise da
Tremonti e Berlusconi nel 2010 (DL 78 del 31.05.2010, convertito dalla legge
122/2010), accennate nel mio post Il lavoro ‘sporco’ del governo
Berlusconi-Tremonti,[1] i mutati rapporti di forza tra le classi rispetto
al “trentennio glorioso” si fecero sentire anche sulla gestione della crisi
economica. In Italia, la distribuzione dei pesi del sesquipedale consolidamento
fiscale (330 mld cumulati) fu fortemente iniqua, segnatamente per le manovre
correttive del governo Berlusconi, mentre molto più eque furono quelle varate
dal governo Monti (vedi IMU, patrimonialina sui depositi, TTF, avendo dovuto
rinunciare all’introduzione di un’imposta patrimoniale – che poi
successivamente fu una delle proposte del suo programma elettorale Agenda Monti[18] - per l’opposizione del miliardario Berlusconi, il cui partito - il PDL - faceva parte della maggioranza di governo).
Il DL 78 del 31.5.2010,
convertito dalla legge 122/2010, fu scandalosamente iniquo poiché contemplò, tra
l’altro, non soltanto il blocco del rinnovo del contratto del pubblico impiego,
ma anche il licenziamento del 50% dei lavoratori precari pubblici, nonché il
taglio del 75% della spesa sociale dei Comuni e delle Regioni (destinata ai
poveri), poi tagliata di un ulteriore 15% col DL 98/2011, mentre ai percettori
di redditi privati (ad eccezione dei produttori e distributori di farmaci e dei
farmacisti in quanto fornitori del SSN), anche miliardari o milionari, non
venne chiesto letteralmente neppure un centesimo. Il contributo di solidarietà,
varato in due DL separati prima sulle retribuzioni elevate pubbliche e poi su quelle
private e sulle pensioni, fu presumibilmente congegnato apposta male – infatti,
sarebbe bastato metterli insieme - per farlo cassare, come poi avvenne. Così
successe per la tassazione delle stock
option, per le quali fu prevista una soglia troppo alta.
2011. Nel 2011, il
governo Berlusconi-Tremonti varò altre due manovre finanziarie correttive
(oltre alla legge finanziaria) molto pesanti e inique: il DL 98 del 06.07.2011,
di 80 mld cumulati, e (dopo la lettera del 5.08.2011 della BCE) il DL 138 del 13.08.2011,
di 60 mld cumulati.
2.
Pensioni
Una altrettanto grave DISINFORMAZIONE riguarda le riforme delle pensioni.
Riforme. Dal 1992, le
riforme delle pensioni, considerando un’unica
riforma le norme emanate da Sacconi nel 2010 e 2011 (oltre che nel 2009, col DL 78/2009), sono state 7 (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997;
Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010 e
2011; Monti-Fornero, 2011).
Oltre a quella Dini che ha introdotto il metodo
contributivo, le ultime tre riforme: Damiano (2007, in parte), Sacconi (2010
e 2011) e Fornero (2011) stanno producendo e produrranno risparmi fino al 2060
per centinaia di miliardi (ben 900, cfr. MEF). Dopo le riforme, il sistema pensionistico
italiano, come riconosciuto dall’UE, è tra i più solidi e severi in UE28.[8] L’unico intervento ancora da fare è quello sulle cosiddette pensioni d’oro
(>90.000€ l’anno), che sono circa 100.000 e costano 13 mld l’anno (e forse su quelle
d’argento), intervenendo con modalità rispettose della pronuncia della Corte
Costituzionale del 2013.
La riforma Sacconi (2010 e 2011, oltre a Damiano, 2007) è più corposa, immediata e
recessiva di quella Fornero; in sintesi, essa ha introdotto:
•
“finestra” (= differimento dell’erogazione) di 12 mesi per tutti i lavoratori
dipendenti pubblici e privati o 18 mesi per tutti quelli autonomi;
•
allungamento, senza gradualità, di 5 anni (+ “finestra”) dell’età di pensionamento
di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle a tutti gli
altri a 65 anni (più ‘finestra’), tranne le lavoratrici private; e
•
adeguamento triennale all’aspettativa di vita, che porterà l’età di
pensionamento di vecchiaia a 67 anni nel 2020.[19]
La riforma
Fornero (2011) ha stabilito, principalmente:
•
metodo contributivo pro-rata per tutti, vale a dire per coloro che erano esclusi dalla riforma Dini (anzianità contributiva
maggiore di 18 anni), a decorrere dall'1.1.2012;
•
aumento di un anno delle pensioni di anzianità (ridenominate “anticipate”); e
•
allungamento graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia
delle dipendenti private da 60 anni a 65 (più ‘finestra’), per allinearle a tutti
gli altri.
Gli effetti della riforma si avranno soprattutto a partire dal 2020.
NB: La legge Fornero ha opportunamente
eliminato la “finestra” di 12 mesi (estesa anche ai lavoratori autonomi, in luogo di 18 mesi) sostituendola con un allungamento
corrispondente dell’età base, ma l’allungamento (già recato dalla riforma
Sacconi con la “finestra”) è solo formale.
Come si vede, l’allungamento eccessivo
dell’età di pensionamento è stato deciso molto più da Sacconi (DL 78/2010,
art. 12, + integrazioni con DL 98/2011 e DL 138/2011) che da Fornero (DL
201/2011, art. 24):
–
sia portando l’età di pensionamento per vecchiaia, senza gradualità, a 66 anni
per tutti i lavoratori dipendenti e a 66 anni e 6 mesi per tutti i lavoratori
autonomi, tranne le lavoratrici dipendenti del settore privato, per le quali ha
poi provveduto Fornero nel 2011, ma gradualmente entro il 2018;
–
sia introducendo – sempre Sacconi e non Fornero – l’adeguamento triennale
all’aspettativa di vita (che dopo il 2019, in forza della riforma Fornero,
diverrà biennale), che ha portato finora l’età di pensionamento di vecchiaia a
66 anni e 7 mesi e la porterà a 67 nel 2020, o forse prima.
Anche
il sistema contributivo l’ha introdotto Dini nel 1995, non la Fornero nel 2011;
ella ha solo incluso, col calcolo pro rata dal 1.1.2012, quelli esclusi dalla
legge Dini, che all’epoca avevano già 18 anni di contributi, quindi nel 2012
tutti relativamente anziani, equiparando così i giovani e tutti gli altri.
Traggo dalla Lettera all’On. Cesare Damiano e al Sen. Fabrizio
Sacconi:[5]
Come è potuto succedere un
caso così eclatante di DISINFORMAZIONE sulle pensioni, analogo a quelli coevi
sul risanamento iniquo e recessivo dei conti pubblici nella scorsa legislatura,
che sarebbe ascrivibile a Monti, quando invece Berlusconi lo ha battuto per 4 a
1 (267 mld cumulati contro 63), o sugli obiettivi statutari della BCE (art.
2/Obiettivi Statuto BCE)? I circa 60 milioni di Italiani sono stati vittime
della vulgata diffusa ad arte dalla potentissima propaganda
berlusconiana-leghista e simile; coadiuvata dalla stessa coraggiosa
millantatrice professoressa Fornero (gliel’ho anche scritto recentemente Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su
pensioni e manovre correttive[2]), la quale, nella sua legge di riforma
(DL 201/2011, art. 24), anziché limitarsi a modificare ed integrare la
legislazione preesistente, ha ripetuto le misure della severissima riforma
SACCONI (che, dal suo canto, non rivendica la paternità e smaschera il plagio
ma lo asseconda) - è facile verificarlo confrontando i testi delle due leggi[6]
-, e poi l’ha menata per anni, per vantarsi di aver salvato l’Italia dal default
(cosa smentita nettamente dai numeri; peraltro, gli stessi risparmi derivanti
dalla riforma Fornero ci saranno soprattutto dal 2020), prendendosi
masochisticamente insulti e maledizioni, perfino dall’on. Matteo Salvini, il
finto smemorato che votò assieme al suo partito - la Lega Nord - la severissima
riforma delle pensioni Sacconi (la quale – essa sì – ha portato e porterà l’età
di pensionamento a 67 anni e oltre) e promette, una volta al governo, di
mandare in esilio la professoressa Fornero perché costringerebbe gli Italiani a
lavorare fino a 70 anni.
Risparmi. Per quanto attiene
alla spesa pensionistica (per le voci spurie nella spesa pensionistica e il
confronto internazionale invito a leggere le mie Lettera a Carlo Cottarelli[20] e Lettera ai media, al Governo,
al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli),[8] i risparmi di
spesa dopo le varie riforme dal 2004 sono stati dalla RGS (a) quantificati in
900 mld fino al 2060 (cfr. il comunicato dell’on. Cesare Damiano nel
mio post Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre
correttive[2]), e (b) ascritti, tagliando istituzionalmente la testa al
toro della DISINFORMAZIONE sulle pensioni, solo per circa un terzo del
totale alle riforme dal 2011 (modifiche della riforma Sacconi e riforma Fornero) e
quindi per meno di un terzo ascrivibili alla riforma Fornero.[21]
3.
BCE
Infine, per
quanto riguarda la BCE, il suo statuto e il giudizio a mio avviso in gran parte
immeritato sul “salvatore” Draghi, osservo quanto segue.
Obiettivi. Lo statuto
della Bce stabilisce due obiettivi, non uno soltanto, ma, a differenza della FED, essi sono in
rapporto duale-gerarchico tra loro (tale clausola fu imposta dalla Germania come condizione per aderire all'Euro[22]). Il primo è
la stabilità dei prezzi, “sotto, ma vicino, al 2%”. Il secondo obiettivo è
stabilito nello stesso articolo 2 dello statuto: “Fatto salvo l’obiettivo della
stabilità dei prezzi”, la Bce “sostiene le politiche economiche generali
dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
dell’Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea”. Tra questi, una “crescita economica equilibrata”; la
“piena occupazione”; “la solidarietà tra Stati membri”.[23]
POLITICA MONETARIA DELLA BCE
BCE e deflazione
Il compito statutario principale della BCE è la stabilità dei prezzi ( = tasso d’inflazione EUZ poco sotto il 2% nel medio periodo[24, nota53]; per i vari step circa le varie deliberazioni del Consiglio direttivo della BCE, vedi, qui sotto, il post alla nota 23, quasi al termine dell’appendice). Un tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (diff.%) attesta che la BCE non ha saputo svolgere il suo compito statutario. Ancor più se si sconfina in deflazione, cioè in territorio negativo, che – come afferma la stessa BCE[24, nota89] - esige necessariamente un’opera di prevenzione. Nell’indagarne le cause, direi che occorre accertare se la BCE ha attivato le sue leve monetarie per evitare la deflazione o è stata troppo attendista o perfino inerte.
Il compito statutario principale della BCE è la stabilità dei prezzi ( = tasso d’inflazione EUZ poco sotto il 2% nel medio periodo[24, nota53]; per i vari step circa le varie deliberazioni del Consiglio direttivo della BCE, vedi, qui sotto, il post alla nota 23, quasi al termine dell’appendice). Un tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (diff.%) attesta che la BCE non ha saputo svolgere il suo compito statutario. Ancor più se si sconfina in deflazione, cioè in territorio negativo, che – come afferma la stessa BCE[24, nota89] - esige necessariamente un’opera di prevenzione. Nell’indagarne le cause, direi che occorre accertare se la BCE ha attivato le sue leve monetarie per evitare la deflazione o è stata troppo attendista o perfino inerte.
Cave peiora (guardati dal peggio)
Prescindendo dalla considerazione che ci poteva andare peggio con un altro al posto di Draghi, dall’analisi delle decisioni durante la crisi, risulta oggettivamente (aumento del tasso di riferimento in piena crisi economica – Trichet -, interventi non convenzionali insufficienti e/o tardivi) che la politica monetaria della BCE è stata inadeguata o inesistente.
Prescindendo dalla considerazione che ci poteva andare peggio con un altro al posto di Draghi, dall’analisi delle decisioni durante la crisi, risulta oggettivamente (aumento del tasso di riferimento in piena crisi economica – Trichet -, interventi non convenzionali insufficienti e/o tardivi) che la politica monetaria della BCE è stata inadeguata o inesistente.
Sostegno alla politica
economica
A questo va aggiunta la sua influenza negativa (vedi la sua lettera del 5/8/2011 al Governo italiano e i vari interventi pubblici con valenza politica) sulle scelte di politica economica degli Stati, che per obbligo statutario deve sostenere: consolidamento fiscale, taglio degli organici e blocco dei salari pubblici, riforme strutturali (lavoro e pensioni, in particolare) con effetti recessivi-deflattivi.
A questo va aggiunta la sua influenza negativa (vedi la sua lettera del 5/8/2011 al Governo italiano e i vari interventi pubblici con valenza politica) sulle scelte di politica economica degli Stati, che per obbligo statutario deve sostenere: consolidamento fiscale, taglio degli organici e blocco dei salari pubblici, riforme strutturali (lavoro e pensioni, in particolare) con effetti recessivi-deflattivi.
Conclusione
Quindi, la BCE o è intervenuta nel modo sbagliato (tasso d’interesse) o è intervenuta in maniera insufficiente (SMP) e sbagliata (contestuale sterilizzazione) o è intervenuta tardi (“whatever it takes”) o troppo tardi (QE) e, dato il ritardo, in maniera insufficiente (Athanasios Orphanides, 2015, v. sua intervista nell’Allegato alla Petizione contro la BCE, aggiornamenti[23]). Ed ha influenzato i decisori politici in senso recessivo, aggravando e prolungando la crisi. Mentre una banca centrale, anche al di là della lettera dello statuto, deve avere come stella polare il benessere del popolo (come è scritto nel sito della BoE), che include in primo luogo la difesa dei titoli sovrani dagli attacchi della speculazione finanziaria, che perciò non è una gentile concessione o peggio ancora una moneta di scambio o ancor peggio un’arma di ricatto (vedi governo Berlusconi), ma un obbligo consustanziale al suo ruolo.[25]
Quindi, la BCE o è intervenuta nel modo sbagliato (tasso d’interesse) o è intervenuta in maniera insufficiente (SMP) e sbagliata (contestuale sterilizzazione) o è intervenuta tardi (“whatever it takes”) o troppo tardi (QE) e, dato il ritardo, in maniera insufficiente (Athanasios Orphanides, 2015, v. sua intervista nell’Allegato alla Petizione contro la BCE, aggiornamenti[23]). Ed ha influenzato i decisori politici in senso recessivo, aggravando e prolungando la crisi. Mentre una banca centrale, anche al di là della lettera dello statuto, deve avere come stella polare il benessere del popolo (come è scritto nel sito della BoE), che include in primo luogo la difesa dei titoli sovrani dagli attacchi della speculazione finanziaria, che perciò non è una gentile concessione o peggio ancora una moneta di scambio o ancor peggio un’arma di ricatto (vedi governo Berlusconi), ma un obbligo consustanziale al suo ruolo.[25]
Va anche notato
che gli acquisti da parte della BCE dei titoli di Stato italiani sono
cominciati il 22 agosto del 2011, dopo circa 20 giorni dalla già citata lettera del
5 agosto della BCE al Governo italiano e il varo da parte di quest'ultimo della
seconda, pesante manovra finanziaria correttiva nell'arco di appena 40 giorni
(il DL 138 del 13 agosto 2011, di 60 mld cumulati, dopo il DL 98 del 6 luglio 2011, di
80 mld cumulati, che erano stati preceduti dal DL 78 del 31 maggio 2010, di 62 mld
cumulati).[24]
In
deflazione o con tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (poco
sotto il 2%),
la condizione sospensiva (“fatto salvo” - “without prejudice”, nella versione inglese - ), costituita dal
raggiungimento dell’obiettivo principale, è (più che) soddisfatta, quindi il
rapporto duale-gerarchico tra i due obiettivi si modifica e diventa, come per
la FED, paritario: pertanto, la BCE è obbligata dal suo statuto (art. 2) a sostenere il raggiungimento del secondo
obiettivo - “crescita economica” e “piena occupazione” -, che – stante
l’inflazione dell’Eurozona prossima allo zero, che rende necessaria una politica
monetaria espansiva – è del tutto concordante, convergente e
complementare con l’obiettivo principale, che è quello di riportare
l’inflazione da sotto zero o quasi zero a poco sotto il 2%.
_______________________________________
Note:
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html
oppure (se in avaria)
[2] Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su
pensioni e manovre correttive
[3] Lettera al Prof. Sen. Mario Monti sulle
manovre correttive, le pensioni e lo statuto della BCE
[4]
Sacconi vs Fornero, qual è stato il ministro che ha riformato di più le
pensioni
[5]
Lettera all’On. Cesare Damiano e al Sen. Fabrizio Sacconi
[6] Ho provveduto a
modificare la voce Wikipedia Riforma delle pensioni Fornero introducendo il capitolo
4 Legislazione
pensionistica dal 2010: Riforme Sacconi e Fornero, ma tale
modifica è stata in buona parte eliminata da un volontario-amministratore,
poiché, a suo avviso, i paragrafi Analisi comparativa riforma Sacconi vs riforma Fornero e Comunicazioni
tra il Governo italiano e l'Unione europea non erano conformi
alle “strane” regole di Wikipedia (che non ammette né contributi originali, ma
soltanto di seconda o, ancor meglio, di terza mano, né verità se condivise da
una minoranza, ed invece – incredibile ma vero - bugie se condivise dalla
maggioranza).
Cap. 4 Legislazione pensionistica dal 2010: Riforme Sacconi e Fornero
Cap. 4 Legislazione pensionistica dal 2010: Riforme Sacconi e Fornero
[7]
Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE
[8]
Lettera ai media, al Governo, al PD e
ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli
[9]
Ad
esempio:
Lettera
al Prof. Francesco Daveri su Monti e le manovre correttive della scorsa
legislatura, sua risposta e mia replica
Lettera
al Prof. Giulio Sapelli su Monti, le manovre correttive e le pensioni
[10]
Lettera a Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL
[11]
La
capacità comunicativa ed empatica di Pierluigi Bersani
[12]
Il
Sig. Giulio T. ed il principio di Peter/8/Lettera
[13]
Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn
[14] Lettera a redazione@eguaglianzaeliberta.it
sul complotto contro Berlusconi
[15] Analisi quali-quantitative/2/Abolizione
dell’ICI
[16]
Analisi quali-quantitative/1 - Piano Fenice – Salvataggio Alitalia
[17]
Analisi quali-quantitative/3 – Spese G8
[18]
Agenda Monti
IMPOSTA
PATRIMONIALE
“Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di Misurazione della Ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali. In questo modo il fisco diventa strumento per perseguire anche obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell’aggiustamento”.
“Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di Misurazione della Ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali. In questo modo il fisco diventa strumento per perseguire anche obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell’aggiustamento”.
[19] DL 78 del 31.5.2010, convertito
dalla legge 122 del 30.7.2010, art. 12, comma 12bis:
((
12-bis. In attuazione dell'articolo 22-ter, comma 2, del decreto-legge 1o
luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009,
n. 102, concernente l'adeguamento dei requisiti di accesso al sistema
pensionistico agli incrementi della speranza di vita, e tenuto anche conto
delle esigenze di coordinamento degli istituti pensionistici e delle relative
procedure di adeguamento dei parametri connessi agli andamenti demografici, a
decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di età e i valori di somma di età
anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla Tabella B allegata alla
legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, i requisiti
anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il conseguimento della pensione di
vecchiaia, il requisito anagrafico di cui all'articolo 22-ter, comma 1, del
decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge
3 agosto 2009, n. 102, e successive modificazioni, il requisito anagrafico di
65 anni di cui all'articolo 1, comma 20, e all'articolo 3, comma 6, della legge
8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, devono essere aggiornati a
cadenza triennale, salvo quanto indicato al comma 12-ter, con decreto direttoriale
del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, da emanare almeno dodici mesi prima della
data di decorrenza di ogni aggiornamento. La mancata emanazione del predetto
decreto direttoriale comporta responsabilità erariale. Il predetto
aggiornamento e' effettuato sulla base del procedimento di cui al comma 12-ter.
http://www.dps.tesoro.it/documentazione/uval/DL_78_2010.pdf
link non più attivo, sostituito da:
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=
[20]
Lettera a Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del FMI, sua risposta e mia
replica
[21]
LE TENDENZE DI MEDIO-LUNGO PERIODO DEL
SISTEMA PENSIONISTICO E SOCIO-SANITARIO
Previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato
aggiornati al 2017 – Rapporto n. 18
Box 2.3 -
Effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004 (pag. 76)
Considerando
l’insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 (L 243/2004),
si evidenzia che, complessivamente, essi hanno generato una riduzione
dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari a circa 60
punti percentuali di PIL, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi sono
dovuti agli interventi adottati prima del DL 201/2011 (convertito con L
214/2011) e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare riguardo
al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 della L
214/2011).
[22]
Le
regole statutarie della BCE sono mutuate dai Trattati (ad esempio gli
obiettivi, art. 2, dagli artt. 127 e 282 del TFUE), perciò hanno valore cogente
sia per la BCE che per tutti gli altri membri e organi dell’UE. Esse sono,
storicamente, il frutto di un compromesso sull’adozione della moneta unica,
prima politico tra la Francia e la Germania, e poi tecnico, impostato abilmente
dalla Commissione europea Delors, gestito dal comitato dei governatori delle
banche centrali, che suggerirono di adottare le regole più severe, quelle della
Bundesbank (vedi l’interessante ricostruzione fatta dal politico ed economista
Giorgio La Malfa (“DEFICIT - Il
punto sull'Europa tra sogno e realtà” Seconda parte https://www.youtube.com/watch?v=Y9fGPNOQHW0&t=3210s).
Bisogna,
però, anche dire che per fortuna non riuscirono del tutto a copiare il testo
dello statuto della Bundesbank e a incollarlo su quello della BCE.
[23]
Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo
statuto
http://vincesko.blogspot.com/2015/03/allegato-alla-petizione-al-parlamento.html
[24] Anche per la BCE ho provveduto a redigere una modifica alla
relativa voce di Wikipedia, molto carente (poi è stata in parte cancellata,
inclusi gli strafalcioni, dopo la mia modifica, cfr. Cronologia),
inserendo il capitolo 8, inclusa un’analisi dell’attività della BCE durante la
crisi economica, e corredata di 100 note (ma mi è stata integralmente eliminata
per i motivi anzidetti, cfr. nota 6); la riporto, desumendola dalla Cronologia della
voce.
8. Attività della BCE dopo il trattato di Lisbona: analisi critica https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Banca_centrale_europea&diff=83520825&oldid=835061#Attivit.C3.A0_della_BCE_dopo_il_trattato_di_Lisbona:_analisi_critica
[25] Questo dell’indipendenza delle banche centrali è un
principio presente in tutti gli statuti delle banche centrali principali, ma
declinato da alcune con intelligenza e saggezza.
Anche tra il Tesoro inglese e la BoE vige il divorzio ( = indipendenza della BoE), ma la BoE persegue l’interesse nazionale (come è scritto nel suo sito: “Promoting the good of the people”) e, quando è necessario, acquista massicciamente titoli pubblici e controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso.
Anche tra il Tesoro USA e la FED vige il divorzio e il divieto per la FED di acquistare titoli del Tesoro sul mercato primario, ma la FED persegue l’interesse nazionale e non solo controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso, ma “orchestra” anche gli acquisti di titoli del Tesoro sul mercato aperto in accordo con i dealer, che sono gli unici abilitati ad acquistarli sul mercato primario.
Anche tra il Tesoro giapponese e la BoJ vige il divorzio, nel senso che è indipendente (art. 3 Statuto), ma la BoJ persegue l’interesse nazionale e deve coordinarsi col Governo (art. 4) e acquista massicciamente titoli pubblici e controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso.
Anche la BCE è formalmente e sostanzialmente indipendente dal potere politico (art. 7 Statuto) e, se e quando vuole, a sua completa discrezione, acquista titoli pubblici sul mercato aperto e controlla il tasso d’interesse passivo, che comunque è differenziato per Paese.
La Banca d’Italia, in quanto membro del SEBC, segue le regole ed esegue le disposizioni della BCE.
Il divorzio Tesoro-Banca d’Italia del 1981 e l’indipendenza delle banche centrali
Anche tra il Tesoro inglese e la BoE vige il divorzio ( = indipendenza della BoE), ma la BoE persegue l’interesse nazionale (come è scritto nel suo sito: “Promoting the good of the people”) e, quando è necessario, acquista massicciamente titoli pubblici e controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso.
Anche tra il Tesoro USA e la FED vige il divorzio e il divieto per la FED di acquistare titoli del Tesoro sul mercato primario, ma la FED persegue l’interesse nazionale e non solo controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso, ma “orchestra” anche gli acquisti di titoli del Tesoro sul mercato aperto in accordo con i dealer, che sono gli unici abilitati ad acquistarli sul mercato primario.
Anche tra il Tesoro giapponese e la BoJ vige il divorzio, nel senso che è indipendente (art. 3 Statuto), ma la BoJ persegue l’interesse nazionale e deve coordinarsi col Governo (art. 4) e acquista massicciamente titoli pubblici e controlla il tasso d’interesse passivo, che infatti è basso.
Anche la BCE è formalmente e sostanzialmente indipendente dal potere politico (art. 7 Statuto) e, se e quando vuole, a sua completa discrezione, acquista titoli pubblici sul mercato aperto e controlla il tasso d’interesse passivo, che comunque è differenziato per Paese.
La Banca d’Italia, in quanto membro del SEBC, segue le regole ed esegue le disposizioni della BCE.
Il divorzio Tesoro-Banca d’Italia del 1981 e l’indipendenza delle banche centrali
Appendice
La
Commissione Europea, durante la crisi, ha applicato le regole con 2 pesi e 2
misure (come attestato dalla Corte dei Conti UE, cfr. Commissione UE, due pesi e due misure http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2843442.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2016/02/commissione-ue-due-pesi-e-due-misure.html), ed ha concesso all'Italia soltanto una piccola flessibilità, peraltro sprecata in buona
parte in mance elettorali, e pretende di applicare all’Italia – attraverso
formule cervellotiche ritenute inaffidabili
dalla stessa Commissione Europea, oltre che dalla BCE (vedi il Pil
strutturale)[24, note 74 e 76] - lo stupido e nefasto fiscal compact, che va oltre il limite del
3% e prescrive l’equilibrio strutturale di bilancio, e che a fine 2017 si dovrà
decidere (all’unanimità) se inserire o non nei trattati UE.
EUROSTAT – Deficit/Pil
...................2007
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Italia...........-1,5..-2,7...-5,3..-4,2…-3,5..-2,9...-2,9...-3,0..-2,6...-2,4
Francia…...-2,5..-3,2...-7,2...-6,8...-5,1..-4,8...-4,0...-4,0..-3,5...-3,4
Spagna…...+2,0..-4,4.-11,0..-9.4…-9,6.-10,4..-6,9...-5,9..-5,1...-4,5
Gran
Br…...-3,0..-5,0.-10,7..-9,6...-7,7...-8,3...-5,6...-5,6..-4,4..-3,0
Germania...+0,2..-0,2..-3,2...-4,2...-1,0...-0,1...-0,1...+0,3.+0,7.+0,8
Olanda
…..+0,2..+0,2..-5,4..-5.0...-4,3…-3,9..-2,4...-2,3..-2,1..+0,4
Grecia…….-6,7.-10,2.-15,1.-11,2.-10,3..-8,9.-13,1..-3,7...-5,9..+0,7
Irlanda.......+0,3..-7,0..-13,8.-32,1.-12,6.-8,0..-5,7…-3,7..-2,0..-0,6
Portogallo..-3,0..-3,8…-9,8..-11,2..-7,4.-5,7..-4,8…-7,2...-4,4..-2,0
http://ec.europa.eu/eurostat/tgm/table.do?tab=table&plugin=1&language=en&pcode=teina200
http://ec.europa.eu/eurostat/tgm/table.do?tab=table&plugin=1&language=en&pcode=teina200
Le differenze di crescita tra l'Italia e altri
Paesi UE sono motivate anche dalle differenti politiche economiche implementate consentite
dalla Commissione Europea.
Va anche notato che, escluso il Portogallo, l’Italia col 4% nel 2016 (che per fortuna è calato dal 5,2% del 2012 per
effetto del calo dei tassi grazie alla politica monetaria finalmente espansiva
della BCE) ha il primato in UE28 dell’incidenza della spesa degli interessi
passivi sul Pil, che aumenta il deficit/Pil.
BANCA D’ITALIA – Statistiche di
finanza pubblica nei paesi dell’Unione europea - Spesa per interessi (in
percentuale del PIL) Tav. 16
...................2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
2016
Italia............4,8…4,9…4,4...4,3…4,7…5,2…4,8…4,6…4,1…4,0
Francia…....2,6…2,8…2,4…2,4…2,6…2,6…2,3…2,2…2,0…1,9
Spagna…....1,6…1,5…1,7…1,9…2,5…3,0…3,5…3,5…3,1…2,8
Gran Br…...2,2…2,2…1,9…2,9…3,2…2,9…2,9…2,7…2,3…2,5
Germania....2,7…2,7…2,6…2,5…2,5…2,3…2,0…1,8…1,6…1,4
Olanda….…2,0…2,0…2,0…1,8…1,8…1,6…1,5…1,4…1,3…1,1
Grecia…….4,5…4,8…5,0...5,9…7,3….5,1…4,0…4,0…3,6…3,2
Portogallo...2,9…3,1…3,0...3,0…2,9....4,3….4,9…4,9…4,6…4,2
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/finanza-pubblica-ue/
Post collegati:
Anche gli
economisti sono stati vittime del pifferaio magico Berlusconi
Di solito, i miei commenti
sui tre casi, o tipologie simili, ricevono reazioni negative e talvolta vengono censurati (vedi il post qui
sopra). E’ comprensibile avvenga questo, poiché risulta da studi fatti in materia che ciascuno di noi è “catturato” dalle
proprie tesi precostituite o fatte proprie dopo anni di bombardamento
mediatico, e che, per un periodo più o meno lungo a seconda del livello di resistenza ad ammettere la propria ignoranza, quasi sempre resistono a qualunque prova contraria, che viene o
negata o, semplicemente, cancellata. Invece…
Un
mio commento critico è stato considerato un regalo di Natale
http://vincesko.blogspot.com/2016/12/un-mio-commento-critico-e-stato.html
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