Dopo la sconfitta patita sugli OMT
(acquisto illimitato di titoli pubblici), ritenuti dalla Corte di Giustizia
Europea rientranti nei poteri della BCE, gli egoisti e arroganti Tedeschi ci
riprovano col QE, muovendo – come fece Weidmann - la loro Corte Costituzionale.
Ma questa non ha giurisdizione al di fuori dei suoi confini nazionali, può
soltanto vietare al governo tedesco di partecipare con gli altri Paesi
all’erogazione degli aiuti.
NB: Per leggere gli articoli di Repubblica, utilizzare il link alla rassegna stampa della Regione Lombardia.
NB: Per leggere gli articoli di Repubblica, utilizzare il link alla rassegna stampa della Regione Lombardia.
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26-01-2016 LA REPUBBLICA
ECONOMISTI TEDESCHI "DRAGHI VA FERMATO" REPLICA: "HANNO TORTO" (A. Tarquini)
LO SCONTRO/APPELLO CONTRO L’ACQUISTO DI TITOLI
Economisti tedeschi: “Draghi va fermato”. Replica: “Hanno torto”
ECONOMISTI TEDESCHI "DRAGHI VA FERMATO" REPLICA: "HANNO TORTO" (A. Tarquini)
LO SCONTRO/APPELLO CONTRO L’ACQUISTO DI TITOLI
Economisti tedeschi: “Draghi va fermato”. Replica: “Hanno torto”
Quest’altra notizia, che io sappia, non
ha avuto quasi nessuna eco nei media italiani on-line. Leggendo la relazione
della Corte dei Conti europea, vien da pensare: a) che la Commissione europea
era un covo di dilettanti allo sbaraglio; b) che dopo aver sbagliato allora per
controlli troppo laschi, ora sbaglia per controlli troppo rigidi e troppo
severi; e c) che la costante è che usa due
pesi e due misure.
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27-01-2016 LA REPUBBLICA
LA CORTE DEI CONTI UE CONTRO LA COMMISSIONE "NEI SALVATAGGI APPLICATI DUE PESI E DUE MISURE"
Roma – “La Commissione europea non era pronta ad affrontare una crisi di proporzioni di quella scoppiata”. A quasi otto anni dall’ingresso dell’Europa nella recessione più grave dal dopoguerra, la Corte dei Conti UE ammette che qualcosa non ha funzionato. Il governo di Bruxelles si è trovato spiazzato con “debole governance delle banche e politiche di bilancio inadeguate”. E quando si è trattato di aiutare otto Paesi in difficoltà “è stata colta impreparata dalle prime richieste di assistenza”. Sotto la lente dei giudici contabili sono finiti i salvataggi di Ungheria, Lettonia, Romania, ma soprattutto Irlanda e Portogallo, due dei cinque membri dei Piigs (assieme a Spagna, Italia e Grecia). E qui la Commissione ha sbagliato quasi tutto, tra 2005 e 2008, ritenendo i bilanci nazionali e le banche “più solidi di quanto non fossero in realtà”. E non solo. I giudici denunciano anche disparità per vari Paesi, che “pur trovandosi in una situazione analoga non sono stati trattati alla stessa stregua”: rigore assoluto per alcuni, sconti per altri. Due pesi e due misure.
LA CORTE DEI CONTI UE CONTRO LA COMMISSIONE "NEI SALVATAGGI APPLICATI DUE PESI E DUE MISURE"
Roma – “La Commissione europea non era pronta ad affrontare una crisi di proporzioni di quella scoppiata”. A quasi otto anni dall’ingresso dell’Europa nella recessione più grave dal dopoguerra, la Corte dei Conti UE ammette che qualcosa non ha funzionato. Il governo di Bruxelles si è trovato spiazzato con “debole governance delle banche e politiche di bilancio inadeguate”. E quando si è trattato di aiutare otto Paesi in difficoltà “è stata colta impreparata dalle prime richieste di assistenza”. Sotto la lente dei giudici contabili sono finiti i salvataggi di Ungheria, Lettonia, Romania, ma soprattutto Irlanda e Portogallo, due dei cinque membri dei Piigs (assieme a Spagna, Italia e Grecia). E qui la Commissione ha sbagliato quasi tutto, tra 2005 e 2008, ritenendo i bilanci nazionali e le banche “più solidi di quanto non fossero in realtà”. E non solo. I giudici denunciano anche disparità per vari Paesi, che “pur trovandosi in una situazione analoga non sono stati trattati alla stessa stregua”: rigore assoluto per alcuni, sconti per altri. Due pesi e due misure.
Allego:
26/01/2016
Relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà
http://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=35016
Relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà
http://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=35016
26/01/2016
Sintesi della relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà
http://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR15_18_SUMMARY/SR_CRISIS_SUPPORT_SUMMARY_IT.pdf
Sintesi della relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà
http://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR15_18_SUMMARY/SR_CRISIS_SUPPORT_SUMMARY_IT.pdf
***
Ecco
un esempio – forse noto - di due pesi e due misure nell’applicazione delle
regole UE. Alla Francia, membro della diarchia franco-tedesca, è permesso da
tre anni di sforare il limite del 3%. Era già successo in passato. Ha già
dichiarato che non rientrerà entro il limite prima del 2017.
Nonostante
il divario del deficit (3,8% in Francia nel 2015, 2,6% in Italia), la crescita
in Francia ha raggiunto nel 2015 il +1,1%, contro lo 0,7-0,8% in Italia.
La
Francia non ha avanzo primario, vale a dire la differenza tra le entrate e le
spese al netto degli interessi, cioè destina tutte le entrate a spesa pubblica
primaria, per cui il deficit viene coperto emettendo nuovo debito, che sfiorerà
nel 2017 il 100% del Pil.
Ma
la Francia beneficia dello “scudo” tedesco sui mercati finanziari, per cui lo spread tra i titoli pubblici francesi e
quelli tedeschi è quasi nullo. Questo le consente di finanziare il deficit
sostenendo un onere per interessi molto contenuto.
Sotto
questo aspetto, nel confronto con la Germania e la Francia, l’Italia è molto
penalizzata fin dalla nascita dell’Euro.
La croissance en France a
atteint 1,1% en 2015
Le Monde.fr |
29.01.2016 à 07h35• Mis à jour le 29.01.2016 à 11h10 | Par Audrey
Tonnelier
***
Questa
volta il contaballe e tosto PdC Renzi ha ragione da vendere a dichiarare che in
base ai dati non è l’Italia il malato d’Europa. Osservo che, poiché il
Commissario Moscovici è apparso modicamente disponibile in tema di concessione
della flessibilità all’Italia, che beninteso è un pannicello caldo, è
intervenuto il redivivo ‘falco’ finlandese Katainen, messo lì apposta dalla
Germania, che gli ha affidato la supervisione economica e diritto di veto (a
proposito della débacle del PSE nella formazione della Commissione europea).
Table1:
Overview – the
winter 2016 forecast
Ricavo
dalla tabella con le previsioni invernali della Commissione europea:
Deficit/Pil
(%)……2015…2016…2017
Italia………………2,4……2,5…...1,5
Francia……………3,7……3,4…...3,2
Spagna……………4,8……3,4…...2,4
COMMENTO:
Come si vede, il dato del deficit dell’Italia relativo al triennio 2015-2017 è
migliore sia di quello della Francia che di quello della Spagna. Anche dal 2012
al 2014, il deficit/Pil dell’Italia è stato sempre inferiore al limite del 3%,
quello della Francia e della Spagna è stato sempre superiore, anche
sensibilmente (la Spagna ha raggiunto un picco del 7%).
Come
forse è noto, ridurre il deficit via aumento dell’avanzo primario (come ha
fatto l’Italia) significa sottrarre risorse all’economia reale e quindi alla
crescita; il contrario, se si aumenta il deficit e si riduce l’avanzo primario
(come è successo alla Spagna).
PS:
Quesito al Commissario (francese) Pierre Moscovici:
Perché non dedica un po' di più del Suo tempo e dei
Suoi strali e dei Suoi dinieghi, anziché all'Italia, al Suo Paese, la Francia,
che - si sa perché - riceve da anni un trattamento privilegiato, pur NON avendo
neppure implementato, a differenza dell'Italia e della Spagna, le supposte
salvifiche riforme strutturali, così care alla destra reazionaria neo-liberista
che comanda in UE, con la complicità dei sedicenti socialisti, come Lei e il
presidente (tedesco) del Parlamento Europeo, Martin Schulz?
La lente dell’Europa su deficit e debito italiani
di Beda Romano con le analisi di Guido Gentili e Dino Pesole
5
Febbraio 2016
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