Riporto
la lettera che, continuando la mia diuturna opera di CONTROINFORMAZIONE, che nel caso di specie svolgo da 5 anni, ho
inviato in data 10 agosto 2017 al Prof. Francesco Daveri,[*] uno dei più famosi economisti italiani, dopo una sua intervista
al giornale on-line HUFFINGTON POST,
la sua risposta e la mia replica, su Monti e le manovre correttive varate nella
scorsa legislatura. Anche lui, come 60 milioni di Italiani, era convinto che
fosse stato il governo Monti ad aver risanato i conti pubblici e fatto una
politica restrittiva aumentando le tasse e tagliando la spesa pubblica (e così
provocato o prolungato la recessione).
Monti e le manovre
correttive della scorsa legislatura
Da¨ v 10/8/2017 17:20
A: francesco.daveri@unicatt.it
Egr.
Prof. Daveri,
Le
scrivo in riferimento alle Sue dichiarazioni rilasciate ieri a HUFFINGTON POST.
In particolare, a quella in cui Lei afferma: “E' chiaro che il governo Renzi ha potuto
fare politiche fiscali più espansive ma ha anche capitalizzato sulle politiche
restrittive dei governi passati. E' stato grazie al fatto che erano salite le
tasse così tanto che ha potuto ridurle senza mandare il deficit di nuovo sopra
al 3% quindi una quota parte va riconosciuta al governo Monti”.
Mi
spiace, non concordo affatto con Lei su Monti, sul quale Lei continua a scrivere
da anni (cfr., ad esempio, il Suo articolo sul Corriere della Sera Perché fatichiamo a imparare la lezione greca di Francesco Daveri - 30
dicembre 2014 http://www.corriere.it/opinioni/14_dicembre_30/perche-fatichiamo-imparare-lezione-greca-8a8d85b0-9004-11e4-a207-f362e6729675.shtml, in calce al
quale c’è un mio commento con le cifre delle manovre correttive della scorsa
legislatura, che Lei evidentemente o non ha letto o ha tenuto in non cale)
alcune inesattezze macroscopiche, frutto – debbo presumere - di scarsa conoscenza
dei dati e delle leggi.
Sono
5 anni che mi tocca contrastare tale vulgata, alimentata ad arte dalla
propaganda berlusconiana ed anche agevolata dalle millanterie del Prof. Monti
(e della Prof.ssa Fornero), a cominciare già dal titolo del suo primo DL:
“Salva-Italia”. Mi creda, è una fatica di Sisifo!
Premesso
che io sono “antimontiano” (oltre che antiberlusconiano) e ho scritto nel mio
blog ben 8 post di critica severa
contro il “millantatore” Monti (che peraltro io considero una persona molto
sincera), cominciando quando era sulla cresta dell’onda (qui l’ultimo, in calce
gli altri 7: Tre misfatti quasi
sconosciuti del fu governo dei tecnici [1 oppure 2]),
1.
Berlusconi, non Monti.
Segnalo
che le manovre correttive del governo Berlusconi, in un quasi equivalente lasso
di tempo (circa un anno e mezzo), sono state ben il quadruplo di quelle del
governo Monti.
Riepilogo delle
manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti
63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
LE
CIFRE. Le manovre correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL
78/2010 di 24,9 mld; • 2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del
governo Berlusconi-Tremonti (DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+60 mld), (con la
scopertura di 15 mld, che Tremonti si riprometteva di coprire, la cosiddetta
clausola di salvaguardia, con la delega fiscale, – cosa che ha poi dovuto fare
Monti – aumentando l’IVA), e una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto
salva-Italia), che cifra 32 mld “lordi” (10 sono stati “restituiti” in sussidi
e incentivi); • 2012, DL 95/2012 di circa 20 mld.
Quindi
in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+60 =
tot. 165 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld. Se si considerano gli
effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: “Il Sole 24 ore”), sono: -
Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld; - Governo Monti 63,2 mld. Totale 329,5
mld. Cioè, per i sacrifici imposti agli Italiani e gli effetti recessivi Berlusconi
batte Monti 4 a 1. Per l'iniquità e le variabili extra-tecnico-contabili
(immagine e scandali), è anche peggio.
(Cfr.
Il lavoro ‘sporco’ del governo
Berlusconi-Tremonti
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure (se in
avaria)
E’ tale
la dimensione del rapporto quali-quantitativo tra i governi Berlusconi e Monti
(267 mld cumulati contro 63, cioè 4 a 1, 80% contro 20%, anche per l’iniquità),
che è del tutto infondato attribuire a Monti il risanamento dei conti pubblici,
gli effetti recessivi, il calo del Pil (quasi -10%), la moria di imprese (quasi
il -25% della capacità produttiva) ed il calo dell'occupazione, oltre ad alcune
centinaia di morti, obliterando completamente Berlusconi, che, rammento, ha
eseguito quasi tutte le imposizioni di UE e lettera BCE del 5.8.2011, tranne,
per l'opposizione di Bossi, l'eliminazione delle pensioni di anzianità
(concentrate soprattutto al Nord) e l'adeguamento a TUTTI gli altri delle
lavoratrici dipendenti private).
Invece, sicuramente, i dati negativi
sono in gran parte gli effetti delle mastodontiche manovre correttive molto
inique e recessive del governo Berlusconi-Tremonti, fatte in gran parte di
misure strutturali ( =permanenti, quindi che valgono tuttora), almeno in un
rapporto di 4 a 1 rispetto al governo Monti, e che cominciarono a dispiegare i
loro effetti dall’1.1.2011, ben prima che arrivasse Monti.
Per completezza di informazione,
aggiungo, relativamente alle riforme delle pensioni, oggetto anch’esse di una
generale DISINFORMAZIONE:
2. Sacconi, non Fornero.
Discorso
più o meno analogo per le pensioni: Sacconi batte Fornero 3 a 1.
L’allungamento
eccessivo dell’età di pensionamento è stato deciso molto più da Sacconi (DL
78/2010, art. 12, + integrazioni con DL 98/2011 e DL 138/2011) – che infatti,
da bravo furbacchione, fa lo gnorri – che da Fornero (DL 201/2011, art. 24):
–
sia portando l’età di pensionamento per vecchiaia, senza gradualità, a 66 anni
per tutti i lavoratori dipendenti e a 66 anni e 6 mesi per tutti i lavoratori
autonomi, tranne le lavoratrici dipendenti del settore privato, per le quali ha
poi provveduto Fornero nel 2011, ma gradualmente entro il 2021 (poi, 2018);
–
sia introducendo – sempre Sacconi e non Fornero – l’adeguamento triennale
all’aspettativa di vita (che dopo il 2019, in forza della riforma Fornero,
diverrà biennale), che ha portato finora l’età di pensionamento di vecchiaia a
66 anni e 7 mesi e la porterà a 67 nel 2020 (o forse prima).
Anche
il sistema contributivo l’ha introdotto Dini nel 1995, non la Fornero nel 2011;
ella ha solo incluso, col calcolo pro rata dal 1.1.2012, quelli esclusi dalla
legge Dini, che all’epoca avevano già 18 anni di contributi, quindi nel 2012 tutti
relativamente anziani, equiparando così i giovani e tutti gli altri.
A
riprova della DISINFORMAZIONE generale sulle pensioni, che include esperti,
sindacati, tutti i media e perfino l’INPS, oltre alla millantatrice Fornero, la
quale – se controlla il testo dell’art. 24 del DL 201/2011 -, anziché limitarsi
a riportare nel suo DL le modifiche ed integrazioni alla legislazione pensionistica
precedente, ha pleonasticamente (e “furbescamente”, ma masochisticamente, viste
le maledizioni di cui è oggetto) anche confermato quelle, molto severe, già
approvate dalla riforma Sacconi nel 2010 e integrate nel 2011, allego (ivi le
prove documentali):
Lettera ai
media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli
Spero di essere stato utile e che in
futuro vorrà contribuire a fare chiarezza su chi ha fatto che cosa durante la
lunga crisi economica.
Cordiali saluti,
V.
PS: In calce all'articolo di HP, trova tre miei
lunghi commenti, con le cifre delle manovre correttive e alcune informazioni
che troverà sicuramente “eterodosse”, ma del tutto rispondenti al vero e
facilmente riscontrabili, sulla politica monetaria della BCE durante la crisi
economica.
Re: Monti e le
manovre correttive della scorsa legislatura
Daveri
Francesco
(Francesco.Daveri@unicatt.it)
11/8/2017
09:28
A v
Gentile V.
grazie del messaggio.
il punto da lei
sollevato è interessante e merita certamente sforzi approfonditi di analisi e
quantificazione.
il fatto che gli
aggiustamenti di bilancio di berlusconi-tremonti siano stati più consistenti di
quanto gli interessati vogliano far sapere non mi sorprende. in particolare, i
veri tagli alla spesa per dipendenti pubblici li ha fatti certamente tremonti
congelando gli aumenti e i rinnovi contrattuali dal 2010. misura temporanea e
iniqua ma efficace nel controllo della spesa nei redditi da lavoro. anche i
risultati relativi alla spesa pensionistica mi sembrano plausibili, ma non sono
un esperto di pensioni quindi su questo non so bene cosa dire di più preciso.
in generale mi chiedo se
i suoi risultati dipendano almeno in parte dalla metodologia di calcolo che
prende per buoni i numeri riportati nelle relazioni tecniche dei vari DL. tali
numeri spesso rimangono sulla carta. specie nei tagli ai ministeri e agli enti
locali. inoltre per quello che ricordavo i tagli di tremonti - compreso quelli
dell'estate 2011 - rinviavano al futuro la vera copertura delle misure
implicate con il trucco delle clausole di salvaguardia. non ho ben capito come
lei contabilizzi questo gioco di rinvii delle coperture da un governo
all'altro.
cordiali saluti e buona
estate
francesco daveri
Re: Monti e le
manovre correttive della scorsa legislatura
Da: v 12/8/2017
17:42
Egr. Prof. Daveri,
1.
Introduzione
La
ringrazio doppiamente, sia per la Sua cortese risposta, sia per la Sua pronta
sensibilità e manifestata consapevolezza che la questione da me sollevata merita
di essere adeguatamente approfondita.
Io
ritengo da anni, infatti, che ci troviamo di fronte ad uno dei casi più
macroscopici di DISINFORMAZIONE (io lo scrivo sempre rigorosamente in
maiuscolo) della storia patria, sia sull’ammontare complessivo delle manovre
finanziarie correttive varate nella scorsa legislatura, costituite, secondo Il Sole 24 ore, per il 55% da maggiori
tasse e per il 45% da minore spesa pubblica, sia per la quasi generalità delle
vittime di tale DISINFORMAZIONE (quasi 60 milioni di Italiani, inclusi – pare -
tutti i docenti di Economia), sia per la loro ripartizione tra il governo
Berlusconi (80%) e il governo Monti (20%), ma attribuendo tutto a Monti, o, almeno, non citando mai Berlusconi.
Assieme
ai casi coevi della riforma delle
pensioni Fornero, alla quale, per varie responsabilità dei soggetti
coinvolti, tra i quali sono inclusi – con un grado diverso di malafede - la
stessa professoressa Fornero,[1] il
prof. Monti[2] ed esperti di
previdenza, come ad esempio Giuliano Cazzola, che essendo stato uno dei
protagonisti (durante il governo Berlusconi era vicepresidente della
Commissione Lavoro alla Camera) conosce benissimo la situazione,[3] vengono attribuite anche tutte le
misure della ben più severa riforma delle pensioni Sacconi, 2010 e 2011[4]); e, in ambito UE, per
corresponsabilità anche della stessa BCE e della Commissione Europea, degli obiettivi statutari della BCE (che non
è uno soltanto, come quasi tutti pensano), oggetto, oltre che di numerosi miei post e commenti, di una mia petizione al
Parlamento Europeo, in corso di esame e attualmente in attesa della risposta
della BCE (e della Commissione Europea) alla mia replica.[5]
Questa
mia e-mail di replica, della cui lunghezza mi scuso, vuole essere un ulteriore,
personale contributo all’opera di chiarificazione che spero Lei vorrà
intraprendere, al Suo ben più importante livello di autorevolezza, di influenza
e di diffusione.
2.
Fonti
No,
non ho ricavato le cifre dalle relazioni tecniche, ma (a) essendo io uno dei
destinatari delle misure recate dal DL 78/2010 (mi riferisco in particolare
all’art. 12/Pensioni), seguivo molto attentamente gli sviluppi normativi, ho
promosso e partecipato a iniziative sul web (tra cui una lettera al presidente
della Repubblica e una serie di email molto critiche ai segretari della CISL,
Raffaele Bonanni, e della UIL, Luigi Angeletti, coautori e “complici” di
Tremonti, Sacconi e Marcegaglia nella stesura delle scandalosamente inique misure
recate dal DL; peraltro, recentemente è venuta fuori la notizia di stampa che
Angeletti vi meditasse con i suoi collaboratori in una crociera apposita, a
spese della UIL), ed ho fatto semplicemente la somma degli ammontari delle
manovre (24,9 mld – valore non cumulato ricavato dagli organi di stampa - per
il DL 78/2010 + 80 mld per il DL 98/2011 + 60 mld per il DL 138/2011: questi
ultimi due dati li ascoltai direttamente dalla voce di Tremonti in tv, il
quale, alla domanda di un giornalista, dopo il Consiglio dei Ministri, che gli
chiedeva se i 60 mld della seconda manovra estiva 2011 (decisa e varata –
rammento - pochissimi giorni dopo la famosa o famigerata lettera della BCE del
5.8.2011) appena approvata fossero un di cui della manovra di 80 mld decisa 40
giorni prima o si aggiungessero ad essa, rispose che si aggiungevano); poi,
come è scritto nella mia prima email, ho letto e utilizzato come fonte
l’articolo del Sole 24 ore del 2012 riportato
in dettaglio nel post che ho già
allegato Il lavoro ‘sporco’ del governo
Berlusconi-Tremonti, con i valori cumulati, tra cui i ben 62 mld del DL
78/2010 (con, all’art. 12, la riforma delle pensioni Sacconi e, al comma 12bis,
l’introduzione dell’adeguamento triennale all’aspettativa di vita). Solo
successivamente, ho trovato l’analisi della CGIA di Mestre riportata in calce
al post, che conferma (ma forse lo
precede) l’articolo del Sole 24 ore.
3.
DISINFORMAZIONE della potentissima propaganda berlusconiana
La
DISINFORMAZIONE attuata dalla potentissima propaganda
berlusconiana-tremontiana-sacconiana fu scandalosa e rappresenta – ripeto – un
caso di scuola, che andrebbe analizzato e sviscerato approfonditamente in sede
prima di tutto accademica, ma ciononostante le cose talvolta venivano dette,
anche se in maniera effettualmente debole (vedi, ad esempio, questa
dichiarazione eclatante di Bersani «Ma con una manovra che non chiede nulla ai ricchi come
lui, non ha paura che qualche Dio lo fulmini?»[6], il quale Bersani, però, pure
lui non si rese conto – vedi, ad esempio, il suo intervento ad Annozero su RAI3
– che la perdita subita dai dipendenti pubblici a causa del mancato rinnovo del
contratto, circa 1.000€ all’anno, tanto sbandierata da tutti i media, è
notevolmente inferiore alla perdita subita dalle decine o forse centinaia di
migliaia di pensionandi inattivi (in senso lato) a causa dell’allungamento di
12 mesi (13 mensilità) della cosiddetta “finestra” di erogazione della pensione
o dell’allungamento senza gradualità fino a ben 6 anni (inclusa la “finestra”)
dell’età di pensionamento di vecchiaia (escluse le dipendenti private), decisi dal medesimo DL 78/2010;
o coltivò per qualche mese l’insana idea – per sostituire Berlusconi - di appoggiare
la candidatura a PdC dell’incompetente, sleale e inaffidabile Tremonti[7]); o,
sull’altro versante politico, in maniera strumentale, quando era necessario: vedi
la polemica con il Commissario all’Economia Olli Rehn, che aveva riaccusato il
governo Berlusconi di aver fatto poco contro la crisi,[8] ricevendo la replica
piccata dell’on. Renato Brunetta (il quale, badi bene, aveva provveduto a
redigere la prima lettera di chiarimenti all’UE - quella che Tremonti si rifiutò
di firmare -, commettendo un errore di comunicazione che a mio avviso si rivelò
esiziale, cfr. il mio post Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn
riportato nella nota 8 e la voce Wikipedia, par. 4.3, riportata alla nota 4),
che gli oppose proprio i dati dei 330 mld dell’articolo del Sole 24 ore, ma poi,
contraddittoriamente, in una lettera di replica all’ex presidente Napolitano ad
Huffington Post sul complotto contro
Berlusconi, lo stesso Brunetta raccontò la grande balla impunita che Berlusconi
non aveva soggiaciuto ai diktat dell’UE e della BCE.[9]
4.
Scopertura e clausola di salvaguardia
Vi
ho accennato nella mia prima e-mail ed è riportato nel post Il lavoro ‘sporco’ del
governo Berlusconi-Tremonti. A me risulta che furono 15 mld, poi coperti
dal governo Monti aumentando l’IVA. Rileggendo ieri un altro mio post del 2012, ho trovato che all’epoca
scrissi che il problema della scopertura Tremonti se lo era creato da solo
anticipando dal 2014 al 2013 il pareggio di bilancio, che nessuno gli aveva
chiesto (all’epoca – 2011 -, cercava di crearsi benemerenze in ambito UE a
trazione tedesca per poter costituire come candidato PdC un’alternativa al
periclitante Berlusconi, col quale era ai ferri corti).
5.
Pensioni
Per
quanto riguarda le pensioni (per le voci spurie nella spesa pensionistica e il
confronto internazionale La invito a leggere la mia Lettera a Carlo Cottarelli…, allegata nelle mia Lettera ai media…, riportata nella mia
prima email), i risparmi di spesa dopo le varie riforme dal 2004 sono stati
dalla RGS (a) quantificati in centinaia di mld fino al 2060 (cfr. il comunicato
dell’on. Cesare Damiano nel mio post Lettera alla Professoressa Elsa Fornero…),
e (b) ascritti solo per un terzo del totale delle riforme dal 2011 alla riforma
Fornero.[10]
6.
Prima manovra correttiva dopo la crisi della Grecia (DL 78/2010)
Fu
una manovra scandalosamente iniqua che, da un lato, segnò un cambio di fase (la
“osabilità” delle misure, fino a poco prima ritenute dal governo impossibili, agevolata
– unico Paese in Europa - dalla quasi assenza di reazioni dei sindacati, tranne
pochissime iniziative della CGIL, e del popolo italiano in generale, cosa di
cui Tremonti menava vanto), sia a livello interno che europeo; dall’altro, fu
l’inizio di una serie di tagli miliardari sia della spesa sanitaria che della
spesa scolastica, controbilanciati dal taglio dell’ICI (ai più abbienti, 2,2
mld) o da sprechi come il “salvataggio” dell’ALITALIA (almeno 5 mld), o il
doppio G8 (almeno 0,5 mld) o il Trattato di amicizia Italia-Libia (su
iniziativa di Prodi, che però alla fine rifiutò di firmarlo perché troppo
oneroso per l’Italia: 250 mln $ all’anno per 20 anni) o non ottimali perché
basati su tagli lineari e non selettivi.
Per
quanto attiene alle misure decise da Tremonti nel 2010 (DL 78 del 31.05.2010,
convertito dalla legge 122/2010), accennate nel mio post Il lavoro ‘sporco’ del
governo Berlusconi-Tremonti, riporto il poscritto di uno dei tre commenti
in calce all’articolo citato di HP:
PS:
I
mutati rapporti di forza tra le classi si sono fatti sentire anche sulla
gestione della crisi economica. In Italia, la distribuzione dei pesi del
sesquipedale consolidamento fiscale fu fortemente iniqua, segnatamente per le
manovre correttive del governo Berlusconi, mentre molto più eque furono quelle
varate dal governo Monti (vedi IMU, patrimonialina sui depositi, TTF).
Ad esempio, il DL 78 del 31.5.2010, convertito
dalla legge 122/2010, il più scandalosamente iniquo, contemplò, tra l’altro,
non soltanto il blocco del rinnovo del contratto del pubblico impiego, ma anche
il licenziamento del 50% dei lavoratori precari pubblici, nonché il taglio del
75% della spesa sociale dei Comuni e delle Regioni (cioè i poveri), poi
tagliata di un ulteriore 15% col DL 98/2011, mentre ai percettori di redditi
privati (ad eccezione dei produttori e distributori di farmaci e dei farmacisti
in quanto fornitori del SSN), anche miliardari o milionari, non venne chiesto
letteralmente neppure un centesimo (il contributo di solidarietà, varato in 2
DL separati prima sulle retribuzioni elevate pubbliche e poi su quelle private
e sulle pensioni, fu presumibilmente congegnato apposta male – infatti, sarebbe
bastato metterli insieme - per farlo cassare, come poi avvenne). Così successe
per la tassazione delle stock option, per le quali fu prevista una soglia
troppo alta.
7.
BCE
Infine,
per quanto riguarda la BCE, ed il giudizio a mio avviso in grandissima parte
immeritato sul “salvatore” Draghi, trascrivo qui di seguito il mio secondo
commento in calce all’articolo di HP che ha riportato le Sue dichiarazioni (dei
tre commenti che Le chiedevo di leggere nella mia prima e-mail).
CONTROINFORMAZIONE/2
2. POLITICA MONETARIA DELLA BCE
BCE e deflazione
Il compito statutario principale della BCE è la stabilità dei prezzi ( = tasso d’inflazione poco sotto il 2% nel medio periodo). Un tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (diff.%) attesta che la BCE non ha saputo svolgere il suo compito statutario. Ancor più se si sconfina in deflazione, cioè in territorio negativo, che – come afferma la BCE - esige necessariamente un’opera di prevenzione. Nell’indagarne le cause, direi che occorre accertare se la BCE ha attivato le sue leve monetarie per evitare la deflazione o è stata troppo attendista o perfino inerte.
Il compito statutario principale della BCE è la stabilità dei prezzi ( = tasso d’inflazione poco sotto il 2% nel medio periodo). Un tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (diff.%) attesta che la BCE non ha saputo svolgere il suo compito statutario. Ancor più se si sconfina in deflazione, cioè in territorio negativo, che – come afferma la BCE - esige necessariamente un’opera di prevenzione. Nell’indagarne le cause, direi che occorre accertare se la BCE ha attivato le sue leve monetarie per evitare la deflazione o è stata troppo attendista o perfino inerte.
Cave peiora
Prescindendo dalla considerazione che ci poteva andare peggio con un altro al posto di Draghi, dall’analisi delle decisioni durante la crisi, risulta oggettivamente (aumento del tasso di riferimento in piena crisi economica – Trichet -, interventi non convenzionali insufficienti e/o tardivi) che la politica monetaria della BCE è stata inadeguata o inesistente.
Prescindendo dalla considerazione che ci poteva andare peggio con un altro al posto di Draghi, dall’analisi delle decisioni durante la crisi, risulta oggettivamente (aumento del tasso di riferimento in piena crisi economica – Trichet -, interventi non convenzionali insufficienti e/o tardivi) che la politica monetaria della BCE è stata inadeguata o inesistente.
Sostegno alla politica
economica
A questo va aggiunta la sua influenza negativa (vedi la sua lettera del 5/8/2011 al Governo italiano e i vari interventi pubblici con valenza politica) sulle scelte di politica economica degli Stati, che per obbligo statutario deve sostenere: consolidamento fiscale, taglio degli organici e blocco dei salari pubblici, riforme strutturali (lavoro e pensioni, in particolare) con effetti recessivi-deflattivi.
A questo va aggiunta la sua influenza negativa (vedi la sua lettera del 5/8/2011 al Governo italiano e i vari interventi pubblici con valenza politica) sulle scelte di politica economica degli Stati, che per obbligo statutario deve sostenere: consolidamento fiscale, taglio degli organici e blocco dei salari pubblici, riforme strutturali (lavoro e pensioni, in particolare) con effetti recessivi-deflattivi.
Conclusione
Quindi, la BCE o è intervenuta nel modo sbagliato (tasso d’interesse) o è intervenuta in maniera insufficiente (SMP) e sbagliata (contestuale sterilizzazione) o è intervenuta tardi (“whatever it takes”) o troppo tardi (QE) e, dato il ritardo, in maniera insufficiente (Athanasios Orphanides, 2015, v. sua intervista nell’Allegato alla Petizione contro la BCE, aggiornamenti http://vincesko.blogspot.com/2015/03/allegato-alla-petizione-al-parlamento.html). Ed ha influenzato i decisori politici in senso recessivo, aggravando e prolungando la crisi. Mentre una banca centrale, anche al di là della lettera dello statuto, deve avere come stella polare il benessere del popolo (come è scritto nel sito della BoE), che include in primo luogo la difesa dei titoli sovrani dagli attacchi della speculazione finanziaria, che perciò non è una gentile concessione o peggio ancora una moneta di scambio o ancor peggio un’arma di ricatto (vedi governo Berlusconi), ma un obbligo consustanziale al suo ruolo.
Quindi, la BCE o è intervenuta nel modo sbagliato (tasso d’interesse) o è intervenuta in maniera insufficiente (SMP) e sbagliata (contestuale sterilizzazione) o è intervenuta tardi (“whatever it takes”) o troppo tardi (QE) e, dato il ritardo, in maniera insufficiente (Athanasios Orphanides, 2015, v. sua intervista nell’Allegato alla Petizione contro la BCE, aggiornamenti http://vincesko.blogspot.com/2015/03/allegato-alla-petizione-al-parlamento.html). Ed ha influenzato i decisori politici in senso recessivo, aggravando e prolungando la crisi. Mentre una banca centrale, anche al di là della lettera dello statuto, deve avere come stella polare il benessere del popolo (come è scritto nel sito della BoE), che include in primo luogo la difesa dei titoli sovrani dagli attacchi della speculazione finanziaria, che perciò non è una gentile concessione o peggio ancora una moneta di scambio o ancor peggio un’arma di ricatto (vedi governo Berlusconi), ma un obbligo consustanziale al suo ruolo.
Anche per la BCE ho provveduto a
redigere una modifica alla relativa voce di Wikipedia, molto carente, inserendo
il capitolo 8, ma mi è stata integralmente eliminata per i motivi anzidetti. La
riporto, desumendola dalla Cronologia
della voce (scorrere la pagina fino all’indice e poi cliccare sul cap. 8).[11]
[1] Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su
pensioni e manovre correttive
[2] Lettera
al Prof. Sen. Mario Monti sulle manovre correttive, le pensioni e lo statuto
della BCE
[3]
Sacconi vs Fornero, qual è stato il ministro che ha riformato di più le
pensioni
[4] Ho provveduto a
modificare la voce Wikipedia Riforma delle pensioni Fornero introducendo il capitolo
4 Legislazione
pensionistica dal 2010: Riforme Sacconi e Fornero, ma tale
modifica è stata in buona parte eliminata da un volontario-amministratore,
poiché, a suo avviso, i paragrafi Analisi comparativa riforma Sacconi vs riforma Fornero e Comunicazioni
tra il Governo italiano e l'Unione europea non erano conformi
alle “strane” regole di Wikipedia (che non ammette né contributi originali, ma
soltanto di seconda o, ancor meglio, di terza mano, né verità se condivise da
una minoranza, ed invece – incredibile ma vero - bugie se condivise dalla
maggioranza).
Cap.
4 Legislazione pensionistica dal 2010: Riforme Sacconi e Fornero
[5]
Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE
[6]
La
capacità comunicativa ed empatica di Pierluigi Bersani
[7]
Il
Sig. Giulio T. ed il principio di Peter/8/Lettera
[8]
Ricostruzione del caso Berlusconi-Olli Rehn
[9] Lettera a redazione@eguaglianzaeliberta.it
sul complotto contro Berlusconi
[10]
LE TENDENZE DI MEDIO-LUNGO PERIODO DEL
SISTEMA PENSIONISTICO E SOCIO-SANITARIO
Previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato
aggiornati al 2017 – Rapporto n. 18
Box 2.3 - Effetti
finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004 (pag. 76)
Considerando
l’insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 (L
243/2004), si evidenzia che, complessivamente, essi hanno generato una
riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari a
circa 60 punti percentuali di PIL, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi
sono dovuti agli interventi adottati prima del DL 201/2011 (convertito con L
214/2011) e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare riguardo
al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 della L
214/2011).
[11] 8.
Attività della BCE dopo il trattato di Lisbona: analisi critica https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Banca_centrale_europea&diff=83520825&oldid=835061
Cordiali saluti e buona estate,
V.
PS:
Se non ha niente in contrario, riporterò queste e-mail nel mio blog.
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