mercoledì 26 luglio 2017

Lettera a Rosaria Amato di Repubblica sull’adeguamento all’aspettativa di vita, sue risposte e mie repliche


Dopo una lunga vacanza dal blog, causata soprattutto dalla lunga avaria della piattaforma IlCannocchiale, dove ho il mio primo blog (quest’altro l’ho aperto quando le avarie della piattaforma IlCannocchiale divennero quotidiane), riprendo il mio impegno saltuario di blogger, riportando la lettera che ho inviato il 12 luglio scorso a Rosaria Amato, giornalista economica di Repubblica, sulla conferenza stampa tenuta dai presidenti delle Commissioni Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, e del Senato della Repubblica, Maurizio Sacconi, sull’adeguamento all’aspettativa di vita, le sue risposte e le mie repliche.

Riforme delle pensioni e adeguamento alla speranza di vita
Da: v   12 lug 2017 - 14:51
A:   r.amato@repubblica.it

Salve,
Ho appena letto il Suo articolo “Pensioni, Damiano e Sacconi contro gli adeguamenti automatici: "Serve gradualità"” http://www.repubblica.it/economia/2017/07/11/news/pensioni_damiano_e_sacconi_contro_gli_adeguamenti_automatici_serve_gradualita_-170550410/.
Anche Lei vittima – come quasi il 100% degli Italiani - della DISINFORMAZIONE berlusconian-sacconian-forneriana?
Come ho già scritto forse un centinaio di volte da 5 anni sulle riforme delle pensioni (inclusi Roberto Petrini e Roberto Mania di Repubblica, oltre ai due direttori), l'adeguamento all'aspettativa di vita è stato introdotto dalla riforma severissima delle pensioni SACCONI, e non da quella molto meno severa della millantatrice professoressa Fornero (gliel’ho anche scritto recentemente), la quale, anziché limitarsi a riportare nel suo DL 201/2011, art. 24, le modifiche ed integrazioni alla legislazione pensionistica precedente, ha pleonasticamente (e “furbescamente”, ma masochisticamente visti gli esiti, però insiste tuttora…) anche confermato quelle, molto severe, già approvate dalla riforma delle pensioni SACCONI con l’art. 12 del DL 78/2010 e in vigore dall’1.1.2011, poi rese ancor più severe con i DL 98 e 138 del 2011, oltre che (quasi) intestarsi la conversione dal sistema retributivo al contributivo, già introdotto da Dini nel 1995. Creando uno dei casi più macroscopici di DISINFORMAZIONE generale verificatosi in Italia negli ultimi 70 anni (assieme a chi ha “salvato” l’Italia dal default nella scorsa legislatura, e provocato la recessione, ed agli obiettivi statutari della BCE).
DL 78 del 31.5.2010, convertito dalla legge 122 del 30.7.2010, art. 12, comma 12bis:
(( 12-bis. In attuazione dell'articolo 22-ter, comma 2, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, concernente l'adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita, e tenuto anche conto delle esigenze di coordinamento degli istituti pensionistici e delle relative procedure di adeguamento dei parametri connessi agli andamenti demografici, a decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di età e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla Tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, i requisiti anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il conseguimento della pensione di vecchiaia, il requisito anagrafico di cui all'articolo 22-ter, comma 1, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, e successive modificazioni, il requisito anagrafico di 65 anni di cui all'articolo 1, comma 20, e all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, devono essere aggiornati a cadenza triennale, salvo quanto indicato al comma 12-ter, con decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da emanare almeno dodici mesi prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento. La mancata emanazione del predetto decreto direttoriale comporta responsabilità erariale. Il predetto aggiornamento e' effettuato sulla base del procedimento di cui al comma 12-ter.
Mi astengo, perché sarei censurabile, dal commentare ciò che afferma l’ineffabile, filoconfindustriale, sedicente socialista Sacconi.
Mi auguro di esserLe stato utile e che Lei voglia fare una comunicazione di rettifica/precisazione, almeno nel Suo blog o, chessò, come fece Petrini, un articolo sotto forma di dialogo sul tema pensioni (lo trova negli articoli collegati qui Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli
Cordialmente,
V.
PS: Per non ripetermi a lungo, allego la discussione sul tema “chi ha fatto che cosa in materia pensionistica” , svoltasi, da ultimo, nel blog di Carlo Clericetti su Repubblica.it, ricca di vari link con le prove documentali.
Carlo Clericetti  -  1 LUG 2017
Chi ruba il lavoro ai giovani



  Riforme delle pensioni e adeguamento alla speranza di vita
  Da: Rosaria Amato (r.amato@repubblica.it)   12 lug 2017 - 17:35
  A:   v

Gentile signor V., mi fa piacere avere di nuovo sue notizie. Nella conferenza stampa di ieri lo stesso Sacconi si è intestato la paternità dell’aggancio dell’età della pensione con l’aspettativa di vita (lo trova nel penultimo paragrafo del mio pezzo, Non voglio negare di essere stato il padre del collegamento tra l'età pensionabile e l'aspettativa di vita, ma lo immaginavo in un contesto diverso dalla riforma Fornero).
Solo che Sacconi afferma che questa norma, unita alle altre della riforma Fornero, risulta indigeribile. Naturalmente questo è contabile, può trattarsi di un pentimento opportunista, come suggerisce lei. Però Sacconi non nega nulla, e nel mio pezzo questa sua affermazione è riportata
              Cordialmente
                        Rosaria Amato



   R: Riforme delle pensioni e adeguamento alla speranza di vita
  Da: v   12 lug 2017 - 19:02
  A:   Rosaria Amato  (r.amato@repubblica.it)

Gentile Dott.ssa Amato,

Ha ragione e naturalmente l’avevo letto. Ma non ce n’è traccia né nel titolo, né nel lungo sottotitolo (o catenaccio), anzi, e quanti si fermano a quello?
I presidenti della commissione Lavoro della Camera e del Senato hanno tenuto una conferenza stampa congiunta per lanciare un appello al governo e al Parlamento. Chiedono una norma nella prossima legge di Bilancio che sospenda o posticipi il prossimo passaggio automatico ai 67 anni, reso obbligatorio dalla riforma Fornero che aggancia l'età all'aspettativa di vita
Sottotitolo falso e fuorviante, poiché è stata la riforma Sacconi (perché non lo segnala al caporedattore o non so a chi che sta disinformando gravemente?). Guardi che ormai TUTTI, incluso l’INPS e Tito Boeri, al quale ho scritto, affermano che ha fatto tutto Fornero (che non ha né introdotto l'adeguamento né toccato affatto le pensioni di vecchiaia, se non per le lavoratrici private!), anche quelli che nel 2012 lodavano gli effetti della riforma Sacconi (le prove documentali, ripeto, sono nel mio post linkato).
Poi, siccome sono iscritto alla newsletter di Cesare Damiano, oggi ho letto questo  http://www.cesaredamiano.org/2017/07/11/pensioni-appello-damiano-e-sacconi-stop-innalzamento-eta/ e non c’è traccia della rivendicazione di paternità da parte di Sacconi, anzi:
In base alla normativa attuale, risalente al governo Monti e alla ministra del Lavoro Fornero (sic!) – hanno spiegato i due parlamentari – a partire dal primo gennaio 2019 si dovrà andare in pensione a 67 anni, nel 2021 a 67 anni e 3 mesi, nel 2031 a 68 e 1 mese, nel 2041 a 68 anni e 11 mesi e nel 2051 a 69 e 9 mesi. L’innalzamento dell’età avviene in modo automatico in base alle aspettative di vita rilasciate dall’Istat, ed è sufficiente una nota congiunta dei direttori dei ministeri dell’Economia e del Lavoro [questo lo ha deciso Sacconi, vedi art. 12, comma 12bis]. In Europa, hanno sottolineato, non ci sono situazioni similari: in Austria l’età per la pensione è di 65 anni per gli uomini e 60 per le donne; in Belgio e in Danimarca è 65 anni per tutti; nei Paesi Bassi 65 anni e 2 mesi; nel Regno Unito 65 anni per gli uomini e per le donne (ma a partire da novembre 2018); in Germania si arriverà a 67 anni solo nel 2029: una gradualità assente nella riforma Fornero [balle, nella riforma SACCONI!].
E l’ineffabile e bugiardo Sacconi (perché non gli chiede quali sarebbero in dettaglio queste norme della riforma Fornero che rendono indigeribile l’adeguamento all’aspettativa di vita? Nel mio post citato ho linkato un Suo articolo del 2010, che tenevo in archivio, sulla famosa sentenza della Corte di giustizia europea, alibi per Sacconi per aumentare di botto l'età di pensionamento di vecchiaia per le dipendenti pubbliche di ben 6 anni, a 66 anni!):
Ma “percorsi lavorativi discontinui saranno caratteristica di tutti, non solo delle donne – ha fatto notare Sacconi – e quindi l’anzianità contributiva sarà sempre meno praticabile”. Le soluzioni sono diverse, ha spiegato l’ex ministro del Lavoro: l’adeguamento potrebbe avvenire a 5 anni, “oppure si può decidere che si salta un giro e si riprende più avanti”. In ogni caso, l’innalzamento in questo momento non appare “accettabile”. Oggi pomeriggio, ha concluso Sacconi, governo e sindacati “rifletteranno di questo e altri aspetti”; “occorrono regole per tutti che devono essere rimesse alla logica umana, la logica tecnocratica ci ha portato oltre: ripeto, quando è troppo è troppo [affermazione incongrua, tipico indizio di coda di paglia]. Bisogna porre un paletto e aprire una discussione ampia”.
Purtroppo, Damiano ha tolto la possibilità di commentare nel suo blog (per anni gli esodati lo hanno riempito di parolacce; personalmente, io lo difendevo, ma una sola volta, quando ha provato ad attribuire a Sacconi l'intera responsabilità dell'allungamento della cosiddetta finestra a 12 mesi, facendo finta di non ricordarsi che 4 mesi in media li aveva già decisi lui con la L.247/07, glielo scrissi e provvide subito a correggersi).
E allora ho inviato una lunga e dettagliata lettera e-mail a Cesare Damiano e Maurizio Sacconi (la cui casella postale del Senato non è più disponibile, pregando Damiano di trasmettergliela, poi ho scoperto che anche la sua è disattivata, ma almeno gli si può scrivere) e p.c. ai presidenti Pietro Grasso e Laura Boldrini, chiedendo loro di ristabilire la verità dei fatti. Facciamolo tutti.
Cordiali saluti
V.



Riforme delle pensioni e adeguamento alla speranza di vita
Da: Rosaria Amato (r.amato@repubblica.it)   12 lug 2017 - 19:06
A:   v
Sì ha ragione. Sempre il problema dei titoli. Nella mia email precedente volevo scrivere “opinabile”, non so perché è venuto fuori “contabile”
  

Riforme delle pensioni e adeguamento alla speranza di vita
  Da: v   12 lug 2017 - 19:15
  A:   r.amato@repubblica.it

Cordialità,
Me n'ero accorto. Naturalmente, è un lapsus freudiano... (probabilmente ha a che fare con la partita doppia, il dare e l'avere, soprattutto il bilancio, che è 'parente stretto' della bilancia... [qui avrei continuato con “giustizia”, “equanimità”, “censura” strampalata di un mio commento nel dialogo con un altro frequentatore, che mi attaccava di brutto quando proponevo l’imposta patrimoniale sugli immobili (dei ricchi), nel blog di Rosaria Amato, quando lo frequentavo assiduamente e che decisi di abbandonare dopo la censura
http://amato.blogautore.repubblica.it/2011/07/20/a-volte-ritornano-riecco-lici-sulla-prima-casa/]). Segnali la grave DISINFORMAZIONE al caporedattore.
Cordialità, VB


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