Pubblico
la lettera che ho inviato lo scorso 15 febbraio a Sergio Luciano, del giornale on-line Il Sussidiario, dopo aver letto
un suo articolo con varie fake news
sulle pensioni. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera a Sergio Luciano su alcune sue fake news sulle pensioni
Da: v
15/2/2018 15:51
A: segreteria.redazione@ilsussidiario.net, segreteria.direzione@ilsussidiario.net, sala@ilsussidiario.net CC direttore@ilsussidiario.net
ALLA C.A. DEL
DOTT. SERGIO LUCIANO
P.C. DIRETTORE E
CAPOREDATTORE
Egr.
Dott. Luciano,
Premesso che faccio controinformazione sulle pensioni da sei anni, mi spiace rilevare che Lei ha inanellato
una serie di notizie false-fake news
nel Suo articolo “LEGGE FORNERO/ Il “dilemma pensioni” ignorato da tutti i partiti”
Ne faccio un’analisi puntuale.
Citazione1: “dando dei
bugiardi sia a Silvio Berlusconi che a Matteo Salvini e Giorgia Meloni”.
Il bugiardo lo meritano tutto, soprattutto Salvini,[1] con l’ausilio saltuario della Meloni,[2] ma non soltanto perché vogliono abolire la riforma Fornero, bensì anche perché
fanno una cortina fumogena per nascondere la ben più severa riforma SACCONI,
che essi votarono nel 2010 e 2011, della quale attribuiscono furbescamente misure severe alla riforma
Fornero, in particolare l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla
speranza di vita.[3]
Citazione2: “i risparmi
resi possibili dalla legge Fornero, dal 2012 (anno di entrata in vigore) al
2060, sono di circa 350 miliardi di euro a valori correnti, pari a complessivi
21 punti di Pil”.
Il risparmio della
riforma Fornero (con tutte le riserve del caso connesse sia all’interpretazione
delle norme – vedi la modifica della decorrenza della periodicità da triennale
a biennale dell’adeguamento automatico, L.
214/2011, art. 24, comma 13 -, sia alla possibile commistione tra di
esse) è solo un terzo del risparmio complessivo dalle quattro riforme dal 2004,
stimato da RGS in 60 punti di Pil al 2060, pari a 1.000 mld.[4] Inoltre, vanno detratte le cifre
già stanziate dal 2012 per le salvaguardie degli esodati e per altre misure,
per cui l’importo residuo scende a 280 mld. Infine, vedasi anche citazione5.
Citazione3: Ricordiamoci
una cosa: il governo Monti verrà ricordato essenzialmente per la legge Fornero,
l'unica parte delle raccomandazioni europee spedite nell'estate del 2011 dalla
Commissione europea a Roma a essere stata "eseguita". [...] L'unica ragione per la quale l'algido Monti riuscì sia pure male e lentamente a
compiere la missione che gli era stata affidata, e cioè chiudere il famoso
spread tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, è che
fece la riforma Fornero.”.
Fake news triplice. (i)
Nell’estate del 2011 c’era ancora il Governo Berlusconi; (ii) le
“raccomandazioni” (UE e BCE) furono quasi tutte eseguite dal Governo Berlusconi,
tranne, in materia previdenziale, l’abolizione delle pensioni di anzianità e
l’allineamento delle donne del settore privato a tutti gli altri, a causa del
veto di Bossi; e (iii) durante il Governo Monti (la cui bussola e programma era
la lettera del 5.8.2011 della BCE), dopo un iniziale calo, lo spread riprese a crescere, fino al
risolutivo “whatever it takes” di Draghi del luglio 2012.
Ma il discorso è lungo e complesso. In questo
documento di 18 pagine[5] ho ricostruito le vicende politico-economiche della
scorsa legislatura, con notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle
pensioni, in merito alle quali l’errore dei 67 anni entro il 2026 anziché 2021,
riportato dall’ANSA e da tutti i media, ebbe un’influenza importante sulla
sorte del governo Berlusconi), contro le bufale sul governo Berlusconi e il
governo Monti propalate da sette anni, che hanno fatto quasi 60 milioni di
vittime.
Citazione4: “Che sarebbe
stata una riforma travagliata lo si capì sin dalla grottesca conferenza stampa
nella quale la ministro del Lavoro Elsa Fornero - peraltro brava persona e
brava economista - fu però così stressata dal contesto da scoppiare in lacrime”.
La professoressa Fornero è una coraggiosa millantatrice[6] (vedi appresso) e l’Italia il Paese del melodramma. Questo,
assieme alla formulazione, che inclina talvolta al plagio (vedi, ad esempio,
l'aumento di un anno dell'età di pensionamento, compensata dall'abolizione della
“finestra” Damiano-SACCONI, senza però esplicitarlo), del testo della
legge (L. 214/2011, art. 24), alla sovraesposizione mediatica successiva
della professoressa Fornero, che non ha mai rinviato i millanta intervistatori
ai veri autori delle norme che le venivano indebitamente attribuite, alla
DISINFORMAZIONE della potentissima propaganda berlusconiana e del centrodestra,
con l’ausilio di noti esperti, e alla memoria corta dei giornalisti,[7] ha fatto sì che la riforma Fornero
fagocitasse le sei precedenti riforme dal 1992, inclusa la ben più severa
riforma SACCONI (2010 e 2011), e fosse travisata e sopravvalutata nell’opinione
generale nazionale ed estera.
Citazione5: “Per dare
qualche dato essenziale basti pensare che la riforma realizza un taglio della
spesa per le pensioni in rapporto al Pil che prosegue per ben tre decenni, dal
2012 in poi. Nel 2020 il solo effetto della Fornero si calcola possa incidere
l'1,4% del Pil, il che significherebbe, se il prodotto restasse invariato,
circa 22 miliardi”.
(i) L’effetto della
riforma Fornero arriva fino al 2045; quello della riforma SACCONI arriva al
2060. (ii) I circa 22 mld includono 5 mld di blocco della perequazione,
dichiarato incostituzionale; peraltro, il blocco della perequazione recato
dalla L. 214/2011, art. 24 (Fornero), che riguardava le pensioni superiori a 3
volte il minimo, è stato giudicato incostituzionale con la sentenza n. 70/2015;
e aveva abrogato un analogo provvedimento di blocco della perequazione recato dal
DL 98/2011 (L. 111/2011) del governo Berlusconi-Sacconi, meno severo, poiché il
blocco riguardava le pensioni superiori a 5 volte il minimo, che forse avrebbe
superato il vaglio della Corte Cost., com’era successo in passato per
provvedimenti analoghi.
Citazione6: “La gente
comune, che giustamente non si occupa di politica previdenziale, non sa -
oltretutto - che la riforma Fornero inasprì ma non inventò una serie di
innovazioni normative che erano state introdotte nel 2010 dalla precedente
riforma, quella fatta da Roberto Maroni e Maurizio Sacconi, ministro e
sottosegretario del centrodestra”.
E' corretta e opportuna la prima parte, ma anche Lei, purtroppo, non rammenta che Maroni fu ministro del Lavoro nel 2004, e nel 2010 è
ministro dell’Interno; nel 2010, è Sacconi il ministro del Lavoro.[8]
Citazione7: “La Fornero
ha però anche introdotto un nuovo regime delle quote, ossia di quel numerino
che rappresenta la somma tra l'età anagrafica e l'anzianità lavorativa che
determina il diritto ad andare in pensione d'anzianità”.
Le “quote” (somma di età
anagrafica e anzianità contributiva) sono state abolite dal 2012 dalla riforma
Fornero. I due modi ordinari di pensionamento sono (i) la pensione di vecchiaia e (ii) la pensione anticipata (ex anzianità).
Citazione8: “Dopo la Fornero per andare in
pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne uno
in meno), che dal 2019 saliranno a 43 anni e tre mesi”.
E’ opportuno
puntualizzare che dei 3 anni e 3 mesi in più degli uomini rispetto al 2010, quasi 2 anni
sono di Sacconi, 4 mesi in media di Damiano (L. 247/2007) e soltanto 1 anno di Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e
6 mesi relativamente agli autonomi]; dei 2 anni e 3 mesi in più delle donne rispetto al
2010, quasi 2 anni sono di SACCONI, 4 mesi in media di Damiano e zero di Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
Dei 67 anni di vecchiaia nel 2019, degli uomini e delle donne del settore
pubblico, i 2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di
Damiano, zero di Fornero. Dei 67
anni delle donne del settore privato, la riforma Fornero ha solo accelerato
gradualmente entro il 2018 l’allineamento a 65 anni a tutti gli altri, già
previsto entro il 2026 (2023, includendo l’adeguamento automatico) da SACCONI,
ma comunque i 2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano.
Citazione9: “Secondo Stefano Scarpetta,
Direttore del dipartimento occupazione, lavori e affari sociali dell'Ocse?,
intervistato dall'Agi pochi giorni fa, il vero punto debole della riforma
Fornero è che, se ha messo i conti in sicurezza, ha posto le premesse per un
grave problema di inadeguatezza delle pensioni”.
Anche l’OCSE, come
Eurostat, UPB e talvolta INPS, (i) ignora l’esistenza della riforma SACCONI,
semplicemente chiamandola Fornero;[9][7]; (ii) logica strana: se
la riforma Fornero dà un risparmio solo di 1/3 del totale, i conti
pensionistici sono stati messi in sicurezza molto di più dai residui 2/3, la
cui quota prevalente è della riforma SACCONI, anche se quasi nessuno la cita e l’RGS non lo scrive.
Citazione10: “Ecco: lavorare fino a settant'anni e ritrovarsi una pensione
da fame.
(i) L’età di
pensionamento a 67 anni e poi via via a 70 anni e oltre è frutto della riforma
SACCONI, in particolare dell’adeguamento automatico introdotto, con un richiamo al DL 78/2009, che l'aveva già previsto, dalla L.
122/2010, art. 12, comma 12bis. Il metodo contributivo – come correttamente ha
scritto Lei - è stato introdotto dalla riforma Dini del 1995; la riforma Fornero lo ha soltanto
esteso a coloro che ne erano esclusi, vale a dire coloro che al 31.12.1995
avevano già almeno 18 anni di contributi, quindi tutti relativamente anziani. La
riforma Fornero ha solo un po’ aggravato (importo minimo dell’assegno
pensionistico) le condizioni per poter accedere alla pensione prima dei 70 anni,
ma, per contro, ha anche reintrodotto un po’ di flessibilità, prevista in maniera strutturale e significativa dalla riforma Dini, ma abolita dalla riforma Maroni nel 2004.
Spero di esserLe stato
utile e che voglia contribuire in futuro a chiarire gli autori delle norme
pensionistiche, in particolare SACCONI.
Cordiali saluti
V.
PS: Ritengo
doveroso informarLa che pubblicherò questa mia lettera e la Sua
eventuale risposta nel mio blog.
________________________
Note:
[1] Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake
news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859561.html oppure (se in avaria)
[2] Lettera all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni:
propaganda o truffa politico-elettorale?
[4] Questo articolo
mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il
titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il
risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni:
l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di
Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche (migliorato
qualitativamente) il grafico
della RGS
e altre mie osservazioni critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera
a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle
pensioni
[5] L'assassinio della
verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la
grande recessione
[6]
Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
[7]
I
sette noti esperti, alcuni dei quali sono parlamentari o ex parlamentari, sono:
Cazzola, Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi. Vi si
aggiungono ISTAT, EUROSTAT, UPB, INPS, OCSE.
Pensioni,
la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa
Fornero
[9]
Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news sulla spesa
pensionistica italiana, sua risposta e mia replica
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