Pubblico
la lettera che ho inviato il 9 febbraio scorso a Massimo Percossi dell’agenzia
giornalistica ANSA, contenente osservazioni sulle sue fake news sulle pensioni in un suo articolo pubblicato da Il Post. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna
risposta.
Osservazioni su un Vostro articolo con fake news sulle pensioni
Da: v
9/2/2018 13:07
A: redazione.internet@ansa.it CC pietro.grasso@senato.it e altri 47+149
ALLA C.A. DEL
DOTT. MASSIMO PERCOSSI
P.C. DIRETTORE E
CAPOREDATTORE
Egr.
Dott. Percossi,
Sono tre mesi che invio p.c. anche all’ANSA
le mie e-mail di segnalazione di fake
news sulle pensioni, spero siano state fatte circolare, perché la mia è una
fatica di Sisifo da sei anni.
Traggo dal Suo articolo pubblicato su Il Post “Dal 2019 si andrà in pensione a 67 anni?”:
Citazione1: “L’ISTAT
ha confermato ieri che per gli italiani che hanno 65 anni l’aspettativa di
vita è cresciuta di cinque mesi rispetto al 2013. La principale conseguenze di
questa stima è che dal primo gennaio 2019 l’età di pensione legale, cioè l’età
a cui si andrà in pensione se non saranno soddisfatti prima altri requisiti,
salirà a 67 anni rispetto agli attuali 66 anni e 7 mesi. Salirà anche l’età
prevista per la pensione anticipata, quella che si può ottenere a qualsiasi età
a condizione di aver versato un certo numero di anni di contributi. Questo
aumento è frutto di tre fattori: la riforma Fornero, che impone un
adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, le stime delle ISTAT e infine la
decisione del governo di non intervenire per bloccare l’aumento dell’età
pensionabile”.
Contrariamente a ciò che pensano quasi tutti, l’incisivo
adeguamento automatico non è stato introdotto dalla riforma Fornero, ma (con un
richiamo al DL 78/2009 che lo aveva previsto) dalla riforma SACCONI, con la L. 122/2010, art. 12, comma 12bis.[1]
Citazione2: “La
riforma prevede che l’età pensionabile venga aumentata a partire dal 2019 con
un provvedimento del governo”.
No, della
burocrazia ministeriale MEF e Lavoro, a mezzo di un decreto direttoriale, a
pena di sanzione erariale (L. 122/2010, art. 12, comma 12bis).
Citazione3: “in
mancanza del quale l’età aumenterà automaticamente a partire dal 2021”.
E’ corretto, ma la cosiddetta clausola di salvaguardia dei 67
anni nel 2021, contemplata dalla riforma Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 9), è diventata superflua, poiché
vi si arriverà già nel 2019 per effetto del meccanismo automatico introdotto
dalla riforma SACCONI.
Citazione4: “Le
molte eccezioni alla regola generale previste dalla legislazione italiana, come
ad esempio la pensione anticipata”.
Il sistema pensionistico italiano prevede due tipi di pensionamento
ordinario: quello di vecchiaia e quello di anzianità; nell'ambito di
quest'ultimo, fino al 2011, c’erano anche le cosiddette “quote” (somma di età
anagrafica e anzianità contributiva), abolite dalla riforma Fornero (L. 214/2011, art. 24). Mentre le ex “pensioni
di anzianità” hanno solo cambiato nome in “pensioni anticipate”.
L’età di pensionamento di vecchiaia è (quasi) benchmark in UE dal 2011 (SACCONI), tranne le donne del settore
privato che si sono allineate gradualmente entro il 2018 (riforma Fornero),
accelerando l’allineamento previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026 (2023,
includendo l’adeguamento automatico).
L’età di pensionamento anticipato lo
diventerà nel medio-lungo periodo (orizzonte temporale normale nelle riforme
pensionistiche), in forza dell’adeguamento automatico.
Il quadro complessivo dell’età di
pensionamento in base alle norme e ai loro autori è il seguente (nel 2019):
QUOTE: abolite dalla
riforma Fornero.
PENSIONE ANTICIPATA
(ex anzianità)
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43
anni e 3 mesi e di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI,
4 mesi in media di Damiano e solo 1 anno di Fornero [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e
6 mesi relativamente agli autonomi].
- L'età di pensionamento delle
donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3 mesi, e di questi 2 anni e 3 mesi in
più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi in media di Damiano; quindi la
Fornero non c’entra [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONE DI VECCHIAIA
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 65
nel 2010) a 67 anni e questi 2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in
media di Damiano; quindi la Fornero non
c’entra.
- L'età di pensionamento delle donne del settore pubblico salirà
(da 60 di botto a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a seguito della sentenza del
2008 della CGUE, ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni) + “finestra”
di 12 mesi a 67 anni e questi 7 anni in più sono tutti dovuti a SACCONI, tranne
4 mesi in media a Damiano; quindi la
Fornero non c’entra.
- L’allineamento dell'età di pensionamento delle donne del settore privato (da 60) a tutti gli altri (già regolati da SACCONI) a 65 anni più
“finestra”, previsto da SACCONI gradualmente entro il 2026 (2023, includendo
l'adeguamento automatico), è stato accelerato da Fornero gradualmente entro il
2018, ma in ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono di SACCONI, tranne 4 mesi in
media di Damiano.
Va aggiunto (i) che la
riforma Fornero ha ridotto da 18 (previsto dalla riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra”
degli autonomi; (ii) che la riforma Fornero ha aumentato l'età base di
vecchiaia e di anzianità di 1 anno (rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41),
ma solo formalmente, poiché ha abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi,
di Damiano (4 mesi in media) e SACCONI (8 mesi); e (iii) che, dal 2022, in
forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 13), l'adeguamento automatico diverrà biennale (“13 Gli adeguamenti agli
incrementi della speranza di vita successivi a quello [triennale,
ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019 sono aggiornati con cadenza biennale”), ma, appunto, è solo un'accelerazione del meccanismo
deciso da SACCONI.
Come si vede facilmente, la riforma SACCONI è molto più severa e
incisiva della riforma Fornero,[2] oggetti, del tutto ingiustificatamente,
di damnatio memoriae la prima e di demonizzazione la seconda, alla quale, dai millanta ignoranti o in malafede, inclusi, purtroppo, - incredibile ma vero – noti esperti
di previdenza (Cazzola, Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi),
ISTAT, EUROSTAT, che riprende pari pari i dati Istat, l'UPB, talvolta l'INPS e
tutti i media, immemori di ciò che scrivevano nel 2012 sugli effetti della
riforma SACCONI,[3] oltre all’OCSE,[4] e dai finti smemorati alla
Salvini,[5] che, assieme a Berlusconi e Meloni, votò la severissima
legge SACCONI (2010 e 2011), vengono attribuite tutte le misure della riforma
SACCONI.
Spero di essere stato utile e che voglia contribuire a chiarire in futuro
chi ha fatto che cosa in materia di pensioni.
Cordiali saluti
V.
___________________________
Note:
[1]
12-bis. In attuazione dell'articolo
22-ter, comma 2, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, concernente l'adeguamento dei
requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di
vita, e tenuto anche conto delle esigenze di coordinamento degli istituti
pensionistici e delle relative procedure di adeguamento dei parametri connessi
agli andamenti demografici, a decorrere dal 1° gennaio 2013 i requisiti di eta'
e i valori di somma di eta' anagrafica e di anzianita' contributiva di cui alla
Tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive
modificazioni, i requisiti anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il
conseguimento della pensione di vecchiaia, il requisito anagrafico di cui
all'articolo 22-ter, comma 1, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, e successive
modificazioni, il requisito anagrafico di 65 anni di cui all'articolo 1, comma
20, e all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive
modificazioni, e il requisito contributivo ai fini del conseguimento del
diritto all'accesso al pensionamento indipendentemente dall'eta' anagrafica
devono essere aggiornati a cadenza triennale con decreto direttoriale del
Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero del lavoro
e delle politiche sociali, da emanare almeno dodici mesi prima della data di
decorrenza di ogni aggiornamento. La mancata emanazione del predetto decreto
direttoriale comporta responsabilita' erariale. Il predetto aggiornamento e'
effettuato sulla base del procedimento di cui al comma 12-ter.(20)(59)((77))
[2] Questo articolo mi è
stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il titolo e
alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il risparmio
stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo
di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche
il grafico della
RGS e altre mie osservazioni critiche:
Lettera a Davide Colombo del Sole
24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle
pensioni
[3]
Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro
Elsa Fornero
[4]
Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia
replica
[5]
Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle
pensioni Fornero
***
In questo documento di 18 pagine ho
ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con
notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle pensioni, in merito alle quali l’errore dei 67 anni entro il 2026
anziché 2021, riportato dall’ANSA e da tutti i media, ebbe un’influenza
importante), contro le bufale sul
governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette anni.
L'assassinio della
verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la
grande recessione
**********
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