Pubblico
la lettera che ho inviato il 26 gennaio scorso a Emiliano Brancaccio e Carlo Cottarelli, dopo avere ascoltato i loro interventi alla trasmissione
radiofonica di Radio1 Radio anch’io,
nel corso della quale (all'inizio, il conduttore Giorgio Zanchini legge un mio sms, anche se lo arricchisce di una premessa inesistente), tenendo bellamente in non cale le mie molteplici segnalazioni,
hanno dato la stura alle loro tesi erronee che a provocare la recessione sia
stato Monti e ad allungare l’età di pensionamento sia stata la riforma Fornero.
Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta da Emiliano Brancaccio; mentre Carlo
Cottarelli, come al solito, mi ha risposto subito, ma per carità di patria –
visto che era influenzato – vi risparmio ciò che mi ha brevemente scritto.
Grande recessione: non Monti ma Berlusconi. Pensioni: non
Fornero ma Sacconi
Da: v
26/1/2018 15:15
A: emiliano.brancaccio@unisannio.it, carlo.cottarelli@unicatt.it e altri 48+48+47
Egregi
Professori Brancaccio e Cottarelli,
Alla trasmissione di Radio Anch’io
di stamane, nonostante le mie varie e-mail, avete di nuovo incolpato Monti
della recessione, come fanno (quasi) tutti da sei anni, inclusi – pare – tutti
i docenti di Economia. Dimostrando che siete ancora vittime della potentissima
propaganda berlusconiana e del Cdx. Nulla di più falso, a causare la grande
recessione è stato Berlusconi!
Manovre correttive
Basta riportare le cifre riepilogative,
infatti, per poter dedurre che il Governo Monti, in un quasi equivalente lasso
di tempo (1 anno e mezzo), ha varato solo il 19% dei 330 mld
cumulati delle manovre correttive decise nella scorsa legislatura, contro l’81%
del Governo Berlusconi, ed è stato molto più equo (vedi IMU, patrimonialina sui
depositi, TTF). Potete ri-trovare l’analisi completa e le prove documentali nel
documento di 18 pagine in cui ho ricostruito le vicende politico-economiche
della scorsa legislatura, con notizie e nessi forse sorprendenti.[1]
Riepilogo delle manovre correttive
(importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld
(80,8%);
- governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld (100,0%).
Come si vede facilmente, Berlusconi ha
battuto Monti per 4 a 1. Se si considera anche l'iniquità delle misure (che
amplifica gli effetti recessivi, poiché si colpiscono di più i percettori di
reddito ad alta propensione al consumo: ad esempio, Berlusconi ha tagliato la
spesa sociale, destinata ai poveri, del 90%[1]), anche di più. E' importante
considerare, infine, che tutte le misure strutturali (tagli miliardari alla
previdenza, alla sanità, alla scuola, ecc.) valgono tuttora.
Pensioni
Avete anche
citato, come fan tutti, soltanto la riforma delle pensioni
Fornero. Permettetemi, allora di
ri-ri-ri-osservare.
Dal 1992, le riforme delle pensioni,
considerando un'unica riforma le norme emanate da Sacconi nel 2010 e 2011
(oltre che nel 2009, col DL 78/2009), sono state 7 (Amato, 1992; Dini, 1995;
Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi,
2010 e 2011; Monti-Fornero, 2011).
La riforma delle pensioni
Fornero è solo l’ultima delle sette riforme e non la più
severa, sia dal punto di vista delle norme e dei conseguenti effetti
sull’allungamento dell’età di pensionamento, sia sotto il profilo del risparmio
cumulato al 2060 dalle quattro riforme dal 2004 (Maroni, 2004, il cui
‘scalone’ fu abolito da Damiano; Damiano, 2007, le cui “quote” furono abolite
da Fornero; SACCONI, 2010 e 2011; e Fornero, 2011), stimato dalla Ragioneria
Generale dello Stato (RGS) in 1.000 mld (60% del Pil), di cui meno di
un terzo attribuito alla riforma Fornero, chissà perché l’unica citata
(anche dalla Corte dei Conti), il che significa che la quota prevalente dei
residui 2/3, ben maggiore del meno di un terzo, è ascrivibile alla riforma
SACCONI (della quale peraltro RGS omette la L. 148/2011 - la terza
sulle pensioni, dopo la L. 122/2010 e la L. 111/2011 -, che estese la
“finestra” di 12 mesi al comparto della scuola http://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf), mai citata da nessuno, neppure dalla Corte dei Conti e
da RGS.[2]
Ad essa vengono attribuite erroneamente
o furbescamente (ad esempio dall’On. Matteo Salvini,[3] che
votò la severissima legge SACCONI nel 2010 e 2011 [recte: no, era parlamentare europeo, ndr], e, per ignoranza o malafede,
decidano loro, da sette noti esperti di previdenza - Cazzola, Giannino, Boeri,
Garibaldi, Ichino, Damiano, Sacconi -, oltre ISTAT, EUROSTAT, UPB e INPS[4])
misure severe della riforma SACCONI, in particolare l’incisivo meccanismo dell’adeguamento
automatico all’aspettativa di vita, in realtà introdotto dal comma 12bis
dell’art. 12 della L. 122/2010,
che al comma 12ter ha prescritto all’ISTAT di considerare nel calcolo
dell’aspettativa di vita soltanto gli aumenti e non anche le diminuzioni.
La stessa professoressa Fornero ha
alimentato coraggiosamente e autolesionisticamente la sua nomea di cattiva, (i)
sia appropriandosi di misure decise da altri: formalmente, dell'aumento
dell'età base di pensionamento di vecchiaia a 66 anni, deciso già da Damiano (4
mesi in media) e SACCONI (8 mesi) con la cosiddetta “finestra” (i.e. differimento
dell'erogazione), che, di fatto, di provvedimenti già implementati dal ministro
SACCONI, in particolare l'adeguamento automatico, o da Dini, il metodo
contributivo; (ii) sia non rinviando tutti gli intervistatori ai veri autori.
Specularmente, ha influito sulla vulgata
il senatore Sacconi, col suo lungo silenzio, rotto solo recentemente con la sua
conferenza stampa congiunta con l'onorevole Damiano, presso una sala del
Parlamento, dove per iscritto ha attestato che l'adeguamento automatico
all'aspettativa di vita era stato deciso dalla riforma Fornero, mentre
verbalmente ha dichiarato di esserne lui l'autore.[4]
Com’è noto, l’On. Salvini della Lega
Nord e Luigi Di Maio di M5S stanno proponendo l’abolizione della riforma delle
pensioni Fornero per ridurre l’età di pensionamento (anticipato) a 41 anni,
proposta rilanciata con grande enfasi da tutti i media.
Ma, se si togliesse la riforma Fornero,
rimarrebbe la riforma SACCONI (oltre alle altre cinque precedenti, in
particolare la Dini), che nel 2019 porterà l'età della pensione
anticipata (uno dei due modi ‘ordinari’ di pensionamento) per gli
uomini a 43 anni e 3 mesi e per le donne a 42 anni e 3
mesi, e dell’incremento dai 40 anni del 2010, soltanto 1 anno [rectius: 2 anni (1 anno e 3 mesi relativamente ai
dipendenti o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di
cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e 6 mesi
relativamente agli autonomi, ndr*] per gli uomini – da 41 e 3 mesi a 43 anni e 3 mesi – e soltanto 1
anno per le donne – da 41 anni e 3 mesi a 42 anni e 3 mesi - è dovuto alla
riforma Fornero [che ha ridotto la "finestra" per gli autonomi da 18 a 12 mesi, inglobandola nell'età base].[2]
[3] [4] [5]
[* Sono
stato ingannato per alcuni anni (i) dalla prima lettera di chiarimenti del
Governo all'UE (26 ottobre
2011), che, oltre al grave
errore dei 67 anni per tutti entro il 2026 in luogo del 2021 (il 2026 valeva
soltanto per le lavoratrici private), non esclude le pensioni di anzianità
dall’adeguamento all’aspettativa di vita, e poi (ii) dall'uso di testi della
legge 122/2010 o di Normattiva, che aggiornano i testi delle leggi, per cui ho
attribuito erroneamente a Sacconi l'applicazione dell'adeguamento alla speranza
di vita, oltre che alle pensioni di vecchiaia e alle cosiddette “quote” (somma
di età anagrafica e anzianità contributiva), poi abolite da Fornero, anche alle
pensioni anticipate, ex anzianità (che prescindono dall’età anagrafica),
estensione che invece è stata decisa da Fornero, ndr].
Stessa cosa per le pensioni di
vecchiaia: 67 anni per tutti nel 2019 e poi via via a 70 e oltre.
Per le pensioni di vecchiaia, infatti,
la riforma Fornero ha solo (i) accelerato l’allineamento graduale a 65 anni delle donne
del settore privato a tutti gli altri (già regolati dalla riforma SACCONI)
entro il 2018, già previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026 (2023,
includendo l’adeguamento automatico); e (ii) reso biennale l’adeguamento
triennale automatico SACCONI, a decorrere - come recita la norma - non dal 2019
o dal 2021, come sostengono quasi tutti, ma da quello successivo a quello
(triennale) del 2019, cioè dal 2022 (DL 214/2011, art. 24, comma 13 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011-12-06;201~art24!vig=); oltre ad aver (iii) soltanto esteso,
pro rata dall’1.1.2012, il metodo contributivo a coloro che
erano esclusi dalla riforma Dini del 1995, che l’ha introdotto, cioè coloro
che al 31.12.1995 avevano già 18 anni di contributi, quindi tutti relativamente
anziani.
Infine, va notato che anche l’OCSE – i
cui rapporti hanno una risonanza mondiale - diffonde da anni qualche fake
news sulle pensioni italiane, fuorviato – come conferma il Prof. Alberto
Brambilla - da enti autoctoni (in particolare l’ISTAT).[5]
Egregi Professori Brancaccio e
Cottarelli,
Spero di esserVi stato utile e che
vogliate contribuire in futuro a contrastare severamente la vulgata imperante,
che ha fatto quasi 60 milioni di vittime, sia sulle pensioni che sulle manovre
finanziarie della scorsa legislatura e sulle cause della grande recessione.
Cordiali saluti
V.
___________________________
Note:
[1] L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le
mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859408.html oppure
(se in avaria)
[2] Questo articolo mi è stato chiesto da
un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa.
Pensioni:
l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di
Vincesko - 27 October 2017
Qui
sotto, c’è anche il grafico della
RGS e altre mie osservazioni critiche:
Lettera
a
Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news
sulle pensioni
[3] Lettera
n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale
sulla riforma delle pensioni Fornero
[4] Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti
esperti di previdenza contro Elsa Fornero
[5] Lettera
a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news
sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia replica
Post collegati:
Lettera
a Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del FMI, sua risposta e mia replica
Lettera
ai media, al Governo, al PD e ai
sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli
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