Pubblico
la lettera che ho inviato a Giovanni Floris, conduttore della trasmissione DiMartedì su La7, in merito alla sua intervista
all’onorevole Cesare Damiano del PD, nel corso della quale Damiano non ha resistito
al riflesso condizionato di sparlare della riforma Fornero e nascondere la
riforma Sacconi. Di seguito, riporto la risposta della Redazione di DiMartedì.
Fake
news sulle pensioni nell'intervista di Cesare Damiano a DiMartedì
Da: v
31/1/2018 15:58
A: dimartedi@la7.it CC pietro.grasso@senato.it e altri 48+150
ALLA C.A. DEL
DOTT. GIOVANNI FLORIS
Egr.
Dott. Floris,
Su segnalazione di un lettore della mia
diuturna opera di CONTROINFORMAZIONE (http://vincesko.ilcannocchiale.it oppure http://vincesko.blogspot.it), ho guardato e
ascoltato l’intervista resa dall’onorevole Cesare Damiano, del PD e presidente della
Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, alla Sua trasmissione “DiMartedì”.[1] Il quale On. Damiano continua a non
fare onore al suo titolo, diffondendo sulle pensioni mezze verità (che
equivalgono sempre a bugie intere) o commettendo peccati gravi di omissione.[2]
Sorprende che Lei, pur
edotto dalle mie numerose email, si faccia complice da anni di fake news
sulle pensioni. Noto, per inciso, che è una bella gara tra Lei e Massimo Giannini.
In dettaglio, traggo dalla lunga
intervista di Cesare Damiano la bugia e la grave omissione.
Pensioni di anzianità.
Egli ha dichiarato che l’età di 35 anni è stata prima portata a 40 anni e poi
dal “centrodestra” a 41. Qui c’è sia una mezza verità che una grave omissione.
La mezza verità è che nell’anno di aumento è inclusa la "finestra"
fissa di 4 mesi in media decisa dalla L. 247/2007-riforma
Damiano. La grave omissione è che al posto di “centrodestra”, analogamente a
come egli fa sempre con la riforma Fornero, avrebbe dovuto menzionare
l’autore: Maurizio SACCONI, ministro del Lavoro del Governo Berlusconi e autore
della più severa riforma delle pensioni dal 1992.
Dal 1992, infatti, le riforme
delle pensioni, considerando un’unica riforma le norme emanate da Sacconi nel
2010 e 2011 (oltre che nel 2009, col DL 78/2009), sono state 7 (Amato, 1992;
Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007;
Berlusconi/Sacconi, 2010 e 2011; Monti-Fornero, 2011).
Ad essa vengono attribuite erroneamente o furbescamente (ad esempio
dall’On. Matteo Salvini[3]) misure
severe della riforma SACCONI (L.122/2010, nonché L. 111/2011 e L. 148/2011), in particolare
l’incisivo meccanismo dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, previsto
già dal DL 78/2009 e in realtà introdotto dal comma 12bis dell’art. 12 della L. 122/2010.
Poi, egli ha detto che il problema più serio era l’aggancio
all’aspettativa di vita, lasciando furbescamente intendere, poiché
l’oggetto dell’intervista fino a quel momento era stata la riforma Fornero, che
sia stata questa ad introdurlo. Nulla di più falso!
Il meccanismo è stato
introdotto – ribadisco - dalla riforma SACCONI nel 2010. La riforma Fornero lo
ha soltanto modificato da triennale a biennale, successivamente a quello
(triennale) del 2019, vale a dire a decorrere dal 2022 (L. 214/2011, art. 24, comma 13),
ma appunto è solo un’accelerazione del meccanismo preesistente introdotto da
SACCONI.
Francamente, non si capisce perché
l’onorevole Cesare Damiano abbia deciso di colpire da tempo la sua ex compagna
di banco (se non quello che questa abbia abolito le sue “quote”) e invece “coprire”
in maniera così spudorata (cfr. le mie lettere) l’ex ministro e attuale
senatore Maurizio Sacconi, con il quale ha polemizzato per anni, arrivando
perfino, recentemente, a fare con lui un’intervista congiunta, presso una sala
della Camera dei Deputati, nel corso della quale è stato distribuito un
manifesto nel quale l’adeguamento automatico era attribuito per iscritto
alla riforma Fornero, mentre verbalmente il senatore Sacconi se ne
attribuiva la paternità.[4]
D’altra parte, a ben vedere (vedi
appresso), anche il problema degli esodati (che peraltro ci sono stati anche
con la riforma SACCONI, con gli eccedenti i 10 mila soggetti in mobilità salvaguardati,
cfr. L. 122/2010, art. 12, ma hanno fatto molto meno rumore) è stato aggravato
dalla severissima riforma precedente SACCONI.
A Suo beneficio, per darLe un quadro completo, riepilogo la
situazione dell'età di pensionamento in base alle norme di legge e ai
rispettivi autori, che potrà conservare come promemoria.
PENSIONI ANTICIPATE
(ex anzianità)
- l'età di pensionamento degli uomini aumenterà (da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3 mesi, e, di questi 3 anni e
3 mesi in più, 2 anni e 3 mesi sono pertinenti a SACCONI e soltanto 1 anno a
Fornero [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e
6 mesi relativamente agli autonomi];
- l'età di pensionamento delle
donne aumenterà a 42 anni e 3 mesi,
e l’incremento di 2 anni e 3 mesi è interamente dovuto alla riforma SACCONI,
quindi la Fornero non c’entra [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9
mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano)
e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONI DI VECCHIAIA
L’età delle pensioni di vecchiaia (preavverto che nella “finestra” di un
anno, o 18 mesi per gli autonomi, sono inclusi 4 mesi in media decisi dalla
riforma Damiano, 2007):
- degli uomini, è aumentata dal 2010 finora di 1 anno e 7 mesi
(da 65 a 66 anni e 7 mesi) e questo anno e 7 mesi in più sono dovuti quasi
interamente alla riforma SACCONI (4 mesi in media alla riforma Damiano, L. 247/2007), quindi la Fornero non c’entra;
- delle donne del settore pubblico, è aumentata di botto, senza gradualità,
di 5 anni (in ottemperanza alla sentenza della CGUE del 2008, ma che poteva
avvenire a qualunque età tra 60 e 65) più “finestra” di 12 mesi, e finora da 60
a 66 anni e 7 mesi, e i 6 anni e 7 mesi in più sono ascrivibili quasi
interamente alla riforma SACCONI (tranne 4 mesi in media alla riforma Damiano),
quindi la Fornero non c’entra;
- delle donne del settore privato, è aumentata da 60 a 66 anni e 7 mesi, e
l’allineamento a 65 anni, più “finestra” di 12 o 18 mesi a tutti gli altri,
previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026 (2023, incluso l’adeguamento
automatico), è stato soltanto accelerato dalla riforma Fornero entro il 2018,
ma in ogni caso un anno e 7 mesi (“finestra” di 12 mesi e adeguamento
automatico di 7 mesi) sono di SACCONI;
- degli uomini e delle donne autonomi, la riforma Fornero ha eliminato il
disallineamento di 6 mesi in più rispetto agli altri, che era contemplato dalla
riforma SACCONI, quindi la Fornero ha
ridotto l’età di 6 (sei) mesi.
Dal 2019:
- l’età di pensionamento di tutti aumenterà a 67 anni, e questo ulteriore
incremento di 5 mesi è dovuto interamente all’adeguamento automatico previsto
dalla riforma SACCONI, quindi la Fornero non c’entra.
Egr. Dott. Floris,
se ne deduce, senza
ombra di dubbio, (i) che – in barba ai millanta disinformatori che anche in
questi giorni impazzano (è proprio il caso di dirlo) su tutti i media italiani
– segnatamente i tre leader del centrodestra SALVINI, BERLUSCONI E MELONI, che
ambiscono a governare di nuovo l’Italia, dopo avere sgovernato nella scorsa
legislatura e massacrato il ceto medio-basso e i poveri cristi con l’81% dei 330 mld delle manovre correttive varate nella scorsa legislatura,
distribuiti in maniera scandalosamente iniqua,[5] l’età di pensionamento è stata allungata molto più dalla
riforma SACCONI che dalla riforma Fornero; (ii) che la professoressa Fornero è
una coraggiosa millantatrice; e (iii) che quasi 60 milioni di Italiani sono da
anni disinformati dagli ignoranti delle norme pensionistiche (praticamente
tutti i media, immemori di ciò che scrivevano nel 2012) e ingannati
colpevolmente da politici come Salvini e Meloni e da esperti previdenziali
ignoranti (!) o bugiardi, decidano loro, tra cui tre parlamentari e un ex parlamentare,
nonché da ISTAT, EUROSTAT, UPB e INPS, che – presumibilmente fuorviati dalla potente
propaganda del centrodestra - ascrivono tutto alla riforma Fornero, obliterando
la ben più severa riforma SACCONI.[4]
Cordiali saluti,
V.
________________________
Note:
[2]
Lettera n. 7 all’On. Cesare Damiano sulle sue ennesime fake news sulle pensioni
[3]
Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle
pensioni Fornero
[4] Pensioni, la
congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero
[5] In questo documento di 18 pagine ho
ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con
notizie e nessi forse sorprendenti, contro le bufale sul governo Berlusconi e
il governo Monti propalate da sette anni.
L'assassinio della
verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la
grande recessione
***
Riporto
la risposta della Redazione di DiMartedì.
Re: Fake news sulle pensioni nell'intervista di Cesare Damiano a
DiMartedì
dimartedi@la7.it (dimartedi@la7.it)
05/2/2018 12:42
A: v CC pietro.grasso@senato.it e altri 48+150
Gent.mo
V.,
la
ringraziamo anzitutto per averci scritto e per averci illustrato così
dettagliatamente le ricerche e le conclusioni da lei effettuate, le quali
risulteranno certamente utili al fine del miglioramento della nostra
trasmissione.
Le
porgiamo i nostri più cordiali saluti.
La
Redazione
**********
Nessun commento:
Posta un commento