lunedì 29 gennaio 2018

Lettera n. 7 all’On. Cesare Damiano sulle sue ennesime fake news sulle pensioni




Pubblico la settima lettera che ho dovuto inviare all’onorevole Cesare Damiano del PD, ex sindacalista della CGIL, attuale presidente della Commissione Lavoro della Camera, fecondo spargitore di notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero e tenace dissimulatore della ben più severa riforma SACCONI, di cui per anni è stato un ipercritico. Per essere sicuro che questa volta ricevesse questa mia ennesima lettera, ho chiesto a due sue colleghe di inoltrargliela. Ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta.

Lettera n. 7: Sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero.
Da:  v
22/1/2018 12:28
A:  damiano_c@camera.it   CC pietro.grasso@senato.it   e altri 48

Egr. On. Damiano,
Mi permetta di osservare che la Sua pervicacia nel nascondere accuratamente la riforma SACCONI e soprattutto il cognome Sacconi, col quale ha polemizzato per anni, e nel continuare a propalare notizie false-fake news-bufale sulla riforma Fornero mi appare sempre più strana e ingiustificabile.
Commento di nuovo[1] alcune affermazioni infondate della Sua newsletter (PENSIONI, DAMIANO: “RIFORMA FORNERO IN PARTE GIÀ CANCELLATA”

Citazione1: “che le riforme del 2004 (Maroni), 2007 (Damiano) e, appunto, Fornero (2011)”.
Al solito, manca la riforma più severa e incisiva: la riforma SACCONI (2010 e 2011). Le riforme dal 2004 sono state: Maroni, L. 243/2004; Damiano, L. 247/2007; SACCONI, L. 122/2010, L. 111/2011 e L. 148/2011; e Fornero, L. 214/2011.

Citazione2: “900 miliardi”.
(i) Risparmio. Poiché il Pil supera i 1.650 mld, il risparmio al 2060 è più vicino a 1.000 che a 900.[2]
(ii) Periodo del risparmio. Non al 2050, ma al 2060.
(iii) Quote del risparmio. “Considerando l’insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 (L 243/2004), si evidenzia che, complessivamente, essi hanno generato una riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari a circa 60 punti percentuali di PIL, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi sono dovuti agli interventi adottati prima del DL 201/2011 (convertito con L 214/2011) e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare riguardo al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 della L 214/2011)”.[3]
Ne deriva che “gli interventi adottati prima del DL 201/2011” comprendono sia il DL 78/2010-SACCONI che le modifiche della riforma SACCONI recate dal DL 98/2011-SACCONI e dal DL 138/2011-SACCONI (che estende la “finestra” di 12 mesi al comparto della scuola), e “circa un terzo agli interventi successivi con particolare riguardo al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011 (art. 24 della L 214/2011)”, alla riforma Fornero va ascritto meno di un terzo (di 1.000 mld).
(iv) Grafico. Analizzando il grafico di RGS (cfr. articolo de Il Sole 24 ore[4]), si ha la conferma che soltanto meno di un terzo – tanto strombazzato dai media anche in questi giorni -, è ascrivibile alla riforma Fornero, i cui effetti, se legge il report e guarda il grafico della RGS, si esauriranno nel 2045, mentre la curva (duplice: DL 78 e DL 98) SACCONI arriva fino al 2060, il che significa che gli altri 2/3 sono attribuibili alle altre 3 riforme (Maroni, 2004, il cui ‘scalone’ fu abrogato da Damiano; Damiano, 2007, le cui “quote” furono abolite da Fornero; e SACCONI, 2010 e 2011), e il grosso dei 2/3, molto maggiore del meno di un terzo della riforma Fornero, è ascrivibile alla ben più severa riforma SACCONI, di cui però né Lei, né nessun altro parla mai.

Citazione3: “dal 2012 a oggi, la legge Fornero è stata molto più che annacquata”.
Poiché la premessa è errata (alla Fornero vengono erroneamente o furbescamente attribuite tutte o parte delle misure recate dalla riforma Sacconi, oltre che delle riforme Dini (introduzione del metodo contributivo) e Damiano, nell’ordine), la deduzione è altrettanto errata (veda appresso).

Citazione4: “blocco dell'innalzamento dell'età pensionabile”.
L’incisiva misura è stata decisa dalla L. 122/2010, art. 12, comma 12bis (riforma SACCONI),[5] che c’entra la riforma Fornero? Semmai è stata annacquata la riforma SACCONI!

Citazione5: “cumulo gratuito dei contributi”.
Anche la ricongiunzione onerosa dei contributi è stata decisa da SACCONI.

Citazione6: “feroce morsa della 'riforma' del Governo Monti”.
Affermazione infondata ed esagerata, che, come tutte le esagerazioni, è indizio infallibile di coda di paglia. (i) L’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni nel 2019 è frutto della riforma SACCONI (tranne 4 mesi in media della riforma Damiano); sia perché la riforma Fornero non ha toccato gli uomini pubblici e privati (anzi, ha ridotto la “finestra” da 18 mesi a 12 per gli autonomi uomini e donne) e le donne pubbliche, ma ha solo accelerato [gradualmente] entro il 2018 l’allineamento [a 65 anni] delle donne private a tutti gli altri, già previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026 (2023, includendo l’adeguamento automatico) [+ 1 anno della "finestra" di erogazione, poi inglobato dalla riforma Fornero nell'età base, riducendola di 6 mesi per i lavoratori autonomi maschi e femmine, + 12 mesi di adeguamento alla speranza di vita]; (ii) l’età di pensionamento anticipato a 43 anni e 3 mesi per gli uomini è in parte frutto della riforma SACCONI [1 anno e 3 mesi per i lavoratori dipendenti o 1 anno e 9 mesi per i lavoratori autonomi] (tranne 4 mesi in media della riforma Damiano e solo 1 anno [rectius: 2 anni] della riforma Fornero); e di 42 anni e 3 mesi per le donne è quasi interamente frutto della riforma SACCONI [1 anno e 3 mesi per i lavoratori dipendenti, 1 anno e 9 mesi per i lavoratori autonomi] (tranne 4 mesi in media della riforma Damiano, quindi la Fornero non c’entra [rectius: 1 anno per le lavoratrici dipendenti o 6 mesi per le lavoratrici autonome]). (iii) Il problema degli esodati (a) come ha attestato l'On. Damiano, cioè Lei, è stato causato da un’errata stima della burocrazia INPS e RGS; (b) esso è stato esacerbato dalle norme della riforma SACCONI; e (c) le prime 4 salvaguardie sono state realizzate dallo stesso governo Monti-Fornero.

Citazione7: “la cancellazione di una legge che in parte è già stata cancellata”.
A me sembra un chiaro desiderio recondito, ma intrinsecamente contraddittorio: (i) prevedere delle eccezioni non equivale a cancellare una legge; (ii) le parti “cancellate” non riguardano la riforma Fornero ma la riforma SACCONI; e (iii) le parti che riguardano la riforma Fornero (abolizione “quote”, cadenza biennale dell’adeguamento automatico a decorrere dal 2022) non sono state cancellate, né Lei ha mai chiesto o chiede di cancellarle.
Distinti saluti
V.
__________________________________________
Note:
[1] Lettera n. 6 all’On. Cesare Damiano sulle sue notizie false sulle pensioni
[2] Nel 2016 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.672.438 milioni di euro correnti.

[3] Pensioni: l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko
Box 2.3 - Effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004 (pag. 76):

[4] Lettera a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle pensioni



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1 commento:

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