Pubblico la lettera che ho inviato nove
giorni fa al professor Carlo Mazzaferro, dell’Università di Bologna, dopo aver
letto un suo articolo su LaVoce.info, contenente la solita errata attribuzione
alla tanto vituperata riforma Fornero di misure della ben più severa riforma
SACCONI, le sue risposte e le mie repliche.
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma
Fornero
Da: v
19/2/2018 14:10
A: carlo.mazzaferro@unibo.it
Egr. Prof. Mazzaferro,
Traggo dal Suo articolo
su LaVoce.info Riforma Fornero: perché
non si può tornare indietro
Citazione: “Aumentare l’età di pensionamento nella
stessa misura dell’aumento nell’aspettativa di vita (come fa la riforma
Fornero) provoca una riduzione nel rapporto tra pensionati e occupati. Misure
meno draconiane sono sufficienti a mantenerlo costante: nel nostro caso, basta
l’aumento di un anno nell’età di pensionamento.
Il legislatore è stato dunque eccessivamente severo nel 2011?”.
Il legislatore è stato dunque eccessivamente severo nel 2011?”.
Mi
permetta di correggerLa. Non è stata la riforma delle pensioni Fornero (L.
214/2011, art. 24),
che è soltanto la settima delle riforme delle
pensioni dal 1992 e non la più severa, ma la riforma SACCONI (L. 122/2010, art. 12, nonché L.
111/2011 e L. 148/2011) a decidere sia il maggiore
allungamento dell’età di pensionamento, sia di vecchiaia (67 anni nel 2019) che
anticipata (ex anzianità, 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi
per le donne, nel 2019), sia l’introduzione dell’adeguamento automatico,
deciso, con un richiamo al DL 78/2009 che lo aveva già previsto, dal comma
12bis dell’art. 12 della L. 122/2010. La riforma Fornero ha solo modificato la
periodicità dell’adeguamento automatico da triennale a biennale, a decorrere da
quello successivo a quello triennale del 2019 (L. 214/2011, art. 24, comma 13), e cioè dal 2022, anche se tutti, incluso il Parlamento
(sic!), dicono dal 2021.
Cordiali saluti
V.
PS: La prego di inoltrare questa mia
e-mail al professor Marcello Morciano, del quale non ho l’indirizzo e-mail, coestensore
con Lei di articoli per LaVoce.info, e che cita sempre soltanto la riforma
Fornero. Numerosi altri sono riportati nel mio blog http://vincesko.ilcannocchiale.it
oppure http://vincesko.blogspot.it.
Appendice
Il quadro
complessivo dell’età di pensionamento in base alle norme e ai loro autori è il
seguente (nel 2019):
QUOTE: abolite dalla riforma Fornero.
PENSIONE ANTICIPATA (ex anzianità)
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3 mesi e di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI, 4 mesi in media di Damiano e solo 1 anno di Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e 6 mesi relativamente agli autonomi].
- L'età di pensionamento delle donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3 mesi, e di questi 2 anni e 3 mesi in più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi in media di Damiano; quindi la Fornero non c’entra [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONE DI VECCHIAIA
-
L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 65 nel 2010) a 67 anni e questi 2
anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano; quindi la Fornero
non c’entra.
-
L'età di pensionamento delle donne del settore pubblico salirà (da 60 di botto
a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a seguito della sentenza del 2008 della CGUE,
ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni) + “finestra” di 12
mesi a 67 anni e questi 7 anni in più sono tutti dovuti a SACCONI, tranne 4
mesi in media a Damiano; quindi la Fornero non c’entra.
-
L’allineamento dell'età di pensionamento delle donne del settore privato (da
60) a tutti gli altri (già regolati da SACCONI) a 65 anni più “finestra”,
previsto da SACCONI gradualmente entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento
automatico), è stato accelerato da Fornero gradualmente entro il 2018, ma in
ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di
Damiano.
Va aggiunto (i) che la riforma Fornero
ha ridotto da 18 (previsto dalla
riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra” degli autonomi; (ii) che la riforma
Fornero ha aumentato l'età base di vecchiaia e di anzianità di 1 anno
(rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41), ma solo formalmente, poiché ha
abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi, di Damiano (4 mesi in media)
e SACCONI (8 mesi), ma senza evidenziarne il legame, così si è intestata
entrambe le misure; (iii) che, dal 2022, in forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 13),
l'adeguamento automatico diverrà biennale (“13
Gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello [triennale,
ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio
2019 sono aggiornati con cadenza biennale”), ma, appunto, è solo
un'accelerazione del meccanismo deciso da SACCONI; e (iv) che la riforma
Fornero ha soltanto esteso, pro rata
dall’1.1.2012, il metodo contributivo – introdotto dalla riforma Dini nel 1995 – a coloro che ne erano esclusi,
cioè coloro che al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di contributi, quindi
tutti relativamente anziani.
Come si vede facilmente, la riforma
SACCONI è molto più severa e incisiva della riforma Fornero, oggetti, del tutto
ingiustificatamente, di damnatio memoriae la prima e di demonizzazione
la seconda, alla quale, dai millanta ignoranti o in malafede, vengono
attribuite tutte le misure della riforma SACCONI.
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: Carlo Mazzaferro (carlo.mazzaferro@unibo.it)
19/2/2018 21:20
A: v CC Morciano
Marcello Dr
Gentile V.,
la ringrazio della segnalazione. Sono coscente del fatto che
l'aggancio automatico è stato introdotto da Sacconi, quando era ministro del
lavoro. Del resto nel mio testo, per precisione, non dico che l'aggancio
all'aspettativa di vita è stato introdotto dalla Fornero. La riforma di fine
1022 tuttaiva, se non ricordo male, ha introdotto comunque l'aggancio delle
condizioni di eligibilità sulla contribuzione e l'aggancio alle aspettative
anche dell'assegno sociale.
In ogni caso
il tema centrale dell'articolo non è chi abbia introdotto l'aggancio, ma se
questo nelle attuali condizioni ed in quelle prospettiche, della popolazione e
dell'economia italiana, sia o meno sensato.
MI stupisce
in questo il titolo del suo messaggio. Io non volevo travisare ne ingannare
nessuno.
Le allego a
questo proposito una definizione dei fake new da wikipedia, non certo il
dizionario della Zanichelli, ma un sito che bene si attaglia a questo tipo di
definizioni:
"Il termine inglese fake news (in italiano
notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli
o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o
diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione."
I miei più
cordiali saluti
Carlo
Mazzaferro
ps non mancherò di estendere questa sua a Marcello
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: v
19/2/2018 23:34
A: Carlo Mazzaferro CC m.morciano@uea.ac.uk
Gentile
Prof. Mazzaferro,
Lei afferma che è “cosciente del fatto che l'aggancio automatico è stato introdotto da
Sacconi”. Mi fa piacere, Lei sarebbe uno dei pochi su 60.000.000 di Italiani (e
non solo) a conoscerne l’autore. Ma, francamente - si metta nei panni di chi legge -, tutto lo revoca in dubbio: (i) il titolo, che cita
soltanto Fornero (“Riforma Fornero: perché non si può tornare indietro”), (ii) il
sottotitolo, che cita solo Fornero e la lega esplicitamente all’“aggancio
automatico” (“Vari partiti promettono di
cancellare la riforma Fornero. Ma l’aggancio automatico dell’età della pensione
alle aspettative di vita è una politica ragionevole se non si vuole mettere in
discussione la stabilità finanziaria del sistema pensionistico.), (iii)
facendo riferimento a proposte di partiti che chiedono la cancellazione
esclusivamente della riforma Fornero, che – Lei non l’ha intuito – è solo
cortina fumogena per nascondere la ben più colpevole riforma SACCONI (cfr.
Appendice nell’email precedente), che essi votarono nel 2010 e 2011;[1] ma titolo e sottotitolo possono
essere redazionali; e (iv) l’articolo, che esordisce facendo riferimento alla
richiesta dei partiti di bloccare l’adeguamento automatico, introdotto da
SACCONI, che però non viene mai
citato. Invece cita i 140 mld dell’INPS (di Tito Boeri, che ignora l’esistenza
della riforma SACCONI[1]), che –
detto per inciso – a me sembrano numeri un po’ ballerini e probabilmente numeri
del lotto, o almeno un po’ esagerati, un po’ come quelli della RGS,[2] che interpreta anch’essa male la
norma pensionistica,[3] come tutti, ma
questo sarà oggetto di un altro documento, poiché non riguarda soltanto le
statistiche, che invierò anche a Lei.
Fake
news
non vuol dire notizia falsa soltanto frutto di malafede, ma notizia “non vera”,
frutto sia di ignoranza che di malafede.[4]
In ogni caso, poiché non ero sicurissimo
della mia deduzione e non ho ravvisato malafede, non ho inviato la mia email
p.c. ad altri destinatari, come faccio negli ultimi mesi, per contrastare in
maniera un po’ più efficace la DISINFORMAZIONE generale sulle pensioni e su
Monti, contro la quale sono impegnato da quasi 7 (sette) anni: una vera fatica
di Sisifo! Peraltro, mi sono accorto, cercando il Suo nome nel mio archivio
(ricordavo di avere già postato una mia segnalazione rettificativa nelle
bacheche Facebook Sua e di Marcello Morciano, poiché non avevo l’indirizzo email,
ma non ne ho trovato ancora riscontro, forse riguardava un’altra coppia giovane
che scrive sulla Voce.info), che Lei è stato uno di questi destinatari in due
precedenti occasioni (25/10/17 00:08 Tre casi di DISINFORMAZIONE generale tra i più macroscopici della
storia italiana e 16/1/18 13:15 L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche
degli Italiani e causato la grande recessione).
Infine, colgo l’occasione, se non l’ha
ancora letto, per segnalarLe l’articolo nel mio blog sul documento del corso
del professor Alberto Zanardi, di UniBo, con grossi errori sulle pensioni.[5]
Mi auguro che Lei, nei Suoi prossimi
articoli sulle pensioni, contribuisca a chiarire gli autori delle norme e ponga
bene in rilievo che, sulla base delle norme, la riforma SACCONI è molto più
severa e incisiva della tanto vituperata riforma Fornero.
Cordialissimi saluti
V.
______________________________
Note:
[1] Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie
false-fake
news-bufale
sulla riforma delle pensioni Fornero
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859561.html oppure (se in avaria)
Lettera n. 2 all’on. Massimiliano Fedriga sulle sue fake news
sulle pensioni e su Monti che avrebbe causato la recessione
Lettera a Deputati Lega Nord sulla loro proposta di legge con fake
news sulla riforma delle pensioni Fornero
Lettera
all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa politico-elettorale?
[2] I sette noti
esperti, alcuni dei quali sono parlamentari o ex parlamentari, sono: Cazzola,
Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi. Vi si aggiungono ISTAT, EUROSTAT, UPB, INPS, OCSE.
Pensioni,
la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa
Fornero
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859113.html
oppure (se in avaria)
[3] Questo articolo
mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il
titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il
risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni:
l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di
Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche (migliorato
qualitativamente) il grafico della RGS e altre mie osservazioni
critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera
a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle
pensioni
[4] Lettera a Luciana Patrizi, Ispettrice generale della
RGS-IGESPES, sulla loro fake news
sulle pensioni
[6]
Lettera al Prof. Alberto Zanardi: documento di un corso universitario con
errori marchiani sulle pensioni
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: Carlo Mazzaferro (carlo.mazzaferro@unibo.it)
10:07
A: v CC m.morciano@uea.ac.uk
Salve di nuovo,
come lei ben
immagina il titolo è di scelta redazionale. Quanto al fatto di essere cosciente
che l'età di pensionamento è legata alle aspettative a partire dalla riforma
Sacconi sono sicuro di saperlo perché l'ho scritto nel rapporto di finanza
pubblica edito annualmente dal Mulino, quando la riforma venne approvata. A
meno di un'anticipo di demenza senile ricordo ancora quello che è successo e
quello che ho scritto nel passato recente.
Ribadisco
comunque i miei due punti:
1. L'elemento
chiave del mio articolo riguarda la proposta di abolizione del provvedimento
(peraltro modificato dalla riforma Fornero in senso restrittivo rispetto a
quanto fatto da Sacconi). Da un punto di vista strettamente (micro) economico
poi quello che rileva è il momento in cui gli agenti (in questo caso gli
occupati) percepiscono la modifica. Su questo proprio lei sostiene che nessuno
(o pochi sanno della Scconi) e quindi è ragionevole immaginare che se qualche
comportamento è cambiato a seguito della modifica, questo sia avvenuto dopo il
2011 e non tra il 2010 e il 2011.
2 Fake news
lascia intendere che ci sia volontà di disinformare e questo, alla luce di
quanto detto al punto 1, sopra mi sento negarlo
Sugli altri
punti non saprei. Il prof Zanardi è molto più in gradi di me di difendere i
suoi appunti. Io peraltro uso i miei.
Sul maggior peso
della riforma Sacconi rispetto alla Fornero non ho risposte. Le uniche sono
quelle di RGS ma su queste, unico elemento che mi trova parzialmente in accordo
con lei, non ci metterei la mano sul fuoco.
Di nuovo
cordialmente
Carlo Mazzaferro
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: v
20/2/2018 17:55
Salve,
Innanzitutto, Le
esterno con molta franchezza la mia deduzione dopo aver letto questa Sua
seconda risposta: Lei vuole convincere se stesso della Sua “innocenza”,
selezionando ad arte le “prove”.
Tuttavia, quale uomo di scienza, Lei sa
meglio di me che non contano le affermazioni, ma le prove documentali e una
loro valutazione completa e il più possibile obiettiva. Vediamo in dettaglio.
Citazione1: “Quanto al fatto di essere cosciente che l'età di
pensionamento è legata alle aspettative a partire dalla riforma Sacconi sono
sicuro di saperlo perché l'ho scritto nel rapporto di finanza pubblica edito
annualmente dal Mulino, quando la riforma venne approvata”.
Obiezioni: (i) chi legge
non è in grado di verificarlo, a meno di non comprare il volume citato, o che
Lei lo possa allegare; (ii) ove fosse vera, questa affermazione è teoricamente
controproducente, poiché può essere considerata una prova a dimostrazione della
malafede nell’omissione assoluta del nome SACCONI dal/i suoi articolo/i; (iii)
omissione riscontrabile, infatti, non soltanto nell’ultimo articolo del 16
febbraio 2018 (quindi in data molto posteriore al varo della riforma SACCONI,
2010 e 2011, 2010 per l’introduzione dell’adeguamento automatico), ma anche in
tutti gli articoli precedenti, fin dal dicembre 2011, dai quali emerge una
focalizzazione sulla riforma Fornero e un’evidente (per me che conosco le norme
e gli effetti, cfr. Appendice nella mia prima email) commistione degli effetti
“della riforma” (Fornero) e di quelli delle altre riforme, in particolare di
quella SACCONI, come conferma la chiusa della Sua email (vedi appresso); (iv)
dall’articolo n. 4 del 01.07.14,
scritto a sei mani da Massimo Baldini, Carlo
Mazzaferro e Paolo Onofri, c’è un riferimento esplicito – l’unico - alla
riforma del 2010 (SACCONI) “È proprio a partire dal 2010 che, surrettiziamente, il Governo allora in carica ha
legato l’età di pensionamento alle aspettative di vita”, con lo strano uso dell’avverbio “surrettiziamente”
e della locuzione errata “alle
aspettative di vita, quando dovrebbe essere noto che il dato applicato è
unico per tutti, iniquo proprio per questo (cfr. il mio dialogo con Stefano
Scarpetta dell’OCSE);[2] (v)
consapevolezza di chi è l’autore dell’adeguamento automatico purtroppo smentita
dall’articolo n. 6, scritto soltanto da Lei, dal quale ricavo la prova
documentale di una errata attribuzione della paternità del meccanismo: “L’incremento nei requisiti di età necessari
per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, conseguenza degli automatismi introdotti dalla riforma del
2011 […] per riaffermare, con la riforma del
2011, una fittizia flessibilità ornata dalla presenza di vincoli
sull’importo maturato (2,8 volte l’assegno sociale per un anticipo di tre anni
e 1,5 volte l’assegno sociale al raggiungimento dell’età della pensione di
vecchiaia) e dall’introduzione del legame automatico, e
quindi non negoziabile, tra variazione nell’aspettativa di vita a 65 anni e
requisiti di età e contributivi per l’accesso alla pensione.”; e (vi) smentito anche dall’altra
prova documentale offerta dall’articolo n. 7 del 16.2.2018 “Il legislatore è stato
dunque eccessivamente severo nel 2011?”. Se ne deduce senza ombra di dubbio
che (i) o non lo sapeva; (ii) o lo sapeva, nel 2010, e l’ha dimenticato,
nel 2011; (iii) o lo sapeva e ha attribuito in malafede l’adeguamento
automatico alla riforma Fornero. Decida Lei.
Citazione2: “L'elemento
chiave del mio articolo riguarda la proposta di abolizione del provvedimento
(peraltro modificato dalla riforma Fornero in senso restrittivo rispetto a
quanto fatto da Sacconi)”.
Obiezioni: (i) che io
sappia, nessuno dei partiti o dei sindacati ha proposto l’abolizione del
meccanismo, ma soltanto o un congelamento temporaneo o un alleggerimento (ad
esempio il duo Damiano-Sacconi, cfr. nota 2 email precedente) o l’abolizione
della riforma Fornero (Lega Nord, cfr. nota 1 prec.) e/o, successivamente,
l’età massima a 41 anni di anzianità contributiva (Lega Nord e M5S), facendo
finta di ignorare (Salvini) o forse ignorando (Di Maio) che per scendere a 41
anni è necessario abolire, almeno in parte, anche la riforma SACCONI,
segnatamente l’adeguamento automatico; e (ii) appunto, la riforma Fornero ha
solo accelerato il meccanismo introdotto da SACCONI, modificandolo da triennale
a biennale, e che, a leggere la chiarissima norma (L. 214/2011, art. 24, comma
13), dovrebbe decorrere dal 2022 (anche se tutti, incluso il Parlamento e la
RGS, dicono 2019, ma questo – ripeto – sarà oggetto di un mio prossimo
documento).
Citazione3: “Da un punto di vista
strettamente (micro) economico poi quello che rileva è il momento in cui gli
agenti (in questo caso gli occupati) percepiscono la modifica. Su questo
proprio lei sostiene che nessuno (o pochi sanno della Scconi) e quindi è
ragionevole immaginare che se qualche comportamento è cambiato a seguito della
modifica, questo sia avvenuto dopo il 2011 e non tra il 2010 e il 2011”.
Obiezione: Per me ciò
che ha scritto è quasi incomprensibile, a parte l’evidente lapsus calami “Scconi”. Quale comportamento? Qui stiamo discutendo
la mia osservazione, che (i) riguarda la norma dell’adeguamento e chi sia il suo
autore, e se Lei sapeva che è stato SACCONI a introdurla; e (ii) è stato
SACCONI, e non Fornero, ad allungare molto di più l’età di pensionamento.
Citazione4: “Fake news lascia intendere
che ci sia volontà di disinformare e questo, alla luce di quanto detto al punto
1, sopra mi sento negarlo”
Obiezione: Ho già
spiegato che non è così, accludendo la voce del dizionario Treccani. Dal punto di
vista psicologico, questo glissare sulle prove è per me indizio per solito di
senso di colpa per coda di paglia. Infatti, sulla base delle prove documentali,
è aperta la domanda se Lei lo abbia fatto per dimenticanza o in malafede. Ma,
ripeto, lo faccio decidere a Lei.
Citazione5: “Sugli altri punti non saprei.
Il prof Zanardi è molto più in gradi di me di difendere i suoi appunti. Io
peraltro uso i miei”.
Obiezione: Era solo la
segnalazione della obliterazione totale della riforma SACCONI da parte del
professor Zanardi (emulo di tantissimi altri), che è docente ordinario della
Sua stessa Università di Bologna, di cui ho ipotizzato fosse stato una vittima,
ma prendo atto che Lei non lo è stato.
Citazione6: “Sul maggior peso della riforma Sacconi rispetto alla Fornero non ho
risposte. Le uniche sono quelle di RGS ma su queste, unico elemento che mi
trova parzialmente in accordo con lei, non ci metterei la mano sul fuoco.
Obiezione: Se non ha
risposte vuol dire soltanto che Lei ammette di non conoscere bene la normativa
pensionistica, vittima anche Lei della stessa Fornero, che s’intesta nel testo
della sua legge misure di SACCONI (ad esempio, l’aumento dell’età a 66 anni e a 41 anni, in realtà decisa dalla “finestra” Damiano-SACCONI, cfr.
Appendice), e quindi conferma la mia deduzione, leggendo i Suoi articoli, che
Lei ha fatto “un’evidente commistione tra le varie riforme”, che attribuisce
erroneamente alla riforma Fornero; (ii) basta leggere gli articoli di giornale
del 2012 riportati alla nota 1 dell’articolo Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza
contro Elsa Fornero per rendersi conto degli effetti della riforma SACCONI,
eccone uno: Crollano le nuove pensioni. Nei primi nove mesi il 35,5% in meno (e la
riforma Fornero non c'entra) di
An. C. 21 ottobre 2012 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-21/crollano-nuove-pensioni-primi-194003.shtml; ora può decidere di porre un’errata
corrige a tutti i suoi articoli e libri, ma capisco che è una scelta difficile,
oppure fare come ha fatto Tito Boeri e fare scrivere fake news anche dall’INPS
(cfr. articolo appena citato); e (ii) il riferimento alla RGS, mi
spiace, non smentisce ma conferma la mia deduzione, poiché RGS stima un
risparmio complessivo di 1.000 mld (60 punti di Pil) al 2060 dalle quattro
riforme dal 2004 (Maroni, 2004, il
cui ‘scalone’ fu abrogato da Damiano; Damiano, 2007, le cui “quote” furono
abolite da Fornero; SACCONI, 2010 e 2011; e Fornero, 2011) e (al lordo di
errori di commistione e del blocco della perequazione, giudicato
incostituzionale) ascrive soltanto un terzo alla riforma Fornero (chissà
perché l’unica citata, anche dalla Corte dei Conti), pari a circa 330 mld, il
che significa che i 2/3 residui, pari a quasi 700 mld, sono attribuibili alle altre 3 riforme, quindi il grosso
dei 2/3 e più, molto maggiore del “un terzo” della riforma Fornero, è
ascrivibile alla ben più severa riforma SACCONI, che essa non cita
nominativamente.
Onde evitare di rendere questo nostro un dialogo tra sordi
(prescindendo dalla malafede, la “cattura” da parte delle nostre convinzioni
errate, coltivate per molto tempo, è un meccanismo potente che riguarda tutti),
se ha da obiettare (i) sull’adeguamento automatico, accluda le prove
documentali; e (ii) sull’allungamento dell’età di pensionamento, lo faccia
sulla base di ciò che ho riportato nell’Appendice, citando la norma.
Cordialmente,
V.
____________________________
Note:
[1]
20.12.11
L’adozione pro rata del metodo contributivo per
tutti i lavoratori dal 1° gennaio 2012 è un provvedimento apprezzabile sia per
i suoi effetti sull’equità intergenerazionale, sia per le implicazioni, almeno
nel medio termine, sul contenimento della spesa per pensioni. Se questa scelta
fosse stata adottata nel 1995 con la riforma del sistema previdenziale, i
risparmi per il bilancio del settore pubblico sarebbero stati crescenti nel
tempo, per un ammontare complessivo pari a quasi due punti di Pil. E la riduzione
sarebbe stata maggiore per le prestazioni elevate.
03.02.12
Nel breve periodo la riforma delle pensioni del governo Monti porterà a un
aumento del 5 per cento circa della forza lavoro e a una riduzione dei
pensionati compresa tra il 10 e il 15 per cento. Di conseguenza, la popolazione
attiva sul mercato del lavoro nei prossimi decenni sarà progressivamente più
anziana, in particolare fra le donne. La sostenibilità e l’adeguatezza del
nostro sistema pensionistico si giocherà allora sugli effetti che questo avrà
sulla produttività della nostra economia e sulla domanda di lavoro da parte
delle imprese.
L’aumento dell’età di pensionamento è l’elemento
caratterizzante della riforma delle pensioni approvata dal Parlamento in
dicembre. [Bufala macroscopica, lo ha
fatto molto meno della riforma SACCONI, ma viene attribuito a Fornero, v.
grafico alla figura1, ndr].
20.03.12
Anche in futuro il sistema pensionistico pubblico italiano sembra capace di
garantire prestazione adeguate. In base alle simulazioni, la riduzione attesa
del tasso di sostituzione nel corso dei prossimi decenni non è drammatica,
almeno rispetto a proiezioni elaborate prima della riforma. Tutto dipende
dall’innalzamento dell’età media di pensionamento, destinata ad agganciarsi
alla dinamica delle aspettative di vita. Ma per rendere perseguibile e
realistica questa soluzione, occorrono cambiamenti importanti nel mercato del
lavoro.
2) l’aumento dell’età
di pensionamento, soprattutto dopo la riforma del 2011,
[è una bufala macroscopica, ndr] è stato
molto intenso ed è destinato a crescere ancora nei
prossimi decenni.[…]. [sì, ma
soprattutto a causa dell’adeguamento automatico SACCONI, ndr].
La
musica inizierà a cambiare sensibilmente a partire dalla seconda metà del prossimo
decennio: se da un lato l’età media di pensionamento continuerà ad aumentare,
dall’altro le nostre proiezioni segnalano una riduzione prospettica del tasso
di sostituzione, causata della progressiva entrata a regime del sistema
contributivo. [bufala se ci riferisce
alla riforma Fornero: il sistema contributivo è stato introdotto dalla riforma
Dini nel 1995; coloro che ne erano esclusi, essendo tutti relativamente
anziani, saranno già in pensione entro questo decennio, ndr].
01.07.14
I lavoratori di oggi sembrano consapevoli del fatto che
andranno in pensione con regole di calcolo delle prestazioni meno generose e
più avanti negli anni. Ma hanno davvero capito i cambiamenti intervenuti nel
sistema pensionistico pubblico?
È proprio a partire dal
2010 che, surrettiziamente, il Governo allora in
carica ha legato l’età di pensionamento alle aspettative di vita, portando
verso i 70 anni l’età di pensionamento di vecchiaia nel 2050. Questo non
marginale cambiamento di prospettiva, riconfermato e reso ancora più rigido
dalla riforma del 2011, non sembra ancora essere del tutto presente nella mente
dei lavoratori italiani.
02.08.16
Nella lunga recessione dell’economia italiana l’aumento
dell’età media di pensionamento ha finito per spostare sui giovani buona parte
dei costi. Ecco perché ora si parla di flessibilità in uscita. Difficile però
attuarla perché implica pensioni più basse e debiti da ripagare per molti anni.
L’analisi delle scelte di politica pensionistica operate
a partire dal 2011 non lasciano pensare che lo strumento sarà usato per provare
a risolvere le tensioni che si sono create sul mercato del lavoro a causa
dell’interazione di una riforma restrittiva del sistema pensionistico e di una
lunga recessione dell’economia.
La richiesta di flessibilità in uscita per i lavoratori che si trovano in prossimità dell’età pensionabile è una delle conseguenze della riforma Monti-Fornero, che ha realizzato un irrigidimento repentino nei criteri di eleggibilità per il pensionamento in un momento di grave crisi della finanza pubblica. L’inasprimento delle condizioni di uscita “ha congelato” per alcuni anni pensioni a prevalente contenuto retributivo e ha avuto un immediato effetto benefico sul contenimento dei saldi del bilancio pubblico. [gli effetti dell’abolizione delle “quote” sono stati esacerbati dalla riforma SACCONI, in particolare dall’adeguamento automatico, ndr].
La richiesta di flessibilità in uscita per i lavoratori che si trovano in prossimità dell’età pensionabile è una delle conseguenze della riforma Monti-Fornero, che ha realizzato un irrigidimento repentino nei criteri di eleggibilità per il pensionamento in un momento di grave crisi della finanza pubblica. L’inasprimento delle condizioni di uscita “ha congelato” per alcuni anni pensioni a prevalente contenuto retributivo e ha avuto un immediato effetto benefico sul contenimento dei saldi del bilancio pubblico. [gli effetti dell’abolizione delle “quote” sono stati esacerbati dalla riforma SACCONI, in particolare dall’adeguamento automatico, ndr].
16.01.18
In un vero
sistema contributivo non esiste un’età di pensionamento. Ma in Italia alle
ragioni di finanza pubblica si somma una questione demografica che potrebbe
rendere insostenibile il sistema. E sulle deroghe per i lavori usuranti serve
trasparenza.
L’incremento nei requisiti di età necessari per la
maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, conseguenza
degli automatismi introdotti dalla riforma del 2011. […] Dal 2005 al
2011 poi si è tornati all’età fissa per riaffermare, con
la riforma del 2011, una fittizia flessibilità ornata dalla presenza di
vincoli sull’importo maturato (2,8 volte l’assegno sociale per un anticipo di
tre anni e 1,5 volte l’assegno sociale al raggiungimento dell’età della
pensione di vecchiaia) e dall’introduzione del legame
automatico, e quindi non negoziabile, tra variazione nell’aspettativa di vita a
65 anni e requisiti di età e contributivi per l’accesso alla pensione.
16.02.18
Vari partiti
promettono di cancellare la riforma Fornero. Ma l’aggancio automatico dell’età
della pensione alle aspettative di vita è una politica ragionevole se non si
vuole mettere in discussione la stabilità finanziaria del sistema
pensionistico.
Aumentare l’età di
pensionamento nella stessa misura dell’aumento nell’aspettativa di vita (come fa la riforma Fornero) provoca una riduzione nel
rapporto tra pensionati e occupati. Misure meno draconiane sono sufficienti a
mantenerlo costante: nel nostro caso, basta l’aumento di un anno nell’età di
pensionamento.
Il legislatore è stato dunque eccessivamente severo nel 2011?
Il legislatore è stato dunque eccessivamente severo nel 2011?
[2] Lettera a
Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake
news sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia replica
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: Carlo Mazzaferro (carlo.mazzaferro@unibo.it)
20/2/2018 21:35
A: v
Salve,
continuo sinceramente a non capire il
suo accanimento. Il senso generale del mio articolo era di ragionare su cosa implichi
abbandonare il meccanismo di adeguamento dell'età di pensionamento alle
aspettative di vita, introdotto da Sacconi e irrigidito dalla Fornero. Su
questo non trovo alcuna sua osservazione e sinceramente me ne dolgo.
Il tenore della sua mail mi lascia
capire che, per ragioni che non conosco e sinceramente non mi interessano, lei
si senta discriminato da chi si occupa di pensioni e che per altre ragioni che
non mi sono ugualmente chiare, ritenga che la stessa riforma Sacconi rimanga
discrminata rispetto alla Fornero. Io non so che dirle a riguardo.
Io non cerco innocenza perché non mi
sento colpevole e lei non è un giudice. Quando verrà chiamato ad essere referee
dei miei lavori potrà decidere se questi siano o meno pubblicabili,
naturalmente dopo essersi confrontato con l'editor della rivista che
eventualmente la chiamerà a quel ruolo.
La ringrazio comunque delle precisazioni
e la informo che non risponderò ad altre sue mail, primo perché in questi
giorni sono molto impegnato nella didattica e secondo perché non mi pare che
impiegare altro tempo in quello che lei chiama "dialogo tra sordi"
abbia un qualche beneficio.
Potrei eventualmente inviarle le mie
slides delle lezioni (anche se non si tratta di materia pensionistica in senso
stretto) in modo che lei possa verificare se al loro interno ci siano
imprecisioni.
Quanto al capitolo del libro del Mulino
potrebbe veedere in qualche biblioteca, oppure, se ha un po' di pazienza, mi
posso impegnare a farne una copia in pdf ed inviarla, ma solo nella prossima
settimana.
Carlo Mazzaferro
Re:
Lettera al Prof. Carlo Mazzaferro: fake news sulla riforma Fornero
Da: v
20/2/2018 22:51
A: Carlo Mazzaferro
Salve,
Non proietti il Suo
difetto, l’accanimento è tutto Suo: se avesse ammesso subito che aveva scritto
delle… imprecisioni, il nostro dialogo sarebbe finito subito. Da parte mia,
nulla di personale, io aborro solo le bufale, in particolare quelle
intenzionali.
Non faccia supposizioni
insensate. Lei scriva la verità, senza chiedersi cui prodest, la
verità è un valore in sé, tranne beninteso per i bugiardi.
Io ho obiettato sulle cose
sulle quali non ero d’accordo, sul resto sono d’accordo, in particolare sul
fatto che, con l’estensione a tutti del sistema contributivo, andrebbe
flessibilizzata l’uscita, piuttosto che allungare l’età di pensionamento ad
libitum, per giunta prevedendo che l'età non cala in caso di diminuzione
della speranza di vita (L. 122/2010, art. 12, comma 12ter SACCONI), anche se, a
mio avviso, anche in questo caso, c'è un'errata interpretazione della norma;
flessibilità che era prevista dalla riforma Dini (copiataci dalla Svezia), poi
abolita dalla riforma Maroni.
Se scriviamo in Internet,
tutti coloro che leggono sono dei giudici, l’importante è che i giudizi siano
suffragati da prove.
No grazie, (i) io faccio debunking
solo in tre materie: pensioni, manovre correttive della scorsa legislatura e
statuto BCE, che hanno fatto centinaia di milioni di vittime; e (ii) non mi
serve nessuna ulteriore prova, poi sarebbe peggio per Lei, poiché - ragionando
in astratto - dimostrerebbe la Sua malafede.
Cordialmente,
V.
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