Pubblico
la lettera che ho inviato il 17.2 scorso al professor Roberto Perotti, dopo
aver letto due suoi articoli pubblicati su Repubblica,
contenenti alcuni errori sulle pensioni. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna
risposta.
Lettera
al Prof. Roberto Perotti: errori sulle pensioni in due suoi articoli su
Repubblica
Da: v
17/2/2018 14:10
A: roberto.perotti@unibocconi.it CC pietro.grasso@senato.it e altri 48+100
Egr. Prof. Perotti,
Traggo dal Suo
articolo “Forza Italia e Lega, promesse impossibili fino a 310 miliardi” su Repubblica:
Citazione: “Riguardo alla legge Fornero, la proposta della Lega (quota 41 e quota
100, e annullamento dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di
vita)”.
E dal precedente articolo “Il programma del M5s porta un disavanzo di 63
miliardi”:
Citazione2:
“compreso il blocco dell'adeguamento dell'età pensionabile alle aspettative di
vita. Tuttavia, quest'ultimo richiede di modificare anche tutte le riforme
approvate dai governi di centrodestra dal 2004 in poi”.
Anche Lei, professor Perotti, nonostante le mie precedenti lettere sulle pensioni inviateLe p.c. (20/10/2017, 3/1/2018 e 16/1/2018), non conosce bene le norme pensionistiche. Mi permetto di rammentargliele.
Premessa
Dal
1992, le riforme delle pensioni, considerando un’unica riforma le norme emanate
da Sacconi nel 2010 e 2011 (oltre che nel 2009, col DL 78/2009), sono state 7
(Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano,
2007; Berlusconi/Sacconi, 2010 e 2011; Monti-Fornero, 2011).
La
riforma delle pensioni Fornero
(L.
214/2011, art. 24) è solo l’ultima delle sette e non la
più severa. Ad
essa, da sei anni, vengono attribuite erroneamente o furbescamente misure severe della riforma SACCONI (L. 122/2010, art. 12, nonché L.
111/2011 e L. 148/2011).
Tipi
di pensione
Fino al 2011,
esistevano tre modi o tipi di pensionamento ordinario: (i) quello di vecchiaia e (ii) quello
di anzianità (anzianità contributiva, prescindendo dall’età anagrafica) e, nell’ambito
di questo, (iii) quello delle “quote” (somma di età anagrafica e anzianità
contributiva).
La riforma
Fornero ha (i) ridenominate le pensioni di anzianità in pensioni anticipate e
(ii) abolito le “quote”.
Adeguamento
automatico
L’adeguamento
automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita, contrariamente a
ciò che pensano quasi tutti, non è stato introdotto dalla riforma Fornero, come
raccontano i bugiardi del centrodestra e i millanta ignoranti delle norme
pensionistiche, ma, con un richiamo al DL 78/2009, art. 22ter, che lo prevedeva
già, dalla riforma Sacconi (2010 e 2011), col comma 12bis dell’art. 12 della L. 122/2010.
Situazione
dell’età di pensionamento nel 2019 in base alle norme e agli autori
PENSIONI ANTICIPATE (ex anzianità)
- l'età di pensionamento degli uomini aumenterà
(da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3 mesi, e, di questi 3 anni e 3 mesi
in più, quasi 2 anni sono pertinenti a SACCONI, 4 mesi in media a Damiano (L. 247/2007) e soltanto 1 anno a Fornero [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9
mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di
Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e 6 mesi relativamente agli autonomi];
- l'età di pensionamento delle donne
aumenterà a 42 anni e 3 mesi, e l’incremento di 2 anni e 3 mesi è
interamente dovuto alla riforma SACCONI, tranne 4 mesi in media a Damiano,
quindi la Fornero non
c’entra [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di
Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
Pertanto, non basta abolire la riforma Fornero - come chiedono Lega Nord e M5S - per scendere a 41
anni.
PENSIONI DI VECCHIAIA
L’età delle pensioni di vecchiaia:
- degli uomini, è aumentata dal 2010
finora di 1 anno e 7 mesi (da 65 a 66 anni e 7 mesi) e
questo anno e 7 mesi in più sono dovuti quasi interamente alla riforma SACCONI, tranne 4 mesi in media alla riforma Damiano, quindi la Fornero non c’entra;
- delle donne del settore pubblico, è
aumentata di botto, senza gradualità, di 5 anni (in ottemperanza alla sentenza
della CGUE del 2008, ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65) più
“finestra” di 12 mesi, e finora da 60 a 66 anni e 7 mesi, e i 6 anni e 7 mesi
in più sono ascrivibili quasi interamente alla riforma SACCONI, tranne 4 mesi
in media alla riforma Damiano, quindi la
Fornero non c’entra;
- delle donne del settore privato, è
aumentata da 60 a 66 anni e 7 mesi, e l’allineamento a 65 anni, più “finestra”
di 12 o 18 mesi a tutti gli altri, previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026
(2023, incluso l’adeguamento automatico), è stato soltanto accelerato dalla
riforma Fornero entro il 2018, ma in ogni caso un anno e 7 mesi (“finestra” di
12 mesi e adeguamento automatico di 7 mesi) sono di SACCONI;
- degli uomini e delle donne autonomi,
la riforma Fornero ha eliminato il disallineamento di 6 mesi in più rispetto
agli altri, che era contemplato dalla riforma SACCONI, quindi la Fornero ha ridotto l’età di 6 (sei)
mesi.
Dal 2019:
- l’età di pensionamento di tutti
aumenterà a 67 anni, e questo ulteriore incremento di 5 mesi è dovuto
interamente all’adeguamento automatico previsto dalla riforma SACCONI, quindi la Fornero non c’entra.
Pertanto, l’abolizione della riforma Fornero cambierebbe
poco, in meglio, soltanto per le donne del settore privato (dipendenti e
autonome) e, per contro, aumenterebbe di 6 mesi l’età di pensionamento degli
autonomi (uomini e donne).
Conclusione
Se ne deduce, senza ombra di dubbio, (i) che, in barba ai
millanta disinformatori, segnatamente i tre leader del
centrodestra SALVINI,[2] BERLUSCONI
E MELONI,[3] che ambiscono a
governare di nuovo l’Italia, dopo avere sgovernato nella scorsa legislatura e
massacrato il ceto medio-basso e i poveri cristi con l’81% dei 330
mld delle manovre correttive varate nella scorsa legislatura, distribuiti
in maniera scandalosamente iniqua,[4] l’età di pensionamento è stata
allungata molto più dalla riforma SACCONI che dalla riforma Fornero; (ii) che
la professoressa Fornero è una coraggiosa millantatrice;[5] e (iii) che quasi 60 milioni di Italiani sono da sei anni
disinformati, oltre che dal potentissimo sistema propagandistico berlusconiano
e del centrodestra, dagli ignoranti delle norme pensionistiche, praticamente
tutti i media, immemori di ciò che scrivevano nel 2012 sull’efficacia della
riforma SACCONI (l’elenco dei giornalisti è troppo lungo, sopperisco in piccola
parte con il mio blog http://vincesko.blogspot.it), e ingannati colpevolmente da politici come Salvini e Meloni e da esperti
previdenziali, tra cui tre parlamentari
e un ex parlamentare, nonché da ISTAT, EUROSTAT, UPB e INPS,[6] oltre a OCSE,[7] che – presumibilmente fuorviati dalla potente propaganda del
centrodestra - ascrivono tutto alla riforma Fornero, obliterando la ben più
severa riforma SACCONI.
Infine, anche in
termini di risparmio al 2060, sul totale dei 1.000 mld stimato dalla RGS, si
parla soltanto dei 300 mld dalla riforma Fornero, i cui effetti peraltro si esauriscono nel 2045, e sui quali, a mio avviso, pesano dubbi di commistione
delle altre riforme e di interpretazione delle norme, ma questo sarà oggetto di
un altro mio documento, che invierò anche al Presidente della Repubblica,
poiché anche RGS, DG-Previdenza e il Parlamento ne interpretano male la chiarissima norma sulla decorrenza biennale, rispettivamente,
nel decreto direttoriale, e, da ultimo, nella Legge di Bilancio 2018. Ma nessuno parla, neppure RGS, dei ben maggiori, residui 700 mld, la cui quota nettamente prevalente è dalla severissima riforma SACCONI, sulla quale è stata decretata da tutti una damnatio mamoriae, a scapito della riforma Fornero.[8]
Spero di essere stato utile e
sufficientemente esauriente e che voglia in futuro contribuire a chiarire chi
ha deciso che cosa in materia di pensioni, in particolare sulla riforma SACCONI.
Cordiali saluti
V.
_____________________________
Note:
[1] 12-bis. In attuazione dell'articolo 22-ter, comma 2, del
decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge
3 agosto 2009, n. 102, concernente l'adeguamento dei requisiti di accesso al
sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita, e tenuto anche
conto delle esigenze di coordinamento degli istituti pensionistici e delle
relative procedure di adeguamento dei parametri connessi agli andamenti
demografici, a decorrere dal 1° gennaio 2013 i requisiti di eta' e i valori di
somma di eta' anagrafica e di anzianita' contributiva di cui alla Tabella B allegata
alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, i requisiti
anagrafici di 65 anni e di 60 anni per il conseguimento della pensione di
vecchiaia, il requisito anagrafico di cui all'articolo 22-ter, comma 1, del
decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge
3 agosto 2009, n. 102, e successive modificazioni, il requisito anagrafico di
65 anni di cui all'articolo 1, comma 20, e all'articolo 3, comma 6, della legge
8 agosto 1995, n. 335, e successive modificazioni, e il requisito contributivo
ai fini del conseguimento del diritto all'accesso al pensionamento
indipendentemente dall'eta' anagrafica devono essere aggiornati a cadenza
triennale con decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze
di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da emanare
almeno dodici mesi prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento. La
mancata emanazione del predetto decreto direttoriale comporta responsabilita'
erariale. Il predetto aggiornamento e' effettuato sulla base del procedimento
di cui al comma 12-ter.(20)(59)((77))
[2] Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero
http://vincesko.blogspot.com/2018/01/lettera-n-2-allon-matteo-salvini-sulle.html
[3]
Lettera all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa
politico-elettorale?
[4] In questo documento di 18 pagine ho ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con notizie e nessi forse sorprendenti, anche in merito alle pensioni, contro le bufale sul governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette anni.
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
[5]
Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
[6] I sette noti esperti,
alcuni dei quali sono parlamentari o ex parlamentari, sono: Cazzola, Giannino,
Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi. Vi si aggiungono ISTAT, EUROSTAT,
UPB, INPS.
Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero
[7] Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia replica
[8] Questo articolo
mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il
titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il
risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni:
l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di
Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche
(migliorato qualitativamente) il grafico della RGS e
altre mie osservazioni critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera a Davide
Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle
pensioni
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