lunedì 19 febbraio 2018

Lettera al Prof. Alberto Zanardi: documento di un suo corso universitario con errori marchiani sulle pensioni




Pubblico la lettera che ho inviato il 14.2 scorso al professor Alberto Zanardi,   docente ordinario di Scienza delle Finanze sia all’Università di Bologna che all’Università Bocconi, sia membro del Consiglio direttivo dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), dopo aver letto un documento di un suo corso, contenente alcuni errori marchiani sulle pensioni. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta.


Documento corso universitario con fake news sulle pensioni
Da:  v
14/2/2018 22:59

A:  alberto.zanardi@unibocconi.it,    alberto.zanardi@unibo.it     e altri 47+100

Egr. Prof. Zanardi,
Facendo una ricerca in Internet sulle pensioni, circa le quali faccio controinformazione da quasi sette anni [mi sono accorto solo ora, cercando il Suo indirizzo e-mail, che Lei è stato uno dei destinatari delle mie varie e-mail di debunking], ho incrociato casualmente questo documento:
Scienza delle finanze
CLEAM cl. 6 A.A.
2011-2012

Da quest’altro, ho ricavato il Suo nome come autore del predetto documento:
Università Bocconi a.a. 2008-09
6061 Scienza delle Finanze - CLEAM
Il sistema pensionistico
Alberto Zanardi

Dal primo documento, traggo l’elenco delle principali riforme:
Il sistema pensionistico italiano
Principali tappe del sistema pensionistico italiano
1970 Introduzione del sistema a ripartizione con metodo contributivo
1992 Riforma Amato
1996 Riforma Dini
2004 Riforma Maroni
2007 Protocollo Welfare
2012 Riforma Monti

Mi permetto di constatare che, oltre a chiamare curiosamente la riforma Damiano (L. 247/2007“Protocollo Welfare” e a indicare solo Maroni come ministro del Lavoro autore di riforma (ma, in altri documenti, cita Fornero, oltre a dati errati dell’età di pensionamento, presumo ricavati da OCSE, vedi appresso), anche Lei, sorprendentemente, infligge la pena della damnatio memoriae[1] alla riforma delle pensioni SACCONI (L. 122/2010, art. 12, più L. 111/2011 e L. 148/2011), che è molto più severa della riforma delle pensioni Fornero (L. 214/2011, art. 24),[2] anche in termini di risparmio, anche se RGS stima nominativamente soltanto la riforma Fornero,[3] alimentando anch’essa la vulgata che ha fatto tutto la riforma Fornero.
Anche Lei – o chi per Lei - attribuisce misure della riforma SACCONI alla riforma Fornero, in particolare l’adeguamento automatico alla speranza di vita, che è stato introdotto, con un richiamo al DL 78/2009, dal comma 12bis dell’art. 12 della L. 122/2010. Le pensioni di anzianità (che prescindono dall'età anagrafica) hanno soltanto cambiato nome; sono state abolite le cosiddette “quote” (somma di età anagrafica e anzianità contributiva). L'età di pensionamento di vecchiaia a 66 anni è frutto esclusivamente della riforma SACCONI. 
Legge 214/211
• Applicazione del metodo contributivo a tutti a partire dal 1° gennaio 2012 (per le anzianità contributive maturate dopo tale data)
• Pensione di vecchiaia: 66 anni per tutti entro il 2018
• Anzianità contributiva minima: 20 anni
• Pensione anticipata (no pensione di anzianità): D 41 anni e 1 mese; U 42 anni e 1 mese. Aumento progressivo (adeguamento alla speranza di vita)
• Introduzione di disincentivi per chi va in pensione prima dei 62 anni 
• Parziale flessibilità nell’uscita dal lavoro tra i 62 e i 70 anni attraverso l’applicazione dei coefficienti di trasformazione
• Indicizzazione all’inflazione: bloccata per il 2012 e 2013 per i trattamenti pensionistici > 1400 euro nel 2011.
Per dimostrare che la riforma SACCONI è molto più severa della riforma Fornero, riporto anche:
Il quadro complessivo dell’età di pensionamento in base alle norme e ai loro autori è il seguente (nel 2019):
QUOTE: abolite dalla riforma Fornero.
PENSIONE ANTICIPATA (ex anzianità)
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3 mesi e di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI, 4 mesi in media di Damiano e  solo 1 anno di Fornero [rectius: 2 anni].[*]
- L'età di pensionamento delle donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3 mesi, e di questi 2 anni e 3 mesi in più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi in media di Damiano; quindi  la Fornero non c’entra [rectius: 1 anno].[*].
PENSIONE DI VECCHIAIA
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 65 nel 2010) a 67 anni e questi 2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano; quindi  la Fornero non c’entra.
- L'età di pensionamento delle donne del settore pubblico salirà (da 60 di botto a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a seguito della sentenza del 2008 della CGUE, ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni) + “finestra” di 12 mesi a 67 anni e questi 7 anni in più sono tutti dovuti a SACCONI, tranne 4 mesi in media a Damiano; quindi  la Fornero non c’entra.
- L’allineamento dell'età di pensionamento delle donne del settore privato (da 60) a tutti gli altri (già regolati da SACCONI) a 65 anni più “finestra”, previsto da SACCONI gradualmente entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento automatico), è stato accelerato da Fornero gradualmente entro il 2018, ma in ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano.
Va aggiunto (i) che la riforma Fornero ha ridotto da 18 (previsto dalla riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra” degli autonomi; (ii) che la riforma Fornero ha aumentato l'età base di vecchiaia e di anzianità di 1 anno (rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41), ma solo formalmente, poiché ha abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi, di Damiano (4 mesi in media) e SACCONI (8 mesi), ma senza evidenziarlo, così si è intestata entrambe le misure; (iii) che, dal 2022, in forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 13), l'adeguamento automatico diverrà biennale (“13 Gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello [triennale, ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019 sono aggiornati con cadenza biennale”), ma, appunto, è solo un'accelerazione del meccanismo deciso da SACCONI; e (iv) che la riforma Fornero ha soltanto esteso, pro rata dall’1.1.2012, il metodo contributivo – introdotto dalla riforma Dini nel 1995 – a coloro che ne erano esclusi, cioè coloro che al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di contributi, quindi tutti relativamente anziani.
Come si vede facilmente, la riforma SACCONI è molto più severa e incisiva della riforma Fornero, oggetti, del tutto ingiustificatamente, di damnatio memoriae la prima e di demonizzazione la seconda, alla quale vengono attribuite tutte le misure della riforma SACCONI.
Infine, ho anche notato che c’è un paragrafo specifico per il TFR. Le chiedo (i) se sa che il TFR/TFS è ritenuto da EUROSTAT spesa pensionistica, anche se può essere riscosso decenni prima del pensionamento; e (ii) se sa che nei confronti internazionali l’Italia è penalizzata dall’esistenza di voci spurie (tra cui il TFR/TFS, ma soprattutto le imposte), per cui le viene assegnato il primato poco favorevole di avere il rapporto spesa pensionistica/Pil più alto del mondo (dopo quello della Grecia) e la gratifica di Paese spendaccione, con tutto quel che ne consegue.[4][3]
Spero di esserLe stato utile e che voglia sia tenere conto delle mie osservazioni aggiungendo al documento una pagina per la riforma SACCONI, sia contribuire in futuro a chiarire gli autori delle norme pensionistiche, sia – se vuole – dirmi a causa di chi o di che cosa anche Lei, docente universitario, ha cancellato completamente, come quasi 60 milioni di altri Italiani, la severa riforma SACCONI.
Cordiali saluti
V.

PS: Ritengo doveroso informarLa che pubblicherò questa mia lettera e la Sua eventuale risposta nel mio blog.


[*] Sono stato ingannato per alcuni anni, fino al 2018, (i) dalla prima lettera di chiarimenti del Governo all’UE (26 ottobre 2011), che, oltre al grave errore dei 67 anni per tutti entro il 2026 in luogo del 2021 (il 2026 valeva soltanto per le lavoratrici private), non esclude le pensioni di anzianità dall’adeguamento all’aspettativa di vita; e poi (ii) dall’uso di testi della legge 122/2010 o di Normattiva, che aggiornano i testi delle leggi, per cui ho attribuito erroneamente a Sacconi l’applicazione dell’adeguamento alla speranza di vita, oltre che alle pensioni di vecchiaia e alle cosiddette “quote” (somma di età anagrafica e anzianità contributiva), poi abolite da Fornero, anche alle pensioni anticipate, ex anzianità (che prescindono dall’età anagrafica), estensione che invece è stata decisa da Fornero, ndr].

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Note:
[1] I sette noti esperti, alcuni dei quali sono parlamentari o ex parlamentari, sono: Cazzola, Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi. Vi si aggiungono ISTAT, EUROSTAT, UPB, INPS, OCSE.
Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero
http://vincesko.blogspot.com/2017/12/pensioni-la-congiura-del-silenzio-di.html
[2] Sacconi vs Fornero, qual è stato il ministro che ha riformato di più le pensioni
[3] Questo articolo mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche (migliorato qualitativamente) il grafico della RGS e altre mie osservazioni critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle pensioni
http://vincesko.blogspot.com/2018/01/lettera-davide-colombo-del-sole-24-ore.html
[4] Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia replica


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