sabato 27 gennaio 2018

Lettera a Deputati Lega Nord sulla loro proposta di legge con fake news sulla riforma delle pensioni Fornero



Ora ti frega raccontandoti bufale sulla riforma Fornero e sul governo Monti.

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SIMONETTI, FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, CASTIELLO, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MOLTENI, PAGANO, PICCHI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI

Vostra proposta di legge con fake news sulla riforma delle pensioni Fornero.
Da:  v
21/1/2018 23:54
A:  fedriga_m@camera.it,    simonetti_r@camera.it     e altri 47

Egregi Deputati della Lega Nord,
In riferimento alla Vostra proposta di legge AC N. 4600, che ho ricavato oggi da un articolo di ADNKRONOS, permettetemi di osservare che sorprende, ma non tanto, vista la Vostra ossessione contro la riforma Fornero, che Voi ignoriate o facciate finta di ignorare la normativa sulle pensioni, in particolare la L. 214/2011, art. 24 (riforma Fornero) e che questo emerga da un atto ufficiale del Parlamento.
A me, infatti, sembra una proposta pazzesca, perché si autosmentisce da sola: col titolo che contraddice l’incipit. Il titolo, infatti, si riferisce alla modifica della Legge 122/2010, art. 12 (riforma SACCONI), che è stata approvata un anno e mezzo prima che arrivasse il governo Monti-Fornero e che, con le modiche recate dalla L.111/2011 (SACCONI) e L. 148/2011 (SACCONI), ha sia innalzato l’età di pensionamento molto più della riforma Fornero, sia introdotto l’incisivo adeguamento automatico all’aspettativa di vita (L. 122/2010, art.12, comma 12bis), sia prescritto all’ISTAT di considerare nel calcolo solo gli aumenti e non anche le diminuzioni dell’aspettativa di vita (L. 122/2010, art. 12, comma 12ter “lo stesso aggiornamento non viene effettuato nel caso di diminuzione della predetta speranza di vita).
Permettetemi, allora, di fare il punto, che potrete conservare come promemoria, sperando che sia un disincentivo a continuare a propalare notizie false-fake news-bufale in serie sulla riforma Fornero e sul governo Monti in generale (vedasi il secondo post allegato in calce), su cui la potente propaganda del centrodestra ha fatto quasi 60 milioni di vittime, inclusi l’ISTAT (e di conseguenza EUROSTAT), l’INPS, l’UPB e tutti i media, che hanno completamente obliterato la ben più severa riforma SACCONI.

QUAL E’ STATO IL GOVERNO (E IL MINISTRO: SACCONI O FORNERO?) CHE HA ‘RIFORMATO’ DI PIU’ LE PENSIONI?
Dal 1992, le riforme delle pensioni sono state sette (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010 e 2011; Monti-Fornero, 2011).
L’esame comparativo delle norme e dei dati smentisce la vulgata che la riforma Fornero sia la più severa, abbia allungato di più l’età di pensionamento ed abbia messo da sola in sicurezza il sistema pensionistico italiano. Tale vulgata è alimentata da coloro che erroneamente o furbescamente attribuiscono norme severe della riforma Sacconi alla riforma Fornero, in particolare l'adeguamento automatico all'aspettativa di vita, che in realtà è stato introdotto dalla L. 122/2010, art. 12, comma 12bis.
La riforma Sacconi (L. 122/2010, L. 111/2011 e L. 148/2011), oltre a Damiano, L. 247/2007, per la “finestra” di 4 mesi in media) è molto più corposa e severa della riforma Fornero:
- allungamento dell’età di pensionamento di vecchiaia e di anzianità di un anno per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per quelli autonomi, mediante la cosiddetta “finestra” (differimento dell'erogazione);
- allungamento di 5 anni (+ “finestra”) dell’età di pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle a tutti gli altri a 65 anni (più finestra), in ottemperanza alla sentenza della Corte di Giustizia UE del 2008 (ma che poteva avvenire a qualunque età compresa tra 60 e 65);
- adeguamento dell’età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato entro il 2026 (2023, includendo l’adeguamento automatico) per allinearle a tutti gli altri;
- introduzione dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita (L. 122/2010, art. 12, comma 12bis), che prescrive all’ISTAT di considerare nel calcolo dell'aspettativa di vita soltanto gli aumenti e non anche le diminuzioni (art. 12, comma 12ter);
- blocco parziale o totale della perequazione delle pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo (poi abrogato dalla L. 214/2011-Fornero);
- applicazione di un contributo di solidarietà sui redditi pensionistici lordi superiori a 90 mila € (poi dichiarato incostituzionale).
La riforma Fornero (L. 214/2011) ha recato le seguenti misure:
- estensione pro-rata del metodo contributivo a quelli che erano precedentemente esclusi dalla riforma Dini del 1995, che l'ha introdotto (cioè solo coloro che nel 1995 avevano già almeno 18 anni di contributi versati, quindi relativamente anziani), a decorrere dall'1.1.2012;
- aumento di un anno delle pensioni di anzianità, ridenominate “anticipate” e abolizione delle cosiddette quote (somma di età anagrafica e anzianità contributiva);
- accelerazione graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti private da 60 anni a 65 (più “finestra” mobile di 12 mesi decisa dalla L. 122/2010), per allinearle a tutti gli altri;
- adeguamento all’aspettativa di vita, dopo quello del 2019 (che varrà per il triennio 2019-2021), non più a cadenza triennale ma biennale [L. 214/2011, art. 24, comma 13], a decorrere dal 2022;
- blocco totale della perequazione delle pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo per gli anni 2012–2017 (poi dichiarato incostituzionale dalla sentenza n. 70/2015);
- riduzione da 18 mesi a 12 della “finestra” per i lavoratori autonomi (equiparandoli, dunque, a tutti gli altri).
Riepilogo
Riepilogando, la situazione relativamente all’età di pensionamento nel 2019 e ai suoi autori è la seguente:
PENSIONI ANTICIPATE (ex anzianità)
- l'età di pensionamento degli uomini aumenterà a 43 anni e 3 mesi, e, di questi 3 anni e 3 mesi in più, 2 anni e 3 mesi sono pertinenti a SACCONI (4 mesi in media alla riforma Damiano, L.247/07) e soltanto 1 anno a Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e 6 mesi relativamente agli autonomi];
- l'età di pensionamento delle donne aumenterà a 42 anni e 3 mesi, e l’incremento di 2 anni e 3 mesi è quasi interamente dovuto alla riforma SACCONI (4 mesi in media alla riforma Damiano) [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONI DI VECCHIAIA
- l’età di pensionamento degli uomini aumenterà (da 65) a 67 anni e i 2 anni in più sono dovuti quasi interamente alla riforma SACCONI (4 mesi in media alla riforma Damiano, L.247/07);
- l’età di pensionamento delle donne del settore pubblico (aumentata di botto di 6 anni nel 2010) aumenterà a 67 anni e i 7 anni in più sono ascrivibili quasi interamente alla riforma SACCONI (tranne 4 mesi in media alla riforma Damiano);
- l’età di pensionamento delle donne del settore privato aumenterà a 67 anni, e l’allineamento a tutti gli altri, previsto dalla riforma SACCONI entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento automatico), è stato accelerato dalla riforma Fornero entro il 2018 a 66 anni, ma l’anno in più è dovuto all’adeguamento automatico SACCONI;
- l’età di pensionamento degli uomini e delle donne autonomi arriverà a 67 anni, la riforma Fornero ha eliminato il disallineamento di 6 mesi in più rispetto agli altri, che era contemplato dalla riforma SACCONI, cioè ha ridotto l’età di pensionamento di 6 mesi.
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Infine, traggo dalla Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini, allegata (con i link alle prove documentali):
Esodati
Premesso che anche la riforma SACCONI, da Lei votata, ebbe i suoi esodati (gli eccedenti i 10.000 soggetti in mobilità che venivano esclusi dall’applicazione della nuova riforma e tutti gli altri inattivi a reddito zero, che furono decine o forse centinaia di migliaia, ma a causa del potente apparato (dis)informativo berlusconiano e del centrodestra fecero molto meno rumore), lo stesso problema degli esodati: (i) che fu causato da un'errata stima della burocrazia INPS e RGS; (ii) ed il cui numero, nell’arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, ascende a 153.389 soggetti, contro una stima iniziale di 389.200, cioè a meno della metà della stima iniziale; (iii) fu aggravato dalle misure della riforma SACCONI, da Lei votata, in particolare dall’adeguamento automatico, cosa che anche gli stessi esodati ignorano (veda i commenti).
Cordiali saluti
V.

Allego:
Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione


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2 commenti:

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