Lettera:
Le BUFALE del Corriere della Sera (e di tutti i media) sulla spesa
pensionistica italiana
lunedì 17 febbraio 2020 - 18:30
ALLA
C.A. DEL DIRETTORE LUCIANO FONTANA
CC:
PRESIDENTI SENATO E CAMERA, PDC, SEGR. GEN. QUIRINALE, MINISTRO E
SOTTOSEGRETARI LAVORO E POLITICHE SOCIALI, MINISTRO E SOTTOSEGRETARI ECONOMIA E
FINANZE, COMMISSIONI LAVORO E PREVIDENZA CAMERA E SENATO, COMMISSIONI FINANZE
CAMERA E SENATO, MEF, RGS, CNEL, INPS, UPB, MEDIA, SINDACATI, ALTRI, SEN. MARIO
MONTI
Egr.
direttore Luciano Fontana,
Rilevo due gravi inesattezze nel Vostro
articolo Pensioni l’insostenibile peso del «super inps» del 27 Gennaio 2020 di Fabio Pammolli[1] pubblicato sul
supplemento Economia (che occupa tutta la pag. 6) (qui ne è riportata una parte, mentre qui, scorrendo la rassegna stampa, integralmente).
1. Errata
contabilizzazione e valutazione della spesa pensionistica
“Già oggi, lo Stato spende circa 300
miliardi all’anno per le pensioni del primo pilastro. Nel 2018, l’incidenza sul
Pil è stata del 16,6 per cento: più di un terzo della spesa pubblica va in
pensioni.”
Innanzitutto, ne deduco che il professor Pammolli
o non legge il Corriere della Sera Economia o tiene in non cale ciò che
vi scrive Alberto Brambilla, il quale propala BUFALE sulla Riforma delle
pensioni Fornero,[2] ma informa correttamente sulla spesa pensionistica
e sul suo rapporto sul Pil.
In secondo luogo,
come già invitavo a fare Il Sole 24 Ore,[3] che trascrivo quasi
integralmente, sarebbe auspicabile che anche il Corriere, con la sua
autorevolezza, non alimentasse la BUFALA gigantesca sull’ammontare della
spesa pensionistica italiana, BUFALA che tanti problemi ha causato (in
particolare nell’anno orribile 2011) e, in parte, ancora causa all’Italia. E
attestasse pubblicamente con voce chiara e forte che nell’importo lordo di
290 mld circa ci sono 90 mld di voci spurie: (i) in primo luogo 58 mld
di imposte, le quali (oltre ad essere le più alte in ambito OCSE) sono una partita
di giro, e, come sa
anche uno studente del 1° anno che abbia studiato le partite di giro e i
conti transitori, esse hanno un impatto nullo sulla spesa pensionistica;
ripeto: hanno un impatto nullo sulla spesa pensionistica (e “normalmente”
ci vorrebbero né anni, né mesi, né giorni, ma pochi minuti per sistemare una siffatta
questione, che invece si trascina da sempre); (ii) poi, la spesa assistenziale
(20-25 mld), che va a carico della fiscalità generale; e (iii) il TFR (10-15 mld),
che può essere riscosso anche decenni prima del pensionamento. Al netto, il
rapporto spesa pensionistica/Pil cala di 5 punti percentuali, a circa il 10,5%.
Ben più basso del 16,6% propalato dal prof. Pammolli (e da quasi tutti).
Come, nel mio piccolo, posso testimoniare
io, che incasso l’assegno pensionistico al netto delle gravose imposte.
«Le pensioni
vigenti al 1° gennaio 2019 sono 17.827.676, di cui 13.867.818 di natura
previdenziale (vecchiaia, invalidità e superstiti) e le restanti 3.959.858 di
natura assistenziale (invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni
e assegni sociali). Nel 2018 la spesa complessiva per le pensioni è stata di
204,3 miliardi di euro, di cui 183 miliardi sostenuti dalle gestioni
previdenziali. È quanto emerge dall’Osservatorio sulle pensioni erogate dall’INPS che analizza i
dati del 2018.»
Il Pil 2018 è pari a 1.753,3 mld;
204,3 su 1.753,3 fa dunque l’11,6% e, soprattutto, 183 (cioè l’importo
netto effettivo pagato dalle gestioni previdenziali dell’INPS) su 1.753 è pari
al 10,4%. Il che smentisce tutti gli allarmismi dei luminari e dei vari
dirigenti di OCSE e FMI che hanno edificato le loro carriere sull’additare –
poco patriotticamente - la spesa pensionistica italiana come quasi la più alta
al mondo in rapporto al Pil, fuori controllo e bisognevole di un’ennesima
riforma. Come fa anche Fabio Pammolli, nell’articolo esaminato, sul fondamento
di dati falsi.
2. Calcolo della pensione
“Prima o poi, il montante pensionistico dovrà tener conto sì dei contributi versati, ma in base
a un rendimento percentuale annuo che dovrà ancorarsi, senza correttivi
benevoli, alla crescita del Pil: proprio quella crescita che l’eccesso di
finanziamento a ripartizione ostacola e comprime.”
Il presidente, professor ed ex membro del
Nucleo di valutazione della spesa previdenziale Fabio Pammolli ignora che è già
così fin dalla lontana Riforma Dini del 1995 (L. 335/1995, comma 9
dell’articolo 1 della legge 335 del 1995):
“9. Il tasso annuo di capitalizzazione è
dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL)
nominale, appositamente calcolata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT),
con riferimento al quinquennio precedente l'anno da rivalutare.”[4]
Cordiali saluti,
V.
Post scriptum
Mi
permetto di suggerirLe di dare anche un’occhiata critica, oltre a ciò che
scrivono impudentemente da anni sul Corriere della Sera i professori
Alesina e Giavazzi (con la loro ossimorica e
strampalata austerità espansiva, una iattura per i non ricchi, o la difesa dei
ricchi dalle tasse), quel che ha scritto o dichiarato recentemente l’ex
direttore Ferruccio de Bortoli, il quale, nonostante le mie lettere inviate
p.c. anche a lui presso la casa editrice Longanesi, propala BUFALE su ciò che
avvenne nella XVI legislatura (governi Berlusconi e Monti),[5] che costituisce la Prima Più Grande BUFALA del XXI
Secolo, alimentata anche dal Sen. Mario Monti (La Seconda è quella sulle
pensioni e La Terza è quella sugli obiettivi statutari della BCE).
______________________________
Note
[1] Fabio Pammolli è
professore ordinario di Economia e
Management presso il Dipartimento d’Ingegneria Gestionale del Politecnico di
Milano, presidente del CERM ed “È stato membro del Nucleo di Valutazione
della Spesa Previdenziale presso il Ministero del Lavoro e del Welfare”.
[2]
Lettera: Le BUFALE del Corriere della Sera (e di tutti i media) sulla
Riforma delle pensioni Fornero
[3] Lettera: Le BUFALE
del Sole 24 Ore (e di tutti i media) sulla Riforma delle pensioni
Fornero
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2868431.html oppure
https://vincesko.blogspot.com/2020/01/lettera-le-bufale-del-sole-24-ore-e-di.html
https://vincesko.blogspot.com/2020/01/lettera-le-bufale-del-sole-24-ore-e-di.html
[4]
INPS - Calcolo della pensione
“determinare
il montante individuale che si ottiene sommando i contributi di ciascun anno
opportunamente rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione
derivante dalla variazione media quinquennale del PIL (prodotto interno lordo)
determinata dall'Istat;”
[5] Per Ferruccio de Bortoli, 330 mld in 4 anni sono pochissimi.[i] Evidentemente lui non ha contribuito neppure per 1 Euro, ché – assieme a tutti
i direttori ed editorialisti - scatenò una canea contro il contributo di solidarietà
del 10% sui redditi maggiori di 90.000€, che il governo Berlusconi-Tremonti
intendeva deliberare, sbagliando forse apposta – come si disse allora – quello
del 5% sui redditi fino a 90.000€, per farlo poi dichiarare illegittimo dalla
Corte Cost., come poi avvenne); e i soliti Alesina e Giavazzi contro Mario
Monti, che intendeva aumentare di 2 punti le due aliquote IRPEF maggiori, e
bastò un loro
editoriale sul
Corrierone[ii] per riuscire a
far revocare nel giro di 24 ore la decisione del governo Monti di aumentare le
2 aliquote Irpef del 41 e del 43%, nell’ambito del decreto Salva-Italia (DL
201/2011), decisione che avrebbe colpito i redditi dei ricchi e dei più
abbienti.
Risultato: i ricchi contribuirono pochissimo al mastodontico consolidamento
fiscale, che fu addossato, dal governo Berlusconi-Tremonti-Bossi-Fini, in
grandissima parte sul ceto medio (quorum ego) e perfino sui poveri, col
taglio del 90% della spesa sociale dei Comuni e delle Regioni. Incredibile ma
vero, è tutto spiegato e provato nel mio saggio.
[i] “Manca un discorso di verità agli
italiani”. Intervista a Ferruccio De Bortoli
L'editorialista
e saggista all'Huffpost: "Gli italiani credono di aver ingoiato troppa
austerità. Invece, ne hanno avuta pochissima e di cattiva qualità. Io credo che
se ci fosse un leader capace di dire come stanno veramente le cose i voti li
prenderebbe"
By Nicola
Mirenzi - 16/02/2020 11:44 CET
(ii) TROPPE TASSE E POCHI TAGLI
Caro presidente no, così non va
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi - 4 dicembre 2011
Caro presidente no, così non va
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi - 4 dicembre 2011
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